Cap. 23 Flashback

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-Strawberry? Ehi, Strawberry?La rossa continuò a guardare fuori dalla finestra, persa a contemplare le nuvole che si rincorrevano in cielo. Si sentiva sospesa in una dimensione parallela, la sua mente rimbalzava da un pensiero all'altro come impazzita.-Insomma!Sussultò, staccando gli occhi dal cielo. -Come?- fece, smarrita.Mimi e Megan la stavano guardando, a metà tra il perplesso e l'irritato. -Ti stavamo chiedendo una cosa.- sospirò la mora.-Scusate. Cosa mi stavate chiedendo?- arrossì fino alla radice dei capelli. "Oddio, che stupida!", pensò.-Volevamo sapere se sei andata a trovare Mark? Come sta?Il respiro le si bloccò all'altezza del petto. Il suo stato di beata ed incredula felicità scomparve come una bolla di sapone e ripiombò dolorosamente nella realtà.Sapeva di dover parlare con Mark, doveva renderlo partecipe degli ultimi sviluppi.Soprattutto perché sarebbero stati definitivi. "E poi perché Lucas mi ucciderebbe, se scoprisse che ho fatto un'altra stupidata.", pensò. Per non parlare di Ryan... lui non l'avrebbe uccisa, l'avrebbe semplicemente cancellata dalla propria esistenza. Quando si erano scambiati il bacio in ascensore lui le aveva fatto chiaramente capire che non avrebbe tollerato tradimenti, di nessun tipo. Questo implicava anche improvvisi ripensamenti circa il loro neo nato rapporto.Deglutì. -Be'... sta... sta bene.- si sforzò di rispondere.-Bene in che senso? Sei strana.- commentò la bionda, scrutandola perplessa.-Nel senso che le ferite stanno guarendo.Gli occhi azzurri di Mimi si socchiusero. -Nient'altro? La sua memoria è tornata?- indagò. Strawberry si stava comportando in modo decisamente strano da quando era entrata in aula.La mew fu costretta a scuotere la testa. -No, nessun recupero.-Oh... peccato. Mi dispiace.- mormorò Megan.L'amica stirò le labbra in un sorriso che aveva tutta l'aria di essere una smorfia. Non era mai stata troppo brava a fingere. -I medici sono abbastanza positivi. Hanno detto che dovrebbe recuperarla a breve.- rivelò. Le due sorrisero, rassicurate. Dopo quel breve interrogatorio, la rossa tornò ad immergersi nei propri pensieri fino al suono della campanella, che annunciava la ripresa delle lezioni.Quel che era certo, nella sua non poco affollata mente, era che non aveva la più pallida idea di cosa Ryan volesse da lei.Come fidanzata, ovviamente."A parte... a parte non essere tradito.", si disse. Ok, non era esattamente quello che aveva pensato, ma la questione sesso andava affrontata, prima o poi.Sperava più poi che prima."Qualcuno mi dica perché lo sto facendo.", pensò.Non appena la campanella aveva suonato la fine della lezione di inglese (lezione totalmente inutile per lui), Ryan si era fiondato fuori dall'aula.Aveva attraversato i due piani che lo dividevano dal cortile scartando le persone, a passo di marcia. Si era infilato i guanti e aveva annodato la sciarpa, ignorando le occhiatine e i mormorii di alcune ragazze del primo anno. Appena fuori dall'edificio si era diretto verso il parcheggio e aveva recuperato la sua Honda, portandola a mano fino al cancello.Ed ora si ritrovava ad aspettare, appoggiato alla sella. Fissava prima il marciapiedi, poi le persone, tentando di ignorare quella voce che gli ripeteva costantemente quanto fosse stupido.Sapeva che non era assolutamente da lui, ma sentiva il bisogno di farlo.Voleva mostrarle quella parte di sé che aveva tenuto relegata nell'angolo più buio della sua coscienza."Sono stanco di tenermi a freno. Voglio fidarmi.", lanciò distrattamente un'occhiata alla propria sinistra.Alzò la testa di scatto, avendo notato una chioma rossa. Raddrizzò la schiena e strinse le mani a pugno, giusto per assicurarsi di essere ancora padrone del proprio corpo."Se Kyle mi vedesse in questo momento, si caccerebbe sicuramente a ridere.", scosse la testa, trattenendo un sorriso.Attese che Strawberry gli si avvicinasse, troppo intenta ad annodarsi la sciarpa di lana al collo. Quando fu a mezzo metro di distanza lanciò una rapida occhiata tutt'intorno e l'afferrò per un braccio, tirandola a sé.Lei lasciò uscire un'esclamazione di sorpresa, ritrovandosi improvvisamente a contatto con un corpo caldo.Sollevò lo sguardo ed incontrò gli occhi azzurri dell'americano, arrossendo immediatamente.-Cosa fai?- chiese, allarmata. Se li avessero visti insieme si sarebbe scatenato il putiferio. Le si avvicinò per non essere sentito. -Ti do un passaggio. Non lo vuoi?- sussurrò di rimando.Lei fece per rispondere, ma sentì le mani di Ryan raggiungere le estremità della sua sciarpa. Si bloccò, perplessa. Lui ricambiò lo sguardo, interrogativo, e poi gliela avvolse stretta, annodandola sotto l'attaccatura dei capelli.-Ecco. Sei proprio un impiastro.- la prese in giro, ridacchiando.La ragazza gonfiò le guance, indispettita. Il biondo non disse niente, ma si limitò ad allontanarsi per poterla guardare in viso. -Dobbiamo sbrigarci. Oggi volevo mandarvi in esplorazione.- le disse.-Ah, quindi è per fare i tuoi comodi?- brontolò.Ignorò la sua replica e le infilò il casco, sbrigativo. Non c'era tutta questa fretta di arrivare al locale considerato che lui era il capo, ma di togliersi dal cancello della scuola sì.-Esatto. Sei una mia dipendente, non faccio favoritismi.- replicò, sollevando un angolo della bocca con fare provocatorio.-Ma...La afferrò per i fianchi e la issò sulla moto senza sforzo. Strawberry si adattò alla forma della sella senza nemmeno rendersene conto: ormai ci era abituata.Quando Ryan scivolò a sedere davanti a lei, allungò le braccia e gli circondò la vita.Sentì i suoi addominali irrigidirsi, segno che forse aveva osato troppo. Sciolse immediatamente la presa, fingendo di doversi sistemare il collo del cappotto.-Reggiti, non ho voglia di ripescarti dopo che sarai caduta.- la punzecchiò. "Ottimo, questo è proprio il tuo lato nascosto.", si disse.-Non cadrò.- incrociò le braccia per quello che le permetteva lo spazio tra i loro corpi. Lo vide fare spallucce. -Come vuoi, io ti ho avvertita.Diede gas e partì, immettendosi in strada.Nessuno dei due si era accorto di una ragazza nascosta dietro uno dei pilastri del cancello. -Ryan? C'è qualcosa che dovresti dirmi?- domandò Kyle.Il biondo sollevò lo sguardo dai propri appunti, cerchiando alcuni dati con un gesto automatico. -No... perché?- fece il finto tonto.Erano in laboratorio. Quando aveva detto a Strawberry che voleva farle uscire in esplorazione non aveva detto una bugia. Gli servivano altre informazioni sulla Mew Acqua e avevano ancora buona parte della città di Tokyo da scandagliare.Il moro sorrise, divertito dal modo di fare dell'amico. -Vuoi che ti cavi le parole di bocca?L'altro sospirò: quando voleva sapeva essere proprio insistente, per non dire persuasivo. -D'accordo.Il ventunenne si sedette sul bordo della scrivania, in attesa. Non era ancora orario d'apertura e le ragazze si stavano cambiando nello spogliatoio, quindi non c'era fretta.Ryan si passò una mano tra i capelli, arruffandoli. -Ci stiamo provando.- ammise infine.Kyle ridacchiò. -Così sembra che stiate cercando di avere un figlio.Il biondo tentò di nascondere l'imbarazzo, facendolo ridere apertamente. -Non dire assurdità!- sbottò.-Mi diverto a prenderti in giro... sei tanto carino.- gli afferrò una guancia col preciso intento di dargli un buffetto. Il ragazzo non glielo permise, scacciando la sua mano.-Non intrometterti.- lo avvertì.Il cuoco alzò le mani. -Non farò nulla a meno che non rischiate di mandare tutto a rotoli.- promise. Lo guardò male. -Ehi, di chi pensi sia buona parte del merito?Sbuffò. -Di due impiccioni.-Dovresti ringraziare.- lo rimproverò.Non rispose, rimanendo a fissare un punto imprecisato della superficie di metallo. Era pienamente cosciente di dovere un ringraziamento sia a Kyle che a Lucas: senza una spintarella non ce l'avrebbe mai fatta."Non che abbia concluso niente. Siamo in prova.", si ricordò. A volte sapeva essere proprio cinico nei confronti di se stesso.-Seriamente...- esordì, appoggiando il mento sulle mani, intrecciate. -Non so come andrà. C'è ancora l'incognita Mark. Dal canto mio m'impegnerò e spero sarà così anche per lei. Ho aspettato tanto e vorrei il mio piccolo momento di felicità.- lo disse evitando gli occhi del collega.Quello s'intenerì, notando come cercasse di nascondere i propri dubbi. -Sono sicuro che andrà bene.- gli disse per incoraggiarlo.-Lo spero.- finalmente lo guardò apertamente in viso, sorridendo.-A cosa stavi lavorando?- cambiò argomento.Gli mostrò i fogli. -Il solito. Troppe domande, nessuna risposta.- scosse la testa, sfilandone uno da un plico di fianco a sé.-Più tardi vengo a darti una mano.- promise Kyle dopo aver guardato il quadrante dell'orologio. -Ora devo aprire.Ryan alzò lo sguardo e controllò l'ora. -Va bene. Comunque pensavo di mandare fuori le ragazze.- disse.-Cerca di restringere l'area, se puoi.- gli consigliò l'amico.Annuì. -Farò quel che posso. Strawberry estrasse la propria divisa dall'armadietto.La fissò a lungo, ricordando perfettamente il suo primo incontro con Ryan.Voleva dirlo alle ragazze, ma non sapeva come l'avrebbe presa Lory. E poi non era niente di così definitivo... o sì?Insomma, si erano impegnati a costruire qualcosa insieme, ma lui aveva proposto un periodo di prova.Scherzava o no? Non si poteva mai dire, considerato con chi aveva a che fare.-Ragazze...- mormorò, iniziando a svestirsi.Le sentì mormorare qualcosa e d'improvviso ci fu silenzio. Nessun fruscio di stoffa o rimestamento. Probabilmente il suo tono aveva un non so che di rivelatorio.-Ci sono novità? Mark è peggiorato?- domandò Paddy, allarmata.Emerse dalla divisa, scuotendo la testa. -No, no, lui sta bene.- smentì. Vide le amiche sospirare, sollevate.-Allora...? È una cosa bella o brutta?- domandò Mina, impaziente. Sempre la solita.Sospirò. -Mamma mia, come sei pressante!Lei incrociò le braccia al petto, infastidita dall'osservazione della compagna. -Strawberry, dobbiamo preoccuparci?- Lory s'inserì nella conversazione, riempiendo il momento di silenzio che si era creato.-No. Non dovete... non troppo.- mormorò, agitata. Sentiva il cuore sbattere ripetutamente contro la cassa toracica, come se premesse per uscirle dal petto.Era peggio di quando era rimasta chiusa nel ripostiglio con Ryan! Ed era tutto dire.Nessuna fiatò, erano tutte in attesa.-Ho intenzione di lasciare Mark.- annunciò.-Cosa?! E perché?- fu la domanda della piccola del gruppo. La guardò, intenzionata a spiegare, quando piovvero anche le domande di Mina e Lory.Fu Pam a riportare l'ordine. -Ragazze, lasciatela parlare.- ordinò. Si acquietarono, sedendosi sulle panchine di legno.La più agitata era la ragazza dai capelli verdi, ben consapevole che la scelta dell'amica poteva comportarne un'altra che non le sarebbe piaciuta.-Be', non mi sembra corretto stare con lui quando mi piace un altro.- ammise.La mew lupo sorrise senza farsi vedere. -Te ne sei resa conto.- non era una domanda. La rossa annuì, senza guardarla direttamente negli occhi.-Scusate, ci siamo perse qualcosa?- chiese la mora, passando lo sguardo da una all'altra.-Mi piace Ryan. Tanto e non... non riuscivo ad accettarlo perché credevo di provare lo stesso per Mark.- spiegò, torcendosi le mani.Lory balzò in piedi, sconvolta. -Ryan?!-Lo so, è assurdo. Ma... ma insomma... è successo.- sembrava fosse sotto accusa. Si sentiva a disagio.-E glielo hai detto?- chiese Pam, perfettamente partecipe del discorso. Per lei non era nulla di nuovo, era arrivata a quella conclusione già da un po' di tempo.-Lui chi?- fu costretta a chiedere, perplessa.-Shirogane.Strawberry arrossì. -S-sì.-E cos'ha detto? Ti ha riso in faccia?- domandò Mina, scettica. Si beccò un'occhiataccia. -Vuoi farmi credere che ha dato retta ai tuoi vaneggiamenti?-Mina.- la richiamò la modella. La mew bird si voltò a guardarla. -Ryan è preso come e quanto Strawberry. E non mi sembra giusto prendere in giro nessuno dei due.Al che la mascella della ragazza cadde verso il basso.-Sul serio? Wow!- esclamò Paddy. "No, non può essere!", pensò Lory. -Ma... ma Mark? Lo sa già?La leader del gruppo alzò gli occhi color cioccolato su di lei. -No, devo dirglielo. Non mi sembra il caso, ora. Ma sono assolutamente convinta della mia decisione.- rispose, raddrizzando la schiena.Non doveva nascondersi, non quando aveva fatto chiarezza nella propria mente e, soprattutto nel cuore.-Be'... ehm... allora... congratulazioni?- fece la piccolina, indecisa. Cosa si doveva dire in quei casi?Strawberry sorrise, divertita dalla sua espressione. -Volevo lo sapeste. Non perché ci ritroverete a fare chissà che dietro gli angoli, ma per correttezza. Siete le mie compagne di squadra e anche le mie amiche.- fece vagare lo sguardo su tutte, soffermandosi su Lory. La ragazza se ne accorse e si sforzò di sorridere. Sapeva di non aver mai avuto reali speranze, ma si era illusa fino alla fine. Sognare non ha mai ucciso nessuno.-Ragazze, dovrei cambiarmi. Avete finito?- la voce di Lucas ruppe l'atmosfera.Le mew mew si riscossero e Strawberry terminò di sistemare la divisa. Pam, che era la più vicina alla porta, andò ad aprire.-Finalmente! C'è un locale da aprire.- brontolò.Le cinque si affrettarono verso l'uscita. Quando il dampyr si ritrovò di fianco la mew neko la fermò e le fece l'occhiolino. -Era ora.- disse.Lei arrossì e sorrise timidamente, sfuggendo poco dopo alla sua presa."Ma questo non vuol dire che mi farò da parte. Attenta a quello che fai.", la seguì fuori dalla porta, pensieroso. Stavano servendo la numerosa clientela quando una ragazza entrò, marciando, nel locale.Si guardò intorno, cercando qualcosa o qualcuno.Quando sembrò averlo individuato, attraversò il salone e raggiunse Strawberry, impegnata a prendere le ordinazioni nella zona centrale.-Ma come ti permetti?- la aggredì la nuova arrivata.La fissò con tanto d'occhi. -Scusa?Le altre si fermarono, prestando attenzione alla conversazione. Kyle era in cucina e Ryan si era barricato in laboratorio per l'ennesima volta.-Tu sei Strawberry Momomiya, vero?- domandò la morettina.-Sì, sono io.- confermò la mew, sempre più confusa. Le clienti vicino a lei iniziarono a mormorare.-Sei una doppiogiochista! Non ti bastava stare con Mark, ora vuoi prenderti anche Shirogane?!- le puntò un dito contro, combattiva.La mew spalancò gli occhi, sconvolta. Era stata vista in compagnia di Ryan e ora qualcuno la stava accusando apertamente.-E' più complicato di quello che credi...- tentò di spiegare.-Ah sì? Io lo chiamo tradimento.- replicò, incrociando le braccia. Non ne voleva sapere di calmarsi.Pam si avvicinò per dar man forte all'amica. -Per prima cosa dovresti calmarti.- suggerì alla nuova arrivata.Quella la guardò male, poi sbatté qualche volta le palpebre, stupita. -Tu... tu sei...-Sì, sono io. Ora, saresti così gentile da uscire?Scosse la testa, piantando i piedi. -No, voglio parlare con Shirogane. Lui lavora qui, giusto?Mina fece per scendere a chiamare Ryan, ma il ragazzo fece la sua comparsa proprio in quel momento. -Ho sentito qualcuno urlare. Che succede?- chiese, infastidito.Le clienti si agitarono.La ragazza andò dritta da lui. -Momomiya sta con Aoyama, lo sai vero?- gli disse.Lui sollevò un sopracciglio. "Cosa vuole, questa?", si chiese. Non sapeva che la sua vita privata fosse sotto un microscopio. -Sì, e allora?-A-allora...?-Ryan non c'entra niente.- s'intromise Lucas. Si voltarono tutti verso di lui.L'americano gli chiese con lo sguardo cosa stesse cercando di fare. Lui lo ignorò, raggiungendo la pazza isterica.-Cosa vuol dire che non c'entra?- domandò la studentessa, sospettosa."Ok, Lucas, sparane una grossa.", si disse, passandosi una mano tra i riccioli castani. -Io sono nuovo e non me ne può fregar di meno delle coppie intoccabili della scuola. Conosco Ryan e gli ho chiesto una mano.- iniziò. Vedendola confusa, sorrise impercettibilmente. -Strawberry piace a me, non a lui. A lui non interessano le ragazze, le trova fastidiose. Oggi volevo dichiararmi e volevo farlo quando il locale era ancora deserto. Quindi lui l'ha aspettata per poterla portare qua prima delle altre.Le facce dei presenti erano impagabili: era fiero di sé.-Cioè... sei tu quello che... cioè...- la poveretta indicò diverse persone, chiaramente confusa.Lucas annuì. -Sì. Ora ti sarei grato se te ne andassi e, ovviamente, non raccontassi nulla. Mi hai anche obbligato a dichiararmi in un modo pessimo.- le sorrise, angelico. Il suo tono di voce, troppo mellifluo per essere reale, assomigliava a quello di certi personaggi dei drammi shakespeariani.-Oh, sì... va bene. Scusatemi.- mormorò. Fece un cenno sia a Strawberry che a Ryan e si avviò velocemente, incassando la testa tra le spalle.-Bene, tutto sistemato. Scusate per il piccolo teatrino fuori programma.- l'europeo fu il primo a riprendersi. Le clienti presenti nella sala si riscossero e ripresero a chiacchierare, scambiandosi opinioni su quello che era appena successo o su altro.-Grazie.- mormorò un'ancora disorientata Strawberry. Il ragazzo si limitò a farle l'occhiolino.Quando passò di fianco a Ryan, però, sussurrò:-Sei in debito con me. Mi meriterei qualcosa, non credi?Il biondo lo fissò con tanto d'occhi, cercando di dare un significato alle sue parole e al tono di voce.Lucas ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalla, tornando al proprio lavoro. La rossa intercettò lo sguardo dell'americano e non disse nulla. Non voleva smascherare l'amico: se e quando avesse voluto farsi avanti, l'avrebbe deciso lui stesso.Ryan decise di ignorare il commento e accantonarlo. Ci avrebbe riflettuto in un secondo momento. -Bene, torniamo al lavoro. Scusate ancora per il disagio.- disse.-Sei pronta?Strawberry sobbalzò, voltandosi verso la porta. Ryan se ne stava appoggiato a braccia conserte contro lo stipite della porta.E la fissava, quasi potesse scrutarle dentro.Lei abbassò lo sguardo, a disagio. -Sì, devo solo mettere a posto la divisa. Perché?- domandò.-Le altre sono già andate via, idem per Lucas. Ti accompagno.- disse semplicemente.La ragazza arrossì immediatamente. -Oh... grazie.Il biondo non replicò, limitandosi a fare un cenno col capo. In quattro e quattr'otto sistemò le proprie cose e chiuse l'armadietto.-Ok, sono pronta.- si voltò verso di lui, calandosi il berretto di lana sulla testa.Gli si avvicinò, aspettando che le facesse strada. Ryan, invece, rimase fermo dov'era.Strawberry allora lo fissò a sua volta, perplessa. Lui sollevò impercettibilmente un angolo della bocca e le sfiorò una guancia col dorso della mano, in una carezza leggera. Senza poterne fare a meno la mew sentì le guance scaldarsi, ma anche il sorriso illuminarle il viso.Contento dell'effetto suscitatole, il biondo si chinò in avanti e sistemò le mani a coppa sotto il suo viso, rubandole un bacio. Dapprima lei rimase immobile, poi afferrò il suo maglione, volendolo avvicinare a sé per poter approfondire. Non se lo fece ripetere due volte e le passò un braccio appena sotto i glutei, sollevandola e facendo aderire i loro corpi. Strawberry soffocò un'esclamazione di sorpresa, tentando di liberarsi, ma quando capì che non voleva fare niente di più di quello che voleva anche lei, si rilassò e gli cinse il collo con le braccia.Rimasero semplicemente a contatto per diversi minuti, corpo e labbra uniti. Era una sensazione piacevole, quasi avessero tutto il tempo del mondo per dedicare a quel nuovo amore e nulla mettesse loro fretta, nemmeno gli ormoni.Ad un certo punto Ryan si schiarì la voce e si allontanò leggermente, rimanendo abbastanza vicino da sfiorarle il naso col proprio.-Forse è meglio andare...- sussurrò con voce roca.Lei annuì e si sentì scivolare verso il basso. Poggiò i piedi a terra e barcollò qualche istante, subito sorretta da quello che era il ragazzo che frequentava."Oddio! Io e Ryan ci frequentiamo! È tutto vero!", realizzò, stupita. Quel momento, così intimo e così semplice, le aveva piombare addosso tutta la realtà della cosa.Sorrise.Lui la imitò, anche se non sapeva per cosa stesse sorridendo. Vederla felice lo rendeva felice."Empatia ai massimi livelli.", si disse, sconvolto da se stesso.-Cosa c'è?- si sentì chiedere.-Nulla. Stavo cercando di tenere sotto controllo il mio lato dolce e coccoloso. Sembra voglia impossessarsi di me.- disse, ironico.Strawberry rise, divertita. -Andiamo...?Annuì e le sfiorò la mano, quasi in un gesto involontario ma, al contrario, ben calibrato.Raggiunsero la sua moto in silenzio, ammantati dal buio. Ryan rispettò tutti i limiti, volendo prolungare il più possibile quel momento. Non gli sembrava vero di poter condividere qualcosa del genere con Strawberry.Arrivarono a destinazione troppo presto, ma non si sarebbe lamentato né l'avrebbe pregata di rimanere qualche minuto in più con sé.La osservò smontare e sfilarsi il casco. Meglio non dirle quanto trovasse attraenti le sue movenze, sarebbe passato per un maniaco.-Be', allora grazie.- disse lei, esitante. Lo guardò di sottecchi, indecisa. Voleva ricambiare, magari con un bacio, ma non era sicura di quanta libertà d'iniziativa avesse con lui.-Ci vediamo domani. Buonanotte.- sorrise, abbassando la visiera.Si voltò, estraendo le chiavi di casa dalla tasca del cappotto, ma poi ci ripensò. Ruotò su se stessa e si sporse ad abbracciarlo stretto.Per poco Ryan non perse la presa sulla moto, colto di sorpresa.Restò immobile, assaporando il calore di quel gesto.-Buonanotte.- e detto questo la mew rosa scappò in casa.***Stava terminando i compiti di letteratura giapponese che gli avevano portato i suoi compagni, quando sentì bussare.-Avanti.- alzò la testa, curioso.La porta si aprì e fece capolino sua madre. -Ciao tesoro.- lo salutò, sorridente.Le occhiaie sotto i suoi occhi erano meno marcate, segno che aveva ripreso a dormire la notte. Sapeva che l'ansia per le sue condizioni l'avevano tenuta sveglia negli ultimi giorni.I ragazzi del Cafè erano venuti a trovarlo un altro paio di volte, poi era stato tutto un susseguirsi di facce sconosciute. Ogni volta aveva dovuto farsi ripetere nome e cognome. Era esasperante.Le sorrise a sua volta, chiudendo il taccuino.-Come va, oggi?- gli domandò, premurosa.-Be', più o meno come gli altri giorni.- ammise, facendo spallucce. -Ricordo le persone che mi vengono presentate, ma non di averle conosciute prima dell'aggressione.La donna gli posò una mano sul braccio. -Vedrai che la memoria ti ritornerà.- gli disse, fiduciosa.Lui annuì, non molto convinto.-Ah... per caso è venuta a trovarti Strawberry?- gli chiese di punto in bianco.La fissò, stupito. -No. Cioè... l'ultima volta è venuta con Ryan. Perché?-Oh, be', è strano. Di solito state sempre insieme, quando potete.- commentò, dispiaciuta. Mark si accigliò.Cosa voleva dire, sua madre? Lui e Strawberry erano forse migliori amici o amici d'infanzia?-Perché quell'espressione?- gli chiese Chiwa.-Mamma... io e Strawberry ci conosciamo da molto?- chiese, cauto. La testa iniziava a dolergli leggermente.Lei alzò gli occhi al soffitto, ragionando. -Be'... da un anno e mezzo, credo.-E che tipo di rapporto avevamo?- s'informò. C'era qualcosa che non quadrava, lo sentiva: il cervello gli mandava strani segnali.Sua madre lo fissò con tanto d'occhi, poi la sua espressione si addolcì. -Be', suppongo sia normale che tu non lo ricordi. Voi siete fidanzati.- gli sorrise.Lui sgranò gli occhi. -Siamo cosa? Ma no... lei... noi siamo... sul serio?- fece, confuso. "Non è possibile!", si disse.L'altra annuì. -Giuro, è la verità. Stai bene?Scosse la testa. -No... io... mi è scoppiato il mal di testa.- mormorò, serrando gli occhi con forza.-Oh. D'accordo... torno più tardi. Vuoi che ti chiami l'infermiera?- la sentì alzarsi.-No, grazie. Va bene così.- riuscì a dire, mentre il dolore dilagava nella sua scatola cranica.-Ok... a stasera. Stai tranquillo, mi raccomando. E non sforzarti.- consigliò, uscendo e lasciandolo solo."Sono fidanzato. Strawberry è la mia fidanzata... io credevo che stesse con Ryan... loro... oddio!", si lasciò cadere all'indietro, sprofondando contro i cuscini.Si premette due dita sugli occhi, tentando di scacciare la fastidiosa sensazione di malessere che si era impadronita di lui.*** Forse non era stata una grande idea decidere di venire a trovare Mark in ospedale.Era quello che si stava ripetendo Strawberry da un po', mentre faceva avanti e indietro lungo il corridoio su cui affacciava la stanza 210.-Smettila, per favore. Mi sta venendo mal di testa.- le ordinò Ryan.Lei gli lanciò un'occhiataccia. -Non posso. Sto per... oddio, non riesco nemmeno a dirlo!- agitò le mani per aria.-Posso farlo io, se vuoi.- propose.-No.- rifiutò, decisa. Doveva farlo lei, era una cosa che doveva portare a termine personalmente.Sospirò. -D'accordo. Ti aspetto qui.- e detto questo si sedette su una delle poltroncine di plastica.La rossa annuì e poi, dopo aver preso un respiro profondo, aprì la porta ed entrò.-Mark...?- chiamò, esitante.Lui voltò la testa. -Ehi, ciao Strawberry.- le sorrise. Lei accennò qualcosa di simile, ma il risultato non fu dei migliori.-Disturbo?Scosse la testa e le fece segno d'avvicinarsi. La ragazza allora non se lo fece ripetere due volte e si approssimò al letto.-Come è andata la giornata?- le chiese.-Bene, grazie. La tua?- la voce le uscì stentata. A malapena sapeva cosa stava dicendo: il cuore batteva così forte che era assolutamente assordante.-Al solito.