Capitolo 10

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Quando, la mattina successiva, suonò la sveglia, Alan non aveva alcuna intenzione di alzarsi per affrontare l'ennesima noiosa giornata di scuola. Guardò l'ora sul cellulare, le sei e quaranta. Le sei e quaranta? Ma cosa si era fumato la sera prima per puntare la sveglia ad un orario così indecente? Stava per rimettersi a letto quando ricordò. Aveva promesso a Zaira che sarebbe passato a prenderla prima di scuola. Scattò a sedere sul letto e scese a fare colazione.

Alle otto meno un quarto era di fronte a casa di Zaira. Diede un colpo di clacson per avvisare la ragazza del suo arrivo. Dopo poco la porta si aprì, e Alan vide un uomo di mezz'età, biondo con alcuni capelli bianchi e i suoi stessi occhi azzurri. Non riusciva a smettere di fissarlo, era come guardarsi allo specchio, solo con venti o trent'anni in più. Ma che andava a pensare! Manco fosse il Dorian Gray dell'età moderna! Si riscosse, e appena vide Zaira uscire di corsa da casa, un sorriso gli apparve sul viso.

" Ciao Lucas, ci vediamo più tardi." disse lei a quell'uomo.

" Non porti lo zaino oggi?" le chiese Alan.

" Oddio che scema!"

Zaira tornò in casa a prendere lo zaino mentre Alan ridacchiava.

" Eccomi, possiamo andare."

Recuperato lo zaino, Zaira raggiunse rapidamente Alan e salì in macchina.

" Buongiorno." gli disse.

Appena vide l'uomo rientrare, Alan baciò Zaira. Era così bello poterla baciare senza farsi mille problemi, senza preoccuparsi della sua reazione, di stare o meno tradendo la sua ex-ragazza. Si sentiva un ragazzo normale, come non si sentiva da tempo. Non aveva più pensieri o preoccupazioni di alcun genere. Gli sembrava tutto troppo bello per essere vero. Aveva passato l'ultimo anno a piangere la morte della sua ex ragazza, aveva persino dimenticato cosa si provava ad essere felice, ora invece sorrideva di nuovo, ed era tutto merito di Zaira.

" Buongiorno a te. Comunque, chi era quell'uomo?" chiese, curioso, non appena si fu staccato da lei.

" Lucas, mio zio."

- Certo! Come ho fatto a non pensarci prima! Se vive con sua zia avrà sicuramente uno zio, no? Che imbecille sono! - pensò Alan.

Quando arrivarono a scuola Zaira fece appena in tempo ad oltrepassare l'ingresso che Iris quasi la travolse, prendendo l'amica per un braccio e trascinandola verso l'aula di Inglese.

" Ciao Alan!" urlò in direzione dell'amico, poi si voltò verso Zaira. " Tu ora mi devi raccontare tutto."

Alan vide la professoressa Scott appoggiata allo stipite della porta che le guardava avvicinarsi.

" Sono le otto e un minuto, siete in ritardo! Le chiacchiere possono aspettare la fine della mia lezione!"

" Mi scusi professoressa. Ma la signorina Evans non si sente bene, la stavo accompagnando in infermeria." si giustificò Iris.

Zaira tossì rumorosamente e si portò una mano alla fronte, fingendo di star male. Iris, tenendola per il braccio superò la porta dell'aula, fingendosi preoccupata verso Zaira. Alan si fermò ad assistere alla scena.

" Signorina Williams, l'infermeria è da quella parte." disse la professoressa indicando la parte opposta del corridoio.

" Oh, grazie. Me ne ero dimenticata." disse Iris, voltandosi.

" In classe! Questo non è il corso di teatro!" sbottò la professoressa.

Iris e Zaira si rassegnarono ed entrarono in aula.

" E se vi sento chiacchierare durante la lezione vi beccate una punizione." concluse, chiudendo la porta.

Alan scoppiò a ridere, poi raggiunse la sua aula. Ethan era già seduto, ma il professor Smith non era ancora arrivato, così appena lo vide si alzò e gli andò incontro.

Il Sogno della Ninfa [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora