MA TU NON ANDARE

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Arrivai in piazza e mi sedetti sulla fontana, sperando di dimenticare presto quelle parole.
Sentivo un fortissimo senso di niente che mi colmava...
Poco dopo arrivò Andrew che cercò di farmi parlare in mille modi ma io restavo in silenzio e lo guardavo...
Ci sono parole che non dicono nulla e silenzi che invece dicono tutto...
Lui mi stava ascoltando...Ascoltava i miei silenzi e anche le mie pause, tutto, anche quello che non riuscivo a dire.
Credo che guardandomi capi' subito cos'avevo perché mi strinse forte impedendomi di replicare.
- "Tutto bene?"
Crollai a quella domanda stupida e banale.
-"Si"
-"Dai hai qualcosa dimmi"
-"No"
-"Non sei di molte parole, oggi...non sei la ragazza solare che non smette mai di parlare...quella che ti fa girare la testa con i suoi ragionamenti che nessuno farebbe..."
-"Scusa."
Ma per cosa mi stavo scusando? Per non nascondermi in camera a piangere? Per essere restata a corto di parole?
-"So di essere una persona difficile...accettare i miei silenzi, le mie lune storte, i miei problemi, starmi accanto e mettere a posto tutto quel macello che mi frulla in testa non è da tutti...
Starmi accanto è una grossa responsabilità..."
Dissi con il cuore che martellava nel petto...
-"Non fa niente."
-"Ok."
Risposi in modo indifferente e pieno di disappunto...
-"Marta tu sei forte devi andare avanti"
-"No, non capisci...Sei forte quando riesci a perdonare chi non merita di essere perdonato.
Quando ami qualcuno in silenzio.
Quando fai capire che sei felice anche se hai il cuore triste.
Quando riesci a sorridere mentre vorresti tanto piangere.
Sei forte quando vuoi solo vedere felice chi ami anche se la vita ha portato via a te chi ti donava felicità.
Quello è l'essere forti...e io di forte non ho proprio niente"
-"Qualcosa non va?"
-" Basta Andrew...non va bene niente, niente di niente...ma è okay...tutto okay.
Cosa vuoi da me? Te ne vai? Non ho voglia di parlare, ok? Voglio stare da sola...Sparisci!"
Gli urlai...
Non sapevo cosa mi era venuto in mente ma ero esplosa letteralmente...
Lui rimase in silenzio, seduto vicino a me...
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
E alla fine il silenzio divenne insopportabile.
-"Davvero vuoi che me ne vada? Perché se lo vuoi, me ne andrò."
Lo guardai con gli occhi gonfi per le lacrime che gridavano "no, no, non andare, ti prego"
E poi abbassai lo sguardo, rendendolo muto.
-"Sì. Sì. Voglio che tu te ne vada."
Andrew mi guardò per un attimo, poi si alzò.
E se ne andò.
Mentre lo guardavo allontanarsi, cercando di nascondermi dietro ai capelli scuri, lasciai scivolare le lacrime sul viso, incurante degli sguardi delle persone che osservavano la scena.
Solo il quel momento capii...Non potevo lasciarlo andare via. Non lui.
Mi alzai lasciando la borsa sulla panchina, non me ne sarebbe importato se me l' avessero rubata, dovevo solo corrergli incontro, nulla era più importante.
-"Aspetta! Ti prego, aspettami!"
Gli gridai...
E lui si voltò.
Mi gettai letteralmente tra le sue braccia, permettendogli di accarezzarmi i capelli e di sussurrarmi qualcosa all'orecchio.
Poi sorrisi....un sorriso debole, ma sincero:-"E adesso?"
Chiesi appoggiandomi alla sua spalla...
"-E adesso lascia che mi prenda cura di te."

SEI LA MIA DISTRUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora