I giorni seguenti alla scoperta della seconda identità di Mark furono abbastanza complicati, per Strawberry.Da un lato era contenta di non dover più nascondere la verità sul suo lavoro al Cafè Mew Mew al suo fidanzato e le faceva piacere parlare con lui dei problemi che potevano derivare dall'essere una paladina della giustizia. Dall'altro, purtroppo, nel loro rapporto era cambiato qualcosa, lo sentiva sulla pelle e forse dipendeva proprio dalla scoperta del suo segreto. In più c'erano quei pensieri, nascosti, ma sempre presenti che la facevano arrossire di fronte a Ryan. Ma non nel solito modo a cui era abituata.Era molto più improvviso e molto meno gestibile, o meglio, mascherabile.Ma non poteva permettersi quelle distrazioni, non quando il suo rapporto col ragazzo migliore della scuola stava prendendo una bella piega. Avevano molto altro di cui parlare, ora e lui voleva essere aggiornato sui loro progressi, per sapersi muovere in caso di necessità. Altra nota positiva: le sue visite al locale. Prima non era mai venuto, se non quando l'aveva presentato alle ragazze e ai due americani. Nei giorni immediatamente successivi la trasformazione passò ben due volte.Quella loro nuova complicità le fece pesare meno anche l'assenza dei suoi genitori e gli improvvisi (e ormai ben noti) sbalzi d'umore del biondo. Per Ryan, invece, andò tutto di male in peggio.Sorvolando sull'improduttività delle recenti ricerche, sia per quanto riguardava il vampiro che per la Mew Acqua, doveva convivere con la consapevolezza che l'unica cosa che condivideva con la rossa non era più un segreto tra loro due. Almeno per il suo fidanzato.Sapeva che non poteva semplicemente cancellargli la memoria, soprattutto perché dentro di lui aveva un ospite molto potente. Averlo al Cafè l'avrebbe aiutato a tenerlo d'occhio, ma sarebbe anche stato estremamente stressante per lui.Sia a livello fisico che mentale. Così gli ultimi giorni di vacanza si mantenne impegnato più che poteva e avvicinò Strawberry lo stretto necessario. Ogni volta che la incontrava sembrava sempre presa in fitte conversazioni telefoniche con Mark."Devo aver fatto qualcosa di male. Qualcuno mi sta punendo.", si disse, la domenica prima del rientro a scuola.Le ragazze erano andate a casa da un paio di ore, Strawberry compresa.-Ehi, cos'hai?- Kyle lo raggiunse. -Problemi con le ricerche?Gli lanciò un'occhiata mentre controllava lo schermo del computer. -No. Domani avrò modo di verificare se almeno una delle cose che sto portando avanti è andata a buon fine.- sospirò, massaggiandosi gli occhi.Il moro si voltò a guardarlo. -E allora cosa...?Si appoggiò pesantemente contro lo schienale reclinabile della sedia. -Mark.- disse solo. Un nome, un programma.L'amico allora prese posto accanto a lui.-So che non ti fa piacere il recente sviluppo degli eventi...- iniziò, ponderano le parole. -Ma devi vederla dal lato scientifico: abbiamo un possibile alleato.-Credi che non me lo sia ripetuto almeno un milione di volte?- sbottò.-Non puoi allontanare Mark. Anzi, ringrazia che non ha voluto unirsi alla squadra.- tentò di fargli vedere il lato positivo della faccenda.-Sai che vantaggio. Dobbiamo comunque monitorarlo, quindi ogni tanto dovrò chiedergli di passare. Per forza.- disse le ultime parole con un tono che andava molto vicino al disgusto.-Ryan... io non so più come dirtelo...-No, Kyle. Non puoi dirmi di provarci quando Strawberry sta tutto il giorno a messaggiare con lui. Ora che condividono questa ennesima cosa, sono ancora più uniti di prima. Ho fatto un passo avanti e due indietro.- lasciò uscire un lungo sospiro. La sua voce trasudava rassegnazione e non era assolutamente da lui.Il cuoco girò la poltrona verso di sé, costringendolo a guardarlo in faccia. -Ryan Shirogane, tu non sei un tale disfattista. Non ho niente contro Mark, ma sai che tifo per te. Quindi tira fuori le palle.- lo guardò dritto negli occhi, deciso.Si fissarono in silenzio per qualche istante, poi il biondo scoppiò a ridere. -Oddio, questa è stata divertente... non è proprio da te.Kyle rimase interdetto, ma poi si unì all'amico. -Be', dovevo scuoterti.- si giustificò.-D'accordo. Vediamo come si evolvono le cose.- decise infine, calmandosi.-Bene. Ora va' a letto. Domani ti tocca la scuola.- gli diede una pacca sulla spalla, sorridente.-La scuola... ma cos'ho fatto per meritarmi tutto questo?- brontolò.-Mhm... hai messo su un progetto che comporta la modifica del DNA di cinque ragazze, poi...- iniziò il moro.-Va bene, lo so. Ho capito.- lo fermò, lasciandosi sfuggire un sorriso. -Vado. Buonanotte.-'Notte.Salì i gradini a due alla volta. Entrò in camera e, dopo una breve indecisione, si concesse una doccia, cercando di rilassarsi."Domani ricomincia il mio incubo personale.", pensò sotto il getto d'acqua calda. Puntuale come sempre spense la sveglia e si mise a sedere, ancora leggermente assonnato.Lanciò un'occhiata attraverso gli scuri accostati e notò la pallida presenza del sole.-Scuola, sto arrivando.- disse, ironico.Indossò la divisa e scese di sotto per fare colazione. In cucina trovò Kyle, già sporco di ogni genere di ingrediente e sorridente come al solito. Sembrava che nulla potesse scalfire il suo buonumore.-Cereali?- gli domandò il cuoco, vedendolo prendere posto al grande tavolo.Scosse la testa. -Ho bisogno di zuccheri.-E da quando in qua mangi?- lo fissò, fingendosi stupito.Sollevò un angolo della bocca, dedicandogli la pessima imitazione di un sorriso. -Da quando ho molte cose che mi stressano.- rispose.-Mamma mia, che ragazzo complicato. Spegni il cervello, ogni tanto.- sdrammatizzò, mettendogli davanti un bel bombolone.-E' proprio questo cervello che manda avanti tutto.- gli ricordò, toccandosi la fronte con l'indice.-Modesto.-Come sempre.- addentò il dolce. Si leccò lo zucchero a velo dalle labbra e mostrò la propria approvazione con due pollici bene alzati.-Sono contento che ti piaccia.- ridacchiò l'amico. -Mangia con calma. Io vado a pulire di là.Annuì, concentrato sulla crema della pasta."Speriamo che quel sangue sia scomparso...", si augurò.Si concesse ancora qualche momento di tranquillità, poi salutò Kyle ed uscì.Quando si ritrovò con la moto tra le mani rimase a fissare il cruscotto per qualche istante. Il pensiero di passare a prendere Strawberry, per darle un passaggio e salvarla dall'ennesimo ritardo, si era fatto prepotentemente spazio nella sua mente.Valutò seriamente la cosa, ma alla fine decise di rifiutare.Montò in sella e partì, facendo attenzione a non far slittare il mezzo sulla neve.Quando arrivò davanti al cancello della scuola ringraziò la propria razionalità (e anche il proprio orgoglio, già che c'era) per avergli risparmiato un'umiliazione assicurata.Trovò Strawberry a braccetto col suo adorato Mark, sul viale che portava alla struttura scolastica."Cretino.", senza farsi vedere sgusciò dentro, andando a posteggiare il suo mezzo.Non appena ebbe tolto e sistemato il casco, una folla urlante lo raggiunse.-Ryan, sei tornato! Come stai? Sei guarito completamente? Hai bisogno di una mano per i compiti?- troppe domande tutte insieme.Socchiuse gli occhi, sofferente.-Ragazze, per favore. Una alla volta.- supplicò, cercando di mantenere la calma. Non erano loro il suo vero problema. O meglio, erano solo la punta dell'iceberg.Riuscì a zittirle e a farsi ripetere le domande una alla volta. Rispose a tutte, cercando nel frattempo di avviarsi verso la sua aula.-Ma quello non è Ryan?- domandò Mark, bloccandosi in mezzo al cortile.Strawberry seguì il suo sguardo e vide un nutrito gruppo di ragazze dell'ultimo anno assiepare il nuovo e popolare arrivato. -Sì. È lui.- confermò.Il moro la guardò. -E cosa ci fa a scuola? Mi hai sempre detto che non aveva bisogno di frequentare, avendo già una laurea.- era perplesso.-Fa parte del progetto. Lui e Kyle sono convinti che i nemici, o i loro alleati, si trovino nella scuola.- spiegò.-Nella nostra scuola?- ripeté, stupito. Si limitò ad annuire.-E deve proprio scatenare tutto quel putiferio?- chiese dopo qualche altro secondo d'osservazione.-Fidati, ne farebbe sicuramente a meno. Di questo sono sicura.- disse.-Sul serio? Credevo che a uno come lui piacesse quel genere di attenzioni.- commentò.A quelle parole la rossa si sentì stranamente infastidita.-Non ama essere al centro delle attenzioni, non è quel tipo di persona.- le sfuggì.Il suo fidanzato tornò a guardarla. -Devi conoscerlo bene.Fece spallucce, cercando di togliersi d'impiccio. -Non molto... cioè, lavoro con lui praticamente tutti i giorni. Non si fa quasi mai vedere quando ci sono clienti.- sperò che quella spiegazione bastasse.Sembrò funzionare perché Mark non le chiese più niente, limitandosi ad accompagnarla all'ingresso.-Spero vivamente che Mimi abbia fatto inglese. Non sono per niente sicura di quello che ho scritto.- ammise, imbarazzata.-Se avevi bisogno potevi dirmelo.- le sorrise, premuroso.La rossa si bloccò, sentendo un improvviso nodo in gola. Non poteva assolutamente dirgli che Ryan l'aveva aiutata per diverse ore. Deglutì. -Volevo arrangiarmi e vedere cosa riuscivo a combinare.- inventò.-Sempre la solita gattina indipendente, vero?- le scompigliò i capelli, ridacchiando. Era di buon'umore e contagiò anche lei.Gli rispose con un sorriso, prima di sentire la campanella. -Oddio, devo sbrigarmi. Ciao!- e schizzò via. Durante l'ora di pranzo Ryan riuscì a liberarsi di tutte le sue compagne e a sgattaiolare sul tetto.La giornata era fredda e abbastanza grigia, ma a lui serviva solo un po' di silenzio. Gli dolevano le orecchie per i troppi schiamazzi."Le donne proprio non le capisco...", scosse la testa, addentando il suo panino. Kyle aveva provato a infilargli il bento nella cartella, i primi tempi, ma dopo il suo ennesimo rifiuto aveva capito l'antifona e aveva smesso. Non che non gli piacesse il cibo giapponese, anzi, ma il cestino del pranzo attirava troppe api. E con api non intendeva quelle a strisce gialle e nere.Chiuse gli occhi, inspirando a fondo e ripetutamente. L'aria era secca e probabilmente avrebbe nevicato entro la mattinata successiva.Glielo dicevano i suoi sensi felini.Terminò il pranzo in santa pace, dato che nessuno si sarebbe arrischiato sul tetto a gennaio, e poi riordinò le idee.Doveva ancora controllare il sacchetto di sangue sull'albero e sperava vivamente che non fosse un ennesimo buco nell'acqua."Non credo troverò alleati del vampiro... speriamo nel Dampyr.", si disse.Mandò un messaggio al collega, dicendogli che appena controllato l'esca lo avrebbe informato. Non attese la risposta e si avviò lungo le scale. Raggiunse il corridoio giusto e, una volta controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi, si trasformò in Art e balzò sul ramo più vicino.Il colore del suo pelo l'avrebbe aiutato a confondersi con la corteccia, ammesso che qualcuno fosse interessato ad un gatto randagio.La neve era fredda sotto i suoi polpastrelli e ad un certo punto rischiò anche di scivolare. Si aggrappò al ramo con le unghie e mantenne l'equilibrio. Non appena la sacca col sangue fu in vista si bloccò. Annusò l'aria, cercando di capire se era stata aperta."Sento ancora odore di sangue... troppo.", si accigliò.Decise di avvicinarsi per controllare da vicino. Girò attorno all'oggetto e gli diede un colpetto con la zampa, trovandolo rigido. Le basse temperature avevano trasformato il denso liquido rosso in un ghiacciolo."Dannazione!", imprecò tra sé.Fece per andarsene quando vide qualcosa svolazzare. Tornò a voltarsi e afferrò il foglietto coi denti, tirando leggermente per staccarlo. Lo scotch cedette e lo fece ruzzolare nella neve.Si rimise in piedi, scrollandosi quella materia fredda dal pelo. Depositò a terra il suo tesoro e lo guardò attentamente.La scritta era un po' sbiadita, ma si leggeva ancora:L'idea sarebbe stata buona se io fossi un vampiro. Purtroppo per te, il sangue mi disgusta. Entusiasta, raccolse il biglietto tra i denti e balzò verso la finestra.Doveva assolutamente avvertire Kyle: finalmente una buona notizia, qualcosa che andava per il verso giusto.Non l'avesse mai pensato: qualcuno aveva chiuso la finestra da cui era entrato.Piantò le zampe nella neve, evitando per un pelo di sbattere contro il vetro. Se fosse stato possibile avrebbe inveito contro qualcuno.Rassegnato, tornò indietro ed iniziò la discesa dall'albero. In quei momenti si sentiva veramente un gatto. E anche molto sfortunato.Si aggrappò con i suoi piccoli artigli, attento a non franare al suolo. Una volta a terra corse verso l'entrata della scuola. Si nascose in un angolo, tra gli armadietti e tornò normale.Rimase a fissare pensieroso il piccolo foglio bianco e poi se li mise in tasca.Estrasse il cellulare e avviò la chiamata.Kyle rispose al secondo squillo. -Allora? Novità?-Sì. Il Dampyr si è fatto vivo. Domani avremo ginnastica con un'altra classe, inizierò ad indagare da lì. Anche se non so ancora come farò a trovarlo.- disse.-Mhm... potresti portare addosso una piccola fialetta di sangue. So che riescono a fiutarlo quasi bene come i vampiri.- gli suggerì.L'idea gli provocò una smorfia, ma non era malvagia. -D'accordo. Ci vediamo più tardi, ciao.Rimise il cellulare in tasca e si affrettò verso la sua aula. La giornata trascorse lenta e, una volta suonata la campanella dell'ultima ora, Ryan schizzò fuori, diretto al posteggio delle moto.Recuperò la sua il più in fretta possibile. Indossò il casco e partì sgommando, lasciando le sue tante ammiratrici a bocca asciutta."Uno a zero per me.", esultò con un sorrisetto.Arrivò al Cafè in meno di dieci minuti. -Kyle!- chiamò, entrando. Si tolse la giacca e l'appese vicina alle chiavi del mezzo.-Cucina.- rispose l'amico.Lo raggiunse, dedicando una rapida occhiata alla stanza: come sempre era ingombra di qualsiasi cosa.-Vedo che qui c'è sempre il solito ordine.- commentò, sarcastico. L'amico lo guardò male. -Ehi, la cucina è il mio regno.- replicò, rimescolando la crema in un pentolino. -Allora... aggiornami.- lo esortò dopo un attimo di silenzio.-Non c'è molto da dire. Oggi sono andato a controllare la sacca e ho trovato il sangue congelato. Avrei dovuto considerare le temperature invernali.- scosse la testa, appuntandoselo come rimprovero mentale.-E...?-Ho trovato questo.- estrasse il biglietto e glielo mostrò.-Mhm... interessante. Quindi lui sa che lo stai cercando. Forse si farà vedere.- ragionò.-Non saprei. Perché dovrebbe farsi vedere proprio ora?- chiese.-Forse perché sa che lo stiamo cercando?- ipotizzò, tornando a lavorare. Ryan lo guardò, scettico.-Avrebbe potuto farsi avanti anche prima. I vampiri non dovrebbero essere i suoi nemici naturali?- ribatté.-Non so come funzionino queste cose, Ryan. Magari attaccano solo quelli che invadono il loro territorio.- il moro gli lanciò un'occhiata.Lui abbassò lo sguardo, pensieroso. -O non è interessato a questo vampiro, il che sarebbe strano, oppure non ha i mezzi per eliminarlo. Pensi sia plausibile?- rialzò la testa, in cerca di una risposta.L'amico annuì, voltandosi e versando la crema sopra un pandispagna rettangolare. -Credo dovremo indagare. Quindi opto per la fialetta.- gli sorrise brevemente.-E il sangue di chi sarà?Ci pensò un attimo. -Maiale, va bene?-Abbiamo un maiale nel retro?- chiese, scherzando.-No. Ma nel freezer ho delle bistecche al sangue.- rise, aprendo lo sportello e mostrandogliele.-Perfette.- approvò. -Vado ad informare le ragazze. Mentre lasciava la cucina si rese conto che Strawberry non gli aveva mai fatto nomi di studenti recentemente trasferiti. Era stato preso da altro e si era dimenticato di insistere.Quello era il momento buono.-Ragazze, ci sono delle novità. Appena avete un momento di pausa raggiungetemi al bancone.- disse, prendendo il posto di Lory dietro la cassa.Le mew mew annuirono, tornando poi al servizio tavoli. Tutte esclusa Mina, ovviamente.Lei supervisionava, a parer suo.Prima che potessero parlare passò un'altra ora. Finalmente il locale si svuotò abbastanza per permetter loro di raggiungere l'americano.-Ci sono novità?- chiese subito Pam. Lui annuì, guardandole una per una.-Il Dampyr è nella scuola.- confermò, fermando lo sguardo sulla rossa. Lei se ne accorse ed arrossì leggermente, abbassando gli occhi.-Davvero? Quindi l'hai incontrato?- Paddy si mise a saltellare, eccitata.Scosse la testa. -No, ancora no. Mi ha lasciato un messaggio, facendomi capire che sa che lo stiamo cercando. Forse si mostrerà per pura curiosità.-E perché non si è fatto vivo, fino ad ora?- la domanda di Lory era più che lecita. Il biondo fu costretto a fare spallucce.-Spero che si faccia vedere ora.- si augurò. -Ah, Strawberry. Ti avevo chiesto se sapevi di altri studenti trasferiti. Allora, hai dei nomi?La ragazza, nel sentirsi presa in causa, sobbalzò. -Come?Ryan alzò un sopracciglio, spazientito. Ma cos'aveva in quei giorni? Troppi sogni ad occhi aperti?"Niente battute acide.", si disse, mordendosi la lingua. -I nomi degli studenti trasferiti. Ne hai qualcuno?Lei ci pensò su per qualche istante. Era Megan quella sempre aggiornata. -Posso fare una telefonata.- disse, estraendo il cellulare. -Megan lo saprà di sicuro.Il giovane accettò. Strawberry sentiva tutti gli occhi puntati addosso, in particolare quelli acquamarina del capo del progetto mew.Quando finalmente la sua amica rispose lasciò uscire un respiro profondo. Non si era accorta di aver trattenuto il fiato. -Megan?-Oh, ciao Strawberry! Che succede?- rispose lei.Agitò la mano in aria, come se l'altra potesse vederla. -Niente di preoccupante. Ho bisogno di alcune informazioni.- la tranquillizzò.-Oh, certo. Dimmi pure.-Sai dirmi se, oltre al "grande figo americano con la moto rossa" ci sono altri studenti trasferiti, quest'anno?- chiese, il tutto mettendo tra virgolette l'appellativo che aveva sentito usare spesso in riferimento a Ryan.A quelle parole lui la guardò a bocca aperta. Lei si indicò e scosse la testa, facendogli capire che non avrebbe mai usato quelle parole se non avesse dovuto evitare di dire il suo nome. Aveva lasciato la bionda con dei sospetti molto fondati e non voleva che si esaltasse, iniziando a fare appostamenti al Cafè per vederlo.Avevano già troppi problemi. Lei aveva già troppi problemi.-Mhm... altri studenti...- ragionò.-Ti prego, è importante.- la supplicò, notando l'espressione del biondo. Stava diventando insofferente e lei non voleva incorrere nelle sue ire. Non dopo la confusione che aveva in quei giorni.Aveva cercato di non pensarci e di concentrarsi su Mark, ma ogni tanto la sua mente le giocava brutti scherzi e la sua parte irrazionale faceva capolino, proiettandola su pensieri pericolosi. -Oh, sì! Ci sono! Ci sono tre trasferiti. Due al primo anno e uno all'ultimo.- ricordò infine.Strawberry si accigliò. -All'ultimo? Un altro?-Sì, ma è un tipo insignificante. Se ne sta sempre per conto suo, a leggere. Almeno così mi hanno detto. Dovrebbe essere straniero anche lui, credo, ma non so altro.- riferì.-Grazie Megan! Mi hai aiutata tantissimo!- esclamò, contenta di essersi tolta d'impiccio.-Figurati...- fece, un po' disorientata.-Ci vediamo a scuola, ciao!- e mise giù. Si voltò verso i compagni, sorridente. -Tre nuovi studenti.-Alleluia! Almeno abbiamo un numero.- disse Ryan, ironico. Lei lo guardò male. -Qualche altra informazione?-Due al primo anno e uno all'ultimo. Sa qualcosa solo del terzo, ha detto che se ne sta sempre per conto suo e che è abbastanza insignificante. Crede che sia straniero, ma non ne è sicura.- riportò le parole dell'amica."Straniero, eh? Interessante.", si disse il biondo. "Potrei iniziare da lui."-Bene, tutto questo è molto interessante, ma noi che dobbiamo fare?- chiese Mina, portandosi le mani sui fianchi.-Niente di che. State all'erta, almeno fino a quando non avrò parlato con lui e scoperto cos'è.- decise.-Ok...- dissero insieme. Erano un po' abbattute, ma come dar loro torto?Lui conviveva con uno stato di frustrazione semi perenne da diverse settimane e i suoi problemi sociali non facevano che complicare il tutto. "Sociali", un buon modo per farli apparire diversi da quello che erano.