Epilogo.

209 2 0
                                    

Undici mesi. Undici mesi e dodici giorni.

Undici mesi, dodici giorni e quattro ore.

Era il tempo esatto dalla proposta di matrimonio e dopo undici mesi, dodici giorni e quattro ore era arrivato il giorno del matrimonio.

Erano successe tante cose, tanti litigi, tanti scoperte che hanno reso la coppia ancora più unita.

Gisele Stevens era a casa da sola, Fabio Torres era in albergo. In fin dei conti le tradizioni dovevano essere rispettate.
L'unica cosa che univa i due innamorati ora, oltre all'amore, era l'ansia.
Erano stati tanti i mesi, i giorni, le ore e minuti passati insieme, ma il matrimonio era un passo importante e la paura più grande era perdere l'altro.

Erano diventati l'uno l'essenza dell'altro e se uno dei due fosse andato via anche solo per un minuto il mondo dell'altro sarebbe crollato.
Non c'erano più certezze se il biondo o la mora mancavano, la terra perdeva i suoi colori trasformandosi in qualcosa di totalmente grigio e apatico.

Gisele fissava l'orologio, non riusciva a dormire e sperava che quella nottata passasse veloce e che arrivasse il pranzo del giorno dopo.
Generalmente alle messe si annoiava di conseguenza non vedeva l'ora che arrivasse l'aperitivo.

Ma il tempo non passava e così era costretta a rivivere tutto quello che nella sua stramba vita era successo.

Si rese conto che tutto era stato voluto da un essere superiore, che fosse Dio o il karma, non sapeva chi avesse stabilito per lei tutto questo. Una vita troppo stramba e incomprensibile per la maggior parte delle persone, che però lei era riuscita a portare avanti. Era stata in grado di riuscire a trovare quella luce in fondo a quel tunnel, era una promessa vecchia, ma le promesse vanno mantenute. Era riuscita in tutto quello che sperava e alcuni passaggi della sua vita sono stati sconvolgenti anche per una personalità come la sua pronta a tutto.
Ma cosa poteva farci?

Era tutto stabilito e la sua vita, a quanto pare, era stata scritta da un pazzo con una stupida penna tra le mani.

//

«Gisele! È ora di alzarsi.» una voce calda e femminile ripeteva questa frase da quasi cinque minuti. Sembravano tornati i tempi della scuola, dove la figlia non vuole svegliarsi e la mamma ripetere costantemente quella frase.

«Gisele, forza! Tra un'ora arriva il parrucchiere.» quella voce insisteva e, ormai stanca, la promessa sposa decise di alzarsi da quel letto che non le era sembrato mai così protettivo in vita sua.

«Auguri piccola mia.» la donna sorride e diede un bacio sulla guancia alla ragazza ancora assonnata.

«Grazie mamma.» rispose. Anche se le faceva effetto pronunciare quel nome.

Era strano avere nuovamente quella figura al suo fianco, ma Fabio aveva insisto tanto nel riallacciare i rapporti.

La famiglia Torres aveva avuto un po' di problemi e non avrebbe voluto per nessuna ragione al mondo che lo stesso sarebbe accaduto alla famiglia Stevens.

Si sedette sulla sedia della sua camera e osservò la madre mentre poggiava il vestito da sposa sul letto con l'aggiunta di tutti gli accessori e i dettagli. Ricordò quanto la mamma fosse maniacale e super ordinata, perciò la ringraziò mentalmente perché in questo modo non avrebbe dimenticato nulla.
La mamma si voltò e sorrise alla figlia che si era incantata ad osservarla.

«Giz, dai forza! Perché ti sei fermata?» chiese mentre poggiava gli orecchini sul letto disfatto.
«Pensavo al fatto che Fabio non avrà mai una cosa del genere dalla madre.» sospirò e si alzò pronta per entrare nel bagno.

You're my freedom.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora