LUKELo ammetto sono in ansia.
Fino ad ora immaginavo questo momento lontano e quasi irraggiungibile. Più un sogno che una realtà. Come stare vicini alla vetta di una montagna e sognare di toccare il cielo.
Nella mia testa si sono già formati scenari orribili in cui lei mi insulta, oppure scappa via di casa o peggio ancora che non voglia più parlarmi. Un altro in cui mi punisce con mutismo selettivo, caratteristica che ho notato nel suo comportamento quando si sente a disagio o non riesce ad esprimersi.
Farò di tutto per non farla sentire così, se me lo permetterà.
Si è svegliata da poco ed ora è intenta a prepararsi un panino, ma non le presto molta attenzione. Il mio corpo è concentrato a sbattere ripetutamente il piede al pavimento e le unghie a graffiare la superficie del divano come se cercassero di scavare le risposte ai miei dubbi.
"Tutto bene, Luke?" Se n'è accorta persino lei. Da fuori sembrerò uno stupido.
"A meraviglia" rispondo in modo un po' brusco forse perchè lei sembra ritirarsi. Dio, sto rovinando tutto. Mi devo calmare.
"Scusa, Nora. Sono nervoso." Non basta, però. "Ti devo parlare."
Lei mi osserva e un'ombra le appare sul volto. Non sembra spaventata, è più come se fosse rassegnata. Strano.
Le indico il posto al mio fianco e lei capisce al volo. Abbandona la cucina e si siede voltandosi verso di me.
"Vuoi mandarmi via, vero?" Resto allibito. Cosa? Ha pensato a questo? Ma certo che stupido, sarà stato il suo primo pensiero.
"Certamente no! Non devi mai dubitare di essere un peso per me. Non lo sei e non lo sarai mai, lucciola." Lei si rasserena, tanto da sorridermi.
"Oh, bene. Ottimo. Allora di cosa avevi bisogno."
Deglutisco. Ora o mai più.
"Da quando sono tornato dall'università, io e te ci siamo avvicinati molto e non posso che esserne felice. Quando stiamo insieme mi sento terribilmente bene e spero che questo sia ricambiato..."
"É così!" mi interrompe. Non le dico nulla perché sono così in imbarazzo e in ansia che preferisco di gran lunga le sue interruzioni che il suo silenzio.
"La tua vita sta cambiando. Hai cominciato l'università e stai affrontando una situazione familiare complessa e questo mi ha fatto capire che voglio essere al tuo fianco per aiutarti e guidarti come ho fatto in questi giorni. Mi piace prendermi cura di te, guarirti quando stai male, aiutarti con lo studio, condividere i pranzi e le cene, guardare i film. Allo stesso tempo, però, voglio insegnarti a capire ciò che è giusto e sbagliato."
Faccio una breve pausa e alzo gli occhi nella sua direzione.
"Non capisco, Luke" mormora con una vocina sottile.
"Ti capisco, lucciola. Per me è difficile aprirmi e spiegarti ciò che ho da dire" ammetto. "Permettimi di spiegare." Prendo un bel respiro e continuo.
"Sai cos'è il DDlg" chiedo senza giri di parole.
"Il che?"
"È un acronimo. Sta per Daddy Dom Little Girl. Ne hai mai sentito parlare?"
Lei ci pensa un momento distogliendo lo sguardo e poi scuote la testa.
Sospiro appena. "Io ho sentito parlarne quando ero all'università. La mia testa era piena di pensieri di un certo tipo, in cui spesso tu ne facevi parte dato che ti ho sempre voluto bene" dico con un sorriso sulle labbra.
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You saved me
Krótkie OpowiadaniaDa quando suo fratello è partito per l'università, Nora soffre di solitudine e sua mamma fa di tutto per umiliarla e metterla a disagio. Tutto cambia quando suo fratello Justin e il suo migliore amico Luke tornano a vivere nella loro città natale. L...