Negli ultimi giorni la convivenza con Strawberry si era fatta ardua perché lei voleva avere informazioni sul progetto a cui stavano lavorando ed insisteva per sapere come mai stesse cercando informazioni sui vampiri. -Non sono cose che ti riguardano!- le disse per l'ennesima volta Ryan, un martedì pomeriggio. -Ma uffa! Voglio saperlo!- protestò lei. -No!- fu la secca risposta del ragazzo. -Perché?- piagnucolò la rossa.-Non sono questioni di tua competenza.- tagliò corto lui. Detto questo si allontanò senza nemmeno voltarsi una volta.Strawberry lo fissò allontanarsi rassegnata e poi riprese a lavorare. "Uffa! Kyle non vuole dirmi nulla... Ryan non si sbottona nemmeno a pagarlo... come posso fare?", si domandò mentre lavava il pavimento della sala da tè. Immerse con un gesto svogliato lo spazzolone nel secchio e continuò a lavare. "Vorrà dire che mi distrarrò cercando di capire chi è il nuovo arrivato." , stabilì.Strizzò nuovamente lo straccio e riprese a pulire. "Allora... so che è un genio, che alla mattina viene a scuola con una moto da rossa, poi... uhm, mi hanno detto che è biondo... però, che strano mi sembra di conoscerlo già.", ragionò mentre si rivestiva per tornare a casa. "Chi sarà?"Sempre sotto pensiero uscì dal camerino e si avviò lungo il corridoio. In quel momento Ryan uscì dalla cantina e si scontrarono. -Ehi, stai attenta!- la rimproverò. Lei lo guardò in cagnesco. -Hai finito di lavorare?-Sì.- rispose sgarbatamente. -Me ne sto andando via.- aggiunse, sorpassandolo. -Allora a domani... e ricordati di fare i compiti.- la prese in giro lui.-Cosa?- Strawberry si voltò per dirgliene quattro, ma il ragazzo era già scomparso. Fece spallucce e si avviò alla porta. -Ciao Kyle!- salutò uscendo. -Ciao, Strawberry!- le rispose il ragazzo dalla cucina. "Che sia Ryan?!", d'un tratto ebbe un lampo di genio. Si fermò in mezzo alla strada per riflettere sulla possibilità che il nuovo arrivato fosse lui: in effetti la moto, le sue capacità mentali e il colore dei capelli corrispondevano, ma... "Impossibile! Ryan non frequenta la scuola da quando aveva dieci anni!", Strawberry si diede della sciocca per aver formulato quell'ipotesi assurda. Continuò a camminare a testa bassa fino a casa, ragionando per tutto il tragitto su chi potesse essere quel ragazzo che lei non era ancora riuscita a vedere in faccia. -Ciao, sono tornata.- si annunciò, entrando. Appoggiò la cartella vicino agli scalini d'ingresso e si tolse le scarpe, indossando le ciabatte. -Ciao piccola!- la salutò suo padre. -Vieni a mangiare, che è pronto.-Ahhhhh! Sono in ritardo!!!- urlò Strawberry cadendo dal letto. Gettò la sveglia da qualche parte e prese a rovistare in cerca della divisa. -Uffa! Ma perché alla mattina è sempre così?- sbuffò, annodandosi il fiocco rosso appuntato sulla giacca grigia. -Mamma!- chiamò, incespicando lungo le scale mentre cercava di fare il fiocco ai nastri per capelli. -La cartella!- entrò in cucina, afferrò una fetta di pane con miele e prese la cartellina dalle mani di sua madre. -Strawberry!- la rimproverò lei. Ogni mattina era la stessa storia. -Ciao, mamma. Ci vediamo più tardi!- urlò uscendo di gran fretta. Non appena la porta si fu richiusa, in casa scese un silenzio quasi celestiale. Sakura sospirò e tornò alle proprie faccende.Strawberry si mise a correre come tutte le mattine. Non aveva ancora trovato un modo per svegliarsi in orario e forse non lo avrebbe trovato mai: dormire le piaceva troppo e poi, da quando era diventata una MewMew, la cosa era peggiorata. Scartò un gatto spuntato all'improvviso in mezzo alla strada e si fermò al semaforo rosso. Quando scattò il verde ripartì veloce come una centometrista. Quando arrivò a scuola la campanella aveva già dato inizio alle lezioni giornaliere. -Oh, no! Devo sbrigarmi.- accelerò la corsa e si fiondò dentro l'edificio. Si cambiò le scarpe, salì le scale ed irruppe in aula a tempo di record. Il professore la guardò seccato prima di farla entrare. -Sei in ritardo, Strawberry.- le fece notare, scrutandola da dietro le lenti degli occhiali. -Sì, mi scusi professore.- la rossa s'inchinò numerose volte, chiedendo perdono. Alla fine si accomodò, stanca e ansimante, al proprio posto.Trascorsero le ore di lezione (sempre molto lentamente come al solito) ed arrivò l'intervallo.-Mimi, Megan, voi sapete qualcosa del nuovo studente della quinta A?- chiese, gustando il panino che sua mamma le aveva amorevolmente preparato. Le ragazze la guardarono un attimo confuse prima di rispondere:-Cosa vorresti sapere? Tu hai già Mark!-Sì, è vero... ma la mia curiosità mi impone di scoprire chi è.- si giustificò. Le due sospirarono rassegnate. -Va bene. Allora...- iniziò Mimi. -Hanno detto che ha vissuto in America fino a quando non si è trasferito in Giappone a inizio semestre. Suo padre è un ricercatore e sua madre fa la casalinga... poi, ah, è un genio, parla correttamente... uhm, quante erano? Sette lingue e...- ma venne interrotta da un gruppo di ragazze di prima superiore che stavano parlando a loro volta del ragazzo. -Hai sentito? Il nuovo ragazzo si è classificato primo negli esami preliminari. È il più intelligente di tutta la prefettura, ha superato perfino Mark!- disse eccitata una ragazza dai lunghi capelli neri. Strawberry e le altre tesero le orecchie. -Mi sa tanto che Mark deve stare attento o si vedrà rubare tutte le ammiratrici!- ridacchiò un'altra giovane del gruppo. -Io faccio già parte del fan club di Shirogane.- annunciò vistosamente compiaciuta. Strawberry, dapprima indignata per come stavano parlando del suo adorato Mark, fu di colpo fulminata dalle ultime parole della ragazza. "Ha detto Shirogane?! Non è possibile... deve essere un altro...", pensò confusa. Non poteva credere veramente che Ryan si fosse iscritto nella sua scuola e per fare cosa, poi?-Ragazze, avete visto quant'è bello?- enfatizzò un'altra componente, una bionda piuttosto bassettina. -Sembra quasi un modello. E poi è gentilissimo...Strawberry scosse la testa, sicura di essersi sbagliata. "No, non può essere Ryan perché lui non è affatto gentile!", pensò sicura. -E poi quella fascia rossa che porta al collo ha un qualcosa di misterioso... per me nasconde un tatuaggio.- continuò la ragazza di prima. -Uhm, non lo credo tipo da tatuaggi.- smentì la mora. -Comunque gli dona molto.- replicò la bionda. -Vero.- confermarono le altre due prima di allontanarsi tutte insieme. Strawberry e compagne rimasero a fissarle finchè non scomparvero. -Avete sentito?- la rossa era confusa. -Sì.- annuirono Mimi e Megan.-Sapete una cosa? Vi sembrerà strano, ma mentre ne parlavano mi è venuto in mente Ryan.- ammise Strawberry.-Cosa? Ryan?- le fece eco Megan. -Sì... soprattutto per il fatto della fascia.- annuì la ragazza. -Perché Ryan dovrebbe essere qui a scuola? Se non sbaglio hai detto che non frequenta.- rammentò Mimi. -Infatti... qui devo vederci chiaro.- fece pensierosa. -Su, ora andiamo. Le lezioni stanno per ricominciare.- le esortò avviandosi già verso la loro classe. "Devo scoprire chi è il nuovo arrivato della quinta A!", decise. Ultima ora della mattinata, mezz'ora al suono della campana."Oggi mi sento inquieto.", pensò Ryan osservando il cielo fuori dalla finestra. Il professore stava spiegando come creare un software di elaborazione dati per il computer, ma dato che lui sapeva già come crearne uno avanzato non stava minimamente ascoltando. Fece vagare lo sguardo tra le nuvole bianche, che si rincorrevano nel cielo come bambini intenti a giocare.-Shirogane.- lo chiamò ad un tratto il professore. Il ragazzo distolse lo sguardo per concentrarlo sul proprio insegnante, un uomo con un principio di calvizie e le zampe di gallina agli occhi. Assunse l'espressione più accondiscendente che gli riuscì ed aspettò che l'altro facesse la sua richiesta. -Potresti portare questi documenti al professor Ibata? Penso che in questa ora stia insegnando in seconda H.- fece la sua richiesta con il sorriso sulle labbra e gli occhi che gli brillavano. Dal primo giorno tutti, professori compresi, lo avevano trattato coi guanti bianchi e la cosa per Ryan era inconcepibile. Perché doveva essere trattato come qualcuno di superiore quando lui voleva essere come gli altri? O perlomeno doveva cercare di esserlo anche se un quoziente intellettivo di 180 non aiutava. -Sì, professore.- il biondo si alzò e prese la cartellina che gli veniva porta. -Fai con calma... tanto qui ne avrò ancora per molto con questi zucconi.- aggiunse a bassa voce. Ryan annuì in silenzio ed uscì dalla classe. Scosse la testa, divertito da come gli si era rivolto l'uomo. Poi si avviò verso l'edificio accanto, che ospitava i primi anni delle superiori. Lanciò un breve sguardo al cielo e si accorse che si era rannuvolato e l'addensarsi così veloce delle nuvole prometteva solo pioggia. "Strano: fino a poco fa splendeva il sole. Qui c'è qualcosa che non va... sento come una scarica elettrica addosso.", lanciò uno sguardo torvo ai cumulonembi grevi d'acqua e scese le scale che lo introdussero nell'edificio. "Dopo aver portato questi documenti andrò a dare un'occhiata.", decise, osservando pensieroso la cartellina. Alzò lo sguardo in cerca della classe che gli serviva. Non ci mise molto, tant'è che vi giungeva uno strano chiacchiericcio e quindi fu facile riconoscerla. Bussò discretamente alla porta due volte e attese che gli dessero il permesso di entrare. Aprì e si inchinò davanti al professor Ibata, gesto che venne ricambiato dal giovane professore. D'un tratto attorno a sé Ryan non avvertì più il mormorio concitato di poco prima: tutta la classe si era misteriosamente azzittita. "Uffa! È sempre la stessa storia! Che seccatura.", pensò irritato, avvicinandosi alla cattedra e consegnando la cartellina. Dietro di sé sentiva i bisbigli affrettati delle ragazzine. Decise di non badarci. -Grazie. Puoi andare, Shirogane.- disse il professor Ibata. Ryan fece un ultimo cenno col capo prima di uscire. Subito dopo tutte le ragazze della classe si precipitarono alle finestre che davano sul corridoio per sbirciare quel ragazzo di cui si parlava tanto. "Ora andiamo a controllare.", svoltato l'angolo controllò che in giro per i corridoi non ci fosse nessuno. Si avvicinò ad una finestra, l'aprì e balzò fuori divenendo un gatto. Non appena fu atterrato sulle quattro zampe, ai piedi di un albero, sentì nitido il rombo di un tuono. Fu così fastidioso per lui che dovette abbassare le orecchie, ora più sensibili di quelle umane. "Qui fra poco cadrà acqua a catinelle.", realizzò fiutando l'aria. Rimase qualche altro secondo a fissare il cielo poi decise di rientrare. Si arrampicò sull'albero dal quale era sceso e ritornò dentro. Si spazzolò i pantaloni della divisa e si avviò verso la propria aula, dato che tra pochi minuti sarebbe suonata la campanella. Quando aprì la porta del laboratorio d'informatica il professore era ancora intento a spiegare il procedimento per la creazione del file. -Il professor Ibata ha detto di ringraziarla.- disse rimanendo sull'uscio. L'uomo alzò lo sguardo verso Ryan e lo ringraziò. -Ehm, professore non sarebbe ora di smettere? Tra pochi minuti suonerà la campana.- suggerì afferrando la propria cartellina. -Come?- il professore guardò l'orologio. Poi stupito disse:-Già. Il tempo è volato. Ragazzi spegnete i computer e preparate...- ma la sua voce fu sovrastata dal suono acuto della campanella, che annunciava la tanto agognata fine delle lezioni. Tutti i ragazzi si precipitarono fuori dall'aula senza più badare al professore, che rimase dietro la cattedra con espressione alquanto ebete. -Professore non si preoccupi, mi occupo io di spegnere i computer.- lo rassicurò Ryan. L'uomo lo guardò ancora shockato. -Uhm... sì, grazie Shirogane. A domani.Ed uscì lasciando solo il biondo. "Pover'uomo. Ormai dovrebbe andare in pensione, non è più in grado di insegnare.", pensò seguendolo con lo sguardo. Si affrettò a spegnere i pc come detto, poi abbassò l'interruttore principale uscendo dall'aula. Nella scuola non c'erano quasi più alunni, solo alcuni ritardatari fermatisi a chiacchierare. Ryan li ignorò e continuò per la propria strada. Imboccò le scale per scendere al piano inferiore quando sentì delle voci provenire dal corridoio alla sua destra. Dapprima non se ne curò e continuò a camminare, ma quelle si avvicinavano sempre più. D'un tratto, mentre scendeva un'altra rampa di scale sentì un tonfo. Alzò lo sguardo e vide alcune ragazze intente a cercare qualcosa con frenesia. Aggrottò le sopracciglia, non capendo cosa stessero combinando quelle ragazzine (erano dei primi anni delle superiori, come ben intuì Ryan) e continuò a scendere gli scalini. Non l'avesse mai fatto!Quando arrivò al livello del pianerottolo della rampa soprastante sentì un leggero tintinnio, poi il rumore di qualcosa che urtava contro il parapetto e nuovamente molte voci di ragazze, che dal tono sembravano infuriate. Pensando che non fossero cose di sua competenza e che quelle ragazzine avrebbero fatto meglio ad andare a casa a fare i compiti, ignorò il tutto e proseguì, passando sotto al pianerottolo. Strawberry si addossò ancora di più al parapetto. Quelle ragazze le facevano una paura tremenda. Erano delle fan sfegatate di Mark e quando l'avevano vista dargli un bacio a fior di labbra erano esplose di gelosia e avevano iniziato a rincorrerla. Lei aveva cercato in tutti i modi di seminarle, anche usando i poteri da MewMew, ma loro si erano praticamente moltiplicate e avevano continuato il loro inseguimento. Ad un certo punto una di loro era riuscita ad afferrarla per la caviglia e lei era caduta rovinosamente al suolo. Era riuscita a rialzarsi, ma era stata bloccata poco dopo tra le ragazza e il parapetto. Non sapeva cosa fare quando d'un tratto le venne un'idea. "Potrei scavalcare il parapetto ed atterrare sulle rampe di sotto! Certo, che stupida a non averci pensato!", si disse. E così fece. Scavalcò con un balzo il piccolo muretto e si lasciò cadere. Purtroppo per lei in quel momento stava passando qualcuno su quella rampa e lei gli finì dritta addosso. Ryan vide una ragazza comparire dal nulla. Colto alla sprovvista, non riuscì ad evitarla e quella gli finì addosso. I due rotolarono per i pochi scalini che mancavano alla fine della rampa e rimasero a terra, leggermente doloranti. -Ahia! Ma sei matta a buttarti giù dal pianerottolo delle scale?!- l'aggredì, massaggiandosi la schiena. -Scusa.... Scusami tanto!- farfugliò imbarazzata Strawberry. Non si era ancora resa conto di chi avesse investito e poi l'imbarazzo per essergli caduta addosso era ancora troppo.-Alzati, sei pesante!- sbottò il ragazzo.Subito la ragazza si rialzò in piedi, non avendo ancora riconosciuto la voce di lui. Si massaggiò il fondoschiena e controllò che non ci fosse nulla di rotto. Quando ebbe appurato di essere ancora intera spostò lo sguardo sul ragazzo che aveva accidentalmente investito e che ora era in piedi davanti a lei. Non lo avesse mai fatto! Era alto, capelli biondi come l'oro, un po' scompigliati a causa della caduta e due bellissimi occhi azzurro cielo così profondi che ci si poteva perdere in essi e... e realizzò che era Ryan. -Ryan?!- esclamò stupita. -Cosa fai qui?Il ragazzo, sentendo pronunciare il proprio nome, alzò il capo e smise di controllarsi il gomito, dove si poteva intravedere un leggero graffio. -Strawberry?!- fece a sua volta, sbalordito. -Cosa fai qui?- ripetè la rossa. Come glielo diceva adesso?Vedi Strawberry, abbiamo scoperto che qui a scuola da te c'è un vampiro e Kyle mi ha mandato ad investigare? No, non poteva, assolutamente. Avrebbe compromesso l'intera operazione, ma ormai il danno era fatto, tanto valeva raccontarle la verità. "No... niente verità.", decise di provare lo stesso a defilarsi con una scusa.-Ho deciso di tornare a frequentare la scuola. Non si era capito?- rispose con tono ironico. "Speriamo che se la beva!", si augurò con tutto se stesso. -Perché proprio nella mia scuola? Potevi scegliertene un'altra!- protestò lei. Ryan tirò un sospiro di sollievo, pensando di essere riuscito ad ingannarla. -Be', mi piaceva la divisa.- disse spazzolando via lo sporco dalla camicia. "In realtà odio vestirmi così.", pensò.Strawberry lo guardò scettica. -Non è che mi stai pedinando?-Figurati se pedino una ragazzina come te!- replicò, fingendosi offeso dalle sue parole. "Veramente ti sto proteggendo...". Lei gonfiò le guance come un criceto e voltò il capo da un'altra parte. Nel discutere i due non si erano accorti della piccola folla che si era raggruppata attorno a loro. Quando Ryan se ne rese conto prese Strawberry per un braccio e la portò via senza troppe cerimonie, con grande protesta delle ragazze che volevano ammirare ancora quello splendido ragazzo. -Ryan, mollami!- ordinò la rossa, cercando di liberarsi della sua presa. -Scusa, ma quelle ragazzine iniziavano a darmi sui nervi.- si giustificò, lanciando uno sguardo nella direzione da cui erano venuti. -Non vorrai farmi credere che sei tu il nuovo arrivato del terzo anno, vero?!- esclamò incredula. Lui si voltò a fissarla con quei suoi occhi così magnetici e accattivanti. Sorrise, un sorriso compiaciuto. -Ovvio.- disse. -Non lo avevi capito?-Ma non puoi essere tu!- protestò.Ryan la guardò piccato. -Perché non posso essere io?-Perché tu non sai parlare sette lingue, non sei più intelligente di Mark, non sei gentile, non sembri un modello e non puoi aver fan!- Strawberry stava quasi soffiando come un gatto. In realtà sapeva benissimo di aver detto una cavolata dietro l'altra perché tutte quelle affermazioni, o la maggior parte almeno, erano vere. -Ah, sì?- fece il biondo avvicinandosi a lei pericolosamente. -E chi ti dice che io non sappia parlare sette lingue?- si chinò verso il suo orecchio e le disse la stessa frase in tutte e sette le lingue che conosceva, per altro, a mena dito. Strawberry divenne rossa come un peperone e le spuntarono persino le orecchie e la coda da gatto. Sentì distintamente un brivido scenderle lungo la schiena. -Comunque tu non sei assolutamente gentile! Mi tratti sempre come una schiava.- tenne duro la rossa. L'americano alzò un sopracciglio, incredulo. Insisteva nel tenere vive le sue accuse anche se lui gliene aveva appena demolita una come se niente fosse. D'un tratto sul suo viso da angelo comparve un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. -Ryan, perché stai sorridendo?- chiese arretrando. Senza rispondere lui si chinò e le sottrasse dolcemente la cartellina dalle mani. -Ehi! Ridammi la mia cartellina!-Ti aiuto a portarla, sarai stanca.- disse con il sorriso più innocente che la ragazza gli avesse mai visto sfoggiare. Di nuovo le orecchie e la coda fecero capolino. Strawberry cercò disperatamente di coprirle e dopo vari tentativi ci riuscì. Purtroppo le sue guance rimasero tinte di un vivo rossore. -Comunque non hai delle fan.- bofonchiò a bassa voce. Ormai il ragazzo aveva abbattuto ogni sua affermazione e lei sapeva di starsi arrampicando sugli specchi. Ryan la sentì comunque e la condusse fino all'ingresso. Lì si erano assiepate una moltitudine di ragazzine urlanti che non aspettavano altri che lui. Il biondo dedicò loro un sorriso fugace che bastò a scioglierle poi condusse la rossa verso i tabelloni dei risultati d'esame.-Per finire, sono più intelligente di Mark.- disse trionfante anticipandola. Le indicò il tabellone davanti a sé. Strawberry alzò lentamente il capo e dopo essersi accertata che le fan non l'avrebbero uccisa perché si trovava con Ryan, sbirciò la colonna di nomi. Al primo posto c'era appunto il biondo con il massimo dei voti e persino la lode mentre subito dietro veniva il suo adorato Mark con uno stacco di ben 60 punti! La mew rosa rimase di sasso. -Ora sei convinta che sia io il nuovo arrivato?Ammiccando la ragazza spostò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi celesti e canzonatori di Ryan. -Non sembri un modello.- insistette decisa. Il ragazzo sospirò esasperato. -Vedi che ho ragione?!- lo sfidò.-Strawberry non vedi che sono uno dei ragazzi di più alti? Inoltre Kyle, scherzando, dice sempre che non riesce a starmi dietro perché ho delle gambe chilometriche.- le disse per niente sconfitto. -Sì, ma... questo non prova niente!- provò a protestare lei. Il biondo allora si chinò nuovamente verso di lei e le sussurrò:-Ti ricordi quando sei entrata in camera mia senza bussare?La rossa impallidì e subito le tornò alla mente quell'episodio: in quel frangente aveva visto Ryan mezzo nudo, dato che era appena uscito dalla doccia ed indossava solo un asciugamano. E doveva ammettere, seppur contro voglia, che aveva un fisico da modello, non troppo muscoloso e ben proporzionato. Il suo colorito, tornato recentemente normale, virò ad un rosa acceso fino ad un rosso uguale in tutto e per tutto ai suoi capelli. -Vedo che ricordi. Allora hai finito con le accuse?- le chiese scostandosi. Intimamente si sentiva soddisfatto, ma non lo diede a vedere. Lei annuì senza dire nulla. -Bene. Vieni, ti accompagno al caffè.Strawberry alzò di scatto la testa. -Mi accompagni? E come?Sbuffando, il ragazzo l'afferrò per il polso e la condusse fuori, nel viale d'ingresso alla scuola. Senza esitazione si diresse verso il parcheggio delle moto e si fermò davanti ad un bolide rosso a bande nere. Non appena lo vide la ragazza arretrò. -Ora che ti prende?- la schernì, estraendo un casco da sotto la sella. La rossa tentò di assumere un'espressione arrabbiata, ma non ce la fece ed iniziò a tremare. -Strawberry?-I-io devo salire s-su quell'affare?- farfugliò. Ryan si mise le mani sui fianchi, spazientito. -Se non vuoi puoi anche andare a piedi.- la sfidò.-Benissimo, allora vado a piedi... a dopo.- fece per correre via, ma il ragazzo, con una rapida mossa, l'afferrò nuovamente per il braccio. -Ryan io non ci salgo sulla tua moto con te! Morirò di sicuro se solo ci provo!- protestò cercando di liberarsi. Intanto attorno a loro si stava avvicinando una folla di curiosi. -E lasciami, che diamo spettacolo!Il biondo, incurante delle proteste della ragazza e della gente che ora li osservava incuriosita, la prese in braccio e la caricò di peso sulla moto. Strawberry cercò disperatamente di farsi mettere giù, ma senza risultati. Quando fu seduta nel posto dietro chinò il capo, imbarazzata e non disse e non fece più nulla. Ryan si stupì di come si fosse zittita all'improvviso, s'infilò il casco e le porse l'altro. La ragazza lo squadrò un po' titubante prima d'infilarlo a sua volta.Quando anche la rossa fu pronta montò in sella, ma non accese la moto. -Strawberry reggiti a me altrimenti non arriverai viva al caffè.