Capitolo 12: Il Momento Imbarazzante

3 0 0
                                    

POV Jasmin

La "riunione" continuò dopo quel breve momento di distrazione. Anche se di fatto non era una vera e propria riunione, perché eravamo solo noi due nel suo ufficio. Proseguimmo discutendo del report, e io cercai di spiegare ogni passo dell'analisi SWOT con tutta la chiarezza possibile, ma sentivo il dolore del ciclo farsi sempre più intenso.

Il tempo passava inesorabile e la giornata si stava trascinando verso sera. L'ufficio era ormai deserto, e l'azienda sembrava avvolta in un silenzio irreale. Ero esausta, non solo per il lavoro, ma anche per il continuo disagio fisico che stavo cercando di mascherare. Dopo otto ore di lavoro sul progetto, finalmente decidemmo che era il momento di tornare ognuno a casa propria.

Mi alzai lentamente dalla sedia, sentendo i muscoli rigidi e stanchi. Ma mentre mi alzavo, una sensazione fredda e scomoda mi fece gelare il sangue. Abbassai lo sguardo e mi accorsi con orrore che la gonna era bagnata. "Cavolo!" pensai, il cuore che mi batteva all'impazzata. Il ciclo mi aveva macchiata, e non avevo nemmeno notato quanto fosse diventato intenso.

Cercai di mantenere la calma, ma ero già in preda al panico. "Come faccio a uscire da qui senza che nessuno se ne accorga?" pensai. Ma non c'era nessuno da cui nascondersi, tranne lui: Jungkook.

E lui lo notò.

Prima che potessi fare qualsiasi cosa, lo vidi avvicinarsi e senza dire una parola mi coprì con la sua giacca. La sua espressione era seria, ma non c'era traccia di giudizio nei suoi occhi. Anzi, sembrava quasi... premuroso.

"Non puoi andare a casa da sola in questo stato," disse con una voce calma e ferma. Rimasi immobile, cercando di capire se avessi davvero sentito bene. "Jungkook... non è necessario," iniziai a protestare, ma lui mi interruppe immediatamente.

"Non puoi rimanere da sola," ripeté, con un tono che non lasciava spazio a discussioni. "Vieni con me a casa mia ."

Il mio primo istinto fu quello di rifiutare. Non volevo apparire vulnerabile di nuovo davanti a lui, specialmente dopo tutto quello che era successo negli ultimi giorni. Ma ero esausta, il dolore era insopportabile, e il pensiero di dovermi arrangiare da sola in quelle condizioni mi fece sentire ancora più fragile.

"Va bene..." mormorai infine, abbassando lo sguardo. Non avevo davvero alternative.

Mentre ci avviavamo verso l'uscita, con la giacca di Jungkook che mi copriva, cercai di distrarmi dai pensieri imbarazzanti che mi riempivano la mente. Sentivo la sua presenza al mio fianco, rassicurante ma allo stesso tempo inquietante. Ogni tanto gettavo un'occhiata verso di lui, e lui sembrava completamente a suo agio, come se per lui fosse del tutto naturale occuparsi di me in quel modo.

"Non devi sentirti in imbarazzo," disse improvvisamente, quasi leggendo i miei pensieri. "È una cosa naturale, succede."

Quelle parole avrebbero dovuto tranquillizzarmi, ma invece mi fecero sentire ancora più vulnerabile. Perché Jungkook si stava comportando così? Aveva passato la settimana a ignorarmi, a trattarmi in modo distaccato o addirittura a ferirmi con le sue parole, e ora improvvisamente si preoccupava per me?

Non sapevo cosa pensare. Ma una cosa era certa: in quel momento, avevo solo bisogno di riposare e di uscire da quella situazione imbarazzante.

Quando finalmente arrivammo al parcheggio, mi indicò la sua macchina, una Maserati nera lucida. "Andiamo, ti porto a casa mia ," disse semplicemente, aprendo la portiera per farmi entrare.

Mi sentivo come se fossi entrata in un sogno surreale. Ero stanca, dolorante, e confusa da tutto quello che stava accadendo. Ma l'unica cosa che potevo fare in quel momento era accettare l'aiuto che mi stava offrendo.

Destini Intrecciati jungkookxjasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora