13. «Sei serio?»

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In venticinque anni di vita quel bacio fu la cosa più bella che le potesse capitare.

Amava quell'uomo e baciarlo era stato come saltare nel vuoto. Era stata una mossa folle e pericolosa, ma lei era una donna che di rischi ne aveva corsi e perché non correre anche questo?

Era un bacio famelico, si desideravano e le loro bocche sembravano perfette, combaciavano come i due pezzi mancanti di un puzzle.
Era un rincorrersi di desiderio e amore, ed entrambi ne avevano bisogno.

Tutto era magnifico, Gisele si sentiva in pace con il mondo e quel giardinetto mal ridotto le sembrò il posto più bello del mondo, quello che non avrebbe mai dimenticato.

Perché, ammettiamolo, come si può dimenticare un bacio con Fabio Torres?

I suoi capelli biondi, i suoi occhi castani che sembrano parlarti e il suo fisico....

Fabio era alto, era una spanna più alto della spacciatrice. Aveva un corpo muscoloso, ma non troppo, non era un fisico da palestrato. Probabilmente la palestra non l'aveva mai fatta, e questo lo si notava quando correva, ma era perfetto così.

Gisela adorava anche questo, il suo essere imperfettamente perfetto.

Quando il "momento magico"-a detta di Annie, che era ancora con la bocca spalancata- finì i due si guardarono e si sorrisero, ma il volto della mora si incupì di colpo.

Che cosa significava?

Lei piaceva al biondo?

O era solo un modo per zittirla?

Aveva paura, di quello che avrebbe detto o fatto, non voleva che il suo cuore venisse spezzato di nuovo.

Lo sbirro fece per parlare, ma la carcerata fu più veloce.

Voleva sapere e non voleva perdere il suo tempo.

«Che cosa ha significato?» diretta, doveva esserlo.

Sperava che lui le dicesse una frase romantica, voleva sentirla assolutamente, ma la risposta fu parecchio diversa.

«Io n-non lo so. Per te che cosa ha significato?» rispose con lo sguardo rivolto ovunque ma non su Gisele.

«Non mi rispondere con un'altra domanda. Hai capito!? Sei stato tu a baciarmi e voglio sapere perché lo hai fatto!-lo fissava, ma lui non prestava attenzione- Coglione, ascoltami! Ti sto parlando, porca puttana!»

Era furiosa ed era uscita fuori di se, non si aspettava una risposta del genere e lo stava odiando.

Ma il punto era, poteva odiarlo?

Tutti sapevano che non poteva, era come dire che il mare non era fatto di acqua.

«Non lo so! L'ho fatto perchè mi andava di farlo, okay!? Hai finito di rompere le palle? Adesso vattene, la tua ora è finita.» fu freddo come il ghiaccio in Antartide.

Sapeva di star ferendo la sua donna, ma non sapeva rispondere a quelle domande e pensò che trattarla male fosse l'unica soluzione.

«Sei uno stronzo. Vaffanculo.» voleva piangere e sprofondare, ma il suo orgoglio la portò a piangere solo dopo che lui non l'avrebbe potuta più vedere.

Annie la seguì come un cagnolino per tutto il tempo, sapeva quanto l'amica stesse soffrendo e doveva aiutarla.

«Mi dispiace tanto, so che quel bacio è stato stupendo per te.»

Si sedette sul letto della compagna, la quale era con la faccia sul cuscino e singhiozzava.

Non l'aveva mai vista soffrire così tanto e si chiese se quella donna meritasse tutta questa sofferenza dopo Josh.

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