Cap. 12 Problemi all'orizzonte

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-Forse dovremmo muoverci.- suggerì Ryan.Si erano appena allontanati dal parco Inohara, ma la neve che fino a poco prima cadeva leggera ora si era intensificata.Facevano fatica perfino a vedere davanti a sé.-Sì, lo credo anch'io.- annuì lei, rabbrividendo per il freddo.-Ho un'idea!- esclamò il biondo.-Quale?-Corriamo.- la prese per mano ed iniziò a correre, sollevando schizzi di neve. Strawberry fece per protestare, ma il vento ricacciò indietro le sue parole.Così si ritrovarono a affrettarsi sotto una perfetta tempesta di neve, ridendo come due bambini. L'americano nemmeno ricordava l'ultima volta che l'aveva fatto. Forse non ne aveva mai avuto l'occasione oppure era successo mentre giocava a palle di neve con Kyle.Stettero sempre vicini agli edifici, cercando di proteggersi il più possibile. L'arrivo al Cafè rivelò loro come fosse stato tutto inutile.-Muoviti, muoviti!- lo esortò la rossa, battendo i piedi per scaldarsi.Estrasse le chiavi ed aprì la porta sul retro il più velocemente possibile. Aveva le mani intirizzite nonostante i guanti. -Eccoci.- la trascinò dentro e sprangò l'entrata. Rimasero al buio, ansimanti.Avevano proprio fatto una bella corsa, non c'è che dire.-Vieni.- senza nemmeno accendere la luce la prese per mano e la condusse su per le scale. Se si fosse fermato a pensare si sarebbe dato del cretino, ma era ancora all'interno della bolla di intimità che si era creata con la ragazza, per cui decise di lasciarsi guidare dall'istinto.-Cosa fai...? La mia stanza è di sotto...- protestò lei.-Dobbiamo asciugarci. E in due si fa prima.- rispose sbrigativo. Aprì la porta della propria camera e la fece entrare. Questa volta si premurò di premere l'interruttore.Strawberry si ritrovò a sbattere le palpebre, abbagliata, mentre Ryan spariva in bagno. Si sfilò i guanti, rigidi per il freddo e il suo sguardo cadde sulla cornice, tornata al proprio posto.Aveva ancora il vetro incrinato.Abbassò lo sguardo, vergognandosi.-Tieni.- il biondo la distolse dai suoi sensi di colpa offrendole un asciugamano. Alzò gli occhi e notò che lui ne aveva uno attorno al collo. -Ho capito, faccio io.- sospirò, fingendosi scocciato.In realtà non vedeva l'ora di mostrarle che poteva essere gentile anche lui. E dolce, se gliene avesse dato la possibilità."Limitati a non rovinare la serata, per ora.", si disse. -China il capo.Lei lo fissò perplessa, ma poi obbedì. Poco dopo sentì il piacevole e caldo contatto con la spugna dell'asciugamano e chiuse gli occhi. Temette che Ryan l'avrebbe strapazzata, invece le sue mani erano decise, ma delicate. Le stava frizionando i capelli con lenti cerchi, facendola rilassare. Se avesse continuato così si sarebbe messa a fare le fusa.A quel pensiero spalancò gli occhi e si raddrizzò.Lui si spostò, colto di sorpresa. -Che c'è?- le chiese.-Niente. Ehm... forse è meglio se ci buttiamo sotto la doccia. Ci... ci vediamo domani.- gli riconsegnò l'asciugamano e andò alla porta. Poco prima di uscire si fermò. -Grazie. Per la serata.- aggiunse.Il ragazzo rimase a fissare il battente di legno, senza parole. "Ho fatto qualcosa di male?", si chiese.Strawberry scese le scale il più velocemente possibile, per poi rifugiarsi nella camera degli ospiti.Si appoggiò pesantemente alla porta e si portò le mani alla bocca, arrossendo terribilmente. Come se non avessero aspettato altro, le orecchie e la coda da gatta fecero la loro comparsa. -Oddio...- si lasciò sfuggire un gemito.Quando si erano baciati lo shock era stato tale che il suo corpo non aveva potuto reagire, ma in quel momento sapeva che la loro comparsa non era dovuta alla sorpresa o ad altro.Ma al battito del suo cuore. Assordante.-Che mi sta succedendo?- si chiese, sconvolta. No, era tutto un errore: aveva reagito così perché le era tornata in mente la sua prima trasformazione completa, quando era finita a casa di Mark e lui l'aveva accudita."Sì, dev'essere per forza così.", decise, sparendo in bagno. Quando aprì gli occhi il suo primo pensiero fu quello di restare sotto le coperte.Da un lato perché sentiva un piacevole calduccio, dall'altro perché aveva paura che le considerazioni della sera prima la potessero mettere a disagio di fronte a Ryan.Le cose tra loro si erano appena sistemate e non avrebbe voluto ritornare punto e a capo.Sospirando si liberò delle coperte e si mise a sedere.Aveva sicuramente un aspetto orribile, i suoi capelli, in particolare, avevano bisogno di una spazzolata.Sbadigliando, recuperò un maglioncino a collo alto e un paio di pantaloni. Esitò un attimo, poi uscì, diretta in cucina.-'Giorno.- salutò entrando.-Buongiorno.Si era aspettata di trovare Kyle, già intento a preparare uno dei suoi dolci, invece a rispondere al suo saluto era stato Ryan.Stava mangiando una tazza di cereali appoggiato al grande tavolo posto al centro della stanza.Lo guardò, perplessa e poi chiese:-Kyle?-Sta ancora dormendo.- le disse, indicando col capo il piano di sotto.-Strano.- commentò lei.-Be', ha avuto una lunga nottata.- disse lui, malizioso.-Ryan, insomma! Non sono affari nostri.- lo rimproverò lei, recuperando l'occorrente per una cioccolata calda.-Infatti, Strawberry ha ragione.- il cuoco fece la sua comparsa. Indossava una maglietta a mezza manica e un paio di pantaloni e aveva i lunghi capelli sciolti.La ragazza lo guardò con tanto d'occhi. Era la prima volta in assoluto che lo vedeva senza la sua solita divisa. Era... insolito. In quel momento le si formò un'immagine nella mente: lui e Ryan intenti a fare colazione, come tutte le sacrosante mattine.Per loro doveva essere quotidiana routine.-Caspita...- si lasciò sfuggire. I due la fissarono perplessi. -Ehm... è la prima volta che...- non seppe come finire la frase e si limitò ad indicare la sua lunga chioma castana.Kyle sembrò rendersene conto solo dopo essersi fatto scivolare tra le mani una ciocca. -Questi? Oh, sì... scusate. Non ci ho pensato.- sorrise, lievemente imbarazzato.-Be', non siamo abituati ad avere ospiti per casa. Io, per lo meno, mi sono ricordato di indossare qualcosa prima di scendere.- disse il biondo.A quelle parole Strawberry avvampò e lo vide ridere sotto i baffi, segno che l'aveva detto apposta per metterla in imbarazzo.-Ryan, c'è una signorina qui.- lo riprese bonariamente il ventunenne. L'altro fece spallucce, divertito.La mew tornò a concentrarsi sul nuovo arrivato, tentando di impedirsi di fantasticare troppo con la fantasia. -Posso toccarli?- domandò esitante.Dovevano essere molto morbidi, ne era sicura. Kyle la guardò stupito, ma poi annuì. Lei allora gli si avvicinò e sfiorò una ciocca, che gli scivolava leggera sulla schiena. Nonostante avesse i capelli più lunghi di qualsiasi ragazza avesse mai incontrato, era inequivocabile che fosse un uomo. E anche molto carino e con uno spiccato senso paterno nei confronti del suo più giovane (e scapestrato) amico.-Sono molto belli.- mormorò abbassando la mano.-Grazie.- sorrise.-Da quando in qua hai questa passione per i capelli lunghi?- la interrogò Ryan.-Non ce l'ho. Ma è la prima volta che lo vedo senza elastico ed ero curiosa.- ammise, lanciandogli un'occhiata.-Allora, cosa vi preparo?- domandò allegramente il cuoco.-Oh... non ti preoccupare, faccio io.- disse lei, avvicinandosi al fornello. Il biondo, invece, alzò la tazza che aveva in mano per mostrargli che si era già servito.-Una bella cioccolata?- non la stette ad ascoltare.Si arrese. -D'accordo. Grazie.Non avendo nient'altro da fare se non aspettare, si mise seduta. Lasciò vagare lo sguardo sulla cucina, sugli utensili ordinatamente risposti e sui due ragazzi che la occupavano. Erano entrambi scarmigliati e pure visibilmente assonati. Ryan non indossava nemmeno la sua solita fascia.Era strano condividere con loro quel momento così... intimo, che sapeva di casa e di famiglia.Si sentì quasi un'intrusa.-Ecco.- Kyle le mise davanti una bella tazza fumante.Gli sorrise, grata. -Allora, che avete fatto ieri?- domandò, preparandosi il caffè.-Oh, siamo andati a pattinare, come ti avevo detto. Tu? Tutto bene?- s'informò l'amico.Annuì. -Sì. Siamo andati fuori città per osservare le stelle.- gli lanciò una rapida occhiata, sorridendo.-E bravo Kyle.- ridacchiò il biondo.-Non fare il malizioso.- lo avvertì sottovoce. Sapeva bene quali erano i suoi punti deboli. Si scambiarono uno sguardo intenso e poi sorrisero, complici.-Ok, come non detto.- Ryan prese un'altra cucchiaiata di cereali."Mi piace quest'atmosfera.", realizzò la rossa. "A casa non ho mai tempo di fare colazione perché mi sveglio sempre tardi. E durante le feste sono sempre l'ultima a scendere.", si lasciò sfuggire un sorriso.-Che programmi avete per oggi?- s'informò il cuoco.Entrambi i ragazzi alzarono la testa e si fissarono. -Ehm... bo?- azzardò lei. -Non saprei.-Io e te dobbiamo andare avanti con le ricerche.- gli ricordò Ryan.-A parte quello.-Oh, be'... non saprei.- fece spallucce.-Io dovrei fare i compiti.- ammise Strawberry, ricordandosi solo in quel momento della cartellina che aveva portato con sé.-Dura la scuola, eh?- la canzonò il biondo.-Guarda che anche tu li dovresti fare.- gli fece la linguaccia. -Non ne ho.- rispose.Lo guardò stranita. Da quando in qua i professori non assegnavano compiti per le vacanze? Che l'avessero esentato a causa dell'incidente?"Non è giusto, però.", brontolò tra sé. -Va bene, vedrò di arrangiarmi.- prese un altro sorso di cioccolata.Rimasero in cucina ancora un po', poi ognuno sparì in camera per prepararsi alla giornata. La giornata passò lentamente, ma in modo sereno.Non ci fu nessuna complicazione, salvo i compiti di matematica. Strawberry non avrebbe mai capito la necessità delle lettere nelle equazioni algebriche. Che senso avevano?Mistero.A parte quello, si ritrovò spesso a far vagare la mente. Appena un pensiero nasceva lo inseguiva, dimenticandosi degli esercizi.Ryan e Kyle si alternarono giù al laboratorio e salirono solo per pranzo e per cena.Strawberry avrebbe voluto scendere a curiosare, ma sapeva che era meglio non disturbarli. Entravano in un altro mondo quand'erano là sotto e lo comprendevano solo loro due.Non sapeva se avessero fatto progressi, ma si ripromise di chiederlo ad uno dei due non appena ne avesse avuto l'occasione. Il giorno successivo arrivò quasi all'improvviso, tant'è che la ragazza per poco non cadde dal letto al suono della sveglia.L'aveva puntata per sicurezza, dato che sarebbe stata capace di dormire per ore, anche con tutti i rumori del Cafè in piena attività.Brontolando per il brusco risveglio si mise in piedi, trascinandosi in bagno. Come la mattina precedente, si ritrovò a condividere il momento della colazione coi due americani.Le faceva strano, ma iniziava a piacerle.Finito di mangiare schizzò nello spogliatoio per cambiarsi.Avrebbe fatto una sorpresa alle ragazze, facendosi trovare già al lavoro. Si sistemò la divisa ed uscì, tutta sorridente.-Oddio! Sei già pronta?!- si ritrovò davanti una Mina alquanto scioccata.-Ciao anche a te.- le disse, stordita dalla sua reazione.-Ciao. Ma sei veramente già vestita e pronta a lavorare?- le chiese di nuovo. La rossa annuì, infastidita dall'incredulità dell'amica. -Non ci credo. Verrà un cataclisma.-Eddai, non esagerare.- brontolò, superandola per dirigersi nel grande salone del Cafè.La morettina restò a guardarla un altro po', poi entrò negli spogliatoi."Mamma mia... non posso essere in orario, per una volta?", si chiese. Ma poi si rispose da sola: in effetti era molto strano.-Oh... ciao Strawberry.- la salutò Lory. -Sì, sono in anticipo.- la precedette prima che potesse aggiungere altro.-Non stavo per dire... ok, vado a cambiarmi.- disse, notando lo sguardo della rossa. "Che si sia svegliata male?", pensò.Scuotendo la testa, la ragazza si mise a sistemare le sedie.Mentre lavorava arrivarono anche Paddy e Pam. La fissarono stupite, ma si limitarono a sorridere e salutarla.Quando furono tutte riunite si misero ad aiutarla. -Dove sono gli altri?- domandò la più piccola del gruppo. -Di sotto. Non so perché...- riferì.-Cavoli, eravamo così concentrati sul vampiro che ci siamo dimenticati dell'Acqua Mew!- esclamò Kyle, esterrefatto.-Sì... che stupidi, eh?- commentò il suo collega. -Fortunatamente si è fatta viva lei.-Già.Si avvicinò al monitor per controllare ancora una volta la posizione del segnale. Non era vicino, ma almeno sembrava stabile.-Pensi che sia il caso di mandare fuori le ragazze?- domandò, appuntando qualcosa su un altro computer.-Sì, credo che dovremmo approfittarne, dato che gli alieni sembrano momentaneamente spariti.- gli lanciò un'occhiata. -Speriamo non sia un altro buco nell'acqua.-Non credo, il segnale è abbastanza forte.- replicò.-Bene, allora stasera le manderemo in missione. Chiudiamo un'ora prima, che ne dici?- Ryan si alzò, intenzionato a salire e informare il team.Il moro annuì. -Va bene. Hai avuto notizie del Dampyr...?Il biondo sospirò. -No, nulla. E ho dimenticato di chiedere a Strawberry se è a conoscenza di qualche nuovo studente.-Le cose si sono sistemate, tra di voi?- domandò, curioso.Il ragazzo abbassò lo sguardo, a disagio. -Diciamo che non ho rovinato tutto col mio solito comportamento strafottente.- si concesse.-Mi sembra già qualcosa. Ma vi siete chiariti?- insistette.-Sì, ci siamo chiariti.-E...?-E... cavoli, Kyle, sembri mio padre! Smettila, è imbarazzante!- sbottò, allontanandosi. Sentì l'amico ridacchiare.-Se ti vedesse ore capirebbe quanto sei tenero.- lo prese in giro.-Smettila, o giuro che ti picchio.- lo minacciò.-Che paura.Scuotendo la testa aprì la porta e si avviò lungo le scale. Kyle era sempre il solito: lo punzecchiava fino a ridurlo all'esasperazione e allora lui finiva per confessare tutto quello che lui voleva sapere.Che tecnica subdola. "Be'... la uso anche io, quindi non dovrei proprio lamentarmi.", sorrise.Quando arrivò di sopra trovò le Mew Mew intente a mandare avanti il locale. C'era un discreto numero di clienti e forse era il caso di avvertire Kyle, dato che le torte e i pasticcini stavano sicuramente per finire.-Pam.- fermò la modella. Lei si voltò a guardarlo, salutandolo con un cenno del capo. -Chiudiamo un'ora prima. Dillo alle altre, per favore. Ora vi mando su Kyle, nel caso vi servano altri dolci.-Capiti proprio a fagiolo. Stavo giusto per mandare Paddy a cercare uno di voi due.- gli rispose. Lanciò un'occhiata alle compagne, poi aggiunse:-Mi sembra che l'atmosfera sia più rilassata.Lui la guardò dritto negli occhi. Era quasi certo che la mew lupo avesse intuito tutto. -Sì... per fortuna abbiamo chiarito.- non c'era bisogno di specificare chi era implicato in quel "noi".Con un lieve sorriso la ragazza si allontanò."Mi chiedo perché non mi abbia ancora smascherato.", pensò, tornando di sotto per avvertire l'amico. Erano le cinque, mancava un'ora alla chiusura anticipata.Ryan si era offerto di stare alla cassa, giusto per non farsi rimproverare di snobbare i suoi doveri di proprietario.Anche se lasciare Lory alle prese con il servizio delle portate non era mai una buona idea.Proprio mentre lo pensava, la ragazza rischiò di rovesciare le due fette di torta che aveva in mano. Fortunatamente Paddy le salvò in extremis.Sospirò, sollevato, tornando a far spaziare lo sguardo sui tavoli. Come sempre erano occupati per la maggior parte da studentesse, molte provenienti dalla sua nuova e odiata scuola.Riportare alla mente la sua vita scolastica gli ricordò una cosa. "Devo trovare quel dannatissimo Dampyr." Non aveva sprecato il suo tempo per farsi inseguire da ragazzine starnazzanti. Il minimo sarebbe stato andare a casa con un nome e un volto.E magari la sicurezza di avere un nuovo alleato.Mentre vagava tra questi pensieri non si rese conto dell'arrivo di una nuova cliente. Pam, sempre attenta, le andò incontro per lui. Vide le due parlare e poi la nuova arrivata lo indicò. Capì che era lì per lui.La mew viola gli si avvicinò e gli disse:-Ha detto di essere la rappresentante della tua classe. Ti ha portato gli appunti e i compiti.Ryan sgranò gli occhi. Non ci voleva!-Assicurati che Strawberry non esca dalla cucina. Se la vede è la fine.- la istruì, prima di avviarsi con passo elegante verso la compagna di scuola. Con la coda dell'occhio notò Pam sparire dietro l'angolo.-Ciao... tu sei Ayumi, vero?- la salutò. Era una delle poche ragazze che sopportava, probabilmente perché era così timida da non osare nemmeno avvicinarglisi.La vide annuire. -Sì, il professore mi aveva affidato i compiti per le vacanze. Avrei dovuto consegnarteli prima, lo so, ma non sapevo se fossi qui, durante Natale.- si scusò, frugando all'interno della propria tracolla. -Non ti preoccupare, non c'è problema.- le disse cortese. "Tanto saranno cose che ho già visto e rivisto.", aggiunse tra sé.Gli porse alcune fotocopie. -Ah, ho anche gli appunti! -Non ce n'è bisogno, credo di poter...- iniziò lui, ma la ragazza fece un'espressione delusa. -Come non detto. Sì, mi farebbero comodo.- si corresse.-Bene. Ecco, tieni.- gli allungò un piccolo block notes. Ryan guardò i suoi nuovi acquisti e dovette trattenersi dal sospirare.-Ti posso offrire qualcosa? Per il disturbo.- le sorrise, garbato. Ayumi lo fissò, stupita. -Ok, grazie.- accettò.Recuperò un menù e la accompagnò ad un tavolo libero. -Tra poco una delle ragazze sarà da te.E detto questo si allontanò, facendo un cenno a Lory.Sgattaiolò in cucina, dove trovò una Strawberry alquanto arrabbiata. -Si può sapere perché non posso uscire?!- lo attaccò.Lui la guardò. Sempre la solita impulsiva.-Allora?-Di là c'è la mia rappresentante di classe. È venuta a portarmi i compiti e gli appunti.- glieli mostrò.La rossa lo fissò, perplessa. -E questo cosa c'entra con me?- chiese.Ryan sospirò. -Ricordi le mie compagne di classe? Bene, sono delle pazze isteriche. Se sapessero che tu lavori qui si scatenerebbe il putiferio, non credi?- le spiegò, calmo.Nonostante tutti i suoi buoni propositi a volte aveva il forte desiderio di strozzarla. Per fortuna, di solito era un istinto passeggero.-Oh... le tue compagne. Giusto... andiamo nella stessa scuola...- stava metabolizzando.-Bene, vedo che ci siamo capiti.- annuì lui.-Quindi non posso uscire finché non se ne sarà andata?- brontolò.-Il tempo di un thè. Purtroppo Ayumi si trattenne ben più del tempo necessario per prendere una tazzina di thè e rimase fino alla chiusura.L'esser costretta a stare relegata in cucina aveva indisposto non poco la leader delle Mew Mew.-Ragazze, chiudiamo.- annunciò Kyle. Al che Strawberry si fiondò fuori.Passò di fianco al biondo e gli scoccò un'occhiataccia. Lui sospirò e la raggiunse. -D'accordo, mi dispiace. Se vuoi stasera ti aiuto coi compiti, ok?- le disse.Gli occhi della rossa si dilatarono all'inverosimile. -C-cosa...? Hai battuto la testa, per caso?Ryan la fissò perplesso. -No... perché?Scosse la testa. -No, niente. Accetto.- s'affrettò a dire, prima che potesse cambiare idea.-Bene.- e si allontanò.-Cosa voleva?- chiese Mina, avvicinandosi. Aveva uno sguardo sospettoso.-Mhm? Oh, niente.- liquidò la questione con un sorriso.Finirono il più in fretta possibile, poi si riunirono tutte davanti al bancone che ospitava la cassa.-Ragazze, abbiamo trovato un frammento. Il segnale è stabile, quindi dovremmo riuscire a trovarlo.- annunciò loro Kyle.-Davvero?- chiesero, eccitate. Non avevano individuato l'Acqua Mew da molto tempo.Annuì. -Vi dividerete in squadre. Ci manterremo in contatto tramite auricolari.- disse, distribuendone uno ad ognuna. Lo indossarono subito, pratiche.-Io vi farò da spalla.- s'inserì il biondo.Nessuna chiese come. Ryan sapeva essere nel posto giusto al momento giusto, quand'era necessario.-Bene, andate. Ci rivediamo qui tra due ore, al massimo. Se incontrate gli alieni o il vampiro, avvertiteci.- disse Kyle.Annuirono ed estrassero i ciondoli. Una volta trasformate si divisero.Strawberry era da sola, ma con la coda dell'occhio vide Art seguirla per un tratto di strada. Gli lanciò un'occhiata e il gatto le rispose con un cenno del capo, sparendo poi in un vicolo laterale.Quando aveva scoperto che Ryan poteva trasformarsi in un felino era rimasta scioccata. E lo stupore era aumentato quando le avevano raccontato il perché.Quel ragazzo avrebbe fatto di tutto per il progetto, a volte sospettava che fosse matto da legare. Si lasciò sfuggire un sorriso e si arrampicò su un albero.I suoi sensi di mew mew l'avrebbero guidata, dato che non ricordava già più in che posto avrebbe dovuto trovare il frammento. La caccia fu tutt'altro che proficua.Il segnale era rimasto tutto il tempo sui monitor, come aveva assicurato più volte Kyle, ma le ragazze non avevano trovato nulla.Neppure Ryan aveva avuto fortuna. Così erano stati costretti a rientrare: l'unica nota positiva era stata l'assenza dei loro nemici.