Scherzi e Mezzosangue

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24-

Quel pomeriggio i prati di Hogwarts risplendevano sotto la calda luce del sole. I rami degli alberi sembravano tendersi verso il cielo, gli uccelli cantavano allegri e si udiva distintamente l'infrangersi sulla sponda delle piccole onde create dalla Piovra del Lago Nero.
Nel parco vi erano radunati numerosi studenti. Gli esami erano appena finiti ei ragazzi altro non volevano che rilassarsi all'ombra di una pianta, lasciandosi scaldare il viso dal sole, i libri abbandonati da qualche parte.
Solo uno sfogliava ancora febbrilmente le pagine del suo.
-Ti scongiuro, Rem, metti via quel coso! Sta per venirmi un attacco di nervi!-, supplicò Katy, schiaffeggiando con il dorso della mano la copertina del tomo.
James, accanto a loro, come al solito stravaccato nell'erba con le mani dietro la testa, sbadigliò a gran voce.
-Sì, davvero, Luna, mettilo via altrimenti tra un po' Katy comincia ad urlare-
-Sarebbe meglio per te che io abbia fatto tutto giusto visto che ti ho suggerito ogni singola risposta-, lo rimbeccò lei, passando sulla difensiva.
A questo James non seppe ribattere, visto e considerato che la ragazza e Remus erano state le sue fonti durante il test di Storia della Magia. Testa al quale non gli era passato nemmeno per la testa di prepararsi.
Sirius sbuffò divertito di fronte al silenzio dell'amico. Era raro che qualcuno riuscisse a tappargli la bocca.
-Ehi, guarda là! C'è Lily!-.
James si sollevò sui gomiti di scatto, come se quacuno gli avesse dato un pizzicotto.
-Dove?-, domandò nervoso. Sirius si limitò a indicargliela con un gesto del capo. La ragazza sedeva nell'erba tra due ragazze del quinto anno che Katy identificò come Kara, dai lunghi capelli biondi e Daws, dalla pelle scura.
-Vado a chiederle com'è andata-, sospirò Katy alzandosi e lisciandosi con noncuranza le pieghe della gonna.
Sentì James scimmiottarla all'orecchio di Sirius con un veloce "così vediamo se ho fatto tutto giusto" e si girò di scatto per fulminarlo con un'occhiataccia.
Poi, quasi correndo, raggiunse il gruppo di ragazze.
-Ehi, ciao!-, salutò con un sorrisone. Kara, la ragazza bionda di Tassorosso, ricambiò il sorriso.
-Katy! Com'è andato il tuo esame?-, domandò allegra. Nonostante fosse più grande di Katy (frequentava il sesto anno), si era sempre trovata bene in sua compagnia.
Katy sbuffò. -Tutto bene, credo, anche se la domanda sette del compito di Storia della Magia penso di averla sbagliata-.
-Oh, non preoccuparti-, la rassicurò Daws, anche lei di un anno più grande, ma sempre Grifondoro, -Io l'anno scorso ne ho sbagliate tre e ho comunque avuto Oltre Ogni Previsione-.
Lily annuì tra sè e sè. -Katy, sei già andata al colloquio con la McGranitt?-. Con "colloquio", Lily intendeva quello che gli studenti del sesto anno chiamavano "A.C.A.I" vale a dire Amichevole Chiacchierata Alunni-Insegnanti. Consisteva in un incontro, tra appunto lo studente e i suoi insegnanti, in cui il primo doveva dire cosa avrebbe voluto fare una volta finita la scuola. Il più grande dilemma per i ragazzi del quinto anno. E per Katy.
-Ce l'ho tra venti minuti. Tu l'hai già fatto?-
-Sì-, sorrise Lily, raggiante.
La mora annuì distrattamente. -Allora forse è meglio che mi sbrighi prima di arrivare in ritardo-
-Non preoccuparti-, disse Daws comprensiva, di fronte all'evidente disorientamento di Katy, -Andrà benone-.
Prima di sparire su per la collina la ragazza mormorò un veloce "lo spero davvero", la borsa colma di libri in spalla che rischiava di rovesciarsi da un momento all'altro. Quando arrivò nel corridoio davanti all'aula in cui si sarebbe dovuto tenere il colloquio, mancavano ormai pochi minuti.
Nell'attesa si sedette accanto ad una grossa ragazza di Serpeverde dai lunghi capelli neri e le rivolse un tremulo sorriso cortese. Questa, per tutta risposta, si spostò di due sedie più in là senza rispondere.
Con espressione rassegnata, Katy cominciò a giocchicchiare nervosa con un filo della sua gonna, cercando di non badare al suo stomaco che si contorceva furiosamente. Avrebbe quasi preferito baciare un Serpeverde piuttosto che dover affrontare Doger in persona. L'istante dopo che ebbe formulato questo pensiero il viso di Katy si contrasse in una smorfia schifata. Quasi. Appunto.
-Katherine Hall-, chiamò una voce. La ragazza sobbalzò quando i suoi occhi incontrarono quelli duri della professoressa McGranitt. Con passo incerto e stringendo convulsamente la borsa con una mano, lasciò che la professoressa la spingesse gentilmente nell'aula, dove i professori erano seduti in un perfetto semicerchio: partenza tutt'altro che incoraggiante. Doger, avvolto dalla sua solita aura di ostilità, ridusse gli occhi a due fessure e si lasciò sfuggire uno sbuffo annoiato.
Katy prese posto su una seggiolina, su invito della professoressa McGranitt, salutando gli insegnanti con un educato "buongiorno".
-Allora, Katherine-, cominciò la vicepreside incoraggiante, -Sai dunque che sei qui per dirci quale professione vorresti esercitare una volta lasciata questa scuola. Hai già in mente qualcosa?-. La domanda raggiunse Katy con qualche secondo di ritardo, stordita com'era.
-S-sì...mi piacerebbe molto frequentare un corso per Auror, una volta finiti gli studi. So che la mia media non è eccellente, ma...-, si affrettò ad aggiungere, ma la professoressa McGranitt la interruppe.
-Oh, no, invece. Hai un'ottima media, Katherine. E hai sufficienti Oltre Ogni Previsione per intaprendere questa carriera-.
Sollevata, Katy fece per ringraziare, ma un'altra volta un professore la interruppe.
-D'altro canto-, disse Doger strascicando le parole, -Una delle doti richiste a un Auror è la capacità di fare pozioni...perfette. E il tuo risultato nella prova è stato...mediocre-.
Oh, quanto sarebbe piaciuto a Katy sbattergli un libro su quel muso grigio e brutto. Oh, sì, che le sarebbe piaciuto. Una voce più autoritaria delle altre si levò all'improvviso e solo allora Katy vide il professor Silente, in piedi accanto alla scrivania.
-Oh, io non credo che la signorina Hall faticherà in questo mondo, anche con un normalissimo "Accettabile"-, detto questo le strizzò l'occhio senza farsi notare. Katy dovette trattenere un sorriso alla vista del volto stranamente paonazzo di Doger.
-Per il resto gli esami sono andati molto bene, Katherine-, riprese la McGranitt, -La tua trasfigurazione del procione è stata molto accurata-, concluse, rivolgendole uno dei suoi rari sorrisi.
-Per quanto riguarda il compito di Storia della Magia-, continuò il professor Ruf, con il suo solito tono monotono, -L'esame è andato bene, anche se ho notato qualche piccola imprecisione nella descrizione della quindicesima battaglia dei Goblin-
-Come vedi, Katherine-, continuò la professoressa McGranitt, -Non hai nulla di qui preoccuparti-
La ragazza balbettò un rapido "grazie", troppo su di giri per aggiungere altro. Si era appena levata un enorme peso.
-Non ho altro da aggiungere, se non buone vacanze-. Katy cominciava seriamente ad amare quella donna.
-Grazie. Grazie davvero. Grazie-, andò avanti così fino a che la porta dietro di lei non si fu richiusa con un tonfo secco. Poi, quando fu sicura di essere sola, si dilettò in qualche piroetta, per poi lanciare i pugni per aria.
-Katy, sei un maledetto geniaccio! Vai così, ragazza, sei la più fiii....-, interruppe bruscamente una piroetta a metà, quando un ragazzo parecchio carino di Corvonero del settimo anno le passò accanto lanciandole un'occhiata stranita. Sicura di aver fatto una figuraccia, si affrettò a incamminarsi su per i corridoi, verso la Sala Comune, decisa a tenersi stretta l'ultimo briciolo di dignità che le rimaneva.
Salutò Sir Cadogan con un sorriso da orecchio a orecchio, salendo le scale con un saltello sì e tre no. Recitò la parola d'ordine quasi cantando e a passo leggero si affrettò a raggiungere il dormitorio femminile, sicura che niente, ma assolutamente niente avrebbe potuto rovinare quella fantastica giornata. Spalancò la porta canticchaidno tra sè e sè allegra, e sarebbe anche entrata in stanza se un bolide rosso fuoco e singhiozzante non le avesse tagliato la strada, facendole cadere rovinosamente a terra tutti i libri e gli appunti nella sua borsa. Cercando di fare appello a tutta la sua pace interiore e sospirando rumorosamente, Katy si fece un appunto mentale di uccidere la causa del casino che stava per affrontare.
Senza nemmeno degnarsi di raccogliere i numerosi fogli sparsi a terra, la ragazza entrò rassegnata nella camera, il buon umore definitivamente scomparso.
Lily era scomparsa sotto le coperte del suo letto a baldacchino, la testa sotto il cuscino che si alzava ad intermittenza per via dei singhiozzi.
Con fare comprensivo, Katy si sedette accanto a lei.
-Ti va di parlare?-
-No!-, ringhiò la rossa, la voce spezzata dal pianto.
Katy si guardò intorno disorientata: non era la risposta che si aspettava. Ora aveva esaurito gli argomenti di conversazione. Non era mai stata brava a consolare la gente; di solito erano Dennis e Mary che si occupavano di cose del genere.
-Va beeene...Allora me ne parli lo stesso, che dici, ti va?-. Tirando su con il naso, Lily si districò dalle coperte e il suo viso sbucò da sotto il cuscino, arrossato e gonfio di lacrime.
-Apprezzo quello che stai cercando di fare, Katy, ma davvero, sto bene...-, chiarì, tirando su con il naso una seconda volta.
-Oh, sì, molto convincente, Lil-, ridacchiò Katy sarcastica. -Dai, su, siamo amiche da una vita, lo sai che a me le puoi dire certe cose-. Lily si tirò a sedere esitante.
-Severus...-
-Oh, lo sapevo che centrava lui-, ringhiò Katy schioccando le dita con l'aria di chi se lo aspettava.
Lily rise piano della faccia buffa dell'amica.
-S-sì, m-mi ha chiamata Mezzosangue-, continuò, con la voce che si spezzava in strani punti della frase. Katy spalancò la bocca, furente.
-Ma davvero? Quel brutto idiota, giuro che me la paga!-, ringhiò alzandosi di scatto dal letto e procedendo a passo di marcia verso la porta.
-Katy, non serve, davvero!-, mormorò Lily con una vocina flebile da sotto le coperte.
Suddetta voce non fece nemmeno in tempo a raggiungere le orecchie di Katy che questa era già fuori dalla stanza.
Attraversò a lunghi passi la Sala Comune, per poco non scaraventò a terra un bambino del secondo anno e spalancò la porta del ritratto con furia omicida. Quel Mocciosus voleva prendere in giro i Grifondoro? Bene. Voleva fare il presuntuoso davanti a lei? Benissimo. Ma chiamare Lily "Mezzosangue" mai. Questa era una faccenda personale.
Sorpassato il ritratto con un piede, Katy, lo sguardo deciso rivolto in avanti e le mani strette a pugno, fece per allungare l'altro piede, ma incappò in un fagotto sul pavimento che non aveva visto e che la fece ruzzolare a terra.
-Tu! Brutto imbecille!-, ringhiò fumante di rabbia dal pavimento, massaggiandosi dolorante il polso. Severus le scoccò uno sguardo acido, tenendosi a sua volta la spalla dolorante.
-Direi che sei tu quella che mi è caduta addosso-, ribattè sprezzante.
-Ma che...io...-, a corto di parole per l'evidente ingiustizia di quell'osservazione, Katy si limitò a mettersi in piedi. -Che ci fai lì per terra?-, chiese infine con tutta l'asprezza che potè.
Severus rivolse lo sguardo, di solito arrogante, verso il pavimento.
-La stavo aspettando...E invece tu dove andavi tanto di fretta?-, aggiunse poi cattivo.
-A cercare te, maledizione! Hai fatto un maledetto casino! Lily sta piangendo e...e come hai potuto farlo? Eravate amici e per quanto io fatichi a comprendere come ciò fosse possibile so che Lily era davvero felice! E hai mandato tutto a...-. Katy si interruppe al pelo, pensando che forse, per quanto potesse essere arrabbiata, non sarebbe stato proprio il massimo usare un gergo babbano dentro le mura di Hogwarts.
Perciò si limitò a concludere con un semplice: -Sei un idiota-.
Severus alzò lo sguardo incollerito sulla ragazza, il viso distorto da un'espressione perfida.
-TUTTO QUESTO NON SAREBBE MAI SUCCESSO SE QUELLI CHE TU CHIAMI AMICI NON MI AVESSERO UMILIATO DAVANTI A TUTTA LA SCUOLA!-, sbottò, sorprendendo perfino Katy, che non lo aveva mai sentito alzare la voce. Ma lei non era disposta a cedere facilmente.
-SAI CHE COSA C'E'? TE LO MERITI! SEI UNO STUPIDO, PRESUNTUOSO E ARROGANTE...-
-E TU SEI UNA RAGAZZINA STUPIDA CHE SI CREDE LA...-
-...SEI UN BRUTTO SCEMO, ECCO CHE COSA SEI, UN'INSIGNIFICANTE CACCA DI TROLL...-
-...TI SENTI IN DIRITTO DI DIRE CIO' CHE PENSI SOLO PERCHE'...-
-...ARROGANTE, MALEDETTAMENTE SACCENTE...-. Katy fu costretta ad interrompersi di colpo perchè d'un tratto si ritrovò gli occhi orrendamente gialli di Miss Purr puntati addosso. La gatta stava seduta sul pavimento con la testa lievemente inclinata, come in ascolto. La coda sbatteva nervosamente sul pavimento di marmo.
-...E hai combinato un gran casino solo perchè sei una testa vuota!-, riprese la ragazza dopo una pausa, la voce calata di due ottave.
-...Se ho fatto una cosa stupida è solo per colpa...-
-Oh, bravo, facile dare sempre la colpa agli altri, questa Lil non te la perdonerà tanto facilmente!-
-Lo so-
-E credi pure che...Cosa?-. La ragazza si interruppe di colpo per la seconda volta, leggermente disorientata di fronte all'espressione triste del Serpeverde.
-Ho detto che lo so-, mormorò Piton, guardandosi stranamente le mani, mentre Miss Purr se ne andava tranquilla, -Lily non è stupida, ha ragione ad essere arrabbiata...Ma se solo mi desse la possibilità di spiegarle...-
-Quindi intendi stare qui tutta la notte, immagino?-, sospirò Katy, stanca.
Piton alzò un sopracciglio sulla fronte pallida e fissò intensamente la Grifondoro.
-Beh, se tu le chiedessi di uscire, forse...-
-No, no e no-, chiarì Katy in fretta, -Io non la spingerò a fare un bel niente. Questo è affare tuo. E fammi il favore di sloggiare prima che qualcun altro inciampi-, detto questo, tornò sui propri passi e afferrò lo stipite del ritratto, per rientrare nella Sala Comune. Si bloccò però con il piede a mezz'aria, in uno stato che sembrava di profondo turbamento emotivo.
Forse perchè aveva appena visto Piton lasciarsi cadere a terra con aria affranta.
Fu così che fece la sua opera buona.
-Le parlerò-, mormorò così piano che sembrava stesse parlando da sola.
Lo sguardo di Severus scattò sulla ragazza a velocità lampo. -Come?-
-Hai capito perfettamente-, continuò Katy sempre senza guardarlo, come se la conversazione le stesse costando uno sforzo disumano. -Ma non ti assicuro niente-, continuò prima che l'altro potesse parlare, -Non la costringerò a fare nulla che non voglia fare, deciderà lei-. Poi sparì oltre la soglia borbottando fra sè e sè frasi come: -Altro che Grifondoro, avrebbero dovuto mettermi in Tassorosso, Merlino...-. Non ne era certa, ma le era parso di sentire un flebile "grazie" dietro di sè.

***
-Ho incontrato Moc...Severus-, sospirò la ragazza buttandosi di peso sul letto dell'amica, che ora aveva smesso di piangere.
-Gli hai fatto una fattura?-, singhiozzò Lily lievemente preoccupata.
Katy sollevò un sopracciglio. -Se la sarebbe cercata...ma no-, aggiunse in fretta, di fronte all'espressione orripilata della rossa.
-Mi ha chiesto...mi ha domandato...ha fatto richiesta...-
-Sputa il rospo, Katherine-
-Di parlare con te-, concluse la mora, così velocemente che biascicò tutte le parole insieme.
Lily saltò giù dal letto con espressione scandalizzata, con un movimento così brusco che anche Katy ruzzolò giù dal letto.
-Sei impazzita?! IO NON CI PARLO CON LUI!-
-Sì, questo l'avevo capito-, borbottò la ragazza risollevandosi dal pavimento. -D'accordo, come vuoi-
-E questo è tutto?-, domandò Lily, leggermente confusa. Katy era famosa per essere una testa dura, non avrebbe mai mollato tanto facilmente. -Non c'è altro?-
-No-, sbadigliò la mora.
-No?-
-No-, confermò Katy.
-No-
-No...e ora se non ti dispiace vado a cecare il clan-
-Oh sì, certo-, mormorò Lily, -E ringraziali da parte mia, davvero...strano a dirsi ma...credo proprio che mi abbiano fatto un favore-
-Sarà fatto, milady-, e con un inchino scherzoso Katy sparì per la seconda volta dalla stanza.

***
-VOI-
-Allarme-Katy-allarme-Katy-allarme-Katy...-, cominciò Sirius all'improvviso terrorizzato, cominciando a sbattere nervosamente cuscini prelevati dai divani della Sala Comune sulla testa degli amici, per avvisarli del pericolo incombente, mentre l'amica avanzava verso di loro a passo di marcia.
-Kat, non è come sembra-, cominciò James alzando le mani in segno di resa.
-Sì...probabilmente hai sentito circolare delle voci sulle mutande di Mocciosus, beh...non erano vere-, continuò Peter, Katy ormai a un centimetro da lui.
La ragazza sospirò a fondo.
-VOI SIETE...I PIU' MITICI DEL MONDO!-, sbottò all'improvviso saltandogli addosso, e coinvolgendo nell'abbraccio stile orso anche Remus, che fino a pochi secondi prima era immerso nella lettura di un grosso libro.
-Sei impazzita, Kat?-, domandò James senza poter fare a meno di ridere.
-Oh, Merlino, vi voglio bene, ragazzi!-, continuò a cinguettare Katy senza mollarli.
-Quindi non sei arrabbiata perchè abbiamo...per quello che è successo?-, cercò di capire Sirius, anche lui con un sorriso da orecchio a orecchio.
Katy li strinse ancora più forte. -Oh, no, sono molto, molto arrabbiata-
-Non capisco-, chiarì Peter cercando prendere aria.
Katy lasciò andare i ragazzi così di colpo che questi furono costretti a barcollare per un po' prima di ricadere sul divano.
-Avete fatto una cosa pessima, e su questo non si discute-
-Ma noi...-
-Ci ha provocati!-
-Sì...lui...lui ci ha guardato male, ecco...-
-No, niente "ma"!-, li rimbeccò Katy ponendo fine alle loro scuse che la ragazza dava per certo come infondate. Ora sembrava molto più la loro mamma, ma ancora, inspiegabilmente per loro, sorrideva. -Siete stati veramente scorretti, però...-
-Ci vuoi bene lo stesso?-, ammiccò James convincente.
-Merlino, avrei voluto avere anch'io la mia vendetta personale, ma siete stati grandi!-, concluse, entusiasta.
-Quindi fammi, capire-, riprese Sirius, cauto, -Tu non sei arrabbiata-
-Sì, un po'-
-Ma solo perchè avresti voluto partecipare, giusto?-
-Mi sento una persona orribile-
-Davvero?-
-Naaah-.
Nella Sala Comune calò il silenzio. I ragazzi tranne Remus - che si guardava intorno sconcertato-, si gettavano occhiatine confuse, mentre Katy attendeva, in piedi davanti a loro.
Poi tutti esplosero in una fragorosa risata.
-Aaaaah, sei la migliore, Kat!-, saltò su James, stringendo forte l'amica, seguito a ruota da Peter e Sirius.
-Sì, sì, lo so...ma ora dovete raccontarmi cos'è successo...-
-Non vuoi prima parlarci del tuo colloquio?-, domandò Remus.
-No, quello non è la priorità...forza, su-
-Beh, allora...eravamo nel parco e stavamo parlando tra di noi...-, cominciò Peter.
-...E ci stavamo vagamente annoiando...-
-...Così abbiamo pensato di fare qualcosa e...-.
Il racconto andò avanti per ore, e venne modificato nei modi più strani, fino ad arrivare all'ultima versione in cui era presente anche un tritone carnivoro. E, alla fine, tra le risate e le fedeli imitazioni di Sirius e James, i ragazzi compreso anche Remus, si scordarono completamente dei loro esami.


Chi vuole il prossimo capitolo? Dove sono le mani alzate??? Op! op! op! *incita con le mani al cielo* vi voglio EUFORICI!!! In quanti vogliono il 25 Capitolo? Ci sto lavorando... Voglio vedere quante personcine piccine picciò lo vogliono leggere!!!                                                                                         Un Kiss <3 -Fra

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