Capitolo 2: Un Nuovo Inizio

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Il giorno era finalmente arrivato. Jasmin si svegliò presto, il sole ancora basso all'orizzonte, illuminando a malapena la sua stanza ormai quasi vuota. Le valigie erano già pronte, posizionate accanto alla porta. Aveva passato la notte in bianco, combattendo contro l'ansia e l'eccitazione per quel grande cambiamento.

Dopo un'ultima occhiata alla sua camera, che per anni era stata il suo rifugio, si infilò la giacca e afferrò le sue borse. Sapeva che quel passo rappresentava molto più di un semplice viaggio: significava lasciare il comfort di tutto ciò che conosceva, per buttarsi in un mondo completamente nuovo.

All'aeroporto, il caos tipico del mattino presto riempiva l'aria, con famiglie, coppie e uomini d'affari che si muovevano freneticamente per non perdere i voli. Jas cercò di concentrarsi sul respiro mentre si dirigeva verso il gate, ma la consapevolezza che stava per lasciare l'Italia, forse per molto tempo, le stringeva il petto.

Ore dopo, il volo atterrò finalmente in Corea del Sud. Jas si trovò subito immersa in un mondo completamente diverso: Seoul era vibrante, frenetica, moderna e allo stesso tempo intrisa di tradizione. La lingua, i suoni, i volti intorno a lei... tutto era nuovo, affascinante, ma anche leggermente spaventoso.

Dopo aver recuperato i bagagli e trovato un taxi, Jas si diresse verso quello che sarebbe stato il suo nuovo appartamento. Il tragitto dalla città all'area dove avrebbe vissuto e lavorato la lasciò senza fiato. Le strade erano piene di vita, e la skyline di Seoul era dominata da grattacieli futuristici. Tra quelli, uno svettava sugli altri: il Jeon Innovations Tower, l'edificio che ospitava l'azienda più famosa di tutta la Corea del Sud.

Jeon Innovations. L'azienda per cui avrebbe fatto il suo tirocinio. Una delle imprese tecnologiche più grandi e innovative del Paese, rinomata per le sue invenzioni all'avanguardia e la sua leadership visionaria. Jas aveva letto e studiato tanto su quella compagnia, ma ora, vedendola dal vivo, era travolta dall'imponenza e dall'ambizione che emanava.

Arrivata al suo appartamento, si prese un momento per posare le valigie e affacciarsi alla finestra. La vista su Seoul era mozzafiato: la città sembrava pulsare di vita, un organismo gigantesco che non si fermava mai. Era affascinata, quasi rapita da tutto quel movimento sotto di lei.

Un pensiero improvviso le attraversò la mente: era davvero lì, a Seoul, pronta a iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

Senza pensarci troppo, Jas corse verso il piccolo balcone dell'appartamento, il vento leggero che le scompigliava i capelli. Alzò lo sguardo verso il cielo e, lasciandosi andare a un impulso improvviso, urlò con gioia:
«Un nuovo inizio!»

L'eco della sua voce si disperse nell'aria, e per un istante si sentì davvero libera. Sorrise, sentendo finalmente la tensione che l'aveva accompagnata fino a quel momento dissolversi.

Ma quello che non sapeva era che, a distanza, due occhi scuri la stavano osservando con attenzione.

Dalla finestra dell'ultimo piano della Jeon Innovations Tower, Jeon Jungkook, il giovane e enigmatico CEO, osservava la scena dall'alto. Le sue braccia erano incrociate sul petto, e il volto serio e imperscrutabile. Non sapeva chi fosse quella ragazza che sembrava così determinata e piena di energia, ma per qualche motivo non riusciva a distogliere lo sguardo.

Le sue labbra si piegarono appena in un sorriso appena percettibile, prima di girarsi e allontanarsi dalla finestra.

POV Jas

Appena rientrai dal balcone, il cuore ancora a mille per quella stupida ma liberatoria urla, mi ritrovai faccia a faccia con la mia stanza. Valigie ovunque, vestiti alla rinfusa e... un disastro completo. Fantastico. Dovevo iniziare a sistemare tutto, ma il pensiero mi faceva sentire ancora più sopraffatta.

"Okay, Jas, calma. Puoi farcela," mi dissi, cercando di infondere in me stessa una calma che di certo non sentivo. "Prima i bagagli, poi la doccia e infine... cercare di non morire domani."

Buttai giù la prima valigia sul letto, aprii la zip e fui accolta da una montagna di vestiti stropicciati. Perfetto. "Ottima organizzazione, complimenti," borbottai a me stessa mentre cominciavo a tirare fuori le prime cose, cercando di capire dove metterle. Cassetti? Armadio? Per terra? Tutto sembrava essere una soluzione valida in quel momento.

Diedi un'occhiata all'orologio sul comodino e il panico cominciò a insinuarsi lentamente nella mia testa. "Domani... domani devo incontrare il mio capo." Le parole risuonarono nella mia mente come un campanello d'allarme. "Jeon Jungkook. Il CEO. Il genio della tecnologia... e io? Io sono qui che non so nemmeno piegare i miei vestiti."

Mi fermo per un secondo, stringendo tra le mani una maglietta che avevo raccolto a caso. "E se faccio una pessima impressione?" La mia mente cominciò a correre. "E se inciampo appena entro? E se dico qualcosa di stupido?"

Inspiro profondamente, cercando di calmarmi. "No, no, no, Jas, ascoltami bene. Non dirai niente di stupido. Respira. È solo un uomo. Super importante. Super affascinante." Mi mordicchiai il labbro. "Cavolo, anche super affascinante! E io con questo aspetto disastroso..." Mi guardai allo specchio, i capelli spettinati e il viso stanco del viaggio. "Perfetto. Mi prenderà subito sul serio così."

Mentre l'ansia si faceva strada sempre più velocemente, buttai la maglietta sull'armadio e iniziai a muovermi freneticamente per la stanza. Scarpe da una parte, beauty case dall'altra. "Domani sarò una professionista, sì. Una professionista perfettamente presentabile."

Ma poi un pensiero mi colpì come un pugno. "E se non gli piaccio? E se pensa che io non sia all'altezza? Oh no, e se mi licenzia ancora prima di iniziare il tirocinio?"

Mi fermai di colpo, stringendo un paio di pantaloni tra le mani. "Jasmin, basta. Basta davvero!" Sbuffai. "Stai andando fuori di testa per niente. È solo il primo giorno. Non devi salvare il mondo, solo entrare, dire 'Ciao, sono Jasmin', e magari non cadere sui tuoi piedi." Sì, certo, facile a dirsi.

Mentre cercavo di riprendere il controllo, gettai un altro paio di vestiti nell'armadio, disordinati com'erano. "Se continuo così, finisco per non dormire stanotte," pensai. E poi, la grande realizzazione: "Ecco, è ufficiale. Sto sclerando."

Sorrisi un po' per la mia stessa follia, cercando di alleggerire l'atmosfera. "Ce la posso fare, no? In fondo, quante persone possono dire di aver ottenuto un tirocinio alla Jeon Innovations?"

"Già, nessuna pressione, Jasmin. Nessuna pressione," mi ripetei, sperando che prima o poi il mio cervello mi ascoltasse.

Destini Intrecciati jungkookxjasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora