Ryan scosse la testa, credendo di aver capito male.Lucas lo anticipò dicendo:-Non sto scherzando. Revenge è veramente mio padre. Ne ho le prove.-Ma... è qui per te?- domandò, stordito.Scosse la testa. -Non lo so.- fu costretto ad ammettere. Poi si frugò in una tasca interna e ne estrasse il proprio portafogli. Scartò la foto che ritraeva sua madre, da sola, e ne pescò un'altra. -Ecco.Il biondo la prese con attenzione. Lanciò un'occhiata al ragazzo e poi abbassò gli occhi. Ritraeva una donna molto bella, abbracciata ad un uomo altrettanto affascinante. In lei riconobbe alcuni dei tratti di Lucas.Lui era il vampiro che stavano combattendo, solo vestito diversamente e coi capelli molto più corti. -E' lui... non ci credo.-Io non l'ho scoperto da molto, quindi immagina che shock sia stato per me. Certo, tutti gli altri ragazzi dell'accademia hanno il padre vampiro, ma loro non sono stati abbandonati. Molti tornano dalle famiglie, a Natale.- il suo rammarico era molto evidente.-Sei venuto qui per ucciderlo?- gli chiese allora l'americano. Sarebbe stata la spiegazione più logica.-No... mi hanno mandato qui per un altro incarico. Me ne sono già occupato, ma mi piace qui. Così ho deciso di rimanere. E poi, la questione delle mew mew mi incuriosiva.- rivelò.Ryan soppesò le sue parole, prendendo a girare per il salone.-Pensi che lui lo sappia? Della paternità, intendo.Lucas represse un ringhio: l'idea di esser figlio di un tale bastardo era già abbastanza, non voleva scoprire che lui era anche a conoscenza della sua esistenza. -Non credo. Non mi ha riconosciuto, oggi. Sa solo che posso ucciderlo.- strinse un pugno con forza, quasi senza accorgersene.-Dobbiamo dirlo alle ragazze.- decise il biondo.Lui lo afferrò per un braccio. -No!- esclamò, fissandolo dritto negli occhi. I suoi si erano scuriti leggermente per il repentino cambiamento d'umore.Il diciottenne lo guardò. -Non posso tenerle all'oscuro. È un'informazione importante.- replicò, calmo.-Non voglio che tu glielo dica. Quella è una faccenda tra me e lui, le ragazze potrebbero tentare qualcosa di stupido.- sussurrò, abbassando lo sguardo.-Per esempio?-Una riconciliazione.- tornò a fissarlo. Ryan represse un brivido, l'ipotesi non gli piaceva per niente. -Bene, vedo che l'idea non piace nemmeno a te.-Per carità, no. Potrebbero farsi guidare dagli ormoni, meglio non rischiare. Posso dirlo almeno a Kyle?- domandò. "Perché diavolo sto chiedendo il permesso di fare qualcosa? Fino a prova contraria il capo sono io, qui.", si disse.Lucas fece spallucce. -Lo sa già. Sta origliando.- si lasciò sfuggire un sorriso e lanciò un'occhiata alla porta.Il moro allora uscì dal suo nascondiglio, brontolando. -Non stavo origliando...-No, stavi raccogliendo informazioni, eh?- lo prese in giro il nuovo arrivato. Kyle si concesse un sorriso.-D'accordo. Accetto di non dirlo alle ragazze, ma ad una condizione.- contrattò Ryan.Il dampyr tornò a rivolgere la propria attenzione a lui. -Quale?-Voglio allenarmi con te. Imparare a maneggiare la katana. Sono stufo di sentirmi dire che non posso combattere perché non ho i poteri.- e mentre diceva ciò lanciò un'occhiataccia all'amico ventunenne.-Non ti piace che ti si vieti qualcosa, vero?- lo punzecchiò il ragazzo.Sbuffò. -Esatto. Qualche problema?-Nessuno. -Ryan, non credo che...- il cuoco provò ad intromettersi.-Accetto.- lo interruppe Lucas. Il moro sgranò gli occhi, spiazzato. -Però ci serve un posto tranquillo. Sai, non sono esattamente normale.- aggiunse.-Kyle, mi servono le chiavi del magazzino.- disse allora il biondo.Tese la mano. -Del magazzino? Ma è ingombro di scatoloni!- protestò, rifiutandosi. L'amico sospirò, esasperato.-Prometto che non metterò in disordine.- disse.Il ragazzo tentennò, passando lo sguardo dall'uno all'altro. Lucas era impassibile.Alla fine cedette e lanciò una piccola chiave tra le mani del biondo. -Guai a te se ti rompi qualche osso.- lo minacciò.-Ci andrò leggero.- promise il dampyr.Ryan lo guardò male. -Non ce ne sarà bisogno. Ti va bene trovarci due volte a settimana, dopo l'orario di chiusura?L'altro annuì e fece per avviarsi alla porta, poi però si fermò. -Non devo dirlo a nessuno, giusto?- chiese.-Esatto. Men che meno a Strawberry.Ridacchiò. -Peccato, avrei voluto vedere la sua faccia alla notizia. Ci vediamo domani. Odiava le grandi città, preferiva di gran lunga il silenzio delle lande desolate.Solo lui, la notte e il nulla.Purtroppo aveva bisogno di informazioni e non sarebbe riuscito ad ottenerle senza usufruire di Internet.Fece una smorfia, disgustato ed alzò lo sguardo alla Madre. Quanto avrebbe voluto poter essere come lei: fredda, immobile e libera. A volte anche la sete era una scocciatura, per lui."Devo sbrigarmi.", si disse. Iniziava già ad innervosirsi e aveva messo piede in città da poco più di dieci minuti. Scomparve in un vicolo e con un balzo fu in cima al muro che lo chiudeva, rendendolo cieco. Scrutò la strada coperta di neve e poi voltò la testa verso la piccola porticina alla sua sinistra.Era così ben mimetizzata che qualsiasi umano ci sarebbe passato davanti senza accorgersene, a meno che non la stesse cercando.Atterrò agilmente dall'altro lato e andò a bussare. Un solo colpo, deciso.Poco dopo la porta si aprì e lui scivolò dentro.I suoi occhi non ebbero bisogno di abituarsi al buio che regnava in quella topaia, per cui marciò dritto verso l'uomo che se ne stava seduto davanti ad una serie di computer.Era un trafficante e un hacker informatico. -Kaito.- disse semplicemente. Né un ciao né altro.La poltrona ruotò su se stessa, rivelando un uomo mingherlino, con un paio di occhiali sul naso e una sigaretta in bocca. -Oh, ma che onore.- lo accolse.-Bando ai convenevoli. Ho bisogno di una ricerca.- tagliò corto Revenge. Aveva trovato quell'essere sempre troppo mellifluo, per i suoi gusti. E non parlava di quelli culinari.-E cosa otterrò, in cambio?- chiese Kaito con sguardo indagatore.-Un'uccisione. Rapida, pulita.Sembrò pensarci su, ma stava solo fingendo. Si erano incontrati per caso, dopo che lui aveva appena fatto fuori un tizio. Stava per nutrirsene quando era comparso l'hacker e lo aveva ringraziato: senza saperlo aveva eliminato un suo nemico. Si erano fissati per qualche istante e alla fine Revenge aveva proposto quell'accordo. Avrebbe fatto comodo ad entrambi, quindi si era ripromesso di sopportare quell'umano dalla mente deviata. E poi avrebbe avuto vittime fresche quando ne aveva necessità.-D'accordo. Che ti serve?- tornò a voltarsi verso i monitor. La loro luce azzurrina faceva risaltare il pallore di Revenge in modo quasi spettrale.Senza dire una parola gli mise davanti un foglio di carta. Kaito lo osservò e poi prese l'oggetto. -Non sapevo fossi in grado di disegnare.- commentò.In risposta ebbe un ringhio infastidito. -Nome e cognome. Informazioni sui genitori. Si trova qui in città.-Ok, ok. Come siamo suscettibili.- brontolò, mettendosi al lavoro. Sistemò lo schizzo sotto uno scanner e, quando ebbe la traccia, lanciò la ricerca. Iniziò a confrontarlo coi volti di tutti gli occidentali esistenti a Tokyo.Tempo dieci minuti e il programma trovò una corrispondenza.-Eccolo.- disse, spostandosi per lasciar vedere al suo ospite il risultato.Revenge si avvicinò, fissando il monitor. La luce gli feriva gli occhi, ma decise di non darvi peso. "Lucas Dryden. Diciotto anni, madre...", si bloccò.Afferrò il bordo del tavolo, sconvolto. -Non può essere...- digrignò i denti.Madre: Cecily Dryden. Padre: sconosciuto.-Soddisfatto? Lascia che ti dica chi...- iniziò il malvivente, ma Revenge era già scomparso. Si voltò verso la porta aperta. -Ehi!Si nascose tra le ombre di due case, appoggiandosi al muro."Non è possibile!", pensò fissando il cielo. Serrò i pugni e lanciò un grido di rabbia. *** Era passato un mese da quando Ryan e Lucas avevano stretto l'accordo.Puntualmente, due sere a settimana, si ritrovavano ad allenarsi nel magazzino del Cafè Mew Mew. In quel lasso di tempo erano successe un po' di cose: Revenge non si era mai fatto vedere, mentre gli alieni si erano dati alla caccia sfrenata, anche se la Mew Acqua era restia a farsi trovare; Mark era diventato molto (troppo) presente al locale, tanto da far innervosire Ryan e le analisi sul suo sangue avevano dato esiti abbastanza positivi.Tutto sommato il Cavaliere Blu era sotto controllo, anche se il ragazzo era comunque restio ad intervenire spesso, salvo immediato pericolo di Strawberry. Ecco... Strawberry.Lei e l'americano avevano ripreso a bisticciare come solito, ma quando entrava in scena il fidanzatino la rossa smetteva di rivolgergli la parola.E questo lo mandava su tutte le furie.-Io proprio non le capisco, le donne.- ammise, riprendendo fiato.Era madido di sudore e aveva un bel livido all'altezza dell'avambraccio sinistro. Lucas, davanti a lui, si stava sgranchendo il collo, per niente affaticato.Era un giovedì e, come da accordo, loro si stavano allenando.Il dampyr gli lanciò un'occhiata. -A parer mio, basterebbe chiedere.- commentò, beccandosi uno sguardo malevolo dal compare. -Che c'è?-Lucas, ho un'alta considerazione delle tue capacità di giudizio, ma di donne non ne capisci molto.- gli disse. Nonostante tutto, avevano instaurato quello che poteva esser chiamato un "particolare rapporto di amicizia", anche se continuavano a lanciarsi frecciatine e sguardi truci.Kyle era stato contento di quell'avvicinamento, Ryan glielo aveva letto negli occhi qualche giorno prima e continuava a scorgerlo ogni volta che lo incrociava.-Ok, ok, allora continua a brontolare in eterno.- sbuffò, recuperando la sua katana.Il biondo non disse niente, recuperando la propria.A volte si lasciava andare, con Lucas, e gli rivelava alcuni suoi pensieri. Poi notava nei suoi occhi una strana luce e riprendeva le distanze, quasi come fosse un meccanismo di difesa.-Pronto?- chiese il nuovo arrivato. Annuì, sollevando la lama.Si scrutarono per qualche secondo, poi scattarono in avanti. Le spade cozzarono, lanciando grida metalliche e per un po' rimasero immobili, testando la propria forza.Ryan riuscì a liberare la propria arma e tentò un affondo laterale. Lucas schivò con un balzo, portandosi fuori portata.Digrignò i denti, deluso. -Sei rapido.-E tu sei distratto.- lo rimbeccò l'altro. A quelle parole socchiuse gli occhi, infastidito."Ho troppi pensieri per la testa... a volte vorrei poter staccare la spina.", si disse. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo: aveva ragione, doveva concentrarsi sui movimenti e sul ritmo dei colpi. Quando sollevò le palpebre si ritrovò a parare un colpo che aveva sentito arrivare all'ultimo. Il dampyr era molto vicino, subito dietro la lama.Fece forza con le braccia e lentamente lo spinse indietro. Era perfettamente conscio che non stava usando tutta la sua potenza, ma se l'avesse fatto avrebbe potuto fargli seriamente del male.Dato che la katana era inutilizzabile, decise di sfruttare qualche mossa di boxe. Fece sbilanciare Lucas e lo mise alle strette con una serie di fendenti a raffica. Ad un certo punto il ragazzo inciampò, ritrovandosi in una scomoda posizione a ponte.L'americano ghignò. -Ti arrendi?-Mai.- con un colpo di reni si rimise in piedi e, prendendolo in contropiede, lo costrinse tra alcuni scatoloni. Il biondo alzò lo sguardo e, dopo avergli assestato un calcio al plesso solare, balzò sulla pila di cartoni.-Non ti reggerà.- gli fece notare l'europeo.Rise, divertito. -Scommettiamo?- depose la katana e si trasformò in Art, lasciandolo di stucco. Prese l'arma in bocca, rischiando di sbilanciarsi, e poi si mise a saltare tra una pila e l'altra.Lucas ridacchiò ed iniziò a demolire i suoi appoggi con calci e colpi di spada. -Stai scappando.- lo provocò.Ryan allora gli si gettò addosso, atterrandogli sul viso. Lo graffiò leggermente e balzò via. Peccato che il suo avversario lo afferrò per la coda.Aprì la bocca per soffiare e perse la presa sulla lama, tagliandosi. Lanciò un miagolio di dolore e si divincolò, finendo quasi contro il muro.-E' stata una mossa azzardata.- lo canzonò Lucas, raggiungendolo. Lui tornò normale e si passò la lingua ai lati delle labbra, per saggiare la profondità del taglio.Il dampyr si bloccò, fissandolo. Sentì una strana tensione all'altezza del ventre. Anzi, un po' più giù.Senza pensare allungò una mano, ma il biondo lo scacciò malamente.-Per oggi abbiamo finito.- disse."Ho esagerato.", realizzò, ma nonostante tutto non riuscì a non punzecchiarlo:-Andiamo, è un taglietto.In risposta si beccò un'occhiataccia, fulminato da quei pezzi di cielo ora in tempesta. Ryan spalancò la porta, uscendo senza dire nulla.Lucas rimase immobile al centro della stanza. -Mi dispiace...- mormorò, a nessuno in particolare. Dopo quell'episodio Ryan aveva preso le distanze.Avevano continuato ad allenarsi, ma il biondo non gli aveva concesso più nemmeno un sorrisetto di scherno. Combatteva, lucido e concentrato.Una volta era riuscito anche a ferirlo, a sangue. Iniziò a sospettare di aver tirato troppo la corda e di aver perso quella poca fiducia che aveva ottenuto dall'americano."Sei un cretino. Stai sempre a scherzare, anche quando non dovresti.", si rimproverò uscendo dal Cafè dopo l'ennesimo incontro. Ma che ci poteva fare? Lui tendeva a punzecchiare le persone per tirar fuori il loro vero io, per vedere come reagivano alle sue provocazioni. Non aveva nessuna cattiva intenzione anzi, se vedeva che non era gradito, prendeva le distanze e non tornava a disturbare.Si era comportato così con tutte le mew mew, nessuna esclusa, ed aveva ottenuto reazioni disparate ma positive. L'unico con cui si comportava in modo diverso era Kyle: lo vedeva come una figura quasi intoccabile, forse per quella sua aura da fratello maggiore. Con Ryan era iniziato tutto come un modo per metterlo alla prova circa il suo impegno nel progetto e nel voler combattere contro Revenge. Poi aveva scoperto di Strawberry e, da un lato, aveva fatto di tutto per metterlo in imbarazzo, dall'altro aveva messo una buona parola per lui. O meglio, aveva sondato il terreno per lui."Mah... ho solo curiosato, in verità.", pensò camminando nella neve.Non conosceva così bene né lui né lei per poter dare un giudizio affrettato, ma si vedeva che tra loro c'era effettivamente qualcosa. Il problema era capire cosa.La presenza sempre più pressante di Mark li metteva alle strette. Si comportavano in modo innaturale."E poi quel tipo non va bene per lei... sembra finto. Io non lo degnerei nemmeno di un'occhiata.", alzò gli occhi al cielo, coperto di nubi. "Altra neve?", annusò l'aria.Tenne gli occhi puntanti in alto per un po', poi lasciò uscire uno sbuffo bianco e s'incamminò nuovamente."Dovrei dirglielo?", si chiese.L'aveva capito da un po' e non ne era del tutto stupito. Le persone stimolanti attiravano la sua attenzione. Gli era già successo di stringere un rapporto molto solido con altre persone, di entrambi i sessi, ma con Ryan aveva paura di sbagliare. Una parte di lui se ne fregava, volendosi buttare, ma quella razionale tendeva a frenarlo. "Sono troppo logorroico.", rise di se stesso.Sfregò le mani tra di loro per scaldarle un po': aveva dimenticato i guanti a casa.Si fermò di colpo alla luce di un lampione. "Se lo aiutassi con Strawberry...?", si chiese. Valutò l'idea e alla fine la scartò. "Potrebbe uccidermi. Seriamente."-Mi tocca aspettare e vedere come vanno le cose.- sospirò, rimettendosi in cammino. Aveva voglia di sprofondare nel suo puff e leggere un po'. Venerdì mattina.I ragazzi stavano sciamando verso l'istituto, allegri e un po' assonnati.-Ehi, come siamo pimpanti, oggi.- fece Megan, stupita.Strawberry si voltò a guardarla, sorridente. -Eh, sì!- esclamò. -E come mai?- le chiese Mimi, affiancandola.Lei spostò lo sguardo da una all'altra. Infine rivelò:-Mark mi ha chiesto di uscire!Le due la fissarono, un po' deluse. -Oh. Davvero?-Sì, sì! Ma non capite... questa è un'uscita serale!- batté le mani, eccitata. Fino a quel momento si erano dati appuntamento per incontrarsi solo di pomeriggio o alla domenica mattina. Un'uscita serale rendeva il tutto più ufficiale, più serio... più romantico.-Be'... siamo felici per te.- disse la bionda, dopo qualche minuto di silenzio.La mew le guardò di traverso, per niente convinta. -Cosa c'è...?Mimi fece spallucce. -Nulla. Solo che... ultimamente Mark è strano. Non è più il ragazzo di prima, sembra sempre imbronciato.- confessò. Subito dopo aggiunse:-Non picchiarmi!Aggrottò le sopracciglia, perplessa. -Perché dovrei picchiarti? Sai, ora che ci penso hai ragione.- ammise, adombrandosi. "E' iniziato tutto col Cavaliere Blu...", realizzò.-Per caso ha qualche problema?- le chiese Megan. Sollevò lo sguardo, voltando la testa per guardarla. Non poteva di certo rivelare dei geni alieni che abitavano nel suo corpo! Scosse la testa, tentando un sorriso. -No... nulla.La bionda non era convinta. -Non è che c'entra Ryan?- chiese, maliziosa.Strawberry per poco non urlò, fermandosi proprio in mezzo alla strada. -Ryan?! E cosa c'entra lui?- esclamò. Ogni volta che qualcuno glielo nominava saltava come una molla. Fortuna che era tornato a scuola (su ordine di Kyle, che voleva farlo socializzare) e non aveva più dovuto consegnare messaggi a suo nome.Le due ragazze la esortarono a rispondere. -Non c'entra niente. Ryan non fa parte del mio rapporto con Mark.- brontolò, imbarazzata.-Sei ancora arrabbiata con lui?- le chiese la castana.-Con chi?Sospirò. -Con Ryan. Strawberry, torna sulla Terra!- ridacchiò.Arrossì, imbarazzata. -Scusami... no, no. Con lui tutto bene, bisticciamo come al solito.- disse.Con la coda dell'occhio intravvide Lucas. -Oh, ragazze... vado a salutare una persona. Ci vediamo dopo, ok?- le salutò e corse da lui. -Ma da quando conosce il secchione solitario?- si domandò Megan, perplessa. -Forse è per colpa sua se Mark è cambiato... sarà geloso?- ipotizzò la compagna. Si guardarono. -Nah!Strawberry scartò diverse persone per avvicinarsi a Lucas. Quel ragazzo le piaceva, era spiritoso e molto acuto.E sembrava unicamente interessato a torturare verbalmente il suo datore di lavoro.-Lucas, ehi!- lo raggiunse.Lui si voltò e lei rimase stupita nel trovarlo senza occhiali. -Ma...?- si indicò gli occhi per fargli capire.-Oh, gli occhiali? Ho deciso di farmi ammirare dalle gallinelle. Ho voglia di un po' di urletti.- spiegò, sorridendo. "Devo rialzare un po' la mia autostima e sentirmi meno cretino di quello che sono già.", si corresse.-Si scatenerà il putiferio.- rise la rossa, immaginandosi già la reazione delle sue compagne di classe.Le lanciò un'occhiata, sorridente. -Le ragazze d'oggi sono facili da accontentare.La mew neko lo guardò male. -Che vorresti dire?Si morse il labbro inferiore, in difficoltà. -Che quelle di questa scuola, non tutte ma la maggioranza, vanno in visibilio per un bel visetto.- sperò di essersi salvato in corner.-Oh, be'. Su questo hai ragione: se sapessero che brutto caratteraccio ha Ryan scapperebbero a gambe levate.- commentò.Nascose un sorriso, divertito. -Avrei scommesso che avresti portato Mark, come esempio.Lei alzò lo sguardo, confusa. Fece per chiedergli spiegazioni ma lui si dileguò, salutandola con la mano.-Be', Mark non ha un caratteraccio.- mormorò.Kyle prese la terrina dalle mani di Ryan.-Secondo te che cos'è successo al vampiro?- domandò, iniziando a mescolarne il contenuto. Il biondo era irritato per la giornata appena trascorsa e non sarebbe stato molto d'aiuto. Soliti problemi con le compagne.-Come?- chiese, riscuotendosi.Sorrise, scuotendo la testa. -Il vampiro, Revenge.Si massaggiò gli occhi. -Non saprei, ma non me ne lamento. Gli alieni sono più facili da tenere a bada.- mormorò.-Sei stanco?- gli chiese.-Perché mi costringi ad andare a scuola? Lucas l'abbiamo trovato, ormai.- brontolò lanciandogli un'occhiata supplicante.-Finisci almeno l'anno. Non voglio che diventi un eremita.- replicò l'altro.Sbuffò. -Non sono un eremita. Ho te, le ragazze... ora anche Lucas con cui parlare.Lo guardò eloquentemente. -Parlare. Mah... lo fai solo con me. Intendo parlare sinceramente.- disse.-E con Lucas, ma di cose futili. Per il resto non posso "parlare sinceramente" con le ragazze, ti pare?- gli fece notare.-Oh, potresti, eccome.- ribatté, convinto.-Non sono masochista, ci tengo al mio orgoglio.- tagliò corto. -Va bene, ragazzo orgoglioso. Vai a vedere se di là hanno bisogno.- lo scacciò, facendogli segno di uscire con la frusta del robot.Fingendo di brontolare, il biondo si recò nel salone. Una volta arrivato constatò che stava andando tutto alla grande: ossia locale pieno di ragazzine adoranti.Lucas era diventato un'attrazione."Potrei mettere un cartello, fuori.", pensò, diabolico. Poi notò l'espressione di insofferenza appena celata e ci ripensò. Non era così stronzo né così vendicativo. Nonostante l'incidente con la katana e le strane ed irritanti battutine del dampyr, l'allenamento aveva dato i suoi frutti. Primo tra tutti aveva raggiunto una velocità di riflessi molto buona e sapeva maneggiare discretamente la tradizionale arma samurai, secondo il suo corpo aveva ricavato molti vantaggi.Era nel pieno della crescita e non avrebbe dovuto stupirsi della comparsa di muscoli che prima non erano visibili. Certo, non voleva diventare un sollevatore di pesi, ma non gli dispiaceva aver messo su altra massa muscolare.Era sempre stato più slanciato che muscoloso. Ora aveva pareggiato i conti."Non con gli indumenti, però. Devo comprarne di nuovi.", si ricordò. Be', tutto ha un prezzo, no?-Ryan?- si sentì chiamare. Sollevò la testa e si trovò davanti Lory. -Sì? Dimmi.-Ci daresti una mano? Siamo un po' in difficoltà.- chiese, leggermente intimorita. Sollevò lo sguardo sulla sala e poi annuì. Tornò in cucina e recuperò un grembiule per poter servire ai tavoli.Ora che ci faceva caso, Pam era assente."Giusto, aveva un servizio fotografico.", gli tornò in mente il biglietto che aveva trovato proprio lì dal bancone.-Ci serve un cameriere.- Lucas gli si avvicinò e per poco non lo fece sobbalzare. -Sono stanco delle occhiatine languide, non fanno per me. Occupatene tu.Ryan lo guardò stranito, poi raggiunse i tavoli. Non appena Kyle uscì a girare il cartello, Strawberry schizzò negli spogliatoi.Le ragazze ridacchiarono, mentre i ragazzi la fissarono perplessi.-Che succede?- chiese il dampyr.-Ha appuntamento con Mark.- spiegò Paddy.-Oh... caspita.- si finse impressionato. Un'uscita serale, era un bel passo avanti. Senza farsi vedere sbirciò Ryan, ma il ragazzo aveva già distolto lo sguardo, concentrandosi su altro."E' bravo a dissimulare.", pensò. "Chissà se lo sono anche io...", si chiese subito dopo, abbassando gli occhi sulle proprie mani.Tempo un quarto d'ora e la rossa attraversò di corsa il salone, salutando tutti con la mano. S'infilò il cappottino e sgattaiolò fuori.