Contrer

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E' una gelida giornata invernale, piatta, grigia e immersa nella nebbia. Arrivano a Milano, ad accoglierli il maggiordomo dello zio di Mina, di nome Pino, abbreviazione di Giuseppe. Con un grande sorriso li saluta e carica le valigie in un'automobile rossa fiammante.

Pino il maggiordomo dice: "I signori Cassino sono occupati con l'azienda, sono molto dispiaciuti di non essere potuti venire a prendervi."-, apre la portiera del lato passeggeri "Lo so, grazie Pino"- risponde cordiale Mina. I signori Cassino Antonio e Domenica sono proprietari di un azienda di Alta Moda. Mina chiama i suoi zii con il diminutivo Zio Tony (Antonio) e Zia Mimma (Domenica).

"Non deve ringraziarmi signorina, è il mio lavoro"

Jun Hyun non capisce perché la chiama signorina. Casa sua è un appartamento modesto e umile, non ha l'aria di appartenere ad una famiglia di nobili origini. Segue Mina in auto. Sono quasi arrivati all'appartamento degli zii, si aspetta di vedere una piccola casa di campagna. Invece, si ferma di fronte al cancello nord di Villa Jamaica. Il maggiordomo Pino indica una targa d'ottone lucido su cui si legge, in un bel carattere corsivo, la scritta Villa Giamaica. Il maggiordomo annuncia: "Siamo arrivati". - Il cancello cigolando si apre. Lo spinge con fatica un vecchio dalla lunga barba bianca, vestito con pantaloni di fustagno e una camicia di tela grezza dalle maniche rimboccate. Jun Hyun lo osserva stranito, mentre l'auto entra nel parco: i loro occhi si incontrano e si sente turbato, perché si rende conto che quella non è una villa comune. Percorrono un vialetto serpeggiante che costeggia sulla destra una collinetta ricca di vegetazione, sulla sinistra un prato. Pochi attimi dopo, l'auto si ferma davanti alla facciata della villa, di stile indefinibile, con qualche elemento neogotico: finestre a sesto acuto, grondaie con doccione a forma di drago sul lato sinistro della casa, sorge una sorta di torre a pianta esagonale coronata da merli a coda di rondine. La zia Mimma va incontro alla nipote che scende dall'auto. È vestita di bianco, i suoi corti capelli dorati incorniciano un volto la cui bellezza il tempo non ha cancellato. Saluta Mina con un bacio caloroso e molti complimenti.

"E lui chi è?"- chiede la zia

"Un amico"

"Finalmente ci presenti un boyfriend."

"Mi dispiace deluderti, ma non abbiamo quel tipo rapporto"

La zia Mimma guarda l'attore asiatico, lo scruta coi suoi grandi occhi azzurri, poi si volta verso Mina e dice: "Capisco!"

L'attore pensa - Capisco cosa? - poi si presenta: "Mi chiamo Tae Jun Hyun"

Non capendo la pronuncia, la zia ripete: "Giugno? Che nome particolare"- Jun Hyun si trattiene dal correggerla, interviene Mina: "Puoi chiamarlo solo Jun"- chiudendo l'argomento presentazioni.

Improvvisamente si sente un frullare d'ali e Jun grida, mentre un pappagallo gracchiando qualcosa tipo: "Palingebùti!" - gli porta via il berretto di lana con visiera e va ad appollaiarsi su una piccola palma. La zia Mimma si scusa, dicendo che il vecchio Andrej abita in quella casa già prima che lei l'acquistasse, proprio non se l'è sentita di sbarazzarsene, inoltre è molto simpatico e gli fa molta compagnia negli ultimi anni. Terminate le scuse, sgrida con severità il pappagallo, il quale spicca il volo, fa un largo giro e da qualche metro di altezza lascia cadere ai suoi piedi il berretto di Jun Hyun: "Entrate in casa," - dice la zia, dopo averlo raccolto e consegnato al legittimo proprietario - "sarete stanchi..." - il sole sta per scendere oltre l'orizzonte, le ombre sono lunghe e si aggrava l'umidità nell'aria. Jun Hyun sente un brivido sulla pelle e un crampo allo stomaco. Ma si lascia condurre verso l'ingresso di Villa Jamaica. Salgono i primi gradini che conducono alla porta, stanno per varcare la soglia. Si ascolta un battito d'ali e Andrej li sorpassa gridando con un accento pappagallesco: "Palingebùti"

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