- l'avvertì. Lei alzò la testa di scatto e lo guardò perplessa, poi però cambiò espressione ed arrossì. -Ma mi hai sentito?- sbottò lui. Senza attendere risposta le prese le mani e se le posizionò poco sotto il petto. Sicuro del fatto che la ragazza non corresse pericoli mise in moto, diede gas e con un'inversione uscì dal cancello, seguito dalle proteste delle fans. Strawberry, dal canto suo, era ancora imbambolata ed avvertiva ancora presente il famigliare rossore. Quasi non si rese conto di sfrecciare a 90km/h per il quartiere di Ginza, una zona della città molto trafficata, soprattutto a quell'ora. Ryan schivava abilmente le molte automobili che gli si paravano davanti e in poco tempo superò l'imbottigliamento sbucando in una via periferica. E fu solo quando prese una curva ad alta velocità che sentì Strawberry reagire e stringersi a lui in un abbraccio spezzaossa. Lui, fingendo non curanza, alzò lo sguardo al cielo e si rese conto che aveva iniziato a tuonare ancora più rumorosamente. Tra poco si sarebbe sicuramente verificato un acquazzone.Lei, invece, temeva solo di morire. "Oddio Ryan è pazzo a guidare così veloce!", pensò mentre appoggiava il capo alla schiena del ragazzo, chiudendo gli occhi per non vedere sotto di sé l'asfalto sfilare veloce. Sentiva il cuore batterle all'impazzata. Poi d'un tratto la velocità diminuì sensibilmente e ci fu una frenata. La rossa alzò la testa per vedere quale ne fosse il motivo.-Siamo arrivati.- la voce di Ryan fugò ogni suo dubbio. Davanti a loro s'innalzava la grande costruzione rosa del caffè Mew Mew. -Sei ancora tutta intera?- la canzonò. Strawberry non rispose subito, cercando di calmare il battito cardiaco. Fece un respiro profondo e si tolse il casco. Non lo avesse mai fatto: Ryan era a pochi centimetri da lei e la fissava con i suoi meravigliosi occhi azzurri, ora velati di preoccupazione. -Stai bene?- le chiese preoccupato, addolcendo il tono di voce. -Sei... sei un pazzo!- lo aggredì lei, riprendendosi. -Mi hai tolto cinque vite con la tua guida suicida!-Tanto te ne rimangono altre quattro, no?- scherzò lui. "Si è già ripresa"Al che la ragazza scese bruscamente dalla moto e cercò di colpirlo. Purtroppo la testa iniziò a girarle e vide tutto sfuocato per un attimo, rischiando di cadere a terra. -Ehi!- Ryan l'afferrò per la vita e la sostenne. -Ti ho sconvolta così tanto?Lei ammiccò un paio di volte prima di fargli segno di rimetterla in piedi. -Se starò male sarà per colpa tua!- lo minacciò tirandogli un pugno al petto, avviandosi poi alla porta sul retro. Il biondo scosse la testa e andò a mettere la moto in garage. Quando Strawberry entrò nel caffè sentì distintamente il brusio provocato dai numerosi clienti già presenti nel locale. Stava per avviarsi allo spogliatoio quando sentì l'inconfondibile rumore di un piatto che andava in pezzi. Sicuramente era stata colpa di Lory, che con la sua sbadataggine rompeva minimo una porcellana al giorno. Scuotendo la testa entrò nel camerino e si cambiò in fretta. -Ciao a tutti!- salutò entrando nella sala e trovandovi le amiche. -Strawberry, alla buon'ora!- brontolò vivacemente Mina. Lei le lanciò un'occhiataccia. -Non sono arrivata in ritardo.- le fece notare indispettita. -No, è vero.- dovette ammettere la mew blu. -Come mai?-Ryan mi...- ma si bloccò subito. Se avesse rivelato che Ryan frequentava la sua stessa scuola si sarebbe sollevato un pandemonio. -...ehm, dicevo, il cielo si è rannuvolato e dato che non volevo bagnarmi ho fatto una corsa.- si affrettò a precisare. Si grattò la testa, tesa e aspettò la reazione delle altre. Non sembrava però che l'avessero bevuta. -In effetti è da stamattina che il cielo è grigio.- commentò candidamente Lory, mentre si avviava a prendere le ordinazioni. -Ehm... novità dagli alieni?- chiese timidamente la rossa, cambiando argomento.Fu Pam a risponderle:-No, nessuna. Kyle non ha rilevato nulla, ora è in cucina.La ragazza annuì e si avviò verso la stanza da cui proveniva un invitante profumo.-Ciao Kyle!- salutò allegra. -Cosa cucini?-Ciao Strawberry! Sto preparando una crostata alla frutta.- disse chinandosi a livello del forno per controllare la cottura. -Hai visto Ryan?- chiese dopo un po'.-Sono qui.- la voce del ragazzo irruppe nella sala. Sia la rossa che il moro si girarono verso di lui. Il biondo lanciò uno sguardo carico di significati a Kyle e quello intuì molte cose. -Già che siamo tutti qui, vorrei delle spiegazioni.