Capitolo Cinque

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Zaira e Iris si erano appena sedute in mensa quando Ethan ed Alan le raggiunsero, Alan si sedette accanto a Zaira mentre Ethan salutava Iris con un bacio. Zaira distolse lo sguardo, imbarazzata, prendendo a fissare uno strano simbolo inciso sul tavolo da qualche studente con eccessivo interesse.

«Che c'è?» le chiese Alan.

Lei non rispose, si limitò a scuotere la testa, afferrando la forchetta e infilzando due dei pisellini nel suo piatto.

«Allora, come è andata la mattinata?» le chiese ancora.

«Due ore del professor Smith, una di chimica, di cui non capisco niente, e due ore di inglese, fai un po' tu...»

«Oh, così hai conosciuto la Scott?» fece lui.

«Già, la lezione non finiva più, anche se il professor Smith era decisamente peggio.»

«Aspetta a dirlo, prova ad arrivare in ritardo ad inglese, allora sì che mostrerà la sua vera natura!» scherzò Alan.

Zaira si mise a ridere. «Non ci tengo, grazie.»

Zaira aveva appena finito di mangiare, quando Alan la prese per mano e la trascinò con sé fuori dalla mensa.

«Ehi! Che fai?» disse lei, correndo per stare al passo.

«Beh, ti avevo promesso un giro della scuola, no? Forza, non abbiamo molto tempo prima della fine della pausa pranzo.»

Lui non le diede il tempo di replicare e si incamminò verso l'ala della scuola dove aveva seguito le lezioni del mattino.

«Ecco, in questa ala della scuola si svolgono tutte le lezioni e i laboratori.»

Attraversarono il lungo corridoio e Zaira si soffermò ad osservare le targhette accanto ad ogni porta, cercando di memorizzare dove si trovassero le aule dei suoi professori e i vari laboratori. Entrarono nel laboratorio di disegno, dove la giovane fu subito investita dall'odore della carta e dei colori e rimase affascinata, osservando i disegni degli studenti appesi alle pareti. Non erano al livello dei quadri umani che decoravano il castello, ma erano molto colorati e davano un'aria accogliente alla stanza. Era impaziente di seguire la sua prima lezione in quella classe e di provare a dipingere, sebbene non l'avesse mai fatto.

Usciti dal laboratorio di disegno, entrarono in quello di informatica. In esso, Zaira vide una ventina di strane scatole con accanto delle specie di TV. Non aveva mai visto niente del genere; certo, in passato le era capitato di scorgere alcuni umani al lago con dei 'computer' appoggiati alle ginocchia, tutti intenti a premere dei tasti per far comparire delle lettere sugli schermi luminosi, ma aveva sempre preferito sedersi ad osservare il lago e la natura piuttosto che perdersi di fronte ad uno schermo. Guardando meglio le strane scatole vicino ad ogni schermo, notò delle etichette che numeravano i 'computer' progressivamente. Non avrebbe mai creduto che esistessero computer così ingombranti.

«Non ti fare troppe illusioni, anche se dovrebbero, i prof non ci portano mai in aula informatica, ma se vuoi il pomeriggio l'aula resta aperta per chi avesse bisogno di fare delle ricerche su Internet.» le spiegò Alan.

Zaira non aveva idea di cosa fosse 'Internet', ma, a giudicare dalla naturalezza con cui lui ne parlava, si sarebbe sentita una stupida a chiederglielo; così, decise di lasciare correre e lo seguì fuori dalla stanza. Tornarono verso l'ala centrale della scuola.

«Qui c'è la mensa, la segreteria, e gli armadietti degli studenti, ma questo già lo sai. Ora vieni, andiamo a vedere le aule dei club pomeridiani. Tu quali corsi hai scelto?»

«Ehm... ancora nessuno, che corsi ci sono?»

Zaira ricordò in quel momento che il giorno prima Soraya le aveva dato una serie di fogli e depliant della scuola da leggere; lei li aveva ignorati, credendo fosse solo semplice pubblicità. Ora si pentiva di non averli letti, poiché, a sentire le parole di Alan, sembrava che in quella scuola fosse obbligatorio scegliere almeno due corsi pomeridiani.

Il Sogno della Ninfa [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora