Parte 8: Tornata dalla morte

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È il tramonto. Da quanto sará che viaggiamo? Non ne ho la minima idea. So solo che per tutto il tragitto Dafne mi ha stretto forte, da dietro, e è stata per tutto il tempo con la testa appoggiata alla mia schiena. Il contatto con lei fa improvvisamente passare il dolore di tutte le ferite accomulate in questi ultimi giorni. Quando sono sicuro che Zeliak è a chilometri di distanza, fermo lo speeder. Mi volto verso di lei. Prima che possa dire qualcosa, io la cingo con le braccia e le do un lungo bacio, che ricambia subito. Quando ci stacchiamo, lei dice: -Per la miseria, Starkie! Credevo di non rivederti mai piú!-
-Ma ora sei qui. E stai bene. E io non posso crederci.-
-Come mai?-
-M-ma come? Non ricordi? Sei morta esattamente dodici anni fa, per mano di Darth Lantur. Sei morta proprio davanti a me.- Rispondo, con voce sommessa.
-A proposito di Darth Lantur- Comincia a dire. -Credo che Zeliak non abbia fatto un ottimo lavoro.- Poi alza la camicia, scoprendo la terribile ferita che ha sul fianco. È la stessa che le ha inflitto la spada di Lantur molto tempo fa. Non appena la vedo, sbianco. Estraggo velocemente dal portaogetti una siringa di morfamina, e la inietto nella sua gamba. Poi uso tutta l'acqua che ho racimolato per sciaquare la ferita. Cerco nello zaino incorporato allo speeder qualcosa di utile: trovo delle bende, dell' altra mirfamina e uno di quegli aggeggi per succhiar via il sangue bruciato. Quando mi appresto a rimuoverlo, lei emette un suono orribile. Inietto altre due siringhe di morfamina, poi applico un bendaggio intorno alla sua vita. Lei si lascia sfuggire un sospiro di sollievo, poi mi bacia di nuovo. Torno ai comandi del mezzo, e lo dirigo verso la capitale.

Quando arriviamo ai cancelli della cittá, un drappello di Prisioners ci ferma immediatamente. -Identificarsi.- Fa uno dei soldati. È un Pau'an, e ha uno strano accento. Ci sono anche due Twi'Lek, che sembrano molto anziani, dalla lunghezza delle loro appendici craniali, i lekku.
-Ehm... sono solo un povero vagabondo.- Mento io, mentre la mia mano si sposta lentamente sul pulsante per azionare i blaster del mezzo. Prima che possa premerlo, Dafne mi ha giá sottratto una delle mie pistole dalla fondina posteriore e li ha giá freddati tutti. Mi rivolge uno sguardo complice, poi scende dallo speeder, recupera uno dei loro fucili e monta su di nuovo. Dopo esserci fatti chilometri e chilometri, un edificio, proprio davanti a noi, viene passato da parte a parte. Quasi svengo quando vedo che è uno dei nostri carri turbo, ma ridipinto con il segno dei Prisioners. Comincio a scappare, tenendo il motore del mezzo al massimo. La mostruositá corazzsta comincia a spararci addosso, facendo tremare il terreno. Nè i blaster nè i detonatori gli fanno qualcosa. Con le sue sei ruote, il carro aumenta paurosamente la velocitá, e quando è sul punto di schiacciarci, un fumo nero comincia a uscire dal motore, il mezzo sbanda e innesta involontariamente il turbo. Lo spettacolo che segue è esilarante. Il conducente cerca di rimettere disperatamente in strada il carro, ma, nei suoi goffi tentativi, sbatte contro una dozzina di edifici. Dopo decine di sbandate, il turbo tank esplode, e il qualcosa che gli stava sparando si mostra. È una nave. Nera. Strana. Armata come se fosse una base spaziale. È la cara vecchia Wolf.

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