- esordì la mew rosa schiarendosi la voce. Il cuoco guardò interrogativamente l'amico americano. Quello annuì sconsolatamente. -Mi ha scoperto.- si scusò. -Dobbiamo dirle tutto... o almeno quello che può capire.-Ehi!- Strawberry gonfiò le guance e lo fulminò piccata. -Modera i termini, genietto.Ryan non raccolse la provocazione, ma il suo sguardo s'indurì di colpo e l'azzurro dei suoi occhi divenne molto simile al colore del ghiaccio, freddo e pungente. -Su, ragazzi, non litigate.- Kyle, come sempre, cercò di placare i due. -Va bene.- acconsentirono di malavoglia i due ragazzi. -Ora, raccontatemi tutto.- li pregò sfilando una sedia da sotto il tavolo. Dopo un altro rapido sguardo all'americano si accomodò, invitandoli a fare lo stesso. Strawberry lo imitò subito mentre Ryan rimase in piedi, appoggiato allo stipite della porta. Rimase in silenzio ostinato, costringendo la rossa a cominciare il racconto. Dopo un po' che l'ascoltava, annoiato, lasciò spaziare lo sguardo verso la finestra che dava sul giardino e si accorse che aveva iniziato a piovere. Gli altri due non se n'erano minimamente accorti, troppo intenti a discutere. D'un tratto un lampo, accompagnato dal rombo di un potete tuono, squarciò l'immobilità dell'aria. La mew rosa a quel rumore improvviso sobbalzò, mentre le spuntavano le orecchie e la coda da gatta, ritte per lo spavento. -Ma guardati, sobbalzi per un tuono.- la canzonò il biondo con un sorrisetto maligno. Lei si voltò verso di lui e lo scrutò inviperita come se volesse decidersi sul da farsi. Alla fine si alzò e marciò verso di lui. Ryan non si mosse di un millimetro, le braccia incrociate al petto e sul viso un'espressione sbeffeggiatrice. -Non ti permetto d'insultarmi!- gli urlò a pochi centimetri dalla faccia. Lui fece spallucce e chiuse un attimo gli occhi. Strawberry irritata dal suo comportamento aggiunse:-E guardami quando ti parlo!Il ragazzo fece come gli era stato ordinato e tornò a fissarla con i suoi occhi magnetici. Lei desiderò non avergli imposto nulla e scostò lo sguardo, imbarazzata. Non era ancora riuscita, da quando lo aveva incontrato, a sostenere il suo sguardo per più di qualche secondo. -Allora?- fece l'altro. Evidentemente si aspettava una sfuriata dalla cameriera, ma questa non sembrava voler arrivare. Strawberry alzò lentamente lo sguardo e, ritrovato il coraggio, fece per dirgliene quattro quando un altro tuono rimbombò nella stanza. La ragazza fece un balzo, buttandosi letteralmente al collo dell'americano mentre le rispuntavano le orecchie e la coda nere. Ryan, colto alla sprovvista, la sostenne e avvertì distintamente i brividi che la scuotevano. Aveva veramente una paura matta dei temporali. Rimasero così per un po', sotto lo sguardo allibito di Kyle, finchè la rossa non si calmò. -Potresti scendere, adesso?- le chiese, spazientito. Lei aprì gli occhi, tenuti chiusi fino a quel momento, e lo osservò interrogativa. -Mi sei saltata in braccio.- le spiegò lui, notando la sua espressione. Strawberry prima impallidì e poi si colorò di un rosso acceso. Mormorando scuse incomprensibili si fece posare a terra. Non si era proprio resa conto di quello che aveva fatto.Rimase ancora qualche secondo immobile, troppo imbarazzata per dire qualsiasi cosa, poi scappò fuori dalla cucina. -Ryan! Un giorno finirai per ucciderla.- scherzò Kyle, tornando a dedicarsi al suo dolce. -Semmai è il contrario.- replicò lui, uscendo a sua volta. Scuotendo la testa, divertito, si diresse verso la sala piena di tavolini dove le cinque paladine stavano sgobbando come matte. Dato che stava piovendo molte persone avevano deciso di fermarsi al Cafè per ripararsi. -Ragazze volete una mano?- stranamente quel giorno si sentiva servizievole. Si guardò intorno e vide Strawberry sparecchiare un tavolo vicino alla finestra. Mina alzò lo sguardo dalla sua tazzina di thè e disse:-Sì, Ryan. Guarda quanta gente c'è, non ce la facciamo.-Proprio tu lo dici?- la rimbeccò lui. La ragazza incassò il colpo e gli scoccò un'occhiata malevola prima di riprendere a sorseggiare la bevanda. -Va be', vado a prendere le ordinazioni ai tavoli.- disse prendendo un blocco per gli appunti dal bancone. Si diresse con passo felpato verso un tavolo occupato da una coppia sui vent'anni. Con un sorriso angelico li salutò cortesemente ed attese le loro richieste. Le ragazze si erano fermate ad osservarlo.-E' incredibile come riesca a cambiare espressione in un batter d'occhio.- sbottò Mina. -Prima mi ha rimproverata e ora eccolo lì tutto sorrisi e cortesia.-Su, Mina. È il gestore, se si comportasse male con i clienti sai che figura ci farebbe?- la riprese Pam. -Sì, è vero Pam cara.- assentì ammirata la mora. Era risaputo che per lei ogni parola della modella era una verità inconfutabile. -Sapete, gli si addice di più quell'espressione sorridente.- intervenne Lory. Tutte la guardarono sospirando: con lei non c'era proprio niente da fare, era innamorata persa del bel biondo quindi ai suoi occhi rapiti lui era un essere perfetto. -Sì, Lory, lo sappiamo che ti piace.- disse Paddy con aria saccente. La mew verde arrossì. -ti dirò, io non lo riconosco quando fa così.- ammise saltando su una palla ed iniziando a fare uno dei suoi numeri. In quel momento l'oggetto della loro discussione le costrinse a disperdersi con un'occhiata delle sue perché erano arrivati nuovi clienti.-E' tornato quello di prima- commentò Mina prima di riaccomodarsi.Strawberry, intanto, stava servendo un tavolo con tre studentesse delle medie, intente a lanciare sguardi d'approvazione a Ryan. Lei non capiva sinceramente tutto quell'interesse e inoltre la cosa (inspiegabilmente) la infastidiva: capiva che fosse innegabilmente un bel ragazzo, ma quanto a carattere era proprio pessimo. Appena anche solo una di quelle ragazze lo avesse conosciuto meglio sarebbe scappata a gambe levate. Scuotendo la testa finì di scrivere l'ultima ordinazione e si allontanò verso la cucina.-Kyle, lo sai che Ryan sta servendo ai tavoli?- chiese una volta dentro.-Sì, a volte lo fa anche lui. Gli serve per liberare la mente dai pensieri.- disse lui senza distogliere lo sguardo dal forno. -Comunque mette soggezione vederlo con quel sorriso, almeno per me è così.- ammise stringendosi nelle spalle.Il moro ridacchiò e si voltò a guardarla. -Da piccolo sorrideva spesso.- le assicurò. Prese alcuni piatti dal tavolo e li porse alla ragazza, che ringraziò e scomparve oltre la porta in stile saloon.Non fece nemmeno in tempo ad arrivare nella sala che per poco Paddy non le venne addosso.-Paddy, stai attenta!- le urlò sollevando in alto il vassoio in cui erano i piatti e i bicchieri per salvarli da quell'uragano coi capelli biondi. -Scusa, Strawberry, ho perso il controllo della palla.- ammise rialzandosi. Riprese la sfera e con un balzo vi fu di nuovo in piedi.-Benedetta ragazza.- sospirò la mew rosa, allontanandosi. Fece ricomparire il suo solito sorriso e andò a portare le porzioni di torta alle tre ragazzine di prima mentre Ryan la superava, ignorandola. Lei non ci fece caso più di tanto, dato che lo faceva spesso, e sistemò i piatti sul tavolo per poi appoggiare anche le bibite. Fece un inchino e scomparve in cucina. Non lo avesse mai fatto. Appena ebbe mosso qualche passo Mina l'apostrofò dicendo:-Strawberry muoviti, non vedi che siamo pieni di clienti?La rossa strinse i pugni, trattenendosi dal saltarle addosso e la ignorò, puntando direttamente verso la cucina.-Ehi! Non si ignora la gente!- la sentì sbraitare. Aprì la porta ed entrò. Trovò Kyle intento ad impacchettare una torta di due strati ai mirtilli e incuriosita si avvicinò.-Kyle, cosa stai facendo?- chiese.-Ah, Strawberry!- fece lui, alzando lo sguardo dalla sua opera. -Avrei bisogno che tu consegnassi questa torta a questo indirizzo.- con il suo sorriso dolce e disarmante le porse un foglietto. La ragazza lesse quello che c'era scritto e si rese conto che non era poi tanto lontano.-Non ti preoccupare, ci penso io.- disse, mettendosi sull'attenti.-Va bene, grazie mille. Ecco.- il cuoco le mise il pacchetto tra le mani, ridendo per il suo gesto militaresco. -Vado e torno.- annunciò lei sparendo. "Meglio che esca dalla porta secondaria." Si disse cambiando velocemente direzione e imboccando il corridoio che portava alle scale. Uscì silenziosamente per non farsi scoprire da un certo biondino e si richiuse la porta alle spalle. Purtroppo per lei il ragazzo aveva assistito a tutto, nascosto all'ombra delle scale.Appena fuori Strawberry inspirò a fondo l'aria frizzante d'autunno inoltrato. Rabbrividendo leggermente nel giacchetto in cui si era avvolta prese ad attraversare il giardino.
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Un angelo a scuola
FantasySe Ryan fosse costretto a riprendere gli studi a causa di un nuovo nemico? E se questo nemico fosse, strano ma vero, un Gangrel?Un vampiro in grado di trasformarsi in animale è diffilce da scovare, ancor di più quando sembra che si nasconda nella sc...