- confessò, leggermente abbacchiato."Con calma... devo andare con calma.", si disse lei. Prese un respiro profondo e poi lo guardò. -Senti... quando avrai recuperato la memoria, io dovrei dirti una cosa.- tentò di indorare la pillola.-Dirmi una cosa?- ripetè, perplesso. Poi, come se la comprensione gli fosse stata instillata a forza nel cervello, capì. -Si tratta di noi, vero?Strawberry sgranò gli occhi, panicata. -Come fai a sapere...?-E' stata mia madre. Ha detto che siamo fidanzati.- spiegò. Tacque un attimo, poi si mise a sedere con la schiena ritta e le lanciò un'occhiata non molto rassicurante. -Mi stai tradendo, vero?-T-tradendo?- ripetè. "Lo sa, oh Kami, lo sa!", pensò.-Quando ti ho detto che tu e Ryan formavate una bella coppia... tu... con Ryan?!- scalciò via le coperte, mettendosi in piedi.Strawberry scosse la testa, decisa a negare. Mark si stava arrabbiando e non era un buon segno, soprattutto nelle sue condizioni.-Per favore, non ti agitare.- lo pregò.-Non dovrei agitarmi? Non dovrei? Ho scoperto che la mia fidanzata se la fa con un altro, mentre io sono in una stanza d'ospedale!- alzò la voce di due toni, stringendo le mani a pugno.-Io non me la sto facendo con nessuno! Sono qui proprio per spiegarti...!- replicò, trovando un po' di coraggio.Mark fece per replicare, ma si bloccò. La sua mente gli mostrò spezzoni di una vita che sembrava non appartenergli, riportando indietro anche vecchie e rimuginate riflessioni.La sua mano annaspò alla cieca, in cerca di un sostegno. La rossa si fece avanti per aiutarlo, ma lui la bloccò con un gesto deciso. Lei allora esitò, restando comunque abbastanza vicina per intervenire.All'improvviso spalancò gli occhi e la guardò intensamente. -Io... ricordo qualcosa...-Ricordi? Cosa?- domandò, allarmata e sollevata al contempo.-Io avevo delle supposizioni...- si sedette, lentamente.La mew allungò una mano per toccarlo, ma poi ci ripensò. -Quali?-Su te e Ryan. Ricordo che quando stavamo insieme, negli ultimi tempi, tu sembravi assente e ogni volta che lo nominavo saltavi come una molla.- sorrise amaramente. -Mi ingannavo dicendomi che era una mia fantasia... invece, be', dovevo rendermene conto con quel bacio."No... non deve andare così!", pensò lei. -Mark, non è assolutamente colpa tua. Io non volevo che andasse a finire...- iniziò.-Da quanto?- la interruppe.Si accigliò. -Da quanto cosa?- chiese.-Da quanto ti piace.La ragazza distolse lo sguardo. -Non lo so di preciso. Credo da quando è finito all'ospedale e mi sono sentita in colpa.- dovette confessare. -Ma non c'è mai stato niente!- s'affrettò ad aggiungere. "Solo un bacio.", si corresse.Mark scosse la testa, agitando la mano. -Non voglio saperlo. Mettiamo in chiaro le cose, per favore. Cosa provi per me?- domandò.Strawberry si morse il labbro inferiore. Cosa poteva dire per non farlo stare peggio di quanto non stesse già?-Ti voglio bene... ma come potrei volerne ad un fratello. Quando mi hai baciata... non ho provato... è stato come se fossimo fratelli.- si corresse appena in tempo. Non poteva dire di aver sentito il vuoto, l'assenza totale di coinvolgimento amoroso.Lo vide sorridere amaramente. -Capisco... e con lui? Ora state insieme? Cioè, vi siete parlati?-Sì... ma è stato difficile. Io volevo prima sistemare le cose con te.- ammise, sincera.Annuì. -Be', a me non serve altro. Se non un po' di solitudine.- riuscì a far uscire le parole a stento. Aveva un fastidioso groppo in gola.-Mark, io non...-Non importa. Cioè, sì, importa eccome, ma non posso farci niente. Ti ringrazio per avermi ridato parte della mia memoria. Ora vorrei stare solo, per favore.- mormorò.Lei esitò, volendo essergli di conforto, spiegargli che comunque era una persona importante, ma non ci riuscì.Non quando vide la prima lacrima scivolare lungo la sua guancia, per poi perdersi nel camice.Si morse il labbro a sangue, sentendosi uno schifo.-Ci... ci vediamo... ciao...- disse in un soffio ed uscì silenziosamente dalla stanza.Quando si trovò fuori si appoggiò alla porta e scoppiò a piangere.Ryan le fu subito accanto. Non le chiese niente, ma si limitò a stringerla a sé e farla sfogare.-So che non dovrei chiedertelo, soprattutto non dopo tutto il casino che ho combinato, ma ti andrebbe di rimanere? Domani è sabato, non c'è lezione.- propose Strawberry.Ryan la fissò, stupito.-Rimanere?- spostò il peso da un piede all'altro, colto di sorpresa. -Per fare cosa...? Consolarti mentre piangi per Mark?"Ha ragione ad essere infastidito. Anche io lo sarei.", pensò la rossa. -No... per iniziare a costruire qualcosa insieme.- mormorò.-Ti stai contraddicendo.- le fece notare, mantenendo una distanza di sicurezza. Era assolutamente tentato dall'idea di poter starle vicino tutta la notte, in modo ufficiale e senza impedimenti, ma non voleva essere usato come rimpiazzo.-Lo so. Me ne rendo conto, ma ho bisogno di qualcuno vicino. Basta che tu mi faccia compagnia, non voglio che mi consoli né altro. Mi serve solo tempo per metabolizzare.- tentò di spiegarsi. L'unica ragione era che sentiva un bisogno quasi fisico di Ryan.Un semplice contatto con la sua pelle bastava per mandarle il cuore a mille e, si era resa conto, anche calmare i suoi nervi.Era un paradosso, uno stupendo paradosso.Il biondo sospirò. -Se i tuoi mi scoprissero, sarebbero guai.- le fece presente.-Diventa Art!Soppesò la proposta e l'espressione sul viso di lei: era chiaro come il sole che avesse bisogno di sostegno morale.Non che la cosa lo entusiasmasse, ma essere una coppia significava anche doversi venire incontro. E quella era la sua (ennesima) occasione di venirle incontro. Non sapendo bene come, finì per accettare.Sistemò la moto dietro una siepe di pini del giardino di Strawberry e poi assunse forma felina. Lei si chinò e lo prese tra le braccia.-Sono tornata!- si annunciò. -Vado a farmi una doccia e poi vado a letto.-Va bene tesoro. Tutto ok, oggi?- le chiese sua mamma.-Sì!- e sgattaiolò su per le scale.Ryan, nel mentre, si stava dando mentalmente dello stupido. "Ma in che razza di situazione mi sono cacciato?", si chiese.La mew lo depose sul letto e poi disse:-Vado e torno. Non toccare nulla, ti prego.Suo malgrado annuì e si acciambellò.L'attesa non fu lunga e circa un quarto d'ora dopo la rossa tornò in camera, sulla pelle gli ultimi residui di calore.-Ok... puoi tornare normale.- sussurrò.Il biondo non se lo fece ripetere due volte. Quando riassunse sembianze umane lei si ritrovò a pensare che era strano vederlo in camera propria. Sembrava così fuori posto, come un mobile non progettato su misura.Lui sembrò rendersene conto, perché sorrise. -Strano, vero?Annuì. -Abbastanza.-Dobbiamo dormire in due in quel lettino?- le domandò poi, indicandolo. Lei si voltò a guardarlo e poi annuì, rendendosi conto del fatto che era veramente piccolo.-Non voglio fare...- iniziò, rendendosi conto che poteva aver frainteso.L'americano la bloccò. -Lo so, non sono così stupido. Calmati, per favore.- la rassicurò. -Infilati sotto le coperte.Non se lo fece ripetere due volte e scivolò verso il muro, leggermente a disagio. "Forse non è stata una buona idea.", realizzò.Ryan non la imitò, si limitò a togliersi le scarpe e sistemarsi al suo fianco. La schiena appoggiata alla testiera e nessuna parte del proprio corpo sotto le coperte.-Ho tutta la notte, puoi parlare fin che vuoi. O meglio, finché non mi addormento.- le disse, la voce velata d'ironia.Strawberry annuì, prendendolo in parola. Finirono per addormentarsi ad un'ora improbabile.Strawberry aveva costretto Ryan a raggiungerla al caldo perché, a detta sua, non voleva fargli patire del freddo inutilmente.Il ragazzo aveva protestato, inizialmente, ma dopo un po' era stato chiaro che la cosa gli faceva piacere. Così, parlando e stuzzicandosi, si erano appoggiati ai cuscini, crollando dopo molto.Ora lui dormiva con un braccio ripiegato dietro la testa e l'altro avvolto attorno alla vita di lei. Strawberry, dal canto suo, aveva le labbra a pochi millimetri dal suo collo e gli si era accoccolata contro.Se qualcuno avesse scattato una foto, avrebbe notato la grande intimità che esisteva tra loro. Nonostante avessero scoperto di piacersi da non molto tempo e non ci fosse stato nessun rapporto a livello fisico.Anche la mano dell'americano, scivolata appena sotto il bordo della maglia del pigiama della rossa, appariva del tutto naturale.Erano fatti per stare insieme, meglio come coppia che come datore e dipendente.

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