Effetto farfalla: locuzione che racchiude in sé la nozione di "dipendenza sensibile alle condizioni iniziali" presente nella teoria del caos. L'idea è che piccole variazioni di tali condizioni producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.
CAPITOLO 9.
Mi dispiace di averti lasciata da sola nei laboratori.
Mi dispiace di non averti confessato che avevo già preso impegni con Nicholas, e di non poterti rivelare quello a cui stiamo lavorando là sotto.
So che non andate d'accordo e mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace tanto, ma non l'ho mandato io a cercarti: Nicholas c'è venuto da solo.Nicholas c'è venuto da solo.
Di tutto quello che Shad continua a ripetere da quando sono tornata nella sua stanza è a questo che non riesco a smettere di pensare. Più che alle scottature, più che agli esperimenti che ho visto fare, e più che alle inquietanti parole Crichton; almeno fino a quando non mi ricordo perché mi trovo nella Villa, aspettando che Lilith torni a casa, senza sapere se è quello che desidero davvero o se lo sto facendo solo perché sembra il comportamento più scontato da mantenere: non abbandonare la propria sorella.
Mi siedo sul bordo del letto e lascio che Shad medichi le mie mani mangiucchiate dall'acido: le sue dita meccaniche sono come soffi freschi, mentre puliscono le ulcerazioni e ci applicano sopra una crema lenitiva; danno più sollievo del panno bagnato che stringevo fino a qualche minuto fa e di cui mi sono liberata in bagno.
- Ti faccio male?
La pazienza con la quale procede funziona da anestetico.
- No, - dico piano, e accenno a un ringraziamento.
Shad scuote la testa, come se fare del bene, per lei, fosse un'inclinazione del tutto naturale e spontanea. Non distoglie lo sguardo dal suo lavoro.
Appena finisce di stringermi le bende attorno ai polsi mi cambio i vestiti saturi di polveri e infilo una tuta più comoda, lasciando la cerniera aperta sopra la maglietta. Ho ancora addosso l'odore pungente del laboratorio di Crichton, ma almeno sono presentabile.
- Sei arrabbiata con me, - osserva Shad.
Si slega la treccia bruna sulla schiena, districandosi un filo di perline rosse dai capelli. Il suo occhio meccanico trema in quel modo che è tutto nervosismo e interessamento, come se si aspettasse un rimprovero. Ma lo sono davvero, arrabbiata? Non con lei. Con tutti gli altri o solo con me stessa: le possibilità si riducono a questo.
Shad non ha nulla a che vedere con la piega che ha preso il mio umore questa sera.
- Figurati, - borbotto, poi mi abbandono all'indietro, tra le coperte del mio letto. Lo sfascio subito, perché vederlo ordinato al millimetro mi ricorda l'ospedale e i pazienti che andavano e venivano, e le lenzuola cambiate tutte le mattine per evitare i contagi.
Perché dovrei avercela con l'unica persona a cui importa davvero che io stia bene, comunque? Non sono così stupida da non averlo afferrato: Xanders mi ospita qui solo per potermi tenere sotto controllo. I Novi hanno paura di quello che accadrebbe se mi recassi dalla polizia e rivelassi tutto quello di cui sono a conoscenza. O peggio, se mi succedesse qualcosa e provassero di nuovo a uccidermi, sarebbero loro a doverne pagare il prezzo. Due sorelle scomparse in meno di un mese: niente male come scandalo da prima pagina. I Novi finirebbero per ritrovarsi i riflettori dell'intero Continente puntati addosso.
- Non dire più che ti dispiace, - sbadiglio, ma poi ci penso su, e allora aggiungo: - Sono solo preoccupata.
Faccio passare le lenzuola tra le braccia e affondo il viso nel cuscino: profuma di pulito, e di fiori e di qualcos'altro a cui non saprei dare un nome. Non si direbbe che abbia assistito a tanti sogni inquieti, senza impregnarsi dell'odore dei brutti pensieri.
Shad si accoccola in un angolo del materasso come se temesse di darmi fastidio.
- Per Lilith? - chiede.
- Per tutto. Sono giorni che ho scoperto la verità, e ancora Xanders non si decide a fare il primo passo.
