16. Litigi.

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«Allora, sei nervosa?»

L'avvocato si sistemò gli occhiali sul naso.

«Abbastanza, so che il giudice sembra volerci dare ragione, ma se poi cambia idea? Io non posso rimanere qui dentro ancora per molto, impazzirò!»

Si agitò molto, davvero non ne poteva più e la stanza degli "incontri" sembra più piccola ogni minuto che passava.

«Gisele, calmati. Se tutto andrà bene tu farai solo un anno di carcere. Quindi anche dopo il processo tu non uscirai subito.»

Poggiò la sua mano su quella dell'ormai amica e la guardò negli occhi azzurri.

La ragazza fece un scatto e sgranò gli occhi.

«U-un a-anno!? Io pensavo che sarei uscita subito! No, non può essere. Ti prego fa qualcosa!»

Lo tirò per il colletto della camicia e i loro volti erano a pochi centimetri di distanza.

«Ho capito che mi vuoi baciare, ma evita di stropicciarmi la camicia. È nuova!»

Fece un sorriso sghembo e Stevens scoppiò in una forte risata, tanto che tutti si giravano dalla sua parte cercando di capire che cosa ci fosse di tanto divertente in un carcere per ridere in quel modo.

«Scusami.-Continuò a ridere, stava davvero morendo dalla risate.- Oh mamma, okay.-fece un respiro profondo.- Mi sono ricomposta, quindi davvero non puoi fare nulla?»

Chiese con espressione che era un mix tra una risata e un volto serio.

Davvero si era divertita così tanto?

«Si, Giz. È tutto ciò che posso fare.» disse frustato.

La ragazza sbuffò rumorosamente, non tanto per l'anno di galera ma per quel soprannome "Giz.", lo odiava ma era il più carino che il suo nome poteva avere e così tacque.

«Che si dice tra te e lo sbirro?»

Bella domanda, che si diceva tra loro due?

Voleva dire che tutto stava andando uno schifo dato che era ancora fidanzato con Jessica e lei odiava essere semplicemente una sua amica.

Ma non poteva dirglielo, i due maschi avevano un legame molto forte e di sicuro avrebbe raccontato tutto. Anche lei lo avrebbe fatto con Annie, quindi cercò di utilizzare le parole giuste.

«Come vuoi che vadano? Siamo migliori amici, ci vogliamo bene e stop. Lui sta con Jessica e io sto con me stessa.»

Sbuffò, faceva sempre male parlare della loro situazione.

Non era più tanto chiara, alcune volte lui sembrava menefreghista, altre era premuroso, altre ancora geloso e Gisele non capiva il perché di tutti questi sbalzi di umore.

«Capisco, sembra che non ti stia molto simpatica Jessica. Dico bene?» fece un sorriso sghembo e alzò un sopracciglio.

Dannazione quel ragazzo capiva sempre tutto.

«Si, esatto. Tanto lo so che non piace nemmeno a te, me lo ha detto Fabio.» sorrise vittoriosa e lo guardò con aria di sfida.

«Oh bene! Abbiamo un'altra cosa in comune. Siamo molti simili io e te!»

Si batterono il cinque e passarono il resto dell'ora a parlare di cose che aveva in comune.

Quella tra Gisele e Albert era, forse, l'amicizia più vera. Si dicevano sempre la verità, si volevano un gran bene e si aiutano l'uno con l'altra.

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