6. Rumors don't kill

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«Dove fuggi, Mezzosangue?», chiese l'insopportabilmente familiare voce di Malferret, affiancandomi, mentre camminavo con passo veloce verso la torre Grifondoro.
«Vattene, Malfoy», sibilai, ignorando la sua mano che si era appoggiata sul mio fianco e che mi aveva avvicinato a lui: «Rischi che qualcuno ci veda.»
«Non m'importa e poi con le storie che girano già su noi due...» mormorò al mio orecchio, facendomi bloccare in mezzo al corridoio.
«Che storie?!» esclamai, fissandolo con gli occhi sbarrati.
«Beh, ti ricordi quella volta, quando lo Straccione e la sua "Dama" sono entrati nell'aula mentre io e te stavamo accidentalmente pomiciando su uno dei tavoli, no? Granger, non penserai mica che la pettegola Brown non abbia pensato ad una nostra possibile relazione, vero?» domandò molto retoricamente, incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio in attesa di una mia risposta.
«Vuoi dire che... tutta Hogwarts pensa che io e te...»
«Facciamo sesso, sì», concluse con tono impassibile, prima di fare una piccola smorfia: «Sfortunatamente non è così.»
«E con questo cosa vorresti dire? Che ti dispiace che i pettegolezzi che ci sono in giro non siano veri?» domandai, con una strana ansia all'altezza del petto.
«Esattamente.»
Il suo sguardo sincero e serio, per nulla divertito, fece morire dentro di me ogni speranza di non venire coinvolta emotivamente in quello stupido gioco.
Inutile mentire, ormai provavo qualcosa per lui.
Cosa di preciso non lo sapevo ancora, ma di sicuro c'entrava quella stupida attrazione che mi aveva legata a lui fin dal primo momento che i nostri sguardi si erano incontrati, su quel treno cinque anni prima.
«Tu sei pazzo, Malfoy» sussurrai, nel vano tentativo di non fargli capire che era riuscito a far dissolvere nel nulla uno dei tanti strati che avvolgevano il mio povero cuore.
Il ragazzo si avvicinò, piano, tentennando appena, prima di accarezzare lentamente il mio viso con le sue dita lunghe: «Tu credi, Granger?»
Annuii piano, vedendolo sorridere.
«Baciami, Mazzosangue» ordinò, spostando la mano dietro alla mia nuca e avvicinando il mio volto al suo.
«Potrebbe passare di qui qualcuno da un momento all'altro e...»
«Ti sei scordata la scommessa, Granger?», chiese, stuzzicandomi e ridendo sotto i baffi.
Sospirai: «Ok, ma solo uno.»
Non gli diedi il tempo di rispondere, anche perché non ero certa che la sua risposta mi sarebbe piaciuta; nel migliore dei casi avrebbe semplicemente constatato quanto fosse facile farmi cedere, cosa che per il mio orgoglio non sarebbe stato nulla di positivo, io lo avrei mandato a quel paese e non l'avrei baciato e non gli avrei permesso di farlo fino a quando non avrei sbollito la rabbia e il fastidio.
Ma questo non andava bene, perché in quel caso avrei dovuto aspettare ancora, prima di poter constatare cosa fosse cambiato da quando un velo di quella leggera patina che avvolgeva il mio cuore se n'era andato.
E quello che sentii ovunque nel mio corpo sembrava amplificato rispetto a quella mattina, quando mi aveva baciato nello stesso identico modo.
Non ricordavo che le sue labbra fossero così morbide, come non mi ero mai resa conto di quel favoloso sapore che avevano; caffè, menta, tabacco...
«Ma quelli sono la Granger e Malfoy! E si stanno baciando!»
Quell'esclamazione mi fece sussultare e allontanare di un passo dal ragazzo che mi stava - troppo - teneramente stringendo a sé.
Pensai ad una soluzione che mi avrebbe fatto passare per la vittima della situazione e subito un'idea mi fece esclamare: «Malfoy! Cosa diavolo ti passa per la mente!»
Lo schiaffo che gli tirai sulla guancia fece male più a me che a lui, anche perché dentro di me capii di aver sbagliato e mi sentii in colpa.
Corsi via senza degnare di uno sguardo tutta quella gente che si era radunata nel corridoio a guardarci e a spettegolare su di noi, prima di chiudermi nel bagno di Mirtilla Malcontenta per tentare di calmarmi e di pensare lucidamente a quello che mi stava succedendo.

