Cap. 22 Con occhi diversi

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-Cos'è successo?- domandò la ragazza.Kyle e Ryan la fissarono, in difficoltà. Le altre stavano servendo, quindi non avevano ascoltato il breve scambio di battute tra i due.-Nulla.- tagliò corto il biondo.Lei lo guardò malissimo, socchiudendo gli occhi castani. -Cos'è successo?- ripetè, scandendo bene le parole.Il moro allora sospirò. -Lucas e Mark sono stati attaccati da Revenge.- iniziò.Annuì, facendogli segno di continuare. -Poi? Lui scambiò un'occhiata con l'amico. -Sono in ospedale e Mark è sotto shock.- rivelò infine Ryan.Strawberry si portò le mani alla bocca. -Oddio, allora ho sentito bene!- gemette.-Per favore, stai calma.- Kyle le si avvicinò, preoccupato.-Calma...? Il mio fidanzato è all'ospedale in stato di shock! E chissà come sta Lucas... non posso calmarmi!- la sua voce stava diventando isterica.Con la coda dell'occhio, il proprietario del Cafè vide alcuni clienti voltare la testa verso di loro. -Kyle... andate in cucina. Ci penso io, qui.- disse solo.Il ventunenne gli lanciò un'occhiata, poi annuì, portando la mew con sé.-Ryan... che succede?- Pam gli si avvicinò, rapida e discreta.-Dobbiamo chiudere il locale.- comunicò. Mina li raggiunse, attirata dal loro parlottio. Il biondo la intercettò prima che potesse fare qualsiasi domanda. -Aiutami.Rimase a fissarlo, perplessa, ma un'occhiata della modella la distolse dal protestare. Lory e Paddy si aggregarono al gruppo subito dopo.Iniziarono a diffondere la notizia della chiusura anticipata tra i clienti, scusandosi per il disagio.-Ma insomma, si può sapere cos'è successo?- sbottò la mora, una volta congedate tutte le persone.Ryan la fissò, valutando il suo atteggiamento. Infine disse:-Mark e Lucas sono stati attaccati e ora sono all'ospedale. Mark è grave.Lory sgranò gli occhi, sconvolta. -Strawberry lo sa?- chiese.Lui annuì. -E' di là con Kyle.Le ragazze si precipitarono in cucina, senza nemmeno aspettare un invito.-Ma sei veramente sicuro che abbia detto "sotto shock"?- chiese, per l'ennesima volta.Kyle confermò, anche se a malincuore.-Strawberry...- si sentì mormorare. I due si voltarono e trovarono tutte le ragazze sulla soglia. Fece per dire qualcosa, cercando di non farle preoccupare, ma loro la circondarono e la abbracciarono.Arrossì, imbarazzata per quella dimostrazione d'affetto.-Grazie.- le strinse, lasciandosi avvolgere dal loro calore e affetto. Quando sollevò gli occhi trovò il biondo a fissarla. Non le disse niente, si limitò ad osservare la scena.Rimasero così per un po', fino a quando la rossa non fu libera.-Possiamo andare in ospedale? Dovremmo avvertire i suoi genitori...- disse Lory. Tutti concordarono su entrambi i punti.-Non credo che Lucas li abbia avvertiti, non li conosce.- mormorò la mew neko.-Se vuoi posso farlo io.- si offrì Kyle. Lei scosse il capo, dicendo che ci avrebbe pensato personalmente.-Bene, allora... noi andiamo a controllare e...- iniziò Ryan.Mina si fece avanti. -Eh, no. Veniamo anche noi.- disse, decisa. La fissò e poi scrutò anche le altre: erano tutte dello stesso parere.-D'accordo. Allora ci troviamo all'ospedale, nell'ingresso.- decise, passandosi una mano tra i capelli.-Quale ospedale?- s'informò Pam.-L'Aiiku.Annuirono e si affrettarono a scendere di sotto per cambiarsi. Rimase solo Strawberry.-Sicura di sentirtela?- il moro le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla. Ryan si mantenne a distanza, non sapendo cosa dire. Non era bravo a consolare le persone.Lei alzò la testa e guardò il cuoco. -Sì... io... sì, credo di sì.- mormorò, stringendo tra le mani il cellulare.-Ok. Noi ti aspettiamo fuori.- le disse, accennando un sorriso.-Io vi aspetto là. Accompagnala tu, Kyle.- annunciò il biondo, infilandosi la giacca. Il ragazzo fece per protestare, ma notò lo sguardo dell'amico: era combattuto perché voleva aiutare Strawberry, ma al tempo stesso si sentiva ferito dal suo precedente comportamento.Si limitò a fare un cenno col capo e poi si voltò verso la ragazza.Aveva avviato la chiamata e si stava mordendo il labbro inferiore, in ansiosa attesa. Fu il primo ad arrivare.Viaggiando su due ruote ad una velocità prossima agli 80 km/h era abbastanza semplice scivolare indisturbati nel traffico di Tokyo.Si diresse a grandi falcate presso il banco d'accettazione e chiese del reparto di terapia intensiva. L'infermiera alzò il capo per rispondergli e rimase a fissarlo basita per qualche istante.-Per favore, sono di fretta.- la esortò.Quella si riscosse e gli diede il numero del piano. Ringraziò e si affrettò a prendere le scale, non volendo attendere l'arrivo dell'ascensore.Quando arrivò nel corridoio d'aspetto, vide Lucas. Il ragazzo aveva le gambe stese davanti a sé e la schiena appoggiata malamente alla sedia. Sembrava addormentato, anche se era quasi sicuro che non lo fosse.-Lucas.- chiamò.Le palpebre si sollevarono e gli occhi verdi del giovane lo trovarono. Si mise in piedi con un movimento fluido. -Ryan...- mormorò.-Come stai? Tutto ok?- gli si avvicinò, scrutandolo in cerca di ferite evidenti.Lui sorrise della sua preoccupazione. -Sono quasi nuovo. Ho tenuto la medicazione per non insospettire nessuno. Un giorno e sarò come prima.- riferì.-Mi fa piacere.- disse, pratico, l'altro. -Mark?Si rabbuiò. -Non lo so. L'hanno ricoverato d'urgenza.- ammise.-Dimmi cos'è successo, per filo e per segno. Tra poco Strawberry sarà qui e darà di matto, poco ma sicuro.- lo esortò. Lucas annuì e fece come gli era stato chiesto.Dieci minuti dopo, Ryan lo stava fissando pensieroso. -Quindi... ora il Cavaliere non esiste più? Revenge lo ha assorbito?- ricapitolò.Il dampyr annuì. -Voi avevate supposto che fosse una parte di Profondo Blu, giusto?- domandò. Il biondo annuì. -Bene. Credo che... mio padre abbia voluto fargli sapere che non è il galoppino di nessuno.-Non mi piace essere in debito col nemico. Soprattutto se è un vampiro e vuole ammazzarmi.- commentò il ragazzo.-Ti capisco.L'americano si guardò intorno, cercando con lo sguardo le ragazze.-Pam sta arrivando, è qui sotto. Le altre non sono ancora qui.- gli riferì l'europeo. Lui lo fissò stupito, ma poi annuì. D'altronde era una creatura soprannaturale, era normale che avesse un udito molto fine.-Se dovesse succedere qualcosa...- si passò una mano sul viso, lasciandosi cadere su una sedia.-Andrà bene.- tentò di rassicurarlo Lucas. Ryan sollevò un angolo della bocca, per nulla convinto. -Be', meglio di niente, no?-Meglio di niente. Ora dovrò solo affrontare Strawberry.- mormorò, appoggiando la nuca al muro. Le ragazze arrivarono nei successivi venti minuti e si raccolsero attorno a Lucas, nell'attesa di avere notizie.I genitori di Mark erano arrivati con la paura negli occhi e il giovane europeo aveva cercato di fare del suo meglio per tranquillizzarli. Si era aggregata anche Strawberry, anche se era un po' disorientata. D'altronde era comprensibile, in una di quelle camere d'ospedale giaceva il suo fidanzato. Dopo aver formulato quel pensiero, Ryan fece una smorfia."Non è il momento.", si disse.Scosse la testa e si concentrò sui discorsi d'incoraggiamento delle ragazze e sull'ansia che avvertiva nella voce della rossa. -Vieni qui.- le disse, ad un certo punto. Tutte le voci si spensero e lei si voltò a fissarlo. Lui annuì, confermando le proprie parole con un gesto d'invito.La mew gli lanciò un'occhiata perplessa.-Non ti mordo, su.- suonò un po' troppo scocciato. La vide già pronta a ribattere, ma sembrò ripensarci e gli si avvicinò, sedendosi nella sedia accanto alla sua.-Cosa vuoi?- chiese, cauta.Era già abbastanza in ansia, non era proprio il caso che ci si mettesse pure lui con le sue provocazioni.Senza una parola Ryan l'attirò a sé e la fece appoggiare alla propria spalla, coprendole gli occhi con la mano.-Ehi, ma che fai...?- sollevò le mani per liberarsi.Il biondo si sporse verso di lei. -Calmati. Sfogati, se ne hai bisogno.- sussurrò. Era l'unica cosa che poteva fare, in quel momento. Anzi, era l'unica cosa che potevano fare: lei sfogarsi e lui consolarla. Strawberry si rilassò un poco, inspirando involontariamente il suo odore.Poi, improvvisamente, tutta l'agitazione e la paura accumulate esplosero in un fiume di lacrime e lei si ritrovò a cercare rifugio nell'incavo del suo collo, il viso nascosto dai suoi capelli biondi come il grano. Nessuno parlò e l'americano si limitò a tenerla vicino a sé, in silenzio.Quando Kyle li raggiunse, li trovò ancora nella stessa posizione. Le ragazze si erano messe a parlare tra di loro oppure con Lucas.-Novità?- chiese, dopo una piccola esitazione. Ryan sollevò la testa e fece un segno di diniego. In quel momento le spalle di Strawberry si rilassarono del tutto e la ragazza si spostò lentamente. Lei e il biondo si scambiarono un'occhiata e lei mormorò un grazie a fior di labbra, alzandosi per andare a prendere qualcosa da bere.-Speriamo bene.- si augurò Paddy, osservando l'amica allontanarsi. Il cuoco si sedette, abbracciando con uno sguardo tutti i presenti.-Lucas, cos'hai detto per giustificare le vostre ferite?- gli domandò. Ryan raddrizzò la schiena, dandosi del cretino per non aver posto quella domanda. Il dampyr si voltò a guardarlo, smettendo di ascoltare i rumori al di là della porta a doppio battente che li separava dalle stanze da letto.-Be'... ho detto che siamo stati assaliti da un gruppo di ragazzi. Erano tutti incappucciati, quindi nessuno di noi due li ha visti. Abbiamo rifiutato di dar loro i soldi e si sono vendicati.- fece spallucce, riassumendo la versione ufficiale data ai medici del pronto soccorso.Kyle valutò la risposta in silenzio. -Bene... ottima scelta. La rapina è plausibile.- mormorò, approvando.Stava per dire altro, quando il riccio si mise sull'attenti, puntando lo sguardo alla propria destra.Un battente a vetri si aprì, lasciandone uscire quelli che, a prima vista, sembravano i genitori di Mark. La coppia si bloccò, ritrovandosi a fissare quel piccolo gruppo di persone.-Salve.- Ryan si fece avanti, anticipando il suo amico di sempre.-Salve...- rispose l'uomo, leggermente disorientato.-Siete gli amici di Mark? C'è anche Strawberry?- chiese la signora Aoyama.Il biondo annuì. -Come sta?I due si scambiarono un'occhiata. -Per ora sta dormendo. Non è in pericolo di vita, anche se lo shock è stato un duro colpo per il suo corpo. Lo terranno in osservazione per un paio di giorni...- rispose il padre.-Ha riportato danni di qualche genere?- s'informò l'americano. -Il medico che l'ha in cura si è detto preoccupato circa l'encefalogramma, ma non sappiamo nulla per certo.Il ragazzo annuì nuovamente, abbassando lo sguardo sul pavimento.Con la coda dell'occhio vide la mano del signor Aoyama raggiungerlo. -Vi ringraziamo per la vostra presenza.- disse.-Non deve ringraziare noi, ma Lucas. Era con lui al momento dell'aggressione.- gli indicò il compagno.L'uomo allora lo raggiunse e gli fece un profondo inchino, che il giovane ricambiò impacciato. Sua moglie rimase a fissare Ryan. -Tu sei il proprietario di quel Cafè tutto rosa, vero?- gli chiese.Annuì. -Sì, lavoriamo tutti lì.- confermò.-Mi fa piacere che tu sia amico di mio figlio, mi sembri un bravo ragazzo.- gli sorrise. Lui fece per protestare, desideroso di chiarire il tipo di rapporto che aveva con Mark, ma si trattenne. Non era proprio il caso di dire alla madre che non lo trovava esattamente simpatico. Era in un letto d'ospedale ed era per colpa sua, anche se indirettamente.Aveva avviato il progetto con la speranza di poter salvare la Terra, senza immaginare che un ragazzo assolutamente non coinvolto ne avrebbe fatto le spese."Nulla va come vorremmo.", pensò.-Chiwa.- la donna si voltò e raggiunse il marito. -Noi andiamo. Torneremo questa sera. Per oggi non faranno entrare più nessuno, mi dispiace ragazzi.Le mew mew protestarono, ma Kyle le acquietò.I genitori di Mark si congedarono, lasciandoli soli.-E adesso? Hanno detto che non faranno entrare nessuno.- brontolò Paddy.-Torneremo domani.- disse Mina, pratica. La bionda mise il broncio, infastidita dall'impedimento.-Mina ha ragione, torneremo domani.- disse Ryan.-E Strawberry?- domandò Lory. La diretta interessata ricomparve con in mano una bottiglietta d'acqua. -Cosa?Si voltarono tutti a fissarla. -Per oggi non faranno entrare più nessuno.- le comunicò Kyle. Lei lo fissò stupita. -Sul serio?- chiese.-Sì. Ma non ti preoccupare, abbiamo parlato coi suoi genitori e non è in pericolo di vita.- la rassicurò.La mew sospirò, sollevata. -Meno male...- mormorò.-Su, ora andiamo.- li esortò il biondo.Si avviarono verso l'uscita, parlando il meno possibile. Una volta fuori Lucas li salutò e si avviò verso casa, assicurandoli del fatto che stesse bene.Le ragazze fecero lo stesso e così Strawberry. Ryan, però, la bloccò.-Sicura che sia tutto a posto?- le chiese. Aveva il solito atteggiamento impermeabile agli avvenimenti esterni, ma era sinceramente preoccupato per lei. Negli anni aveva sviluppato una sorta di protezione nei confronti dei dolori improvvisi, soprattutto se legati ai propri affetti e per lui era stato facile non crollare psicologicamente. Lo stesso non si poteva dire della rossa.Inaspettatamente, però, lei fece un mezzo sorriso e disse:-Tutto ok, grazie dell'interessamento.Salutò lui e Kyle e si avviò a passo lento.-Non mi fido.- mormorò il moro.-Nemmeno io. Teniamola d'occhio, nei prossimi giorni.- disse l'amico. Camminava a testa bassa, tenendosi a margine della strada.Stava attraversando uno dei tanti quartieri vicino all'ospedale, ma avrebbe benissimo potuto essere in pieno centro. Non le importava dove fosse."Mark è finito all'ospedale per colpa di Revenge...", meditò, facendo scricchiolare la neve sotto le suole dei suoi stivaletti."Per colpa del progetto. E lui non è nemmeno una mew mew.", continuò. Inspiegabilmente il suo ragionamento la condusse a Ryan. E, senza pensare, la sua mente lo accusò.Si bloccò, stranita. -No... ma che vado a pensare?D'accordo, Ryan aveva dato vita al progetto, ma le aveva avvertite sin dal primo momento circa i pericoli che avrebbero incontrato. Mark era entrato a far parte del loro mondo per un effetto collaterale dell'invasione aliena."Potrei incolpare gli alieni, ma non servirebbe a nulla.", sospirò. Voleva vederlo per accertarsi che stesse bene, ma aveva anche paura.Sapeva che non sarebbe riuscita a nascondergli quei nuovi sentimenti che stavano nascendo in lei, ma non poteva assolutamente dirglielo.Non mentre era collegato a delle macchine e aveva le braccia piene di aghi.E poi, tanto per complicare la situazione, Ryan si era dimostrato inspiegabilmente... comprensibile. Ne aveva passate tante, dopo la morte dei suoi genitori, e il comportamento da duro che metteva in atto dipendeva quasi esclusivamente da quello, ormai lo sapeva. Nonostante quello, aveva tentato di aiutarla, anche se non era tipo da farlo."Ci tiene veramente, a me.", si disse, arrossendo un poco. Arrivare a quella consapevolezza era strano.-Ma non potevo rimanere sola?- si chiese. Sarebbe stato tutto più facile.Scosse la testa, tentando di portare i propri pensieri lontano da quei ragionamenti altamente masochisti.Doveva affrontare la cosa, aveva già pianto abbastanza. Il locale era pieno come solito e Lucas non aveva preso nemmeno un giorno di permesso, dicendo che non ce n'era bisogno.Sembrava che l'aggressione fosse un lontano ricordo o che non fosse nemmeno accaduta.Anche le ragazze si erano rasserenate, soprattutto quando Strawberry aveva detto loro che le visite iniziavano nel tardo pomeriggio.-Come fai a saperlo? Delle visite, intendo.- le chiese Lory, sistemando un resto nella cassa.La rossa si bloccò e la fissò. -Oh... la mamma di Mark ha telefonato a casa mia.- rispose. -E' stata molto gentile.L'amica le lanciò un'occhiata da dietro le lenti. -Le hai chiesto se ci sono novità...?Scosse la testa.-Ehi, se state organizzando una visita a Mark voglio venire anche io.