-Andiamo a cambiarci. La pazza isterica se n'è andata.- disse Mina, avviandosi di sotto.Strawberry, appena fuori dal Cafè, si guardò intorno. Era già buio e alcune luci da giardino illuminavano il vialetto d'ingresso.Davanti alle siepi vide Mark. -Ciao!- gli andò in contro, sorridente.-Ehi, ciao micetta.- le restituì il sorriso, chinandosi a baciarle una guancia.-Allora, dove andiamo?- chiese, eccitata.-Hai avvertito i tuoi, vero?- le chiese, preoccupato.Annuì rapidamente. -Non ti preoccupare.-Bene, allora andiamo. Ci aspetta la pizzeria.- annunciò.La ragazza si leccò i baffi: era da una marea di tempo che non mangiava la pizza, sua madre amava troppo il cibo tradizionale giapponese per transigere.-E' lontano?- chiese dopo un po'.Lui la guardò e scosse la testa. -No, non molto. Perché? Hai freddo?Arrossì leggermente per il suo tono premuroso. -No, sto bene.Le prese la mano, inaspettatamente e poi le chiese com'era andata la giornata, facendola distrarre. Il locale era abbastanza piccolo, ma molto accogliente. Era una gestione famigliare portata avanti da italiani. La pizza, inutile dirlo, era qualcosa di strepitoso.-Wow! È il paradiso!- esclamò la rossa, addentando un pezzo della sua. Mark le sorrise, divertito dal suo entusiasmo.-Mi dici sempre che tua madre cucina solo cibo tradizionale... quindi volevo farti cambiare.- disse.Lei annuì vigorosamente. -E hai fatto benissimo.- assicurò.Le sorrise nuovamente e poi prese un sorso di coca cola. -Come vi trovate col nuovo arrivato?- le chiese dopo un po'.-Con Lucas? Oh, bene. È molto simpatico e ha sempre la battuta pronta.- ridacchiò lei. La fissò, pensieroso. -Perché me lo chiedi?- domandò, notando la sua espressione.Scosse la testa. -Nulla. Mi sembra di non stargli simpatico...- ammise.Strawberry si accigliò. -No... non credo che dipenda da te. Ma dal Cavaliere Blu... è un po' diffidente nei confronti degli alieni.- tentò di difenderlo.Si lasciò sfuggire un sorriso amaro. -Non lo biasimo, allora. Nemmeno io mi fido di me stesso.- mormorò. Senza esitare, la mew gli coprì la mano con la sua, cercando di confortarlo.-Vedrai che presto finirà tutto.- promise. -Lucas è molto abile e, secondo Ryan e Kyle, una volta sconfitto il vampiro sarà molto più facile.- si chinò verso di lui per non farsi sentire dagli altri clienti. L'avrebbero presa per pazza se avessero ascoltato le sue parole.La fissò intensamente, cercando di trovare dei sottintesi tra le sue parole. -Be', dovresti esserne contenta anche tu, no? Alzò gli occhi, stupita dalla domanda. -Be', ovvio. Non è molto divertente dover combattere quasi tutti i santi giorni.- commentò.-E non c'è nessun altro motivo?- indagò. Da un po' di tempo a quella parte si era reso conto che Strawberry si comportava diversamente quando lui e Ryan erano nella stessa stanza. Il problema era capire se lo facesse a suo beneficio o a beneficio del biondo."Che vuol dire?", si chiese lei, tentando di ignorare quel leggero tono che sapeva d'insinuazione. -Be'... potrò stare in compagnia delle ragazze in modo normale.- aggiunse.Il ragazzo si limitò ad annuire e non toccò più l'argomento. Quando arrivarono al dolce, lui le propose di prendere un dolce ricoperto di cioccolata fusa e dividerlo. Strawberry si dimostrò abbastanza imbarazzata, ma acconsentì.-Oddio, dovrò fare allenamenti su allenamenti per smaltire tutte queste calorie.- piagnucolò la rossa, vedendosi posare davanti una coppa enorme.Dentro faceva bella mostra di sé una piramide fatta con pezzi di tenerina, scaglie di cioccolato bianco, cialde, granella di biscotto e ovviamente una cascata di cioccolato fuso.-Ho esagerato?- domandò Mark, preoccupato.Lei si affrettò a scuotere la testa. -Vorrà dire che correrò un po' di più a ginnastica.