35 - Magari...

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"My baby's fit like a daydream
Walking with his head down
I'm the one he's walking to"
- Taylor Swift

Il giorno del Ringraziamento era la festività che più attendevo, forse anche più del Natale.
La mia famiglia si riuniva tutta a Los Angeles e, insieme a loro, la comparsa della famiglia Collins contribuiva a farmi amare quel giorno.
Persino mia nonna Maurizia, la madre di mio padre, prendeva un aereo da Roma e ci raggiungeva fino in California.
Seppur non fosse una festività italiana e non la sentisse propriamente come gli altri statunitensi, ci teneva a essere presente e condividere con noi una festività talmente importante.
Ma la presenza di mia nonna voleva significare solamente una cosa: caos e divieto di entrare in cucina per ben due giorni di fila.

«Questo maledettissimo jet-lag, lo detesto» si lamentò mentre scendeva le scale e si dirigeva verso la porta della cucina alle mie spalle.

Alzai lo sguardo dal computer e le sorrisi mentre la vedevo avvicinarsi lentamente verso di me.

«Dormito male nonna?» chiesi cercando di far trapelare il mio accento statunitense il meno possibile.
Ci tenevo a comunicare in un italiano perfetto, nonostante mia nonna avesse imparato l'inglese da quando mio padre si era trasferito definitivamente a Los Angeles.

«Oh cara buongiorno, non ti avevo minimamente visto» e mi stampò un bacio sulla guancia, lisciandomi i capelli castani raccolti in una coda alta.

«Per rispondere alla tua domanda, non ho minimamente chiuso occhio. Spero di non addormentarmi mentre inforno il tacchino, altrimenti rischierò di farlo bruciare e mandare a monte la cena di questa sera» scherzò entrando in cucina, facendomi ridere.

«Dovresti riposare, altrimenti diventi scorbutica e bacchettona» la presi in giro seguendola e sedendomi sull'isola in marmo che si trovava al centro della cucina.

«Signorina, vuoi continuare a prendere in giro la tua povera e vecchia nonnetta mentre ti prepara la tua colazione preferita?»

«Non dovresti iniziare a preparare per la cena di questa sera? Papà ha mandato a casa tutte le domestiche proprio perché gli avevi detto che ci avresti pensato tu stessa»

Smise di mescolare l'impasto dei pancake e si voltò lentamente nella mia direzione, guardandomi di sottecchi.

«Stai forse dicendo che non sono in grado di fare tutto entro questa sera?» chiese alzando di poco la voce, facendo trapelare il solito tono scherzoso che non abbandonava mai le sue parole.

Risi e scesi dall'isola, affiancandola e stampandole un bacio sui capelli argentei che, ormai, aveva deciso di far crescere senza ricorrere alle solite tinte castane che aveva utilizzato in tutti quegli anni.

«Sto solamente dicendo che se poi papà ti farà pressione per la cena non ti puoi lamentare» dissi facendola ridere mentre versava l'impasto nella piastra per pancake.

Aprii l'anta del frigorifero e presi il cartone del succo di frutta alla pera, la panna spray e dei frutti di bosco da aggiungere sopra ai pancake.
Passai un piatto a mia nonna e, non appena i pancake furono cotti, li impilò uno sopra l'altro.
Le passai la panna e i frutti, attendendo che compisse la sua solita magia, come quando ero piccola.

«Vediamo, cosa disegniamo questa mattina?»  chiese tra sé e sé.

Mi sporsi oltre le sue spalle non appena iniziò a disegnare sulla superficie con la panna, ultimando la decorazione con dei mirtilli, pezzi di fragola e lamponi.
Spruzzò un ultimo ciuffo di panna e si fece da parte, porgendomi il piatto e sorridendomi come suo solito.

«Buon appetito scimmietta mia»

Osservai quei tre pancake impilati e un sorriso si impossessò delle mie labbra, così ampio dall'obbligarmi a socchiudere leggermente gli occhi.
Contrariamente a quanto avevo pensato, il pancake in cima era leggermente spostato verso il bordo per simulare il muso di una scimmia, reso più credibile dalla presenza di panna che rappresentava il naso e la bocca.
Gli occhi, invece, erano resi da due mirtilli, mentre le orecchie da alcuni pezzetti di fragole messi in cerchio.
Mi sedetti su uno sgabello dell'isola e, dopo essermi versata il succo nel bicchiere, feci una foto all'opera d'arte di mia nonna, per poi iniziare a mangiarlo.
Quando addentai il primo boccone di pancake, sentii l'impasto e la panna mescolarsi insieme e sciogliersi in bocca, portandomi a chiudere gli occhi davanti a tale bontà.

Non d'amore, ma d'accordoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora