Convivenza

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È tarda mattina, sono nel salotto: piume svolazzano nella stanza, Mina e Jun si stanno prendendo a cuscinate in faccia. Ryo ferma l'amico da un lato, Yong tiene ferma Mina dall'altro lato. Le piume fuoriuscite dai cuscini sballottati qua e là scendono leggere sul pavimento e tra i due litiganti le occhiate di rabbia fanno scintille. Così iniziò la convivenza tra la super star Tae Jun Hyun, il fratello minore Yong Soo e il loro amico d'infanzia Ryo Son. Lei, che ha sempre odiato la compagnia del sesso maschile, si trovava coinvolta in una convivenza forzata con 3 uomini.

Il giorno prima: In ospedale, Mina era sulla barella del pronto soccorso, i medici la stavano conducendo in sala operatoria per cucire la ferita d'arma da fuoco. Il dottore aveva avuto precise istruzioni sulla riservatezza, nessuno al di fuori di lui doveva conoscere l'identità della ragazza e non doveva assolutamente rilasciare interviste. Doveva essere un paziente fantasma.

Ryo Son era alla stazione di polizia per dare la sua testimonianza sul rapimento, portavoce dell'attore Tae Hyun Jun. Spiegò la sua versione, il poliziotto chiese: "Cosa mi sai dire della straniera?" - riferendosi a Mina.

Ryo rifletteva sulla domanda cercando di ricordare la sera del rapimento: Quando la vide la sera prima dall'amico Jun intenta a cucinare la cena, rimase stregato da quegli occhi color grigio come quello del chiarore della luna. Aveva salvato l'amico rischiando di morire. Alla domanda - cosa mi sai dire della straniera -, non sapeva cosa rispondere. Quindi chiese: "Cosa vuole sapere della straniera?"- rispose senza indugio.

"Sai se quella donna ha legami con la banda?"

"No, non ha nessun legame con quei tipi malavitosi. Si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, ed è stata coinvolta nel rapimento."

"Forse faceva parte del piano fin dall'inizio"- interrogò l'agente

"Invece di chiedermi di una donna che al momento si trova in sala operatoria a lottare tra la vita e la morte, non dovreste chiedermi di quegli uomini?"- sbottò snervato Ryo.

"Sono domande da procedura"- rispose meccanico.

"Se avete finito io andrei all'ospedale, qualcuno deve pagare le cure del ricovero" - Non potevano trattenerlo più di tanto, lo lasciarono andare via.

Nei telegiornali si iniziava già a speculare sul presunto complice della banda criminale di origini occidentali, facendo i più assurdi collegamenti con l'occidente. Non riuscirono a risalire al lavoro di Mina ma avevano fatto un identikit dei suoi lineamenti e colori occidentali, in TV veniva mostrato solo quel volto ricostruito. Ryo Son era riuscito a portare Mina in una struttura ospedaliera in cui la privacy veniva mantenuta dal segreto professionale. Solo un dottore e un'infermiera sapevano della paziente. Nella stanza VIP non era permesso a nessun altro di entrare se non il personale scelto da Ryo. Era entrato nella stanza, in cui Mina dormiva ancora, si avvicinò con la sedia al letto, la fissò e consapevole del suo stato inconscio, chiese: "Chi sei realmente tu?"-, più pensava alla fuga raccontatagli dall'amico, più non riusciva a capire come quella ragazza mingherlina e cagionevole di salute avesse potuto fare ciò che aveva fatto mantenendo una mente lucida, calma e ponderata. Sembrava un robot umanoide, privato di qualsiasi tipo di sentimento o emozione tipico dell'essere umano. Dopo una lunga riflessione, trasse le sue conclusioni: "Devi averne passate tante nella tua giovane vita, eh?!"

Nello stesso momento, nell'appartamento di Jun Hyun, il fratello doveva tenerlo a bada per non fargli fare qualche sciocchezza.

"Lasciami passare!"- sbottò Jun

"Hyeong, dove vuoi andare?"- chiese frenandolo

"All'ospedale da Mina, devo assicurarmi che la mia dipendente sta bene"

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