- affondò il cucchiaio. "Vuole per caso chiedermi qualcosa di importante? Questa coppa è... troppo!", si chiese, bloccandosi col cucchiaino a mezz'aria.Sorrise, divertito. -Perché, di solito che fai?Si riscosse e se lo mise in bocca. -Batto la fiacca.- ammise, facendolo ridere di gusto. -Sei in gran forma, comunque, non ti preoccupare.- la rassicurò. Quel complimento implicito (nemmeno troppo, poi) la fece arrossire visibilmente. "Mantieni la calma, niente orecchie!", si ricordò. E continuò a ripeterselo fino a quando la coppa non fu vuota. Era stato un continuo di complimenti e sorrisi: Mark non le aveva mai fatto così tante avances come in quell'appuntamento.Una volta usciti, si diressero verso casa Momomiya, dato che iniziava ad essere tardi.La rossa tenne la testa bassa, torturando uno dei bottoni del suo cappottino. -Mark...- esordì.Lui si voltò a fissarla. -Dimmi.-Come... come mai tutti quei complimenti, a cena? Come mai la cena?- alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi scuri.-In che senso "perché"? Sei la mia fidanzata.- replicò, confuso.Tentò di spiegare:-Sì, sì ma non... sembra che tu debba corrompermi per chiedermi qualcosa. Lo so, è stupido, ma è un pensiero che mi gira in testa da un po'.-Corromperti? Micetta, ma cosa stai dicendo...?Si strinse nelle spalle, sentendosi immensamente stupida. -Nulla, dimenticalo.Passeggiarono per un po' in silenzio, ma l'atmosfera era strana. Alla fine Mark si fermò davanti a lei, bloccandole la strada. La rossa rimase a fissarlo, in attesa.Era preoccupata.-In verità devo chiederti una cosa...- ammise.Lei deglutì, nervosa. -Cosa?Prese un respiro profondo. -Ti piace Shirogane?Al che la mew neko sbarrò gli occhi, sconvolta. Ma da dove gli era uscita quella domanda assurda? Come faceva a piacerle quell'arrogante del suo datore di lavoro?!-Ma cosa dici...?!- si indignò. "In realtà non è così assurdo, Strawberry.", le ricordò la sua coscienza. Dannata coscienza.-Volevo esserne sicuro. Avete un rapporto particolare, voi due. E a volte sembra che lui mi guardi male, molto male.- si giustificò.-Ryan guarda male tutti. Anche noi ragazze che lavoriamo al Cafè. A volte pure Kyle.- spiegò. Lanciò un'occhiata al cancello di casa, non molto distante. Senza una parola, Mark si chinò su di lei e la baciò. Strawberry rimase di sasso mentre sentiva le braccia del suo fidanzato avvolgerla.Era tutto improvviso, non era psicologicamente pronta!Era rimasta con le labbra leggermente socchiuse, quindi lui non trovò resistenza quando spinse la lingua nella sua bocca. Gli artigliò le maniche del cappotto, sgranando ancora di più gli occhi.Era un fascio di nervi. "Calmati, è solo il bacio che aspettavi da secoli.", si disse. Chiuse lentamente gli occhi, provando a riprendere il controllo di sé e a lasciarsi andare.Allentò leggermente la presa, lasciandosi guidare.Fu lui ad interrompere il contatto, evidentemente soddisfatto. Strawberry tenne gli occhi chiusi ancora per qualche istante.-Tutto ok...?- le chiese lui.Annuì, agitata. -Devo... ecco... dovrei andare, ora.- farfugliò lei, arretrando.Le sorrise. -Certo. Buonanotte, micetta.Lo salutò con un gesto rapido e filò in casa, inserendo le chiavi nella toppa. Spalancò la porta e la richiuse cercando di fare meno rumore possibile.Poi rimase a fissare il pavimento, sconvolta."Non ho provato niente.", pensò. "Nulla... nemmeno un brivido..."Si mise le mani sul viso, scivolando a terra. Il bacio le era stato indifferente e l'unica cosa che aveva provato era stato un leggero fastidio.
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Un angelo a scuola
FantasySe Ryan fosse costretto a riprendere gli studi a causa di un nuovo nemico? E se questo nemico fosse, strano ma vero, un Gangrel?Un vampiro in grado di trasformarsi in animale è diffilce da scovare, ancor di più quando sembra che si nasconda nella sc...