-Non capisco.- ammise il biondo, sbuffando. Si avvicinò all'amico e ricontrollò la mappa della città. -Abbiamo scandagliato la zona da cima a fondo e non abbiamo trovato nulla.-Forse è nascosto meglio di quanto pensiamo.- cercò di tirarlo su il cuoco. Lui annuì, per niente convinto.-Noi andremmo a casa...- Lory attirò la loro attenzione.-Sì, sì, scusate. Andate pure. Grazie mille.- le congedò Ryan. Fece un rapido gesto con la mano e poi tornò ad occuparsi dei dati.-Vado a darmi una rinfrescata.- li informò Strawberry, rimasta l'unica nel locale.-Tra poco servo la cena.- le sorrise Kyle. Annuì e si avviò in camera."Un buco nell'acqua...", pensò svestendosi. Avevano perlustrato Tokyo come delle matte per due ore abbondanti e non avevano trovato nulla. Era snervante.Intanto, nel salone, Ryan stava sbuffando come una ciminiera, irritato. -Non capisco. Perché non c'era? Perché tutto quello che cerco in questo periodo sembra non esistere?- non si stava riferendo solo alla misteriosa acqua dai poteri curativi.-Ryan, vedrai che la prossima volta...- iniziò.-La prossima volta potrebbe essere tardi. Non so quanto tempo abbiamo, ma non dobbiamo sprecarlo.- lo bloccò.Il ventunenne sospirò. -Lo so. Ma arrabbiarti non ti servirà a nulla.- gli fece notare.-Servirà a farmi sfogare.- replicò, già intenzionato ad andare in palestra.-La cena è pronta.- tentò di fermarlo l'amico, avendo intuito quali erano i suoi pensieri.-Mangerò più tardi. Torno tra un'ora al massimo.- promise ed andò a recuperare il borsone di sopra.Uscì molto rapidamente, salutando Kyle.Dopo meno di cinque minuti la mew neko fece la sua comparsa nel salone. Si guardò intorno, confusa. -Ma... e Ryan?-E' andato in palestra per sfogarsi. È un po' nervoso per via del fallimento di oggi e per... la questione del Dampyr.- le spiegò, sospirando.Anche lui avrebbe tanto voluto prendere a pugni qualcosa, ma si tratteneva. Era anche vero che un Ryan pieno di rabbia repressa era una bomba ad orologeria.L'aveva appurato nei primi anni della sua adolescenza, poco dopo la morte dei suoi genitori. Aveva dovuto iscriverlo a nuoto per evitare che prendesse a pugni i muri.-Oh... ok.- la risposta di Strawberry gli giunse lontana.Si riscosse e le sorrise. -Tranquilla, tornerà tra poco.- le assicurò. -Noi intanto mangiamo, gli lascerò qualcosa.Annuendo lo seguì in cucina. Non avendo altro da fare e non abbondando di tempo libero, Strawberry si sistemò sul tavolo in cucina.Appoggiò i libri e li fissò di malavoglia.-Perché mi tocca questa tortura...?- si chiese, sedendosi. L'unica nota positiva era l'odore delizioso di quella stanza: sapeva di muffin e torta al cioccolato, con un leggero pizzico di cannella.Scostò la frangetta dagli occhi e si mise ad analizzare gli esercizi.Non ci capiva niente e la situazione non sarebbe cambiata da lì a un'ora. Ma doveva tentare. Ci mise tutta la sua buona volontà e si immerse in storia giapponese e tra i maledetti numeri dei libri di matematica e trigonometria.Imprecando e sbuffando non si rese conto del tempo che passava. Ad un certo punto sentì la porta sul retro aprirsi e s'irrigidì. Guardò l'orologio: le dieci passate."Dev'essere Ryan.", pensò alzandosi.Si affacciò dalla cucina con fare circospetto, aspettando di vederlo entrare.-Sono tornato.- si annunciò il ragazzo.La rossa vide un borsone lanciato di malagrazia sul pavimento e poco dopo ecco comparire il biondo.Si fermò, stupito e la guardò. -Oh... ciao. Che fai?-I compiti.- gli disse. -Tu...? Ti sei sfogato?- s'informò.-Sì. Più o meno.- raccolse le sue cose e fece per salire le scale. Si bloccò al primo scalino e si voltò a guardarla. -Faccio una doccia e poi scendo. Non vorrei che il tuo piccolo cervellino si fondesse, con tutti quei conti.L'aveva appena offesa gratuitamente.Fece per sbraitargli contro, ma lui era già sparito, nascosto dalla seconda rampa di scale. Kami, quando lo odiava quando faceva così!Imprecando sottovoce tornò al tavolo, riprendendo la sua posizione. Tempo quindici minuti e l'americano tornò, come promesso.-Kyle?- domandò, cercandolo con lo sguardo.Strawberry indicò il pavimento. -Di sotto, sta riguardando i dati di oggi.Ryan scosse la testa, sorridendo. Dopo sarebbe passato a ringraziarlo per il duro lavoro e a spedirlo a letto.Se no il giorno dopo non avrebbe connesso: era lui quello abituato alle ore piccole, non il suo migliore amico.-La cena?- chiese, aprendo un'anta del frigorifero. Sbirciò all'interno, scartando a priori la grande quantità di torte che vi erano stipate. -Ci sono solo dolci, qui.-La tua roba è nel forno.- lo informò distrattamente la rossa.-Oh, dirmelo prima no?- la punzecchiò, chinandosi per aprire l'anta. Lei fece per ribattere, ma le parole le morirono in gola.Ok... doveva subito abbassare gli occhi. Immediatamente.Provò a costringersi, ma non ci fu modo. Quello era un gran bel fondoschiena. Arrossendo all'inverosimile si morse un labbro, cercando di distrarsi.-Mhm... pollo e patatine. Molto americano.- commentò il biondo, raddrizzandosi col piatto in mano. Recuperò le posate e le si avvicinò, sbirciando i suoi compiti.Lei provò a coprire il quaderno con le mani, infastidita dal suo modo di fare. Non gli aveva dato il permesso di guardare.-La vuoi una mano o no?- le domandò, fissandola.-Non voglio sentirmi dire che sono stupida.- replicò Strawberry.-Non lo direi mai.- cercò di sorriderle, angelico.-Lo penseresti solo.Fece spallucce e le lasciò la sua privacy, concentrandosi sulla propria cena. Ora che aveva scaricato la rabbia accumulata gli era venuta fame. Forse avrebbe rubato una fetta di quel fantastico tiramisù che aveva intravisto nel frigo. La mew non parlò più, tentando di concentrarsi.Ma sentiva lo sguardo pressante del biondo e, ogni volta che sbirciava, quei pezzi di cielo erano lì a guardarla, ridendo segretamente di lei.Ryan stava tranquillamente finendo il dolce e non aveva aperto bocca.-La smetti?- sbottò.-Di fare cosa?- le chiese con la forchetta a mezz'aria.-Di fissarmi. Mi deconcentri.-Non sto facendo nulla, sei tu che mi presti attenzione.- ora che le cose erano tornate alla normalità nulla gli impediva di stuzzicarla come aveva sempre fatto. E la cosa lo divertiva parecchio, soprattutto quando lei arrossiva.Mangiò l'ultimo boccone ed infilò il piatto in lavastoviglie. -Fammi vedere, su.Senza essere stato invitato si sedette di fianco a lei.-Storia giapponese l'ho finita. È la matematica che...- improvvisamente si sentì stupida.-Non è difficile, basta che tu faccia attenzione ai segni grafici. Prima le parentesi tonde.- le indicò una parte dell'equazione con l'indice.Strawberry abbassò lo sguardo. Ascoltò la sua spiegazione e fece passo passo quello che lui le diceva.Incredibilmente riuscì ad arrivare alla soluzione e aveva capito anche il procedimento.-Oddio, ce l'ho fatta! Ho capito!- esultò.-Visto? Non sei tanto stupida.- la canzonò lui. In risposta ebbe un pugno sulla spalla.-Perché non fai i tuoi, di compiti, invece di pensare ai miei?- brontolò, iniziando un nuovo esercizio.-Ma ti avevo promesso d'aiutarti.- le fece notare. "E poi mi piace che tu debba dipendere da me.", aggiunse tra sé. Lo faceva sentire utile e importante.-Ho capito, grazie. Penso di potercela fare, per un po'.- gli sorrise distrattamente.-D'accordo.- disse e andò a recuperare le fotocopie, abbandonate vicino alla cassa. Diede una veloce occhiata ai testi degli esercizi e poi tornò a sedersi.Fu così che i due iniziarono a lavorare fianco a fianco, lanciandosi un'occhiata ogni tanto, giusto per controllare che l'altro non fosse distratto.La rossa gli fece poche domande, segno che aveva capito sul serio e lui ne fu felice. Felice perché era riuscito ad aiutarla senza prima litigare con lei. Era una bella sensazione.Verso mezzanotte, però, la mew neko iniziò a ciondolare la testa.Ryan posò la penna, con cui aveva smesso di scrivere già da un po' e la guardò. -Direi che per oggi può bastare.- le sussurrò.-Mhm... come?- bofonchiò, intontita. -Stai dormendo in piedi, meglio che tu vada a letto.- le rubò da sotto le mani i libri e li richiuse. Lei fece per protestare, ma la zittì. -Devo finirli... se no domani non ricorderò più nulla...- brontolò.-Sarò ancora qui. Se dovessi aver bisogno, basta chiedere.- le disse, cercando di convincerla.Scosse energicamente la testa. -No. Non voglio un baby-sitter.La fissò, perplesso. Non si era offerto di fare da balia a nessuno. -Ma che stai dicendo?-Che mi stai facendo da baby-sitter.- ripetè.Le si avvicinò, intenzionato a prenderla su di peso. -Non sai quello che dici.-Perché? Non è forse vero che mi vedi come una ragazzina?A quella domanda Ryan si bloccò. Possibile che Strawberry fosse così insonnolita da star farneticando?Ma non poteva certo dirle che la vedeva come una donna!Fece vagare lo sguardo per la stanza, in difficoltà. -Io non ti sottovaluto. Non sottovaluto nessuna di voi.- tergiversò.-Non è vero...- gli batté debolmente il pugno sul petto. Una parte di lei, quella ancora abbastanza lucida da capire, le stava urlando a gran voce di chiudere la bocca.-Chiudi gli occhi, ora ti porto a nanna.- le sussurrò, lasciandosi sfuggire un sorriso. Si era accoccolata contro di lui, le palpebre così pesanti che sembrava già addormentata.Portarla in camera non fu particolarmente difficile, era leggera per una ragazza della sua età.La posò delicatamente sul letto, coprendola il più possibile.-Se solo sapessi...- mormorò, posandole un bacio sulla fronte. Lei mugugnò qualcosa, girandosi su un fianco. Si fermò sulla porta, la mano sull'interruttore. -Buonanotte. Si svegliò abbastanza presto.La stanza era fiocamente illuminata da una luce grigia. Forse il sole non era ancora sorto.Sbadigliando cercò a tentoni la sveglia. -Le cinque...- lesse.Abbandonò il capo sul cuscino con un gemito di protesta. Ma cosa gli diceva il cervello? Aveva dormito sì e no cinque ore.Sbuffando, si girò su un fianco, tentando di riprendere sonno. Attese una buona mezz'ora, ma nulla.Allora si alzò a sedere, ravviandosi i capelli biondi. -Ho una strana sensazione.- mormorò, mettendo a fuoco gli oggetti della stanza. In un'altra stanza, a diversi chilometri di distanza, un altro ragazzo era sveglio. Teneva gli occhi puntati sul soffitto, immobile.Stava rimuginando da molto tempo, non avrebbe saputo dire quanto.Aveva preso la sua decisione: quel giorno sarebbe andato a controllare. Con quella consapevolezza addosso chiuse gli occhi, concedendosi altre ore di sonno."Fa che siano solo paranoie.", si augurò. Strawberry era stata buttata giù dal letto.Ryan era entrato praticamente urlando e aveva spalancato gli scuri della finestra, facendo entrare la luce del mattino.Lei aveva cercato di sottrarsi, seppellendosi sotto le coperte, ma lui l'aveva tirata fuori a forza. A quanto pareva nella notte aveva nevicato ancora e bisognava spalare la neve dal vialetto d'ingresso al Cafè.Fu così che la rossa si ritrovò, imbacuccata fino al mento, con una pala in mano nel bel mezzo del giardino. Faceva così freddo che doveva necessariamente muoversi per evitare di tremare.-Ryan, ti odio.- sibilò, lanciando in aria la neve.-Prenditela con Kyle.- replicò lui, poco più in là. Era evidente che il risveglio non era stato piacevole nemmeno per lui.-Mi dispiace, ma andava fatto.- disse loro il moro.-Ma perché queste cose non le fai fare alle ragazze? I lavori pesanti toccano sempre a me.- piagnucolò lei.-Dopo ti farò una cioccolata calda coi marshmallows, promesso.- le lanciò un sorriso da sotto la sciarpa.Lei annuì svogliatamente, proseguendo nel proprio lavoro.Erano arrivati a metà vialetto quando qualcuno si avvicinò all'ingresso del locale. Le mani nascoste nelle tasche del cappotto e un berretto calato sulla testa.-Strawberry...?I tre ragazzi si voltarono. La rossa cercò di capire chi fosse il nuovo arrivato: la voce era distorta dalla lana della sciarpa.Il ragazzo avanzò di qualche passo con gli occhi di Ryan puntati addosso. La sensazione della mattina ritornò, insistente.C'era qualcosa che non andava...-Siamo chiusi.- tentò la mew, cercando d'identificare il giovane.Lui allora si sfilò il berretto dalla testa, rivelando una chioma nera a lei ben conosciuta.-M-Mark...?!- la pala le cadde di mano.Gli occhi del suo fidanzato la scrutarono, feriti. -Cosa fai qui?

Un angelo a scuolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora