11. Un mese e mezzo.

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Era passato un mese e mezzo dal suo arrivo in carcere e le cose non era cambiate. Annie continuava ad essere super euforica e continuava a sperare in un fidanzamento tra Gisele e Fabio, anche se entrambi le avevano detto di perdere le speranze.


«Un mese e mezzo qui dentro e ancora non hai cercato di fuggire, compimenti. Mi aspettavo che dopo la seconda settimana avresti provato ad evadere.» confessò la cheerleader, mentre leggeva una rivista di moda che per puro miracolo era riuscita ad ottenere.

«Ho pensato spesso di scappare, ma poi mi sono guardata intorno e ho visto che era impossibile. Così mi sono arresa.- fece una pausa- A dire il vero aspetto il giorno del processo, devo sapere se potrò uscire di qui.» affermò e sistemò il suo letto, dato che non era un albergo a cinque stelle e nessuna cameriera l'avrebbe fatto per lei.

Pensò a come la vita ti prendesse in giro. Insomma, lei aveva i soldi.

Affittava un casa con vista mare e l'ha sempre amata. Era super accessoriata, il colore che predominava era il giallo, il suo colore preferito.

La cosa che più le piaceva?

Il suo letto. Era un letto ad acqua e ogni volta sembrava sempre più confortevole.

Nella sua camera c'era anche un caminetto, adorava quando arrivava la sera e lei lo accendeva, anche se abitava a LA, e poi si stendeva sul letto a leggere un libro, uno dei tanti che aveva.

Probabilmente era l'unica spacciatrice al mondo a cui piaceva leggere, ma non le importava. Si è sempre sentita diversa dal resto delle sue coetanee e questo della lettura era solo un dettaglio tra le immense differenze che vi erano.

«Sai cosa mi rattrista maggiormente del fatto che tu andrai via?»

Voltò lo sguardo al pavimento fatto di piastrelle bianche, pensò che fosse una cosa orribile e disgustosa.

«Che non ci vedremo più tutti i giorni?» chiese dubbiosa

«No, non me ne fotte proprio. Il problema serio è un altro. Quando tu uscirai con Fabio, perché ci uscirai, non potrò consigliati che cosa indossare! Capisci? Per me è un colpo al cuore! Io devo vederti e dire se va bene. Poi ti dovrei aiutare a rifinire il trucco dato che a casa non avrai nemmeno la matita o il mascara. Oh mamma. No! Devo uscire di qui! Devo organizzarti l'appuntamento!»

Iniziò ad agitarsi come se questa uscita fosse il giorno dopo e lei doveva far si che tutto fosse alla perfezione.

Nel frattempo la mora rideva come non mai, non era la prima volta che Annie si comportava in questo modo. Ed ogni volta era sempre più divertente.

«Oh mamma! Bionda calmati! Ti prego, l'appuntamento non sappiamo nemmeno se ci sarà mai e tu vuoi già organizzarlo!?» voleva rimproverarla, ma non ci riuscì, rideva troppo.

«Ci sarà! E se lui non ci arriverà da solo, lo farò ragionare io. È una promessa.»

«Ti prego, smettila. Sei inquietante.» l'amica sbuffò

«Okay, va ben-..Oh cazzo! Oh cazzo! Oh mamma!»

«E ora cosa c'è!?» si stava innervosendo.

Adorava le crisi della ragazza, ma due in soli dieci minuti? Erano troppe.

«Niente, ammiravo questo scarpe di Valentino. Mio dio, sono la cosa più bella che io abbia mai visto. E poi il colore, color oro. Ti starebbero benissimo. Già ti immagino con un vestito di seta lungo e queste scarpe sotto. Ragazza, lo faresti impazzire!» si arrese.

Quella ragazza era impossibile, pensava a quell'appuntamento come se la riguardasse nello specifico e così decise di andarsi a fare una doccia.

Doveva ammetterlo, l'idea di uscire con quello sbirro la rendeva felice ed euforica, ma si doveva contenere. Se la cheerleader se ne fosse accorta sarebbe stata la fine.

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