- Paddy s'intromise nel discorso, accostandosi al bancone con uno dei suoi grossi palloni.-No, non stiamo organizzando niente. Scusate, devo andare a recuperare la mia ordinazione.- disse la mew neko e sparì in cucina.Le due si fissarono, perplesse. -Secondo me non verrà, non oggi.- mormorò la ragazza dai capelli verdi. L'amica concordò.-Ehi, Strawberry! Hai un'ordinazione?- l'accolse Kyle. Lei annuì e gli consegnò i foglietti. Il ragazzo li consultò brevemente e poi iniziò a riempirle un vassoio.-Mi ha telefonato la mamma di Mark. Ha detto che possiamo andare a trovarlo, oggi.- buttò lì, mentre si guardava intorno.Il ragazzo le lanciò un'occhiata mentre si chinava sul forno. -Sì? E tu verrai con noi?- le chiese. Aveva intuito il motivo di quel discorso.Strawberry esitò. -Non lo so... non me la sento di vederlo.- confessò.-Perché? Per la questione di Ryan?- domandò, cauto. La vide annuire, anche se con qualche riserva. -Non c'è nulla di male nel cambiare idea. I sentimenti non sono immutabili.- cercò di rassicurarla.-Sì, ma avrei dovuto...- iniziò, ma s'interruppe vedendo entrare proprio il biondo. -Fa niente. L'ordine è pronto?Kyle le porse il vassoio e lei s'affrettò ad uscire.Ryan la guardò stranito e chiese spiegazioni all'amico, fissandolo interrogativo. Quello scosse la testa, sillabando il nome del fidanzato della ragazza. Quando arrivò l'orario di chiusura, tutte le ragazze si erano messe d'accordo per andare a trovare Mark. Terminarono di sistemare e poi andarono in cucina.-Noi andiamo all'ospedale, venite con noi?- annunciò Pam, sulla soglia. Kyle e Ryan stavano discutendo di alcuni dati sulle recenti attività della Mew Acqua. Anzi, per la precisione il biondo leggeva le informazioni dai fogli che teneva in mano e il moro gli dava il suo parere, continuando a pulire il piano di lavoro e gli utensili.Erano una squadra efficiente.Si fermarono e le guardarono. -Vi accompagno.- si offrì il ventunenne.-Ryan?- la modella spostò lo sguardo sull'altro ragazzo.Lui scosse la testa. -No, domani. Ci porterò Strawberry.- disse. Paddy fece per replicare, ma lui la anticipò. -Quasi sicuramente vi dirà che non vuole venire.Le giovani li guardarono stranite.-Da quando sei uno psicologo?- chiese Mina, scettica.-Mai stato. Ma ho la presunzione di conoscervi, almeno un po'.- sollevò un angolo della bocca, guardandola dritto negli occhi. Lei distolse lo sguardo, fingendosi infastidita: in realtà non amava essere fissata e l'aveva capito osservandola lavorare lì al Cafè.-D'accordo... allora non dobbiamo nemmeno chiederglielo?- domandò la mew lupo.Lui fece spallucce. -Chiedete, non ho detto che ne sono sicuro.Annuirono e sparirono verso gli spogliatoi.-Dirà di no.- commentò il biondo.-Ormai la conosci bene, eh?- sorrise Kyle.L'amico lo scrutò e poi spostò gli occhi altrove. -Non come vorrei.Tornarono a dedicarsi alle loro ricerche e non s'interruppero nemmeno quando le quattro li salutarono, uscendo e dicendo loro che Strawberry era già andata a casa.-Visto?- fece Ryan.-Cosa?- Lucas entrò in cucina.-Ehi, sei ancora qui?- Kyle lo guardò stupito.Il ragazzo annuì. -Sì, è strano? Ho lasciato la precedenza alle signore, sembravano andare di fretta.- indicò alle proprie spalle.-Sì, andavano all'ospedale.- confermò il cuoco.Il dampyr s'infilò le mani nelle tasche, appoggiandosi allo stipite della porta. -Non sapevo fossero così legate a Mark.- commentò.-Non lo sono. Lo fanno per Strawberry, principalmente. Lui è il suo ragazzo.- s'inserì Ryan, con voce piatta.L'europeo lo guardò, in silenzio. -Non per molto.L'altro sollevò gli occhi dall'ultima pagina stampata, smettendo di scorrerne le voci. -Cosa?- domandò.-Ho detto che non sarà il suo fidanzato per molto. Ho fiuto per queste cose.- si toccò il naso, sorridendogli.-A questo proposito, io avrei un conto in sospeso con te.- si ricordò il biondo.-Bene, io ora vado. Ciao.- Lucas si dileguò in quattro e quattr'otto, lasciandolo con un palmo di naso.Kyle scoppiò a ridere vedendo l'espressione sconvolta dell'amico.-Sei sconvolto per la fuga o per il resto?- chiese.Ryan si voltò a guardarlo. -Entrambi. Sembra una vecchia zitella.- disse, facendolo ridere ancora di più.-Già. È particolare.- convenne. "E tu non ti sei nemmeno reso conto che ti guarda con particolare interesse.", aggiunse tra sé.Anche lui era abbastanza curioso da aver osservare tutto quello che gli succedeva attorno. Aveva seguito i movimenti del nuovo arrivato e aveva scoperto il suo interesse per Ryan.Magistralmente celato, ma comunque individuabile.Chissà se glielo avrebbe mai confessato, soprattutto dopo aver collaborato per far avvicinare il biondo e la rossa."Staremo a vedere.", pensò.-Ma tu non dovevi accompagnarle?- si sentì chiedere.Si bloccò. -E' vero! Vado.-Entriamo?Si trovavano davanti alla porta della stanza di Mark, ma nessuno osava aprirla.Kyle prese un respiro profondo ed abbassò la maniglia.La camera era abbastanza piccola, aveva una finestra sulla sinistra e il letto al centro. Il ragazzo stava dormendo, apparentemente ancora sotto sedativi.-Credevo che l'avremmo trovato sveglio.- fece Paddy, delusa. Il moro le lanciò un'occhiata e le fece un mezzo sorriso.-Non possiamo svegliarlo, dobbiamo aspettare che lo faccia da solo.- le disse.Lei annuì, fissando il letto.-Non ha molto senso rimanere... non possiamo parlare con lui.- commentò Mina sottovoce.Rimasero per un po' sulla soglia, poi decisero di andarsene dopo avergli lasciato il mazzo di fiori che avevano comprato strada facendo.-Ci vediamo domani al locale... buonanotte ragazze.- le salutò Kyle. Ci fu qualche mormorio e poi si separarono.*** Si fermò davanti alla tromba delle scale, indecisa.Sapeva che doveva farlo, ma non era sicura del perché avesse bisogno di lui.Prese un respiro profondo e iniziò a scendere i gradini, facendo scorrere il palmo lungo il corrimano di metallo.Era freddo. Quando vide la porta blindata esitò un attimo, ma poi proseguì. Kyle le aveva detto che era lì dentro. Probabilmente stava facendo ricerche su ricerche, come suo solito.Di sicuro non gli si poteva rimproverare di essere negligente.Alzò la mano e bussò.-Sì? Aprì la porta e rimase ferma sulla soglia. -Ryan.- mormorò. Il ragazzo, sentendosi chiamare, posò la matita che aveva tra pollice ed indice e la fissò.-Vuoi andare da Mark?- le chiese.Lei rimase a bocca aperta. -Come fai a...?-Ti conosco.- disse solo, alzandosi e andandole incontro. -Allora... andiamo?Si fissarono per qualche istante, terra e cielo a contatto. Infine Strawberry annuì, precedendolo per le scale.-Andiamo in moto?- domandò, cercando di distrarsi. Non voleva pensare a ciò che l'aspettava.Vederlo immobile, in uno dei letti sterili dell'ospedale, avrebbe potuto far crollare tutta la sua determinazione.Voleva prepararlo al cambiamento, non sconvolgerlo. Né rimanere sconvolta.-Certo. Non riesco ancora a volare.- replicò lui, strappandole un sorriso. In poco partirono, lasciando un biglietto in cucina per Kyle, salito a farsi una doccia.Come sempre, sfrecciarono così rapidi che arrivarono in men che non si dica. Strawberry si sentì leggermente meno destabilizzata rispetto alle volte precedenti.Ma rimaneva comunque un'esperienza semi-traumatica.-Ieri le ragazze hanno detto che stava ancora dormendo. Forse non avremo fortuna nemmeno noi.- l'avvertì. S'incamminarono verso l'ingresso e Ryan la osservò attentamente, valutando il suo comportamento. -Sei agitata?La rossa alzò la testa di scatto. -Come? No... perché?-Sei agitata.-Non sono agitata.- replicò, alzando leggermente la voce. "Sì, lo sono.", pensò.-Non devi dirgli niente. Io sono solo il tuo accompagnatore.- tentò di farle capire che il piccolo trascorso romantico tra loro due non era cosa di cui preoccuparsi. D'altronde, ormai si era abituato ad essere uno spettatore, anche quando sembrava fosse il suo turno per entrare in scena.Strawberry non disse niente, colpita dai sottintesi delle sue parole. "E' disposto a farsi da parte...", realizzò, colpita. Fece per dire qualcosa, ma si rese conto di essere nella sala d'accettazione. Si morse il labbro inferiore e tacque.Si diressero verso gli ascensori e salirono sul primo che trovarono libero. Sapevano dove andare, quindi Ryan premette il numero del piano senza esitazione.Quando si ritrovarono davanti alla porta della camera 210, Strawberry fu presa dal panico.Le tremavano le mani e non osava muovere un passo di più.Ryan sembrò notarlo e le strinse una mano, avvicinandosi. -Andrà bene. Non è in pericolo di vita.- le sussurrò, tentando di suonare incoraggiante.-Sei sicuro?- piegò la testa per poterlo guardare in faccia. Lui scosse la testa, sincero. La mew allora sospirò. -Ok, entriamo.Fu il biondo ad aprire e a precederla nella stanza.Non appena furono dentro, Mark si voltò verso di loro e li fissò.-Ciao, Mark...- mormorò Strawberry. L'americano si limitò ad un cenno del capo, sentendosi già di troppo.-Ciao...- rispose lui. Aggrottò la fronte. -Ci conosciamo?I due si scambiarono uno sguardo, perplessi.-Non ci riconosci?- domandò lei. Il moro scosse la testa, sinceramente dispiaciuto.-Mia madre ha detto che ho un'amnesia temporanea... o almeno, è quello che sperano i dottori.- disse, rabbuiandosi leggermente nel nominare i medici."Non può essere vero.", pensò Ryan. Da un lato sarebbe stato troppo bello, dall'altro molto ingiusto. -Noi siamo tuoi amici.- decise di parlare. Strawberry sembrava un po' scossa dalla notizia.-Oh, davvero? Frequentiamo la stessa scuola?- domandò, sorridente.-S-sì...- mormorò la sua fidanzata.Lui spostò lo sguardo dall'uno all'altro e poi chiese:-Da quant'è che state insieme?A quella domanda sia Ryan che Strawberry sgranarono gli occhi, spiazzati.-Come, scusa?-Sì... il vostro deve essere un legame molto forte. Da quanto?- continuò a fissarli, in attesa della risposta.Sembrava assolutamente sincero.La rossa non sapeva da che parte guardare. -Noi non...-Oh, scusate. Sono stato indiscreto.- il ragazzo travisò il loro disagio e si scusò."Ryan, cambia argomento.", si disse il biondo. -Come ti senti? A parte l'amnesia?- gli chiese, avvicinandosi al letto.Mark ci pensò su un attimo. -Bene, direi. Non ho delle ferite particolarmente profonde, a parte quella sul fianco.- rispose.-Bene.- disse solo il suo interlocutore. -Ti sei svegliato da molto?Scosse la testa. -No... questo pomeriggio, dopo pranzo.- alzò gli occhi per cercare l'orologio.-Sei proprio sicuro di non ricordare chi siamo?- indagò Strawberry. Lui annuì. -Oh...-Dovrei ricordarmi...?- si agitò contro i cuscini, notando l'espressione di lei.La ragazza esitò, poi disse:-No, non ti preoccupare.Mark allora si rasserenò e si aprì in un sorriso. -Rimanete un po' a farmi compagnia? Così magari potete aiutarmi coi buchi della mia memoria.I due si consultarono con un'occhiata e si riscoprirono estremamente a disagio. Nonostante questo annuirono. Erano appena usciti, restando con Mark fino alla fine dell'orario delle visite.Il ragazzo aveva voluto farsi raccontare più cose possibili, soprattutto sui compagni. Aveva ancora tutta la memoria a lungo termine, sapeva ancora come si combatteva a kendo o quanti animali aveva avuto da bambino, il problema sembravano le persone. Faticava ad associare nomi e volti. Non ricordava la maggior parte delle relazioni sociali che aveva instaurato nell'ultimo anno e mezzo.La cosa più importante che non ricordava era Strawberry."Ha detto che siamo affiatati...", ragionò la rossa. Si era appoggiata contro la parete dell'ascensore e si stava fissando le scarpe, senza realmente vederle."Io... cosa devo fare? Se anche Mark dice che io e Ryan siamo fatti per stare insieme... ma non posso, non quando è in queste condizioni.", aggiunse, sistemandosi contro la superficie di metallo.L'americano, al suo fianco, era chiuso nel suo personale silenzio.Gli lanciò un'occhiata fugace, chiedendosi se anche lui stesse riflettendo sulle parole di Mark."Non posso ignorare quello che provo per Ryan.", si morse l'interno della guancia. "Ma non posso... non ricorda nemmeno chi sono.", senza rendersene conto scosse la testa.