Strawberry spalancò gli occhi di colpo, irrigidendosi."Oddio, cosa sto facendo?!", si chiese.Non stava succedendo davvero. Non si trovava in uno stupido ripostiglio con Ryan, il suo odiato datore di lavoro, intenta a...Si staccò dalle sue labbra, imbarazzata oltre ogni dire. -Io...- cercò i suoi occhi.-Cosa succede?- le chiese, confuso. "Ecco, la reazione è arrivata. In ritardo, ma eccola.", si disse, già pronto al peggio.-Cosa sto facendo...?- domandò, più a se stessa che a lui.-Ci stavamo baciando. E mi sembravi abbastanza convinta della cosa.- sussurrò.Si agitò sulle sue gambe. -Ma non è giusto... non così...Lui aggrottò le sopracciglia, perplesso. -Ti stai riferendo al tuo rapporto con Mark?- pronunciare quella frase gli costò molto. Gli sembrò di tornare alla dura realtà: quella dove lui si limitava a punzecchiarla, non a stringerla a sé.-Sì.- confermò. -Non posso farlo... è scorretto!Sospirò, tentando di rimanere calmo. Era naturale che avesse dei dubbi. Alzò una mano e le sfiorò una guancia, leggero. -Strawberry, è normale che tu abbia paura. In fin dei conti stai ancora con lui.- tentò di rassicurarla.-Lo sto tradendo, quindi?- domandò, terribilmente preoccupata.-No...- mentì. "Sì, altroché.", pensò invece. -Hai capito che per lui non provi qualcosa di così forte come credevi.Stava cercando di portar acqua al suo mulino, era ovvio, ma voleva anche che lei avesse le idee chiare. Se no sarebbe stato un assurdo tira e molla.E lui aveva già sopportato un anno.-Ryan, non sono stupida.- lo rimproverò. Non riuscì a trattenere un sorriso, divertito dal suo tono. -Non voglio farlo soffrire.-Non devi mica dirglielo.- replicò, pratico. "E poi... perché non pensi anche a me, una buona volta?", aggiunse tra sé.Sgranò gli occhi. -Dovrei stare contemporaneamente con tutti e due?!- esclamò, sconvolta dalla sua logica.Scosse la testa. -Ma che hai capito?-Dimmelo tu, mi stavi...-No. Intendevo che non devi dirgli che mi hai baciato prima di lasciarlo.- spiegò. Sollevò lo sguardo e la guardò. -Vuoi lasciarlo, vero?Si morse il labbro inferiore, esitante. -Sì... no. Prima dimmi una cosa.- gli mise una mano sulla bocca per impedirgli di parlare. -Questo influirà su... sul Cavaliere Blu?Rimase stupido della domanda. Non ci aveva proprio pensato.-Be', è probabile.- ammise infine. -Le scelte sono due: non dirglielo e lasciare che lo scopra, diventando un pazzo fuori controllo, oppure confessare che per lui non provi altro che una forte amicizia e rischiare di distruggerlo psicologicamente. La rossa abbassò la testa, combattuta. Aveva capito che lui non era poi così dispiaciuto da nessuna delle due ipotesi e una parte di sé, molto lontana, si arrabbiò.Quando Ryan l'aveva baciata, però, era stato il paradiso e il suo cervello si era disconnesso, per dar libero sfogo ai cinque sensi. Poi, però, i neuroni avevano ripreso a funzionare e le era venuto in mente quel piccolo dettaglio. Mark. Aveva capito che l'ago della bilancia pendeva a favore del biondo, ma era ancora molto legata a quello che, ormai, non sapeva più come definire. Era ancora il suo fidanzato nonostante quello che era appena successo? Non voleva ferirlo, non se ne parlava proprio: quello era il pensiero più pressante, tra tutti quelli che le affollavano la mente.-Non voglio metterti fretta.- le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sorridendole nel buio.-Sul serio?- chiese in un sussurro.-Ho aspettato per molto tempo, credo di poter pazientare ancora un po'.- le ricordò.Arrossì. -Da quanto?-Ah no, il mio orgoglio è abbastanza provato. Questo non te lo dirò e non osare chiederlo a Kyle.- la minacciò. Strawberry rise, divertita dal suo modo di fare. Era molto più rilassato e scherzoso, non la punzecchiava malignamente. E sentiva la sua presenza in modo talmente vivido che temeva di poter andare a fuoco.-Possiamo... possiamo uscire da qui?- domandò, sentendosi improvvisamente a disagio. Ryan si mosse e lo sentì accentuare la presa sui suoi fianchi.-Sto andando troppo in fretta?- domandò in allarme. -Mi sono sempre comportato in un certo modo, con te. Mi fa strano poter essere più... espansivo. Quindi dimmi se esagero.La mew si frugò nei jeans, recuperando il cellulare. Premette un tasto a caso, in modo che emettesse luce e le permettesse di vedere l'espressione sul viso del biondo. Teneva gli occhi bassi, ma ogni tanto le lanciava uno sguardo. Per la prima volta lo vide insicuro e le fece così tanta tenerezza che lo abbracciò stretto.Lui non s'aspettava quel contatto e finì per irrigidirsi.-Non è niente di strano.- gli disse.Si schiarì la gola. -So cos'è un abbraccio.- tentò di suonare piccato. -Allora lasciati abbracciare.- la sentì appoggiare la testa sulla sua spalla, rilassata.Si chiese se la naturalezza con cui si stava comportando Strawberry dipendesse semplicemente dal suo carattere o dal fatto che avesse finalmente capito che provava qualcosa per lui. Preferì non indagare e chiuse gli occhi, godendosi quel contatto. Ad un certo punto lei fece per alzarsi, intenzionata a chiamare Kyle per farli uscire.-Dove vuoi andare? Non vorrai già scapparmi, vero?- le chiese, malizioso.Arrossì. -Ehm... io... volevo provare ad uscire.-Non abbiamo la chiave.- le fece notare. -Giuro che non voglio molestarti.- aggiunse subito dopo. Peccato che il suo tono fosse divertito e per niente rassicurante.-Così mi spaventi.- rabbrividì.-Andiamo, sono innocuo.- allargò le braccia. Lei non sembrò convinta ed arretrò di un passo, colpendo qualcosa di metallico con la scarpa. La vide chinarsi e tastare il pavimento alla cieca. Ad un certo punto esclamò:-La chiave!-La chiave?- fece, stupito.-Kyle deve averla fatta scivolare sotto la porta.- disse.-Mi sembri molto entusiasta.- alzò un sopracciglio. Non voleva uscire da lì, non voleva metter fine a quel momento. Aveva una paura tremenda che fosse tutto uno stupido sogno. L'ennesimo.-Cosa dovremmo fare, qui?- domandò, perplessa.-Oh, tante cose.- l'afferrò per un braccio e la trascinò letteralmente su di sé. Lei mise le mani avanti per evitare di scontrarsi col suo petto.Quando si sentì sollevare tentò di fermarlo. -Che stai facendo?-Nulla, ti sistemo diversamente. Starai più comoda.- le disse, concentrato. In poco si ritrovò seduta su di lui, le gambe buttate di lato e la schiena sostenuta da un suo braccio.Una posizione perfetta per essere cullata. Peccato che non fosse una neonata!-Dai, smettila di trattarmi come una bambina...- ridacchiò, nervosa. Era pur sempre imprigionata tra le sue braccia.Sentì un fruscio e poco dopo lui le lasciò un bacio sotto all'orecchio. -Lo so.Deglutì, sentendo un brivido percorrerla da capo a piedi. "Oddio! Qualcuno mi salvi!", pensò impanicata.-Ryan, io non voglio mica... cioè...- cercò di allontanarsi per guardarlo in faccia.-Cosa?-Insomma... tu... io...- riprovò.-Noi... cosa stai cercando di dirmi?- ridacchiò.Se possibile arrossì ancora di più, sentendosi stupida perché non riusciva a mettere due parole una di seguito all'altra. La vicinanza del biondo le faceva uno strano effetto.Doveva capire se era positivo, negativo o entrambe le cose.-I-il sesso...- riuscì a sussurrare.-Ah no, vuoi già arrivare lì? Io credevo fossero coinvolti i sentimenti.- la prese in giro. Si era accorto del suo enorme disagio e non voleva che iniziasse a farsi paranoie. "Avremo tempo, per quello.", pensò.-Ehi, ma cosa dici?- gli diede una pacca sul braccio.-Non devi preoccuparti. Non voglio il tuo corpo. Io voglio te, pensieri, urla, rossori e pelliccia.- le sorrise, dandole un bacio sulla guancia.-Sul serio? Perché tu sei più grande di me e...- si bloccò.-Cosa vuol dire? So controllarmi.- rispose, calmo. E per avvalorar la sua ipotesi le diede un piccolo morso sulla punta del naso.Strawberry si agitò, ridacchiando. Sorrise, unendosi a lei e le rubò un bacio, casto e leggero come le ali di una farfalla.La sentì arrossire sotto il suo tocco, ma poco dopo fu proprio lei a sporgersi in avanti e dargliene uno indietro.-Stai imparando, eh?- disse, contento che si stesse lasciando andare.-S-sì... ma non aspettarti chissà che.- mormorò.-Io voglio che tu rimanga te stessa. Lo so, è molto stucchevole detto da uno come me, ma mi piaci per come sei, non ti cambierei nemmeno un capello. Be', magari qualcosa del tuo carattere...- si finse pensieroso.-Cattivo.- brontolò lei, incrociando le braccia al petto.-Credi sempre a tutto quello che dico, eh?- la strinse a sé, facendola aderire al proprio corpo. Era morbida oltre ogni sua immaginazione.Avrebbe potuto rapirla al mondo."E tanti saluti a Mark.", pensò.-Che ore sono?- le chiese ad un certo punto.Lo sgabuzzino sembrava un luogo fuori dal mondo e nemmeno Ryan era più sicuro di quanto tempo vi avessero trascorso.Strawberry tirò fuori il cellulare e controllò. -Dannazione!Si sporse a vedere lo schermo. -Mhm... inizia ad essere tardi.- commentò. -Ok. Ti accompagno a casa.La ragazza sollevò gli occhi. -Sul serio?-Che significa "sul serio"?- incontrò il suo sguardo, perplesso.Lei arrossì, affrettandosi ad abbassare il capo. Credeva che le avrebbe chiesto di restare, sarebbe stato sicuramente da lui. -Nulla.Preferì non insistere e la fece alzare, rimettendosi in piedi. -Ho le gambe informicolate.- brontolò Strawberry.-Che scarsa resistenza.- la punzecchiò.Senza una parola lei aprì la porta ed uscì, facendogli la linguaccia. Ridendo, Ryan la raggiunse e l'afferrò per un polso. La guardò intensamente negli occhi e le sorrise, contento che stesse solamente scherzando."Cavoli... il suo sorriso è ancora più bello di prima.", la mew fu costretta ad abbassare gli occhi per non mostrargli il proprio rossore.-Prendo la moto, ok? Faremo prima.- le disse, salendo i gradini due alla volta. Raggiunse la porta di servizio, infilò il giubbino e recuperò le chiavi. Lanciò un'occhiata alle scale, aspettandola.-Non guidare come un pazzo.- supplicò. Annuì, aprendole la porta e facendole segno d'uscire. Lei fece per obbedire, ma si fermò. -Che c'è?-Stavo per uscire senza cappotto.- ridacchiò e tornò negli spogliatoi. Tempo due minuti e ricomparve, vestita di tutto punto.-Su, muoviti.La lasciò ad aspettare vicina all'edificio e andò a tirar fuori la sua Honda. Infilò il casco e tornò da lei. -Ti ricordi come si sta in sella, vero?- la provocò.-Certo.- disse, lanciandogli un'occhiataccia. "Punzecchiarsi in questo modo è ancora meglio di prima.", pensò Ryan, concedendosi un sorriso dietro al casco. Una volta assicuratosi che Strawberry fosse salita, montò a sua volta e partì.Ci misero poco ad arrivare, soprattutto perché le strade erano poco affollate, a quell'ora.-Grazie per il passaggio.- la mew si ritrovò ad ammiccare, abbagliata dalle luci dei lampioni, direttamente davanti al cancello di casa.-Figurati. Ci vediamo domani... sii puntuale, mi raccomando.- le disse. Fece per sporgersi verso di lei, ma ci ripensò. -Buonanotte.Lei rimase a fissare la coda della moto sfrecciare per la via, impalata.-Niente bacio...?- mormorò, stupita.-Ehi... dove sei stato?- Kyle gli venne incontro, un libro in mano.-Come se non lo sapessi.- gli sorrise. -Che stavi leggendo?Abbassò lo sguardo. -Oh, be'... non sviarmi!- lo rimproverò.Ryan scosse la testa, divertito dal suo cambiamento d'espressione. -Non ti dirò niente. Solo... sei un gran impiccione.-Però devi ringraziarmi. E non solo me.- gli fece presente, sorridendo sornione.Annuì, avviandosi per le scale. -Lo so, lo so. Vi farò avere una scatola di cioccolatini. Siete peggio di due vecchie comari.Lo vide sparire oltre la seconda rampa, sempre ridacchiando.-L'amore fa miracoli.- mormorò, contento. Se i suoi genitori fossero stati ancora vivi, sarebbero stati d'accordo con lui. Strawberry sgranò letteralmente gli occhi, sconvolta.Afferrò la coperta e la strinse convulsamente.-Era un sogno... vero?- chiese a nessuno in particolare. A meno che il soffitto non potesse parlare.Si voltò per controllare che ora fosse. Mancava ancora una mezz'ora alla sveglia. Si mise le mani sul viso, prendendo un respiro profondo."Come faccio ad andare a scuola, oggi? Voglio seppellirmi.", pensò, nascondendosi letteralmente sotto la calda coltre color lampone. "Ho baciato Ryan... no, che dico! Ho praticamente fatto capire a Ryan che mi piace e... e sto ancora con Mark!".Fissò la trama della coperta, sperando di trovarvi una soluzione.-Sono una stupida, ecco cosa sono. Ora come faccio?- piagnucolò, sbattendo le gambe sul materasso.Continuò a torturarsi così fino a quando non sentì sua mamma scendere per preparare la colazione e suo padre borbottare, assonnato. Sembrava si stesse lamentando a proposito del suo capo, ma non ci prestò troppa attenzione.Decise di farsi vedere ed uscì dalle coperte, reprimendo un brivido.-Buongiorno.- salutò, cercando di suonare allegra. I suoi genitori sobbalzarono nel trovarsela davanti, vestita, pettinata e in anticipo.-Piccola, stai bene?- le chiese suo padre, preoccupato.Lo fissò, perplessa. -Sì, perché?-A quest'ora, di solito, dormi ancora della grossa.- le fece notare. Alzò lo sguardo all'orologio da muro. -Sicura che sia tutto ok?-Sì, sì tutto ok. Non avevo più sonno, ho dei pensieri per la testa!- finì per sbottare.Quando vide l'espressione stupita dell'uomo gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, scusandosi.Mangiò con calma, sempre cercando di trovare una soluzione. Al momento di uscire era ancora in alto mare, così come quando si ritrovò davanti al cancello della scuola.-No... sono già qui?- si guardò intorno.Fece per tornare indietro e fingere di essere in ritardo, quando vide Mark a pochi metri di distanza.-Ehi, Strawberry.- la raggiunse, sorridente. -Come mai oggi sei puntuale?Agitò la mano per aria, cercando di togliere importanza alla cosa. -Così. Non avevo più sonno.- disse. E non era una bugia.-Oggi passo al Cafè. Avete scoperto qualcosa di nuovo?"Passi al Cafè? Oggi?", tentò di non mettersi ad urlare. -Come? Oh, no. Non che io sappia. Ryan non è arrivato urlando ordini, quindi presumo di no.- rispose, agitata.Il ragazzo la fissò, pensieroso. -Non è che hai la febbre, vero?- si chinò su di lei, intenzionato ad appoggiare le labbra sulla sua fronte.Lei arrossì d'istinto, ma poi si allontanò leggermente. -S-scusa... mi hai presa in contropiede.- si giustificò, vedendo la sua espressione.Sorrise. -Scusa tu. Ora devo andare agli allenamenti, ci vediamo più tardi. Ciao!- le diede un bacio sulla guancia e si avviò verso la palestra."Sia ringraziato il kendo!", pensò.-Sta per finire il mondo?Si voltò, riconoscendo il proprietario della voce. -Lucas.-Cavoli, che hai fatto?- le chiese."Ancora? Si vede così tanto?", si chiese. -Nulla. Pensieri.- liquidò la domanda troppo in fretta. Il dampyr, infatti, colse i sottintesi.-Mhm... magari coi capelli biondi e due begli occhi azzurri?- disse, malizioso.Strawberry arrossì nuovamente. -Ehi!- sembrava che si divertissero tutti un mondo a metterla in imbarazzo.-Ok, la smetto. Non voglio sapere nulla, posso immaginare. Hai già parlato con Mark?- divenne improvvisamente serio.La rossa lanciò un'occhiata nella direzione in cui era sparito e poi sospirò. -Non ne ho il coraggio. So che mi piace Ryan, e anche molto, ma non capisco cosa sia quello che sento per Mark.- confessò. -Potresti provare a parlarne con lui, no?- le suggerì.-Lucas, ti ricordi il Cavaliere Blu, vero?- domandò. Lui annuì. -Bene, è instabile. Non vorrei scatenare un putiferio.-Quindi la tua scusa è che l'alieno potrebbe risvegliarsi e radere tutto al suolo? Be', sono sicuro che Ryan non la apprezzerà. Buona fortuna, comunque.- e detto questo se ne andò. Aveva fatto in modo che quei due si chiarissero, confessandosi i loro reciproci sentimenti e lei se ne saltava fuori con quelle giustificazioni assurde?"E' una bambina.", pensò, arrabbiato. Sentì il cellulare squillare, insistente."Ma non si può stare in pace nemmeno a pranzo?", pensò, frugandosi nelle tasche della divisa. Trovò finalmente l'oggetto e rispose con un bofonchiato:-Pronto?L'onigiri che aveva in bocca era la sua priorità.-Strawberry? Scusa se ti disturbo a scuola. Stai mangiando?- la voce dall'altro capo apparteneva a sua madre.-Sì, mamma. Ma è successo qualcosa?- domandò, iniziando subito a preoccuparsi.-No, no... non ti preoccupare. Cioè, sì, ma niente di grave.-E non vuoi dirmi cosa?- la incalzò.-Giusto. Papà stasera ha una cena di lavoro e io vado con lui. Rientreremo tardi.- le comunicò.Sospirò. Un'altra volta sola a casa. "No, l'altra volta non sei rimasta a casa", si disse. -Va bene, mi chiuderò dentro.- risolse.Sakura la fermò. -No. Non ce ne sarà bisogno.- le disse. Si accigliò, fissando il proprio cestino del pranzo. Mimi e Megan, davanti a lei, la fissavano curiose.-Cioè? Vengo anche io con voi?- domandò, stupidamente.Sentì sua mamma ridere. -Oh, no. Ho appena telefonato a Kyle, è un caro ragazzo. Ha detto che possono ospitarti loro, tanto c'è una camera in più al Cafè, no?Inspiegabilmente, Strawberry si arrabbiò. -E se io non volessi andarci?!- chiese.-Ma... ma sono tuoi amici. Lavori lì...- fece l'altra, disorientata dalla sua reazione così accesa.-Lo so, ma mi sembra di essere un sacco di patate. Io non ho voce in capitolo?Ci fu qualche istante di silenzio. -Ma certo. Vuoi andare da una tua amica?- le propose.Scosse la testa. -No, non importa. Starò al Cafè.- accettò.-Bene, allora ci vediamo più tardi. Ti preparo la borsa. Ciao, buona giornata.- e mise giù. La rossa guardò il cellulare e poi lo ripose nella tasca con una smorfia.-Che cos'è successo?- chiese Megan.-Mio padre ha una cena, stasera. Mamma va con lui e mi smollano al Cafè. Ma dico, io, ho per caso quattro anni?- brontolò.-Ti lasciano al Cafè?!- per poco la bionda non urlò. Le due si affrettarono a chiuderle la bocca.-Sì, ma non urlare, per favore.- la supplicò. Lei annuì e la liberarono.-Perché tua mamma ti ha detto di andare lì?- chiese Mimi.La mew le lanciò un'occhiata. -Perché adora Kyle e si fida di lui. Per carità, fa bene, ma io non voglio stare là.- disse. Ok, l'idea non le faceva così schifo... ma non sapeva proprio come avrebbe dovuto comportarsi con Ryan.O con le ragazze.Doveva dir loro com'erano andate le cose o era troppo presto?-E' per Ryan?- volle sapere la ragazza dagli occhi blu. Annuì, distrattamente. -Avete litigato ancora? Mi sembra strano che non riusciate a soffrirvi."Oh, se solo sapessi quanto non riusciamo a sopportarci...", pensò ironica. -Mi sento a disagio, con lui. Sa sempre come mettermi in imbarazzo.- ammise.-Be', tu ignoralo.- le suggerì.Alzò lo sguardo dal suo bento e la fissò. -Ryan non è qualcuno che si possa ignorare.- le fece notare.-Se vuoi possiamo fare a cambio.- suggerì Megan, speranzosa.Le due la guardarono e scoppiarono a ridere. -Meglio di no.- risolse la rossa, immaginandosela salire le scale quatta quatta per intrufolarsi nella camera del biondo.Stavano ancora ridendo quando le vibrò il cellulare.Lo estrasse nuovamente. -Oggi sono richiesta...- disse, stupita.-Chi è?- le chiese la bionda.-Mhm... Mark.- rispose, dopo aver fatto scorrere il messaggio. -Ha detto che oggi pomeriggio ha un allenamento supplementare col club di kendo. Tra poco ci sono le regionali, vero?- alzò gli occhi per chiedere conferma. Mimi annuì.-Che peccato. Dovevate vedervi?- le domandò. Strawberry annuì distrattamente. -Non mi sembri molto delusa.-No, è che oggi ho un po' di cose da fare... saremmo stati insieme poco.- si giustificò. In verità era sollevata di avere un altro giorno per stabilire un piano d'azione, almeno col suo fidanzato.Ryan era un altro paio di maniche, perché era quasi sicuro che l'avrebbe incrociato al Cafè.Mentre meditava su ciò, le sue amiche la distrassero parlando del compito di inglese che ci sarebbe stato di lì a due giorni.Spalancò gli occhi, ricordandosene solo in quel momento. -Oddio!- si accasciò sul banco.-Che c'è?-Il compito... mi era passato di mente...- brontolò.Le due risero, cercando di tirarla su di morale dicendole che non c'era poi tanto da studiare. Per sua immensa fortuna, Ryan era stato nuovamente trattenuto a scuola per il corso di informatica. A quanto sembrava la sua classe avrebbe avuto un compito a breve, quindi i compagni l'avevano praticamente rapito."Meglio così.", pensò.L'unico problema era Lucas, che continuava a guardarla abbastanza male. Sapeva anche il perché: dopo che lui le aveva confessato di provare qualcosa per Ryan, aveva accantonato tutto per far sì che stessero insieme. E lei rischiava di buttare tutto alle ortiche.Sospirò, rimproverandosi di essere una codarda."E pure doppiogiochista.", scosse la testa.-Ah, Strawberry.- Kyle attirò la sua attenzione. Lei sollevò la testa. -Tua madre è passata verso le due, ha lasciato una borsa con le tue cose.-Oh, ok. Grazie per avermelo detto.- sorrise. Per una volta, sua mamma era stata previdente e non aveva aspettato che rincasasse.Anche perché, con la testa piena di pensieri, se ne sarebbe sicuramente dimenticata. Infatti era andata direttamente al Cafè. La giornata trascorse, fortunatamente, molto tranquilla. Se fossero spuntati gli alieni o Revenge avrebbe potuto dare di matto o ucciderli a suon di urla.Uno schiaffo sulla faccia pallida di Quiche sarebbe stato un buon modo per sfogarsi.Prima di quanto si aspettasse, arrivò la sera.Salutò le ragazze e rimase da sola con Kyle, in cucina. -Allora, che vuoi per cena?- le domandò.-Non saprei.- ammise, stringendosi nelle spalle.-Va bene, ci penso io. Tu vai pure a lavarti.- le sorrise. Annuì, ringraziandolo e andò a recuperare il cambio nella camera degli ospiti. Si stava infilando i pantaloni di una tuta, quando sentì la voce di Ryan. -E' tornato!- sussurrò. La sua immagine allo specchio era alquanto spaventata.Deglutì e prese coraggio. In fondo doveva solo evitare di diventare bordeaux ogni volta che la guardava, no?Niente di che... Quanto si era sbagliata.Aveva mangiato con tutti i muscoli della schiena irrigiditi, seduta sul bordo della sedia. Era stata pronta a scattare per ogni singola stupidaggine, tutto pur di non incontrare quegli occhi acquamarina.Era troppo imbarazzante. Per di più, Kyle sembrava essere a conoscenza dei fatti e cercava di non sorridere, senza risultati apprezzabili, però. Dopo cena era sgattaiolata in camera, decisa a distrarsi ripassando inglese. Non era molto portata per le lingue, ma l'ultima cosa che voleva era chiedere aiuto a Ryan. Sentirlo parlare madrelingua avrebbe potuto causarle un infarto.Così aveva finito per studiare fino alle undici e mezza, fermandosi ogni tanto per stiracchiarsi e riposare gli occhi. -Basta.- era giunta al suo limite. Chiuse il libro con uno scatto e sbadigliò, guardandosi attorno. Lentamente andò in bagno e poi si infilò a letto, ripassando le materie del giorno dopo. Kyle era passato a darle la buonanotte circa mezz'ora prima, Ryan non si era fatto vedere."Forse è imbarazzato anche lui.", ipotizzò. Non ne era molto convinta.Provò a prendere sonno, ma sentiva il letto stranamente vuoto e freddo. Ok, non era il suo solito letto, ma aveva dormito da sola fin da quando era piccola.Perché una parte di lei provava l'irrefrenabile desiderio di un altro corpo sotto le coperte?"Ormoni, smettetela. È tardi, andate a letto.", ordinò al suo cervello di quietarsi, assieme a tutto il resto.Non ci fu niente da fare.Esasperata, si mise a sedere e le venne un'idea malsana."Tanto mi sono già esposta, no?", tentò di rassicurarsi. Si passò una mano tra i capelli, scompigliati dal cuscino e poi mise i piedi per terra.Silenziosamente uscì e salì le scale, fino a raggiungere la porta della camera di Ryan. Sperò di non trovarla chiusa a chiave: se avesse dovuto svegliarlo avrebbe perso quel poco coraggio che le rimaneva. Prese un respiro profondo ed abbassò la maniglia.Entrò in silenzio nella camera, trovandola immersa nel buio. Attese qualche istante per far abituare gli occhi e ringraziò i geni del gatto di Iriomoto per la sua vista notturna. Restò a fissare il letto, immobile, poi si decise e si avvicinò. Ryan era immobile, girato sul fianco. Aveva sentito qualcuno entrare in camera sua e poteva solo immaginare chi fosse.Non disse niente, preferendo fingersi addormentato. Non sapeva cosa facesse lì.Quando sentì il materasso affossarsi leggermente, per poco non sgranò gli occhi, sorpreso. "Sto per essere aggredito da una gattina?", si chiese, divertito dai suoi stessi pensieri.Strawberry trattenne il respiro, infilandosi sotto le coperte. Il corpo di Ryan le aveva scaldate, segno che era a letto già da un po'. Niente ore piccole in laboratorio, quella notte.-Cosa fai qui?- le chiese.Sobbalzò, colta di sorpresa. -R-Ryan...-Sì, sei nel mio letto.- le fece presente, evitando di voltarsi.-Di sotto... avevo freddo.Aveva detto la prima cosa che le era saltata in mente ed era chiaro come il sole che fosse una balla. Il biondo, però, non replicò nulla e si limitò a sorridere. Era contento che avesse preso l'iniziativa.Non che si aspettasse di combinare chissà che, gli bastava condividere il letto con lei.-Non fare niente di strano.- gli disse.-Certo che no, non mi approfitto delle ragazze.- si schernì. In verità era divertito dal fatto che lei avesse paura proprio di quello. Strawberry gli diede lentamente la schiena, appoggiandosi all'estremità del cuscino. Il letto era ad una piazza e mezza, quindi lo spazio non era molto.Ma era quello che le serviva. Sentiva una piacevole sensazione di calore e non voleva spostarsi.Le coperte gli erano scivolate poco sotto la spalla, ma non gli importava. Voleva solo rimanere in quella posizione.Anche se non avrebbe saputo dire perché.Poi, lentamente, Ryan riemerse dalle nebbie del sonno. Aprì gli occhi e cercò di stiracchiarsi le gambe, rendendosi conto poco dopo che non poteva.-Ma che...?Alzò la testa e fu come ricevere un pugno alla bocca dello stomaco.Nel sonno lui e Strawberry si erano avvicinati e lui aveva finito per circondarle la vita con un braccio e appoggiare il mento sopra la sua testa. Lei si era innegabilmente accoccolato contro il calore del suo corpo e aveva le gambe allacciate alle sue.Sentì un lieve rossore salirgli alle guance. Non se lo sarebbe mai aspettato."Ok, Ryan. Calmo. Vedi di non fare stronzate.", si disse, tentando di non irrigidirsi. Se si fosse svegliata, fraintendendo la situazione, altroché cornice in fronte.Gli avrebbe assicurato la castrazione.Si sporse leggermente per controllare che stesse ancora dormendo: il suo respiro era lento e regolare. Rimase ad osservarla, intenerito. Era molto bella, aveva i capelli tutti scompigliati e alcune ciocche le cadevano sul viso. Gliele scostò delicatamente.Ad un certo punto si rese conto di uno strano rumore di sottofondo. Si fermò ad ascoltare e realizzò che proveniva da lei: stava facendo le fusa.Non poté impedirsi di sorridere e stringerla a sé, contento oltre ogni dire.Lei sembrò svegliarsi perché biascicò qualcosa del tipo:-Mhm... Ryan... che fai...?La fece aderire a sé e si strusciò contro la sua spalla, senza rendersene nemmeno conto. Se qualcuno glielo avesse fatto notare, sicuramente non si sarebbe riconosciuto.-Buongiorno...- le sussurrò, dandole un bacio sulla guancia.La sentì muoversi e poco dopo aprì gli occhi. -Dove sono...?- chiese, disorientata.Fece per risponderle, ma poi si bloccò. Doveva dirle la verità o tacere?-Oh... giusto. Ora ricordo.- si rispose da sola.-Devo allontanarmi per evitare qualche danno permanente?- s'informò, cauto. Strawberry si girò a mezzo per poterlo guardare. Arrossì trovandolo che la fissava, in ansia.-No. Va bene... così.- mormorò diventando un semaforo.-Hai avuto un attacco di solitudine, stanotte?- le domandò, visibilmente più rilassato.Ci pensò un po' su, poi disse:-Il letto mi sembrava vuoto. Non ha senso, lo so. Però avevo bisogno di... be', a quanto pare di te.Ridacchiò. -La cosa è alquanto inquietante, vero?- scherzo. Lei annuì, pienamente d'accordo.-Che ore sono?- domandò la rossa, reprimendo uno sbadiglio.Ryan si voltò per guardare la sveglia. -Le sei... scusami, di solito tendo a svegliarmi presto."Ryan che si scusa è una novità.", pensò la mew, piacevolmente stupita. "Potrei anche abituarmici."-Scendiamo per fare colazione?- chiese lui.Lo guardò. -Kyle è già sveglio?-Non lo so, può essere. Ma so cucinare qualcosa, non sono un inetto.- si finse piccato. Lei ridacchiò, distendendo col dito la piccola ruga che gli era comparsa sulla fronte.Lui ne approfittò per mordicchiarle il polpastrello, in un comportamento che si dissociava assolutamente dalla sua solita immagine di ragazzo freddo e distaccato. Sembrava che avesse occhi solo per lei, quasi fosse sotto incantesimo.Nonostante tutto, quelle attenzioni erano nuove per lei, e Strawberry non poté impedirsi di arrossire.Il biondo cercò in tutti i modi di metterla a proprio agio e dopo un po' lei gli chiese un bacio. L'accontentò e la strinse a sé, assaporando la sua presenza.Era consapevole del fatto che fosse tutto nuovo, per lei. In un certo senso lo era anche per lui, perché non aveva mai avuto fidanzate vere e proprie: era uscito con un paio di ragazze, ma non erano mai state quelle giuste e c'era stato poco più di qualche bacio. Con Strawberry era diverso, voleva coccolarla, stare con lei e fare tutte quelle cose sdolcinate che tanto odiava."L'amore non rende stupidi, l'amore rende succubi.", pensò, lasciandole un bacio sull'angolo della bocca. "Portatemi le catene, sono pronto."Restarono a coccolarsi timidamente per circa un'ora. Decisero di scendere quando sentirono Kyle rovistare in cucina, probabilmente all'opera per un nuovo dolce o, più semplicemente, per la colazione.-Meglio uscire da qui.- suggerì Ryan. Lei annuì. Quando li vide scendere insieme, Kyle rimase a bocca aperta.Passò lo sguardo dall'uno all'altro.-Mi sono perso qualcosa?- domandò, rivolto ad entrambi. La ragazza arrossì oltre ogni dire, mentre il suo amico gli lanciò un'occhiataccia. -Ok, ho capito. Mi faccio gli affari miei.-Stai preparando la colazione?- l'americano sviò il discorso.Lui annuì. -Cosa vi faccio?-Io vorrei latte e biscotti.- mormorò Strawberry.Il moro annuì. -Per te caffè, Ryan?-Sì, ma prendo anche qualche biscotto.- disse. Aveva voglia di dolcezza, quella mattina. Avrebbe potuto anche sopportare quelle galline delle sue compagne senza irritarsi.In poco si ritrovarono davanti ogni genere di leccornia: dai biscotti secchi a quelli ripieni di crema e cioccolato.La rossa ridacchiò. -Ma siamo solo tre.-Oh, sono nuove ricette. Assaggiateli e ditemi che ne pensate.- sorrise.Lei annuì, agguantando un grosso biscotto farcito con gocce di cioccolato. Lo morse e lo guardò stupita. -Buono, cos'è?-Cookies. Una ricetta americana.- le spiegò. -Li preparava sempre...- si bloccò.-Mia madre.- concluse Ryan, lasciandosi sfuggire una smorfia.-Scusa.- mormorò lei, sfiorandogli il braccio. Scosse la testa, rassicurandola.Strawberry fu la prima a finire e schizzò in camera per cambiarsi. -Cavoli, fa proprio miracoli.- commentò il cuoco, colpito.-Cosa?- l'amico si voltò a guardarlo, un biscotto tra le mani. L'altro lo indicò. -Io...?Scosse la testa, divertito. -Strawberry. Quello è già il terzo biscotto.- gli fece notare. Il ragazzo abbassò lo sguardo e rise.-Ho voglia di dolcezza.- ammise, leggermente imbarazzato.-Era ora.Mentre parlavano, sentirono qualcuno bussare alla porta principale. Si guardarono, perplessi.-Vado io.- disse Kyle, dato che era vestito. Ryan indossava ancora la tenuta da notte, ossia un paio di pantaloni smessi e una maglia.Era scalzo e se ne stava bellamente coi piedi a contatto del pavimento freddo.-Chi è?- sentì chiedere il moro.Fece per affacciarsi quando una voce conosciuta disse:-Mark.Si bloccò. "Cosa fa qui?", si chiese. Addio serenità, benvenuta irritazione.-Cosa fai qui?- chiese il moro.-Ero passato a prendere Strawberry, ma sua madre mi ha detto che stanotte ha dormito qui.- spiegò. Sembrava confuso. -E' già pronta?-Vado a controllare.- gli disse. -Entra pure.Il ventunenne si voltò, sperando di non trovare Ryan con uno sguardo omicida. Quando passò per la cucina lo vide fissare intensamente il proprio caffè, sul viso un'espressione che non prometteva niente di buono.-Strawberry!- chiamò.-Sì?-Nel salone c'è Mark. Ha detto che è venuto a prenderti.- le disse.La porta della camera si spalancò di colpo. -Mark?!Lui annuì, preoccupato. Sembrava sconvolta.Recuperò tutto l'occorrente per la scuola e corse verso la sala. Quando passò per la cucina, però, Ryan la fermò.-Sistema le cose con lui, ti aspetto sul retro.- le disse. I suoi occhi con ammettevano repliche.Lei si morse il labbro inferiore. Non sapeva cosa fare, o meglio, lo sapeva ma non ne aveva il coraggio. -Non posso...- disse in un soffio.Lo vide fissarla confuso, ma non gli diede tempo di parlare.Raggiunse Mark e lo salutò, sorridendo forzatamente. -Andiamo?- chiese, impaziente. Lui annuì e si avviarono.Il biondo si affacciò alla finestra della cucina, che dava sul vialetto d'ingresso. Li vide camminare mano nella mano; lei chiacchierava, sorridente.In un moto di rabbia scagliò a terra la tazza che ancora reggeva in mano, schizzando di caffè il pavimento.Mai fidarsi del proprio cuore, l'aveva sempre detto."Sono stato preso in giro per l'ennesima volta.", pensò risentito.
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Un angelo a scuola
FantasiSe Ryan fosse costretto a riprendere gli studi a causa di un nuovo nemico? E se questo nemico fosse, strano ma vero, un Gangrel?Un vampiro in grado di trasformarsi in animale è diffilce da scovare, ancor di più quando sembra che si nasconda nella sc...