Shad appoggia la testa contro il muro decorato di arabeschi dipinti. Le venature perlacee che le risalgono lungo il collo emettono un bagliore stanco, lo stesso che vedo riflesso nel suo sguardo. Mi chiedo se sia questo il confine che separa un semplice conoscente da un amico vero: riuscire a leggere tra le righe della sua espressione ed essere pronti ad affrontarne le conseguenze.
- Tu sei convinta che questa storia non si risolverà troppo presto, - azzardo. Tradurre la smorfia che cerca di nascondere è giungere a questa conclusione.
- Sybil, non è così semplice.
Certo che non lo è. Sono sempre i nodi che abbiamo il dovere di sciogliere, quelli più intricati.
- Ti ricordi quando ci siamo presentate?
- Sì, - annuisco, - eri contenta che non credessi alla faccenda degli esseri umani superiori.
Shad si stringe nelle spalle, e per un momento sembra solo una ragazza rannicchiata in una stanza troppo grande per due persone che parlano di argomenti tanto tristi.
- Non volevo che ti illudessi. Non volevo che credessi che i Novi sono perfetti. Continueranno a ripetertelo, Sybil: che siamo migliori, che abbiamo un codice genetico più prezioso del tuo e che andiamo protetti a qualunque costo, ma non è così che funziona.
Non l'avevo mai sentita così affranta, dalla voce quasi gracchiante e appena percettibile, come se non volesse correre il rischio che qualcun altro possa sentirla. Mi tiro su un braccio alla volta.
- Xanders si è messo in contatto con i rappresentati della nostra Fazione non appena sei arrivata qui, solo che non ha trovato il coraggio di dirti che è stato...ignorato.
Che cosa significa "ignorato"? Mi sporgo verso di lei per chiederle spiegazioni, ma per la prima volta Shad mi parla sopra, unendo le mani come a pregarmi di lasciarla finire.
- I rapporti tra i Novi sono più tesi di quanto non sembri, Sybil, e Xanders, questo, non lo aveva calcolato.
- Ti avranno parlato della frattura interna alla nostra Comunità, - continua.
- Lo hanno fatto, ma non riesco a capire quale sia il problema: mia sorella ha fatto saltare in aria una scuola, giusto? È una terrorista: i suoi rapitori devono consegnarla alla USD.
- No che non devono, e non lo faranno.
Adesso sono arrabbiata. Con tutti, con me stessa e con Shad. Da quando ho messo piede nella Villa non c'è stato nessuno che abbia condannato quello che è successo senza mezzi termini. A forza di tenermi buona a suon di non, di se e di ma, finiranno per mandarci la sottoscritta, in prigione.
- Non ce l'avete un codice penale?
- La nostra legge afferma che dobbiamo difendere la Specie prima di ogni altra cosa, e questo è ciò che è stato fatto. Lilith è stata salvata da morte certa, ricordi?
Salvata da un tentativo di suicidio messo a punto con meticolosa precisione. E non le è importato che quarantuno persone abbiano perso la vita a causa sua. Non le è importato che il Mondo sarebbe rimasto con il fiato sospeso per colpa di una ragazzina di sedici anni. O forse è proprio questo che voleva.
- Se è stata lei, deve pagarla.
Vederla finire in carcere sarebbe l'unico modo per sistemare le cose, ma anche in quel caso niente tornerebbe più come prima. Resterebbero la vergogna e le minacce della gente, come macchie indelebili sulla fedina della mia famiglia. E soprattutto dovrei fare i conti con un segreto dal peso insopportabile: quello di una sorella che non è semplicemente umana.
Accartoccio le coperte. Devo smettere di pensare a quello che accadrà dopo, o c'è il rischio che rinunci a Lilith una volta per tutte.
- Non sto dicendo che tua sorella non verrà punita, - precisa Shad.
- Sto dicendo che verrà punita da un tribunale di Novi come lei, e che l'ultima cosa che loro vogliono è allontanare ancor più le Fazioni per colpa sua.
- Nessuno di noi lo vuole, - aggiunge, come se sentisse il dovere di scusare la propria specie.
L'ultima luce del giorno - di un blu assonnato e cupo - si ritira verso la finestra. Nel buio del loro angolo le protesi di Shad accennano a una fluorescenza che serpeggia fino al mio ginocchio.
Sento la pressione delle sue dita.
- Se è una bugia che vuoi, cercherò di inventarmene una.
Le tiro il cuscino, ma sbaglio mira.
- Vada per la verità: se il prezzo da pagare affinché i Novi rimangano uniti è assolvere Lilith e chi l'ha presa con sé, il Comizio lo pagherà, almeno fino a quando sarà possibile.
- Lo pagherà, perché la ferita che la Rottura ci ha inflitto è stata troppo grande: ci sono famiglie di Novi spezzate a metà, Sybil; amici da una parte e compagni dall'altra; figli chiamati a scegliere uno solo dei loro genitori; nipoti che non hanno mai conosciuto i loro nonni.
- Io sono stata fortunata, - continua.
- I miei hanno preso la decisione più giusta, crescendomi nella Fazione a cui apparterrò fino al giorno della mia morte, perché credevano che se tra dieci miliardi di possibilità che il nostro codice genetico subisse una mutazione i Novi hanno cominciato ad esistere, questo non vuol dire che siamo superiori agli altri esseri umani.
Si tocca la spalla, il collo, l'orecchio sintetico. Rabbrividisce, e io so che sopporta a stento di guardarsi allo specchio ogni mattina, o di vedersi riflessa nelle espressioni attonite degli altri.
- Guardami, - dice, e io non vorrei farlo, ma l'accontento.
- Ti sembro forse un essere superiore? Nel mio corpo non ci sono che due organi interamente miei; il resto è stato più o meno danneggiato e riparato artificialmente, con tessuti coltivati in vitro o inserzioni inorganiche. Sono una macchina, un automa, ma per molti dei Novi il mio DNA sarebbe sufficiente a reclamare il diritto di mettervi da parte. Te, e quelli come te.
- Adesso capisci quanto siano diverse le nostre opinioni? Riesci a crederci?
Ci riesco, perché so quanto possano essere affilate le idee. In passato i Novi dovevano costituire un nucleo compatto, ma un giorno quel nucleo è stato tagliato a metà, senza prima stabilire quali conseguenze avrebbe avuto una soluzione così drastica. Queste persone sono spezzate esattamente come tutto il resto.
- Non puoi chiederci di metterci di nuovo l'uno contro l'altro. Pensa ad Armand, che ha visto andarsene nell'altra Fazione la persona che amava; a Nicholas, Ton-
- Che è successo a Nicholas?
Shad si preme una mano sulle labbra. Sembra pentita di aver fatto il suo nome.
Troppo tardi.
- Non lo dirò a nessuno, promesso. Sai che puoi fidarti di me.
Qualunque tentativo di dissimulare il mio interesse è fallito prima ancora di cominciare, ma devo saperlo. Adesso che ho la certezza che Reichenbach stia nascondendo qualcosa, desistere è impensabile. Ogni fibra del mio corpo è allungata verso la verità.
- Shad, terrò la bocca cucita.
- Non rivelo mai i segreti che mi vengono affidati, - sussurra, - ma non ho mai fatto promesse su questo. Io e Nicholas non ne abbiamo mai parlato.
- A dire il vero non ne abbiamo mai parlato con nessuno.
L'indecisione nel suo sguardo è palpabile, ma alla fine la vedo perdere terreno. Mi faccio più vicina a lei e incrocio le gambe, con la faccia tra le mani e la medaglietta di mia nonna tra i denti. Assaporo l'argento rovinato, fino a quando la parola che ci è incisa sopra non mi sfiora le labbra, e aspetto.
Shad, lotta contro il bisogno di confidarsi.
- Avere un'amica è terrificante, - ammette.
Sorridiamo, e ma alla fine Shad mi racconta una storia.
La storia di Nicholas Reichenbach.
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Entropy - Il Sistema Isolato
Ciencia FicciónAnno 1944: una giovane donna viene prelevata con la forza e condotta in un luogo di cui nemmeno nel peggiore dei propri incubi avrebbe immaginato l'esistenza. Settantasette anni dopo la storia si ripete, ma quando Sybil Crowford ne capisce il disegn...