-Smettila di lambiccarti.- le disse il ragazzo.Alzò la testa di scatto, facendo ondeggiare le codine. -Come?-So che ti stai torturando su quale sia la cosa giusta da fare: non devi, non ci sono due alternative tra cui scegliere.- dirle quelle parole gli costava moltissimo. Stava sprecando la sua ultima occasione per farla sua, per strapparla a Mark.-Ma... Ryan... io non ho dimenticato nulla!- protestò lei. Gli occhi acquamarina del ragazzo la trafissero, sofferenti: nemmeno lui aveva rimosso quei ricordi.Sbuffò, distogliendo lo sguardo. -Non importa. Fallo e basta.- mormorò, piegando le spalle.Strawberry lo osservò attentamente, leggendo la rassegnazione e il dolore in quell'unico gesto. Aveva capito di contare molto per lui. Lo sapeva, perché glielo aveva confessato, esponendosi come mai aveva fatto. E lei cosa gli aveva dato in cambio? Un bel due di picche, perché era troppo codarda per parlarne col proprio fidanzato.Non era poi così difficile: avrebbe dovuto dirgli che provava qualcosa di forte per un altro ragazzo. Certo, non l'avrebbe presa bene all'inizio, ma poi sarebbe passata.Non era lei quella che si era giocata il tutto per tutto, confessandosi. E non era nemmeno quella che rischiava di più. Si era comportata da stupida e lo stava facendo anche in quel momento. Prese un respiro profondo mentre la decisione le si stampava a chiare lettere nel cervello. Si allungò e bloccò la discesa dell'ascensore.-Che fai?- la apostrofò Ryan.-Non voglio più scappare.- disse, tenendo lo sguardo basso. Ok, aveva preso una decisione, ma era comunque imbarazzante.-E da cosa dovresti scappare?- le chiese.-Da te, dai tuoi sentimenti e dai miei.- rispose senza esitazioni.Il biondo serrò la mascella, improvvisamente nervoso. Il suo cuore perse un battito. "Ed ecco la mazzata finale.", pensò.-Dobbiamo discuterne proprio in questo momento? Abbiamo appena lasciato la camera del tuo fidanzato.- le fece notare.Strawberry alzò la testa. -Sì, lo so.- disse. -Però devo dirti una cosa e devo farlo adesso.Lui si appoggiò dalla parte opposta, ostentando una sicurezza che non aveva. -Cosa dovresti dirmi?-Ho preso una decisione.-Be', so rendermi conto da solo quando la gente mi dà il ben servito.- distolse lo sguardo, già pronto a far ripartire l'ascensore."Non hai capito, stupido.", pensò lei. Si staccò dal suo appoggio e lo raggiunse. Lui la fissò stupito mentre la vedeva alzarsi sulle punte. Non si ritrasse, rimase immobile.La ragazza esitò un attimo, poi gli sfiorò le labbra con le proprie, leggera come una farfalla.Ryan spalancò gli occhi e lo guardò come se fosse un'aliena. -Cosa significa? Non voglio baci d'addio.- la fece scostare da sé.Scosse la testa. -Non è un bacio d'addio. Ho deciso di dar retta al mio cuore e di accettare i tuoi sentimenti. Oddio, mi sembra di essere in un manga, è troppo imbarazzante.- si ritrasse, nascondendo il viso tra le mani. Senza darle il tempo di allontanarsi, il biondo l'attirò a sé e fece aderire i loro corpi. Quando lei fece per protestare si chinò e catturò le sue labbra nel bacio più dolce e possessivo che avesse mai condiviso.-Inizierò a leggere i manga.- le sussurrò ad un centimetro dal viso.Strawberry sorrise, le guance leggermente imporporate. -Io non sono... ecco... lo sai come sono.- disse, nervosa.-Sì, lo so. E allora?- la guardò. -Vado bene anche come fidanzata?- chiese.-Oh, ne sono più che sicuro. Ma se vuoi ti posso far fare un periodo di prova.- sorrise, divertito dai suoi dubbi. La trovò tenera, come quando avevano condiviso quell'unico momento di tenerezza, pochi giorni prima.La sentiva sua. Era lì, con lui, il suo corpo caldo era a contatto col suo. Ed era bellissimo.-Va bene...- la sentì rispondere.-Promettimi una cosa, però.La rossa alzò gli occhi incontrando i suoi, ora fattisi seri. Gli sfiorò il viso, inconsapevolmente, ed annuì.-Non tradirmi. Mai.

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