Capitolo 3: L'Incontro Inaspettato

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POV Jas

La sveglia suonò alle sei in punto, tagliando il silenzio della mia stanza come un coltello. Mi girai nel letto, ancora avvolta dalle coperte, con il cervello che cercava disperatamente di capire perché stessi soffrendo così tanto a quell'ora. E poi, come un fulmine, mi ricordai: oggi è il giorno.

Mi alzai di scatto, il cuore che già batteva più forte del dovuto. L'incontro con il CEO. Jeon Jungkook. Il Jeon Jungkook. Dovevo essere lì alle 8:30 precise. Era il momento della mia prima vera prova e, per quanto cercassi di sembrare calma e raccolta, il panico mi stava lentamente divorando.

Mi infilai sotto la doccia, sperando che l'acqua calda mi aiutasse a schiarire le idee. "Devi essere professionale, Jas. Niente panico, niente stupidaggini." Parlare con me stessa sembrava ormai diventato un'abitudine.

Dopo la doccia, mi trascinai davanti allo specchio e iniziai a prepararmi. Guardai la mia faccia assonnata riflessa. "Okay, non è un disastro completo..." Cercai di rassicurarmi mentre mi legavo i capelli in una coda ordinata e cominciavo a mettere un filo di trucco. L'outfit che avevo scelto la sera prima — un completo elegante ma non troppo rigido — mi sembrava decente, professionale ma non eccessivo.

"Respira, Jas, ce la farai." Mi osservai un'ultima volta allo specchio e, cercando di ignorare quella fastidiosa sensazione di avere delle farfalle impazzite nello stomaco, presi la borsa e uscii.

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Arrivai davanti alla Jeon Innovations Tower con quindici minuti di anticipo. La vista dell'imponente edificio mi fece venire un nodo alla gola. Era ancora più maestoso di quanto sembrasse ieri. L'enorme facciata di vetro rifletteva il cielo del mattino, e io mi sentii minuscola mentre varcavo l'ingresso.

Non appena entrai, l'ambiente mi travolse. Tutto era moderno, impeccabile, come se non fosse stato toccato da mani umane. Le persone che camminavano per i corridoi sembravano tutte perfettamente concentrate, immerse nel loro lavoro. "Non fare brutte figure, Jasmin, ti prego." Me lo ripetei almeno dieci volte mentre mi avvicinavo alla reception.

«Buongiorno, sono Jasmin Ferrari. Ho un appuntamento con il signor Jeon alle 8:30.»

La receptionist, impeccabile come tutto il resto, mi fece un cenno con la testa. «Benvenuta, signorina Ferrari. Il signor Jeon la aspetta al venticinquesimo piano. Può prendere l'ascensore lì.» Indicò un'elegante porta d'acciaio lucido.

Mentre aspettavo l'ascensore, il mio cuore martellava forte nel petto. Venticinquesimo piano. Un respiro profondo e via.

Le porte dell'ascensore si aprirono con un leggero suono e mi ritrovai in una hall più riservata e silenziosa, decorata con gusto minimalista. "È adesso, è adesso." Cercai di fare un bel respiro, ma l'ansia sembrava aumentare a ogni passo.

E poi lo vidi. Seduto dietro una scrivania immensa, Jeon Jungkook. In carne e ossa. Era lì, intento a leggere dei documenti, con l'aria di chi aveva già il controllo su tutto prima ancora di iniziare. Indossava un completo scuro che sembrava fatto su misura per la sua figura slanciata, e i suoi capelli neri cadevano ordinati sulla fronte. Sembrava quasi una scultura, perfetto in ogni dettaglio.

Entrai con passo esitante, e quando i suoi occhi scuri si alzarono dai fogli per incontrare i miei, sentii le gambe diventare improvvisamente molli. "Mantieni la calma, Jas, per favore."

«Buongiorno, signor Ferrari.» La sua voce era profonda, pacata, ma c'era qualcosa di incredibilmente intimidatorio nel modo in cui mi osservava, come se stesse valutando ogni minimo dettaglio.

Destini Intrecciati jungkookxjasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora