Parte 12: Inseguimento

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Mentre la squadra di medici fa di tutto per curare le mie ferite, la nave su cui siamo compie complicate manovre: avvitamenti, tonneau, cadute a foglia morta, giri della morte... la mia testa sembra andata: non riesco a pensare a nulla, e i miei occhi vedono solo il nero piú totale. Il mio subconscio si abbandona ad un altro incubo: -Scappa, Jules, scappa!- Mi urla un ragazzo. Prima che possa completare la frase, un proiettile lo colpisce alla tempia. Lo stesso vale per tutti quelli che mi affiancano. Darth Jacen mi ferma, e mi fa un discorsetto. Poi mi prende per le orecchie e mi trasporta sulla soglia. Non appena la varco, la lama gialla di Kha Rhon attraversa il mio petto. Io mi inginocchio. Improvvisamente appare davanti a me Dafne, che fa per baciarmi, ma poi mi accoltella a tradimento.
Mi sveglio urlando terribilmente. Dafne mi sente dall' altra stanza e accorre per vedere come sto. Appena la vedo il mio sguardo si riempie di terrore. I miei occhi si iniettano di sangue e le mie dita cominciano a tremare. Quando lei si china su di me per tranquillizzarmi, io scorgo il coltello che ha nello stivale e la allontano da me violentemente, facendola cadere. Lei mi rivolge uno sguardo stupito. Non appena vedo le sue pupille terrorizzate, torno a essere io. Troppo tardi. Perchè la parete dietro di lei esplode.
Decine di schegge si piantano nella sua schiena, e io realizzo che l'ho condannata quando l'ho spinta via. Ma non puó morire. Non di nuovo. I medici le si avvicinano, ma lei li congeda con un segno della mano. Lancia una serie di grida orribili e stringe i denti mentre si toglie le schegge dalla schiena. Quando ha finito, le ferite cominciano lentamente a rimarginarsi grazie al potere trasferitole dalla sorella, e io sospiro di sollievo. Piú volte.
Poi chiudo gli occhi, cercando di isolarmi da tutto: dai rumori del duello aereo, dalle grida, dai chirurghi che mi ancorano al lettino, da Darth Jacen e da Kha Rhon. Non penso a niente. O meglio, cerco di non pensare a niente, perchè nella mia mente c'è solo strazio e paura.
Cominciano a tremarmi le mani, poi tutti i miei muscoli si attivano contemporaneamente. Sento il caldo sangue che continua a uscire molto lentamente dalla ferita ricucita. Con un solo movimento, alzo il braccio destro e spingo via i dottori. Lo stesso faccio col sinistro. Raccogliendo tutta la mia forza di volontá, mi alzo barcollante dal lettino e mi guardo intorno. Mi guardano come se fossi una bestia feroce. L'unica che ha il coraggio di avvicinarsi è Dafne. Alla sua vista il mio sistema muscolare si rilassa, e il mio cervello riprende a funzionare come dovrebbe. Corro zoppicando verso di lei, e la abbraccio forte. Poi, con le lacrime agli occhi, guardando gli squarci sulla camicia all' altezza delle ferite, emetto un flebile suono: -Mi dispiace. Mi dispiace.-
-Non è niente, Starkie, non preoccuparti.- Cerca di tranquillizzarmi. Ma io mi stacco improvvisamente dalla sua presa e prendo il suo bellissimo viso tra le mie mani.
-Non è vero! Potevi morire! Di nuovo! E di nuovo per colpa mia...- Grido, singhiozzando rumorosamente.
Abbasso la testa come un cane bastonato, e lei mi accoglie di nuovo tra le sue braccia.
Non mi voglio piú staccare dal suo abbraccio, ma sappiamo entrambi che su una nave da combattimento della MandalorMotors inseguita da una Firespray guidata da un assassino non c'è molto spazio per gesti d'affetto. Infatti i rumori della battaglia ci fanno tornare alla realtá. Corriamo in cabina di pilotaggio, e troviamo Barion che pilota la sua Wolf con estrema maestria mentre schiva i precisi colpi di Kadmo. Si accorge di me e mi fa un rapido cenno con la mano: so giá cosa vuol dire. Prendo posto sulla scomoda sediola dell'artigliere e imbraccio i comandi del cannone laterale. Dafne fa lo stesso. Faccio un giro di 180° con l'arma e vedo la Slave: è a pochi metri dalla nostra nave, praticamente sta dicendo "Colpiscimi! Colpiscimi!" Quindi prendo per bene la mira, trattengo il respiro, mi isolo da tutto, e al momento giusto premo il grilletto. Colpisco la nave nemica in pieno, facendo esplodere una fiancata. Da quest'ultima esce Kadmo, con i suoi razzetti da stivale. Brandendo il suo arco, si dirige verso di noi, incocca la freccia... e colpisce dritto dritto un motore con una freccia esplosiva. Cominciamo a precipitare molto velocemente, la lancetta dell' altimetro è impazzita. Prendo in braccio la mia amata e attivo i propulsori. Riesco ad udire Barion che impreca e si dispera per la sua nave, poi mi getto nel blu. Parto in picchiata, propulsori spenti, con l'intenzione di riattivarli poco prima dell'impatto, ma Kadmo mi salta addosso mentre cadiamo giú. Costretto a mollare Dafne, comincio una furiosa lotta con il sicario. Mi colpisce ripetutamente con il suo gancio inarrestabile, poi mi allontana con un calcio e si avvinghia di nuovo su di me. Reagisco con un potente destro, una testata e un paio di montanti. Blocco il suo colpo e torco il suo braccio, facendolo urlare di dolore. Poi estraggo un coltello e cerco di affondarlo sulla sua coscia, ma lui mi anticipa, me lo toglie e cerca di colpirmi. Schivo i suoi fendenti, poi con la pistola sparo cinque o sei colpi stordenti, che vengono parzialmente attutiti dalla sua armatura. Approfittando della sua confusione, impugno la spada e parto in affondo, ma lui evita e mi pianta una freccia nel braccio. Cerca di tirare ancora, ma non riesce a mirare per bene e manca per tre volte il bersaglio. Lo allontano violentemente da me e lancio due o tre missili traccianti, costringendolo a scappare. Riprendo Dafne all'ultimo momento, e attivo i propulsori. Siamo salvi.

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