Capitolo 22 : baci e sospetti

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**POV Jas**

Era passato un mese da quella scenata di gelosia. Da allora, la mia vita con Jungkook aveva preso una piega intensa e sorprendente. Non solo ero stata ufficialmente introdotta alla sua famiglia, ma avevo anche conosciuto i suoi genitori e suo fratello. La madre era dolcissima e accogliente, il fratello simpatico e affabile, ma il padre... beh, il padre era proprio come il mio: freddo, severo e con uno sguardo che metteva soggezione. Mi sentivo sotto esame ogni volta che parlava con me, ma ero abituata a quella sensazione da parte di mio padre. Non poteva essere peggio, giusto?

Ultimamente, trascorrevo sempre più tempo a casa di Jungkook, e la nostra relazione stava diventando più fisica e intima. Abbiamo fatto l'amore più volte, ed ogni volta sembrava più speciale della precedente. Ma negli ultimi giorni, c'era qualcosa di strano nel mio corpo. Avevo iniziato a sentire frequenti giramenti di testa, un senso di nausea che andava e veniva, e una stanchezza persistente. Non avevo detto nulla a Jungkook. Non volevo preoccuparlo, soprattutto con tutto il lavoro che aveva da gestire in azienda. Questa mattina, l'intera struttura sembrava sull'orlo del collasso. L'atmosfera era pesante, il personale correva da una parte all'altra, e si vedeva chiaramente che Jungkook era esausto. Il suo volto, di solito così rilassato, era teso per lo stress.

Decisi che era il momento di fare qualcosa per lui. Anche se era imbarazzante, dovevo distrarlo, farlo rilassare. Respirai profondamente e, con un battito di cuore accelerato, mi diressi verso il suo ufficio.

Quando entrai, lui era seduto alla scrivania, intento a scorrere documenti e rispondere a chiamate senza tregua. Mi avvicinai piano, cercando di non fare rumore. Quando alzò lo sguardo, i suoi occhi riflettevano sorpresa e stanchezza. Non gli dissi nulla. Invece, mi avvicinai di più, camminando lentamente attorno alla sua scrivania fino a sedermi delicatamente sulle sue gambe. Gli occhi di Jungkook si allargarono per la sorpresa, ma non disse nulla. Sentii le sue mani posarsi automaticamente sui miei fianchi, come se fosse una reazione naturale.

"Jas..." iniziò a dire, ma lo interruppi poggiando le labbra sulle sue, in un bacio appassionato e lungo. Sentii la tensione nei suoi muscoli allentarsi man mano che rispondeva al bacio, lasciando da parte per un attimo tutto il peso del lavoro. Le sue braccia mi strinsero di più, e io mi avvicinai ancora, sentendo il suo cuore battere forte contro il mio petto.

Dopo un po', quando i nostri baci si fecero più intensi, mi allontanai leggermente per guardarlo negli occhi. "Hai bisogno di rilassarti," sussurrai con un sorriso imbarazzato. "Sei stanco, si vede."

Jungkook mi guardò con quegli occhi profondi e dolci che amavo tanto, e sussurrò: "Sei tu che mi fai rilassare, lo sai?"

Sorrisi, abbassando lo sguardo per un attimo. Ma proprio quando tutto sembrava perfetto, il telefono fisso della sua scrivania squillò all'improvviso, interrompendo il momento. Sospirai frustrata, mentre Jungkook sollevava la cornetta con un'espressione di lieve fastidio.

Era Hana, la receptionist. Potevo sentire la sua voce dall'altra parte del filo, fredda come al solito, e c'era qualcosa nella sua voce che mi faceva sempre sentire a disagio.

"Signor Jeon, c'è un uomo qui che desidera parlare con lei per una possibile collaborazione," disse Hana, la voce formale e senza emozione.

Jungkook alzò un sopracciglio. "E chi è?"

"Non vuole rivelare il suo nome fino a quando non sarà qui in Corea," rispose Hana. "Dice di avere un'azienda immobiliare in Italia e vuole discuterne di persona."

Italia. Quel termine mi fece sussultare. Il cuore mi si fermò per un attimo, e non potevo fare a meno di pensare a mio padre. Il pensiero che potesse essere coinvolto in qualche modo mi mise subito a disagio.

Destini Intrecciati jungkookxjasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora