L'Arrivo

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(Personaggi, luoghi, organizzazioni e accadimenti qui rappresentati sono opera di finzione e fantasia.)


E' un giorno afoso d'estate. In una piazza ampia, c'è una ragazza straniera dai lineamenti occidentali, lunghi capelli ondulati di colore castano caffè scendono sul suo viso pallido, con i suoi grandi occhi grigi si guarda intorno a sé: Strade affollate da macchine, autobus, taxi; sui marciapiedi negozi, stazioni e indicazioni stradali con scrittura Hangùl, può orientarsi grazie alle scritte latine riportate sotto in lingua inglese. Le persone che le passano vicino, o non si accorgono della sua presenza e continuano a camminare in maniera impassibile oppure la fissano come una strana attrazione da circo e proseguono per la loro strada, agli occhi della straniera quelle persone hanno tutti la stessa faccia. Pensa tra sè e sè: - Quindi questa è Seoul, niente di particolare rispetto ad altre grandi città in cui sono stata! -; Ha uno sguardo determinato ed un obiettivo ben preciso da raggiungere, nasconde i suoi occhi chiari con occhiali da sole per cercare di dare meno nell'occhio, guarda il suo smartphone, segue le indicazioni del NAVER MAP: è il corrispettivo di google maps in corea (google maps non funziona). L'orario è aggiornato con fuso orario della Corea del Sud. Il nome della ragazza occidentale è Mina, a tracollo porta una borsa a mano, scansa le persone che non si accorgono di lei e continua a seguire le indicazioni stradali. Troppo concentrata sul percorso per accorgersi di essere entrata in un vicolo stretto e isolato. Si ferma, guarda a destra, poi a sinistra, sente solo rumore del fruscio delle buste della spazzatura e gatti che rovistano al loro interno. Da un incrocio quasi invisibile vede uscire tre o quattro uomini vestiti in modo trasandato con braccia ricoperte di tatuaggi, rimane con la schiena contro il muro nascosta tra i bidoni, con cartina cartacea tirata fuori da tasca esterna dello zaino, non vuole far insospettire quei tipi poco raccomandabili, si finge concentrata a contemplare la cartina, per far credere al gruppo dei teppisti di non averli visti. Indossa un abbigliamento neutro, da turista ma non troppo: pantalone casual classico di colore nero con maglietta senza maniche semplice di colore grigio. Colori e outfit comuni e generici. Dopo che gli uomini spariscono dietro l'angolo tra la folla della strada principale, anche lei s'incammina verso quella strada ripiegando la cartina e riposandola nella tasca laterale dello zaino antifurto. Dalla stradina da cui sono usciti quei tipi, Mina sente un gemito di dolore, si affaccia e vede un ragazzo a terra ricoperto di sangue. - Non voglio davvero farmi coinvolgere,- pensa distogliendo lo sguardo, - devo rimanere concentrata sul mio obiettivo principale -, cerca di autoconvincersi a proseguire in avanti, poi si ferma pensando alle conseguenze: i sensi di colpa l'avrebbero divorata se non avrebbe fatto qualcosa che sapeva di poter fare per aiutare quel ragazzo pestato quasi a morte. Spesso Mina si lascia guidare dalle sue sensazioni, dal suo intuito e dal suo senso innato del bene e del male, quello che comunemente viene chiamata coscienza. Per stare tranquilla con sé stessa, sceglie sempre di prendere decisioni in armonia con i suoi valori. Magari il ragazzo nel vicolo non è una brava persona, ma la straniera non vuole essere responsabile della morte di qualcuno per non averlo soccorso, - se deve morire potrà morire in un'altra occasione, - pensa, - ma non davanti ai miei occhi. - Mentre pensa a tutte queste variabili, il suo corpo si sta già muovendo verso il ragazzo a terra, si avvicina e si accovaccia, alza gli occhiali a mo' di frontino per vedere meglio, la stradina è buia, gli occhiali da sole la rendono ancora più scura. Avvicina due dita sotto il mento sinistro del ragazzo, il cuore batte, è ancora vivo. Cerca sul Naver Map un Motel vicino quelle strade turistiche, ne trova uno a 5 minuti a piedi da dove si trovavano. Il ragazzo è semi cosciente, gli dice nella sua lingua: "Tutto bene? Riesci a camminare?" - ; di risposta lui le afferra il polso e la tira verso di lui, quasi per proteggersi da un altro attacco nemico. Quando vede il viso di una ragazza, con espressione sinceramente preoccupata, si rilassa. Mina continua: "Ti porto al Motel qui dietro", lui vuole allontanarla, ma non ha le forze per spingerla via. Mina lo prede da sotto il braccio per alzarlo, il corpo del ragazzo reagisce d'istinto e segue la ragazza. Arrivati nel Motel lui sviene, il corpo si accascia a terra. Mina si fa aiutare dalla proprietaria del Motel per portare il ragazzo nella stanza, assicurandole l'affitto pagato per una notte, la tranquillizza prendendosi la responsabilità di curare il ferito fino all'arrivo dell'autoambulanza, poi gli chiede: "Puoi chiamare tu autoambulanza?" - , la proprietaria annuisce, Mina pulisce il ragazzo dal sangue con acqua e carta disponibile nel bagno della stanza, cerca di tamponare le ferite aperte dietro la testa per fermare possibili emorragie. L'autoambulanza arriva 30 minuti dopo la chiamata di emergenza. Il ragazzo viene portato via dai paramedici, va con lui in ospedale per pagargli le cure. Arrivati al pronto soccorso, dopo aver visitato il paziente, i dottori l'assicurano che non è niente di grave. Però preferiscono tenerlo sotto osservazione la notte, per via delle botte in testa. Dopo essersi accertata che il ragazzo riposa sul letto, lo lascia alle cure delle infermiere. Va' alla reception, paga le spese del ricovero di quella giornata. Ha fatto tutto ciò che poteva, non può continuare ad occuparsi di lui, esce dall'ospedale e riprende la ricerca della casa indicata sul Naver map. Prende un Bus alla fermata dell'autobus di fronte l'ospedale, segue le indicazioni dell'app che le permette di capire gli spostamenti sia a piedi ma soprattutto con i mezzi pubblici, indicando i percorsi più brevi o efficienti in bus o metro. Davvero un portento!

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