24. Primo giorno (parte prima)

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NORA

Mi sveglio di soprassalto e controllo l'ora sul telefono. 8.42.
Sono in ritardo di dodici minuti.

Una delle regole di Luke è svegliarsi entro le 8.30. Ottimo, ho già sbagliato e non è passato neanche un giorno dall'inizio di questa... come possono definirla? Avventura? Relazione? Non lo so.
Quello che so e che se fosse in casa, non si sarebbe fatto problemi a punirmi. L'ho capito dal primo sguardo quando ero tra le sue braccia e mi guardava serio e penetrante negli occhi, mentre ne parlava con tranquillità. Come se mi stesse raccontando una fiaba.

Per fortuna, però, non è a casa, ma a lavoro. Ieri sera mi aveva avvertito che non ci sarebbe stato al mio risveglio ma che sarebbe tornato per l'ora di pranzo. Come se non avesse fatto questo per le ultime settimane. Mi domando perché ripeterlo? Per rassicurarmi? Beh non ne ho affatto bisogno.

Mi alzo con uno sbadiglio e strascico i piedi fino in cucina per riempire lo stomaco.

Appena entro vedo sorpresa una tazza con dentro il latte, ma dal suo colore marroncino capisco che ha aggiunto del cacao e forse qualche biscotto sciolto. Sento qualcosa muoversi dentro di me, qualcosa simile alla gratitudine. Posso sentire il mio sorriso affiorare sul viso e con un saltello raggiungo la tazza.

Non so come non sono riuscita a notarlo prima, ma la tazza è molto particolare. È piccola e bassa, in plastica trasparente e non in ceramica chiusa in alto per contenere il calore eccetto per un beccuccio. Alzo la tazza per togliere questa specie di coperchio ma un biglietto cade ai miei piedi.

Lo prendo in mano e riconosco la grafia di Luke:
Buongiorno, lucciola. Lascia il coperchio e bevi dal beccuccio così non ti sbrodoli. Ci vediamo fra qualche ora. XO

Puah! Non ho bisogno di un beccuccio per bere!

Vado sul divano e mi distendo sentendo ancora la stanchezza sul mio corpo, ma non posso addormentarmi oppure a pomeriggio non riuscirò a fare il pisolino. Ho già infranto una regola, meglio non farlo ancora quando lui sarà con me.

Per scacciare il sonno accendo la TV, ricordandomi ancora una volta le regole di Luke. Sto cominciando a pensare che siano veramente troppe. So che a pomeriggio rimpiangerò la decisione di guardare la TV ora, ma in questo momento sono proprio a vuoto di idee su come spendere il mio tempo.

Salto da un canale all'altro finché non mi avvicino a quelli dei bambini e, proprio quando sto per selezionare uno tra questi, torno indietro e ricomincio da capo sperando in risultati diversi. Prima c'era molta pubblicità, ma dopo pochi minuti mi ritrovo nella stessa situazione di prima: vicino ai canali dei bambini.

Una parte di me vuole battere l'orgoglio e far vincere la curiosità, ma dall'altra parte mi sembra un obbligo da parte mia far riaffiorare la me bambina per compiacere Luke.

Alla fine spengo la TV esasperata e nel silenzio dilaniante della casa, sento il suono di un singhiozzo che esce dalle labbra mentre le lacrime mi bagnano le guance. Non posso piangere per questa sciocchezza, per così poco poi. Odio la mia sensibilità, mi sento così impotente di fronte a queste sensazioni.

Riaccendo la TV per distrarmi e ripeto lo zapping non curante di cosa sto scegliendo. I suoni si contrappongono finché dei suoni forti e acuti e colori vivaci prendono spazio sullo schermo.

E io mi incanto. In un primo momento volevo cambiare subito ma col passare dei minuti mi rendo conto di non riuscire a smettere di guardare.

Prendo la tazza sul tavolino, lo stesso in cui ha appoggiato i muffin l'altro giorno, e tolgo il coperchio con beccuccio e inizio a bere assetata. Sono sorpresa dal fatto che sia ancora caldo, forse il coperchio serviva a questo, ma una parte di me sa che non è così. Voglio solo autoconvincermi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: a day ago ⏰

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