Valentina
Corsi a cercare Alessia, avevo bisogno di parlarle, ma non la trovai da nessuna parte. Passando per il salotto, notai sullo schermo della TV che era a lezione, che sarebbe finita tra dieci minuti.
Senza altra scelta, tornai in camera mia. Luca era ancora seduto sul mio letto, così gli chiesi gentilmente se poteva lasciarmi un po' da sola. Si alzò e uscì, chiudendo la porta dietro di sé.
Mi sdraiai sul letto, fissando il soffitto. Mille pensieri mi affollavano la mente, ma quello che mi tormentava di più era Luca. Non riuscivo a capire perché mi comportassi in modo così freddo e distante con lui. Perché lo stavo ignorando? Perché non riuscivo più a comportarmi come facevo sempre? Mi sentivo bloccata, confusa. Perché? Perché? Perché?
A un certo punto, le lacrime cominciarono a scendere senza che potessi trattenerle. Mi girai sul letto, affondando il viso nel cuscino, e iniziai a piangere. Mi sentivo uno schifo per aver trattato così male il mio migliore amico, e non riuscivo a capire il motivo di tutto questo.
Dopo una quindicina di minuti, sentii la porta aprirsi. Qualcuno entrò nella stanza, ma non alzai la testa. Non volevo che nessuno mi vedesse in quello stato.
"Ciao Vale, sono tornata. Mi hanno detto che mi cercavi," disse una voce. Era Alessia, la riconobbi subito.
Non risposi. Lei, accorgendosi che stavo piangendo, si sedette delicatamente accanto a me e iniziò a carezzarmi i capelli nel tentativo di calmarmi.
"Vuoi stare da sola?" mi chiese, con dolcezza. Scossi la testa, negando. Mi girai a pancia in su e mi asciugai le lacrime.
"Ti va di dirmi cosa c'è che non va? Magari posso aiutarti, o darti un consiglio se posso," disse, sempre con quel tono rassicurante.
Le raccontai tutto: i miei dubbi, i miei pensieri, e quello che era successo poco prima del suo arrivo.
"Secondo me, forse entrambi dovreste rendervi conto che questa amicizia sta diventando qualcos'altro. Magari c'è qualcosa di più sotto," mi suggerì lei, con delicatezza.
Poi aggiunse, quasi sussurrando: "Ah, e Diego mi ha anche raccontato che l'altra sera lui e Luca hanno parlato. Luca gli ha confessato che, in un certo senso, gli dà fastidio che tu passi tanto tempo con Nicolò e meno con lui."
Quella rivelazione mi colpì. Non l'avevo mai immaginato.
"Stasera ti conviene parlare con lui," concluse Alessia, dandomi un consiglio sincero.
"Grazie Ale, ti voglio bene," le dissi, riconoscente, mentre ci stringevamo in un abbraccio.
La sera...
Era il turno mio e di Luca di lavare i piatti, così iniziammo a sparecchiare e a mettere tutto nel lavandino. Lui prese il sapone e la spugna, e cominciammo a lavare. Dopo qualche minuto di silenzio, decisi di rompere il ghiaccio.
"Comunque, scusa per prima. Non volevo risponderti male," gli dissi, sinceramente dispiaciuta.
"Non nego che ci sono rimasto un po' male, ma tranquilla, ormai è tutto risolto," rispose lui con un sorriso rassicurante.
Continuammo a lavare i piatti, ma a un certo punto Luca iniziò a schizzarmi con l'acqua, e senza pensarci, iniziammo a giocare come due bambini, ridendo e scherzando.
Una volta finito di lavare e rimettere tutto in ordine, andiamo in camera sua, che era vuota, per parlare un po' in tranquillità.
Parliamo un po' della situazione, cercando di chiarire tutto con calma. Alla fine, Luca mi diede un bacio affettuoso sulla testa per salutarmi, e io ricambiai con un bacio sulla guancia. Mi alzo, salutandolo con un sorriso, e vado in camera mia.
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NON ABBIAMO L'ETÀ🤍 (Luk3)
FanfictionStoria tratta dalla mia immaginazione le vicende raccontate non seguono i fatti reali che avvengono nella scuola di Amici