23. La festa.

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«Fabio? Gisele...chi è Fabio?»

La voce di Matt era cambiata, non era più dolce e rassicurante, era fredda e tagliente come il coltello più affilato del mondo. Non si aspettava che un nome maschile, che non fosse Albert,uscisse dalla bocca della mora.

«Gisele! Smettila di fare scena muta e dimmi chi è!»

La ragazza si rannicchiava sempre di più in se stessa, quell'uomo le incuteva timore con quel timbro di voce, ma finse di essere forte.
«È un persona a cui tengo d-davvero molto. È fondamentale per me.»

Ammise, si sentì un peso in meno.

Parlare di Fabio la faceva sentire libera e leggera e probabilmente stare cui lui sarebbe stato come vivere su una nuvola, pensò.

«Perché lo hai nominato? Ti piace?»

Aveva quasi una voce tremolante, ed era come se una possibile affermazione avrebbe fatto cadere il suo mondo, si sentiva al limite di un burrone profondo migliaia di metri ed era al tanto così dal cadere.

«Oggi è il suo compleanno, adesso sta facendo una festa e io sono qui. Tutti mi hanno detto di andare da lui e invece sono qui..»

Fece capire chiaramente che non voleva più essere nel ristorante più lussuoso di LA, voleva essere in una semplice villetta con i suoi migliori amici.

«Ho capito, ti piace.»

Si alzò per andare via ma venne fermato dalla voce di occhi azzurri.

«Mi dispiace! Davvero, non volevo che andasse a finire così. Tu sei una persona adorabile e saresti il mio ragazzo ideale, sul serio, ma..»

Aveva paura di pronunciare le parole sbagliate, lo stava perdendo e cercò di rimanere almeno sua amica.

«Ma non so lui. Dico bene?»

Annuì e il ragazzo andò via.

La ragazza le corse dietro, anche se con i tacchi le risultava difficile.

«Cazzo Matt, aspetta!»

Si voltò e le diede la possibilità di parlare.

«Mi dispiace, okay? Sei una persona stupenda e ti voglio come amico. Mi dispiace, ma io lo amo. Non posso farci nulla.
Amici?»

Chiese allungando la mano, voleva stringere un patto come se fossero dei mafiosi.

Il ragazzo strinse la mano, la guardò dritta negli occhi e sorrise.

«Allora, dove abita questo Fabio?
Ti accompagno io.»

Gisele non poteva crederci, gli saltò addosso e lo ringraziò mille volte.

Prese il biglietto che le aveva dato Al e lesse l'indirizzo.

«Grazie, sei davvero una persona stupenda.»

Lo abbracciò e aprì lo sportello.

«Si..adesso vai!»

La "spinse" fuori dalla macchina e la ragazza si trovò di fronte una villetta gialla.

Si sentivano la musica e le risate, pensò a cosa sarebbe successo quando avrebbe fatto la sua comparsa. Si rese conto di non avergli fatto un regalo e le venne quasi da scappar, ma decise di aprire il cancelletto.

Nessuno la tonò, erano troppo occupati a parlare o a ballare. Così decise di parlare.

«Buonasera!»

Quasi urlò e tutti si voltarono verso di lei.

I volti di Albert e Fabio divennero raggianti ed entrambi si avvicinarono a lei.

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