-Tornate a lavoro, su.- le esortò.Strawberry esitò un attimo e poi gli chiese:-Posso dirlo a Mark?-No... aspetta almeno che ci sia qualcosa di concreto.-Oh, ok. Tutto bene?- lo fissò, perplessa. Le sembrava avere l'umore più nero del solito.-Sono stanco di fare buchi nell'acqua.- spiegò. "E di vederti con un altro.", aggiunse mentalmente.-Vedrai che questa è la volta giusta.- cercò di risollevarlo. Apprezzò il tentativo ed abbozzò un sorriso che lei ricambiò velocemente prima di tornare tra i tavoli.***-Abbiamo aspettato abbastanza. A questo punto mi sembra chiaro che Revenge non è in grado di portare a termine il suo incarico.- esordì Profondo Blu.-Signore... se posso permettermi. Gli avevate promesso un territorio di caccia molto più vasto e la possibilità di uccidere chi volesse, in particolare il biondo. Non mi sembra che la prima parte sia stata mantenuta.- osservò Pie, cauto.Gli occhi di ghiaccio del suo signore lampeggiarono. -Ha tutta la città, a disposizione!- sbottò.-Sappiamo che non è veramente così. Nemmeno noi abbiamo il controllo della città.- smentì, tenendo lo sguardo puntato a terra.-Pie, stai cercando di farmi arrabbiare?- gli domandò, fermandosi proprio davanti a lui.-No, mio signore, dico solo che forse dovremmo incentivarlo. Magari... non so... attirando delle vittime nel suo territorio?- suggerì.A quelle parole Quiche alzò la testa di scatto. Se Profondo Blu avesse accettato sarebbe toccato sicuramente a lui fare il lavoro sporco.-Interessante.- si accarezzò il mento affilato, pensieroso. La sua essenza era abbastanza visibile da sembrare solida, ma non lo era. Non avevano raccolto abbastanza Acqua Mew.L'alieno aveva ordinato loro di attaccare le cinque paladine e di fare da balie al vampiro, quindi non era rimasto molto tempo. Ovviamente contando anche i suoi scoppi d'ira, che li costringevano a giorni interi di riposo per riprendersi dalle bruciature inferte dalle sue palle di energia.-D'accordo, Pie. La tua idea mi piace: mettetela in pratica il prima possibile.- ordinò.-Non sappiamo dove sia Revenge. L'ultimo ad averlo visto è stato Quiche e poco dopo lui si è trasformato.- gli ricordò.-Oh, credo che si farà vivo una volta fiutato il sangue.- sorrise, diabolico. -Ora andate.Senza nemmeno una parola, i tre fratelli scomparvero."Io ho bisogno di concentrarmi. Quell'umano si sta rivelando più ostico di quanto credevo, ma lui è il mio involucro, l'essere nato per ospitarmi. Non può opporsi a me!", strinse i pugni, sentendo la rabbia impossessarsi di lui.Puntò lo sguardo nel vuoto, perso nei propri pensieri.-Prova pure a respingermi. Vediamo chi cederà per primo, piccolo umano.-Pie, perché gli hai suggerito questa pazzia?- domandò Tart, volando a fianco dei fratelli.L'alieno dai capelli viola gli lanciò un'occhiata. -Profondo Blu non è in grado di gestire il vampiro. Ma non se ne rende conto e dà la colpa a noi. L'unico modo per non perderlo, come alleato, è dargli quello che gli era stato promesso.- rispose.-Sì, ma è... assurdo! È perfettamente in grado di cacciare da solo, fidati.- sbottò Quiche.-Lo so. Facciamolo e basta, non discutete.- tagliò corto. Quando voleva sapeva farsi rispettare.Richiamò alcuni chimeri e cercò qualcosa in cui inserirli.Si bloccò a mezz'aria, pronto al lancio, ma poi si rese conto che, così facendo, avrebbero attirato le mew mew.-Niente chimeri.- disse improvvisamente.Quiche e Tart lo guardarono con tanto d'occhi. -E come pensi di fare?- chiese il secondogenito.-Prendete due persone a testa. Le teletrasporteremo con noi sul monte Fuji.- spostò i suoi occhi scuri su di loro.-Ma... sei impazzito?!Scosse la testa. -E' l'unico modo per non avere subito addosso quelle cinque ficcanaso.- replicò, calmo.Sospirando, il ragazzo dai capelli verdi disse:-D'accordo.Attesero che il cielo si oscurasse e poi misero in atto il loro piano.***-Ryan, è successo qualcosa di strano.Fu così che Kyle lo accolse per la colazione, il giorno dopo la scoperta del Dampyr.Il diciottenne si riavviò i capelli, ancora assonnato. -Cosa?-Guarda.- gli indicò la televisione.Focalizzò la sua attenzione sullo schermo e cercò di ascoltare le notizie del telegiornale. Quella che stavano trasmettendo parlava della scomparsa di alcune persone, che si trovavano tutte in uno dei grandi parchi della città.Si accigliò. -Sono svanite?- domandò, confuso.-Qualcuno dice di aver visto delle figure volanti.- disse il moro. Si voltò a guardarlo, esprimendo la propria domanda senza l'uso di parole. -Sì, credo proprio che fossero loro.-Ma cosa stanno architettando?- si chiese.La giornata era iniziata proprio bene.-Non lo so. Forse c'entra col vampiro?- ipotizzò.Ryan s'illuminò. -Il sangue. Mi sono sempre chiesto perché lui li aiuti! Loro gli procurano il cibo!- esclamò, battendo il pugno sulla mano aperta.-Ora sappiamo cosa stavano combinando, in questi giorni.- commentò il cuoco.-Altre notizie simili?-No. È la prima.- scosse la testa.-Ok. Oggi devo assolutamente trovare il Dampyr. Costi quel che costi.- decise. Afferrò al volo alcune fette di pane e le imburrò, spalmandoci poi sopra la marmellata. -Caffè, oggi niente latte.- indicò la caffettiera.-Agli ordini.- ridacchiò l'amico, versandogliene un po' in una tazza.Lo finì in quattro sorsi, rischiando s'ingozzarsi. -Ryan, calmati!-Sono stanco di aspettare. È ora di agire.- lo salutò, schizzando fuori dalla cucina.-Ah, benedetto ragazzo. Speriamo vada tutto bene.- si augurò. Fece per tornare ai suoi dolci quando si ricordò della fiala di sangue.La recuperò dal cassetto del freezer e corse dietro all'amico.-Ryan!- lo chiamò, uscendo in giardino. Il biondo stava per mettere in moto e lo vide dello specchietto. Si voltò e si tolse il casco, perplesso. -Tieni.Aprì le mani a coppa ad afferrò l'oggetto che gli aveva lanciato. Quando si rese conto di cosa fosse ridacchiò per la propria fretta. -Grazie, stavo per dimenticarlo!Se lo mise al collo, salutò il suo tutore e partì.Mentre era per strada iniziò a nevicare. Alzò lo sguardo al cielo. "Dovrei darmi alle previsioni meteo.", si disse, sorridendo tra sé per la propria battuta. Stava per entrare nel cortile della scuola quando per poco non investì una ragazza.Trattenne la moto tra le cosce, stando attento a non cadere. -Ehi, stai attenta!- le urlò attraverso il casco.Lei si massaggiò la schiena, dandogli le spalle.Quando si voltò, per rialzarsi, entrambi si fissarono stupiti. -Strawberry?-Ryan! Ma sei ammattito?! Volevi per caso uccidermi?- lo aggredì, balzando in piedi con uno scatto.-Mi sei sbucata davanti all'improvviso.- replicò, cercando di non alzare la voce.-Cavoli, non mi hai vista! Eppure sono rossa!- si indicò i capelli.-No, se no ti sarei passato sopra.- sibilò.Strinse i pugni. -Brutto cretino!- gli tirò un calcio nella gamba, facendolo imprecare. -Giuro che, se ti prendo, ti rovino!- la minacciò. E tanti saluti ai buoni propositi: quando faceva così provava un irrefrenabile istinto di urlarle contro.Aveva la straordinaria capacità di fargli saltare i nervi ancor più di Mark e Quiche messi insieme. Era notevole.Rimasero a fissarsi in cagnesco sotto gli sguardi incuriositi degli altri studenti, fino a quando Ryan decise di averne avuto abbastanza. Smontò, si tolse il casco e si avviò a posteggiare la moto. Per tutta risposta Strawberry marciò dritto filato in aula."Bene, un'altra litigata da farmi perdonare.", sbuffò, incatenando la ruota. Forse era agitato per l'incontro di quel giorno o semplicemente stava reagendo allo strano comportamento della mew neko.Sembrava che volesse evitarlo con tutte le sue forze, pur non mostrandosi apparentemente arrabbiata con lui.Scosse la testa, accantonando quei pensieri. Ci avrebbe pensato in un altro momento.Stava estraendo la sacca con il necessario per le prime due ore di lezione. -Ryan, tutto bene?- gli si avvicinò una delle sue compagne.La guardò, cercando di stamparsi in faccia un'espressione cortese. -Sì, tutto ok.- mentì.-Era una del secondo anno? Che disgraziata.- commentò, sconvolta."Quanto odio questo genere di persone.", pensò alzando gli occhi al cielo. Fortunatamente lei era voltata, per cui non se ne accorse.-Ma la conosci...?- tornò a guardarlo.Si gettò la cartellina su una spalla e le lanciò un'occhiata. -Forse.-Credo di averla già vista...- ragionò, stringendo gli occhi. -Scusami, ma adesso devo andare. Abbiamo ginnastica, no?- voleva allontanarsi il prima possibile.La sua compagna lo fissò stupita, poi annuì. La salutò frettolosamente e si avviò verso la palestra a grandi passi.La neve era diventata più fitta: di questo passo avrebbe imbiancato la città per la seconda volta.Aveva partecipato a poche lezioni di educazione fisica, dato che fino a novembre il professore era stato assente e i suoi colleghi avevano approfittato per rubargli le ore e usarle per i propri scopi. Poi aveva avuto l'incidente.Sospirando appoggiò la sacca ed iniziò a tirar fuori le proprie cose. Non c'era ancora nessuno, per cui si concesse tutto il tempo necessario.Sostituì i pantaloni della divisa con quelli della tuta. Poi si scompigliò i capelli, sbuffando per l'ennesima volta. "Ho bisogno di andare in palestra. Per l'ennesima volta", realizzò.Era ancora troppo stressato. Sarebbe mai finita? "Sì, Ryan, quando avrete sconfitto gli alieni.", si rispose da solo. Ancora sovrappensiero fece per togliersi la camicia quando, con la coda dell'occhio, notò alcune ragazze. Cercò di non arrossire per essere stato spiato. Si schiarì la voce e disse loro:-Scusate, ma non è uno spogliarello. Andate nel vostro spogliatoio.Le due ridacchiarono e poi si affrettarono ad allontanarsi.Infastidito si sfilò l'indumento quasi con rabbia e lo gettò sulla panchina, sostituendolo subito con una maglietta a mezze maniche.I suoi compagni iniziarono ad arrivare solo quando si stava allacciando le scarpe."Ritardatari.", pensò, ricambiando al contempo alcuni gesti di saluto.-Bene, ragazzi. Cinque giri di campo per scaldare le gambe.- annunciò il professore.Era un uomo abbastanza atletico, anche se avanti con l'età. Era mancato a causa di un problema legato al cuore, a quanto aveva sentito.-Siamo in due classi, oggi, quindi non intralciate i vostri compagni.- si raccomandò subito dopo.Ryan si mise diligentemente a correre. Un po' di esercizio fisico non gli avrebbe sicuramente fatto male. Anzi.Aveva appena iniziato il secondo giro quando il docente gli si avvicinò. -Shirogane, giusto?Lui annuì, fermandosi. -Mi dica.-Ho sentito che hai avuto un incidente in moto. Tutto ok? Non hai problemi, vero?- domandò, preoccupato.Scosse la testa. -No, sono completamente guarito.- assicurò.-Bene, torna pure a correre.- lo congedò.Si inserì tra i compagni, riguadagnando in poco tempo la posizione di capofila. Aveva il suo passo e non voleva essere intralciato.Ad un certo punto si vide affiancare da un ragazzo alto all'incirca come lui. Lo osservò di sottecchi, cercando di identificarlo.Aveva i capelli castani e ricci e portava un paio di occhiali abbastanza spessi. Il nuovo arrivato si accorse del suo interesse e la sua bocca si piegò in un sorriso. -Molto intelligente.- commentò.Lo fissò stupito. -Come scusa?Fece un cenno verso la sua maglietta, sotto cui si intravedeva la fialetta. -Il sangue."L'ho trovato!", pensò. -Finalmente, iniziavo a chiedere fino a quando ti saresti fatto aspettare.- gli sorrise, riservandogli uno sguardo obliquo.-Mhm... mi piace vivere indisturbato.- commentò quello, per nulla toccato dalla sua espressione.-Ho bisogno di parlarti.- andò dritto al punto.-Prima vediamo cosa sai fare, biondino.- lo schernì ed accelerò il passo.
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Un angelo a scuola
FantasySe Ryan fosse costretto a riprendere gli studi a causa di un nuovo nemico? E se questo nemico fosse, strano ma vero, un Gangrel?Un vampiro in grado di trasformarsi in animale è diffilce da scovare, ancor di più quando sembra che si nasconda nella sc...