Capitolo 23 : tra giramenti e preoccupazione

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**POV Jas**

Era passati solo un po' di mesi da quando le cose erano cambiate così drasticamente nella mia vita. Tre giorni dall'ultima chiamata, quella sospetta che mi aveva lasciata con il cuore in gola. Oggi, però, mi sentivo un po' diversa, e non in senso positivo. La stanchezza si faceva sentire, e la nausea mi assaliva, rendendomi incapace di affrontare la giornata con la solita grinta.

Mentre stavo davanti allo specchio cercando di ridare colore al mio viso, sentivo il rumore dell'acqua provenire dal bagno. Jungkook era in doccia, e nonostante la mia condizione, il pensiero di lui mi strappava un sorriso. I suoi baci, le sue coccole, il suo modo di proteggermi; tutto questo mi faceva sentire speciale. Ma ora, avevo bisogno di sembrare almeno un po' presente, anche se la mia energia sembrava svanita.

Quando Jungkook uscì dalla doccia, avvolto in un asciugamano, il suo sguardo si posò su di me. Notai subito l'espressione preoccupata che si dipinse sul suo volto. "Jasmin, stai bene?" mi chiese, avvicinandosi con passi decisi. "Sei un po' pallida."

Feci un respiro profondo, cercando di rassicurarlo. "Sì, solo un po' di stanchezza. Non ti preoccupare, è solo una giornata no." La mia voce tremò leggermente, ma finsi di sorridere, sperando di convincerlo.

"Sei sicura? Posso chiamare un medico..."

"No, per favore," lo interruppi, sollevando una mano. "Non voglio che pensi che sia una cosa seria. È solo un momento passeggero."

Lui mi scrutò con attenzione, il suo sguardo penetrante che sembrava leggere ogni parte del mio essere. "Va bene, ma se non ti senti meglio, fammelo sapere."

Uscimmo di casa e salimmo sulla sua Maserati. Mi piaceva quando guidava; era un uomo sicuro di sé, e la macchina sembrava rispecchiare la sua personalità. Mentre percorrevamo le strade verso l'ufficio, provai a distrarmi. Jungkook cercava di mantenere la conversazione leggera, ma non riuscivo a concentrarmi.

Mentre ci avvicinavamo alla reception, sentii un improvviso mancamento. Il mondo sembrava girare e le mie gambe non mi sostennero più. La visione si fece sfocata e prima che potessi rendermene conto, mi ritrovai tra le braccia di Jungkook, che mi sollevò in modo protettivo.

"Jasmin!" esclamò, la preoccupazione ora evidente nella sua voce. "Cosa succede?"

"Non lo so...," mormorai, appoggiando la testa contro il suo petto. "Ho solo bisogno di un attimo."

"Non possiamo rimanere qui. Ti porto su nel mio ufficio."

"Jungkook, per favore, non chiamare il medico. È solo un momento," insistetti, sentendomi in colpa per fargli prendere così tante preoccupazioni.

Lui mi portò nel suo ufficio e mi adagiò delicatamente sulla poltrona, la sua espressione preoccupata non si attenuava. "Sei sicura di non voler vedere un dottore? Magari hai bisogno di..."

"Basta, Jungkook," lo interruppi, prendendo la sua mano. "Posso rimanere qui con te, e un po' di riposo mi aiuterà. Ti prometto che starò meglio tra poco."

Lui si sedette accanto a me, ancora con l'aria ansiosa, ma accettò la mia richiesta. "D'accordo, ma solo per questa volta. Non voglio che tu ti metta in pericolo."

Mentre lo guardavo, il suo desiderio di proteggermi mi colpì profondamente. Mi sentivo fortunata ad avere qualcuno come lui al mio fianco, qualcuno che si preoccupava per me. Era un dolce promemoria che, nonostante le incertezze che avevo nella vita, lui sarebbe sempre stato lì, pronto a sostenermi.

Mi appoggiai sulla sua spalla, cercando di prendere un po' di conforto nella sua presenza, mentre il mondo esterno sembrava svanire lentamente.

**POV Jungkook**

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