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"Buongiorno."
"Buongiorno Carlotta, iniziati a riscaldare."

La lezione è appena cominciata, manca sempre meno alla nuova puntata e l'agitazione non manca mai.

"Buongiorno maestra."
La maestra Celentano entrò in sala sorprendendomi e io la salutai gentile.

"Buondì, sono qui per rivederti su alcune coreo per la puntata."
Mi disse.

Quando finii di riscaldarmi iniziai a ballare la prima coreografia.
La maestra mi guardava attenta, quando finii e la musica si fermò, iniziò ad espormi il suo giudizio e parere.

"Allora io ti vedo ancora troppo spenta, perché non spingi di più?
Sei ancora troppo appassita, sembra quasi come se ti trattenessi sempre."

Non dissi niente, mi rispecchio molto nelle parole della donna.
Riconosco anche io in me questo problema, che quasi mi fa strano, perché fino a quando non entrai nella scuola, non mi rispecchiava per niente questa problematica, anzi sono sempre stata espansiva e molto vivace.

"C'è tutto: c'è tecnica, ci sono i piedi, le gambe, però non ci sei tu, è questo il problema."

Annuii con il capo, poi mi chiese di ballarle anche il secondo pezzo e così feci.

"Ho visto la stessa cosa in questo.
Tu sei bravissima Carlotta, ma così non potrai esserlo ancora di più.
Devi essere più decisa, combattiva, non insicura e frenata."
Quasi mi rimproverò, ma lo fece per farmi capire il concetto e per spronarmi.

"Vedi che ti faccio ballare con una busta in testa eh!"
Mi disse facendomi ridacchiare per questa sua battuta.

"Finché non vedo sicurezza e convinzione in te e nella tua danza, non andrà mai bene."
Affermò.

"Ora continua a lavorare."
"Buona giornata maestra."
"Anche a te."

La donna lasciò la sala, continuai a provare le altre coreografie, quando la lezione finì, afferrai il borsone e tornai in sala relax per poi raggiungere casa.

Nel corridoio incontrai Sienna.

"Com'è andata?"
Mi chiese.

"Poteva andare meglio."
Risposi guardandomi i piedi mentre camminavamo svelte verso la casetta.

"Che è successo?"
"Mo ti spiego."

Aprimmo il cancelletto dell'abitazione, ci sedemmo sulla panchina dove c'erano anche altri cantanti e ballerini a chiacchierare e fumare una sigaretta.
Io feci lo stesso, infilai la terea nella mia solita sigaretta elettronica ed iniziai ad inspirare.

"Mi ha detto che mi vede ancora troppo frenata e che non sono ancora abbastanza sicura.
Mi ha fatto ballare e mi ha detto che non le piacevo perché non vede abbastanza carica o forza."
Spiegai alla ragazza, e anche gli altri miei coinquilini iniziarono ad ascoltarmi.

Mi grattai la fronte e piegai le gambe attaccandole al petto.

"Mo me devo impegnà."

La conversazione concluse, io mi alzai e andai in camera per cambiarmi i vestiti.

Poi raggiunsi la cucina, erano le 12:27 alcuni dei miei compagni si stavano già preparando il pranzo, perché evidentemente avrebbero avuto lezione nel pomeriggio presto.

Tra cui Luca, che era girato di spalle rivolto verso
il lavello.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, lui in risposta allungò una mano e mi accarezzò
la schiena.

"Mi aiuti?"
Mi chiese, riferendosi ai piatti sporchi che c'erano nel lavandino.

Io mi alzai le maniche e afferrai la spugna.

Sotto ogni punto di vista // Luk3 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora