L'ultima prova

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20-


Quella mattina, nella Sala Grande, c'era un'evidente tensione nell'aria. I ragazzi parlavano svelti e a bassa voce tra di loro mentre i professori li scrutavano rigidi.Tutti sapevano che quel giorno sarebbe finalmente stato incoronato un vincitore, che non solo si sarebbe aggiudicato una valida ricompensa, ma avrebbe anche portato un notevole prestigio alla scuola di appartenenza.Quando le porte della Sala Grande si aprirono,spezzando l'innaturale silenzio che si era creato, Sirius Black sussultò e volse lo sguardo in direzione dell'entrata.-E' lei-, sussurrò concitato picchiettando furiosamente sulla spalla di James, seduto accanto a lui.Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e guardò Katy attraversare con grazia la Sala Grande, per poi andarsi a sedere con un sorriso accanto a Lily.Sirius sospirò depresso. Era dal ballo della scuola che Katy non gli rivolgeva più la parola, o meglio, lo faceva ancora, ma sempre vagamente imbarazzata e tesa. E James sapeva bene che la colpa era sua.-Felpato, non è nulla, le ragazze sono fatte così...le passerà. Dalle tempo-.L'amico gli lanciò un'occhiata omicida. -Le ho dato un mese! Un mese!-. James balbettò qualcosa di confuso in risposta, non sapendo più dove andare a parare.-Valle a parlare, no?-, propose Remus, accompagnato da profondi cenni di approvazione da parte di Peter, il cui naso era affondato in un'enorme caraffa di succo di zucca.-Per dirle cosa?-, squittì Sirius in preda alla disperazione.Remus fece spallucce, fissando calmo un punto non ben definito del tavolo.-Ha ragione Luna, dovresti parlarle-, si intromise cauto James.Sirius prese un bel respiro, battendo poi un pugno sul tavolo.-Avete ragione, devo parlarle e lo faccio...ora-, decretò alzandosi dal tavolo e lasciando gli amici interdetti.-Wow-, sospirò James sorpreso dal rapido cambio d'umore dell'amico. -Beh, direi che possiamo andare. La Prova comincia tra circa venti minuti-.Così, uno ad uno, i ragazzi presero le proprie cose e si alzarono da tavola, mentre nella Sala Grande tornava il silenzio.

***
-Katy! Katy!-.La ragazza si bloccò a metà del corridoio, subito raggiunta da Sirius.-Sirius-, salutò con vaga formalità.Il ragazzo si passò nervoso una mano nei capelli, cercando le giuste parole da usare.-Senti, Katy, lo so che quello che è successo è stato veramente imbarazzante, ma...--Katy!-.La ragazza si girò sorpresa, mentre Sirius malediceva mentalmente il ragazzo dai capelli rossi che li aveva interrotti.-Sirius, come va?-, esclamò Brian contento in direzione del ragazzo.Il ragazzo non rispose, continuando a fissare triste l'amica.-E' un brutto momento?-, domandò cauto Brian,improvvisamente allarmato. -Se volete...--No, no, non è un brutto momento-, lo interruppe Katy confusa. -No, non lo è-, mormorò Sirius. -Ci vediamo dopo e buona fortuna, Brian-. Senza aspettare una risposta, il ragazzo sparì dietro una colonna.-Va...va tutto bene, Katy?-. La ragazza, che ancora non aveva distolto lo sguardo dal punto in cui un attimo prima vi era Sirius, accennò un sorriso.-Sì, sì, è tutto okay. E' solo che ultimamente non ci parliamo molto--Mi dispiace-.La ragazza sospirò affranta.-Sì, anche a me-. Ci fu un attimo di pausa.-Siete gli amici migliori del mondo-, sorrise Brian, -Vedrai, si risolverà tutto-. Katy annuì tirando leggermente su con il naso.-Sai una cosa? Ora la star sei tu, come ti senti?-. Il tono improvvisamente tornato allegro dell'amica fece sorridere Brian.-Sto bene, credo--Davvero?--Sì, cioè, no...sto per vomitare-. I due risero insieme per un attimo.-Andrà benissimo, vedrai-, lo tranquillizzò Katy con un sorriso, stirandogli una piega della camicia, come farebbe una mamma con il suo bambino.Brian le sorrise di rimando, senza però riuscire a smettere di tremare.-Penso sia ora di andare-, sospirò infine con leggera rassegnazione.-Sì, d'accordo-.Il ragazzo fece per girarsi, ma Katy lo trattenne per una mano. Brian si girò giusto un attimo prima che la ragazza gli buttasse le braccia al collo.-Ti prego, sta attento-.Il rosso le scompigliò affetuosamente i capelli, sentendo la sua voce tremare.-Sono sempre attento-, ridacchiò, sciogliendosi con delicatezza dall'abbraccio.Katy si asciugò veloce una lacrima con la manica della camicia.-Va bene, ora vai altrimenti sarai l'unico in ritardo-.Brian le sorrise ancora una volta, per poi dirigersi svelto verso il corridoio esterno.La ragazza fece lo stesso, senza riuscire a scacciarsi di dosso quella sensazione di oppressione che le stringeva il cuore.-Katy?-, la sua voce la costrinse a girarsi nuovamente.-Sì?-.Brian indugiò per un attimo.-Tu...tu e Sirius...si risolverà tutto, ne sono sicuro-.La ragazza annuì confusa un'altra volta, prima che l'amico sparisse completamente alla sua vista.***
Quando Katy arrivò al punto prestabilito,rimase per un attimo a bocca aperta.Si trovava a pochi passi dalla Foresta Proibita, in un piccolo spiazzo che ora era sormontato da un enorme platea piena di minuscole -minuscole dalla sua prospettiva- seggiole,già quasi tutte occupate dagli studenti.Dalla moltitudine di ragazzi, una figurina dai capelli rossi si alzò per sbracciarsi in sua direzione.La ragazza la raggiunse a fatica e, a dirla tutta, inciampando diverse volte in altri studenti.-Ti ho tenuto un posto-, sorrise Lily mostrandole una seggiolina incastrata tra lei e James.Katy non disse nulla e si sedette senza fiatare, ancora scossa per quello che era appena accaduto. In una normale situazione avrebbe attraversato l'inferno dantesco pur di unire la coppietta, ma in quel momento non le sembrò il caso.-Perchè ci hai messo tanto?-, sussurrò James al suo orecchio.Katy scosse una o due volte il capo, avvertendo su di sé lo sguardo di Sirius.Prima che James potesse chiederle ulteriori delucidazioni, un suono acuto impose ai ragazzi il silenzio.Il professor Silente, seduto insieme agli altri professori dietro ad una scrivania, nella tribuna centrale, si schiarì un paio di volte la voce, amplificata magicamente grazie alla bacchetta che si puntava sulla gola.-Benvenuti tutti, ancora una volta, un'ultima volta. Oggi, come ben sapete, verrà decretato un vincitore, il quale vincerà la valida somma di mille galeoni e il riconoscimento da parte di tutte le scuole di magia e stragoneria qui presenti. E ora non indugiamo oltre e presentiamo le regole per quest'ultima sfida!-.Con passo tremolante, i tre Campioni uscirono uno ad uno da una piccola tenda ai margini del campo.Quando fu la volta di Brian, Katy trattenne silenziosamente il respiro.-Bene-, continuò Silente, -Ascoltate bene,ragazzi: da qualche parte, nella foresta, è nascosta la Coppa Tremaghi. Il primo che la troverà si aggiudicherà dieci punti, ottenendo così la vittoria. Badate bene, giovani, ad aspettarvi là dentro non mancheranno grandi insidie e pericoli. Quindi nervi saldi e pronti al mio via-. Il silenzio era così totale che si potevano sentire il frullo d'ali delle farfalle.-Via!-.Da quando Brian era entrato nella foresta dovevano essere passate ore. O almeno così pareva a lui.Il silenzio era totale. Eve e Michael dovevano essere lontani.Sotto il suo peso, le foglie morte lasciate cadere dagli alberi scricchiolavano in maniera sinistra, facendolo sobbalzare a ogni passo.A Brian era parso una o due volte di scorgere il familiare luccichio della Coppa, ma niente. Solo alberi e foglie.Quando una radice si incastrò nelle stringhe della scarpa del ragazzo, questi estrasse veloce la bacchetta, il cuore improvvisamente a mille. Ma niente. Non c'era niente. Il ragazzo fece per rialzarsi quando un nuovo suono gli giunse alle orecchie.Sembrava una canzone, ma non poteva esserlo. Ed improvvisamente si ritrovò ad ascoltare. Cosa non lo sapeva nemmeno lui, ma ogni singola parte del suo corpo sembrava attirata come da una calamita verso l'origine di quella dolce sinfonia.Iniziò a camminare. Lentamente e distrattamente. Fino a quando davanti a lui comparve una radura. Era un semplice spiazzo privo di alberi, al centro del quale vi era un tronco rovesciato. E sul tronco stava una bellissima fanciulla, avvolta in un velo candido come la neve.Brian si bloccò a pochi metri da lei, mentre il cervello gli imponeva di restare fermo e di non avvicinarsi. L'angelo, o almeno così Brian l'avrebbe definita, era scosso da singhiozzi profondi, ed era uno scenario così triste e allo stesso tempo bellissimo che il ragazzo mosse un altro passo, sentendosi i dovere di consolare la creatura.Questa, al sentirlo avvicinarsi, alzò la testa, scostando i lunghi capelli neri dal viso e mostrandogli uno sguardo carico di terrore. Gli occhi, rossi per via del pianto, erano sgranati e le bella bocca tesa in una smorfia di paura.Prima che Brian potesse muovere un altro passo, la magia finì e un'ondata di consapevolezza lo investì in pieno.Quella creatura non era un angelo. Era una Banshee.Dalla bocca del mostro scaturì un urlo gutturale, così acuto che migliaia di uccelli si levarono in volo sopra le loro teste. Era un urlo disumano, così potente che Brian si sentì mancare il terreno sotto i piedi.Cadde a terra, cercando di tapparsi le orecchie con una mano, mentre con l'altra cercava di raggiungere la bacchetta, a pochi centimetri dalle sue dita tese.Sentiva le forze mancargli e la testa scoppiargli. Con un ultimo sforzo, il ragazzo riuscì a recuperare la bacchetta e a puntarla contro l'essere.-Expelliarmus!-. Improvviso com'era arrivato, l'urlo svanì e con questo la Banshee, che scomparve rapida dietro un albero, mentre i lunghi capelli neri mulinavano intorno alla sua esile figura.Brian si rialzò da terra barcollando, cercando di recuperare le forze.La testa non girava più e le gambe non sembravano pronte a cedere.Frastornato e con un passo pesante, il ragazzo riprese a camminare per la foresta, l'obiettivo ben fisso nella sua mente.***
-Ti prego, esci fuori-, era da un po' che Brian chiamava la Coppa Tremaghi come si fa con un cagnolino poco obbediente. -Ti supplico, esci fuori-. Il cielo era diventato scuro e, sebbene il ragazzo non avesse incontrato altri ostacoli dopo la Banshee, la stanchezza si faceva sentire.Qualche minuto prima gli era parso di scorgere nel fitto della vegetazione la figura di Eve che sfrecciava rapida nella sua stessa direzione, ma non aveva detto nulla.Perso in queste considerazioni, non si accorse di aver pestato qualcosa di duro e grosso.Un ringhio soffocato dietro di lui lo costrinse a girarsi.Quella che sembrava una grossa tartaruga rispose allo sguardo perplesso del ragazzo con un getto di acqua bollente fuoriuscito dal guscio. -Merda-, ansimò il ragazzo iniziando a correre e costatando con rabbia che l'animale era veloce nonostante la mole. E la distanza tra di loro veniva ampiamente coperta dai rabbiosi spruzzi di acqua bollente. Durante la corsa Brian venne colpito un paio di volte da qualche schizzo, che gli procurò una vasta ustione.Perse il senso del tempo e anche quando fu sicuro che l'animale avesse smesso di inseguirlo continuò a correre, inciampando di tanto in tanto in qualche radice e graffiandosi quando i rami più bassi degli alberi lo frenavano.Si fermò solo quando nella sua mente prese spazio un pensiero. Si era perso. Certo, non che prima stesse seguendo un percorso, ma ora gli sembrava di essersi spinto troppo in là. Abbattuto, si sedette sull'erba fangosa, vicino ad un piccolo stagno. Con la punta della bacchetta iniziò a tracciare distrattamente piccoli cerchi nell'acqua verde. Cosa gli era saltato in mente? Lui il Campione del Torneo Tre Maghi? Non poteva essere e non sarebbe mai stato. Ecco come stavano le cose. Era stato tutto uno sbaglio. Fin da quando aveva buttato il nome nel Calice.In preda ad una forte ondata di rabbia verso se stesso, la mano di Brian ruotò la bacchetta con più vigore nell'acqua torbida dello stagno.E così la vide. La Coppa. Era sempre stata lì, sotto i suoi occhi. In preda allo stupore e alla meraviglia, poco ci mancò che Brian lasciasse cadere la bacchetta nello stagno. Fu allora che,sulla superfice dell'acqua, apparve una scritta che sembrava fatta di fumo.Solo chi ne è degno.
E come il fumo la scritta si dissolse, dando a Brian l'impressione di non essere altro che il frutto della sua fantasia. Ma la Coppa era lì, in tutto il suo splendore.Il ragazzo tese una mano, le dita che sfioravano l'acqua. Non accadde nulla. Con un moto di gioia, il rosso immerse il braccio nell'acqua fino al gomito, fino a che le sue dita non incontrarono la Coppa Tre Maghi.Le tribune sembrarono scoppiare.Era successo tutto così in fretta.Il cielo si era riempito di coriandoli rossi e oro,segnando la vittoria del Grifondoro.-Lo sapevo che ce l'avrebbe fatta!-,esultò Lily riuscendo a malapena a sovrastare le urla degli altri Grifondoro.Katy sorrise felice come non mai,lasciandosi abbracciare dall'amica.Non era possibile. Era il Campione. Lui. Brian. E adesso? Era ancora lì, accanto allo stagno, in ginocchio; l'unica differenza era che ora stringeva la Coppa tra le mani.Ma la Coppa era quella, lui era lì. A quell'ora avrebbe già dovuto essere in mezzo alla folla esultante, avrebbe già dovuto scorgere il sorriso di Katy nella calca di studenti.O no?Dietro di lui qualcosa si mosse. Brian non si girò, paralizzato dalla paura.-Il Campione-, sussurrò una voce affilata come la lama di un coltello.-Bene. Applausi. Complimenti, ammiriamo cosa un giovane Tassorosso è arrivato a fare. Complimenti-, ripetè la voce, in un tono di ripugnante allegria.-Non mi sono mai piaciute le competizioni, vero, Nagini?-.Un sibilo acuto fischiò nelle orecchie di Brian.-E non credo mi piaceranno mai-, aggiunse la voce proprio mentre Brian si girava di scatto.Prima che il ragazzo potesse guardare in faccia il possessore di quella voce melliflua, una voce sferzò l'aria.-Avada Kedavra!-.E il ragazzo cadde a terra, mentre la foresta veniva attraversata da una risata acuta e malvagia.-Perchè non succede niente?-, domandò Katy in preda al panico. Gli studenti tacevano.I professori si scambiavano sguardi preoccupati. -Perchè non succede niente?-, ripetè Katy con voce sempre più acuta.Dal silenzio emerse un rombo cupo. Il cielo si spaccò in due come una lastra di pietra e una risata sinistra e penetrante riempì l'aria.Gli studenti iniziarono a urlare. Cominciarono a cadere delle gocce di pioggia, mentre tra le nuvole si delineava la sagoma di un teschio, dalla bocca del quale usciva minaccioso un serpente.Senza farlo apposta, Katy inciampò all'indietro e finì tra le braccia di James, che la strinse a sé.-Il Marchio Nero!-, urlò qualcuno in mezzo alla folla, facendo così aumentare le grida di chi lo aveva sentito.Ora la pioggia scendeva copiosa, sferzando il viso di Katy come tante piccole lame. La ragazza rimase a fissare terrorizzata il Marchio senza proferire parola, finchè la voce di Silente non le arrivò alle orecchie insieme alle grida strozzate di Eve e Michael.-No lo abiamo visto! Aveva preso la Copa, no lo abiamo visto!--Afefa finto! Lo sapefamo! Abiamo fisto i coriandoli-.Non sapeva come erano arrivati lì. Ma non aveva importanza.Eve. Michael. E Brian?Sapendo già cosa avrebbe visto di lì a qualche istante, la ragazza si girò piano in direzione del preside e dei due Campioni.A terra, steso accanto a loro, qualcuno che conosceva troppo bene.-NO!-, l'urlo le uscì strozzato, come se qualcuno le stesse schiacciando lo stomaco.Prima che potesse fare qualcosa, due braccia la bloccarono e la strinsero forte. La ragazza non provò nemmeno a lottare. Semplicemente si girò in modo da poter appoggiare la testa sulla spalla di Sirius.Poi fu silenzio.

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