***

Lasciai cadere la borsa a terra, mentre stringevo il bordo del lavandino con le dita.
Allentai appena la cravatta, persa nei miei pensieri.
Non avevo riconosciuto il gruppetto di persone che avevano assistito a quel bacio, ma ero certa che Harry, Ginny e Ron non ne facessero parte.
Aprii il rubinetto e mi sciacquai il volto e bagnai appena il collo.
Solo in quell'istante trovai il coraggio di guardarmi nello specchio vecchio e rovinato dagli anni che avevo di fronte.
Ero sempre io, esternamente non c'era nessuna differenza tra l'Hermione di pochi giorni prima e quella di adesso, tranne forse le guance e le labbra arrossate per quel bacio.
Per il resto i miei occhi erano sempre ugualmente scuri, ma avevano una strana scintilla di pazzia e di emozione che non riuscivo a riconoscere, mentre i capelli erano sempre ribelli e privi di forma.
Chiusi il rubinetto e mi passai le mani ancora bagnate sulle braccia per rinfrescarmi, gesto un po' particolare, dato che il freddo stava arrivando in fretta e presto l'inverno avrebbe portato con sé il vento pungente, le piogge, i temporali e le nevicate.
Mi staccai dal lavandino e mi appoggiai alla parete accanto, sedendomi e stringendo contro il mio petto le gambe.
Non riuscivo più a capire cosa mi stava succedendo e cominciavo a temere che Malfoy mi avesse fatto un incantesimo o somministrato una pozione senza che io me ne rendessi conto.
Non parlavo con i miei amici da quella che mi sembrava una vita; tutte le volte mi ritrovavo il furetto lungo la strada e non riuscivo ad ignorarlo come mio solito.
Era tutta colpa di quella stupida scommessa, o almeno questo era quello di cui ero convinta.
Strinsi tra le dita l'orlo della gonna e sospirai, cercando di ricordare una situazione in cui mi ero sentita più confusa; forse quando avevo per la prima volta sentito le farfalle nello stomaco per colpa di un abbraccio di Ron, oppure quando avevo accettato l'invito di Victor Krum al Ballo del Ceppo senza veramente voler andarci con lui, o quando...
«Ciao, Hermione, ti senti bene?»
Alzai di scatto lo sguardo ed incontrai due profondi occhi grigio-azzurri, tremendamente simili a quelli che mi avevano guardato neanche dieci minuti prima con stupore quando avevo tirato quello schiaffo.
«Ciao, Luna», la salutai, alzando appena i lati delle labbra verso l'alto.
«Pensi?», domandò sedendosi accanto a me, stringendo tra le dita uno strano paio di auricolari a forma di fiore.
«Sì», sussurrai.
«In giro si dice che tu e Malfoy stiate insieme», disse guardandomi: «Stai pensando a questo?»
«Sì, ma...», iniziai, desiderosa di chiarire la situazione.
Lei alzò la mano, come se non volesse ascoltarmi: «Non devi giustificare le tue azioni in nessun modo, come dice mio padre: "Quando il cuore decide la propria strada, la mente non può far nulla per impedirgli di seguirla", certo ci potresti provare, ma perché soffrire?»
Si fermò un istante a fissare il pavimento e mi chiesi se si aspettasse una mia risposta, ma poi tornò a parlare: «Quello che volevo provare a dirti è che se ti piace Malfoy non dovresti nasconderlo, soprattutto ai tuoi amici. E poi ricorda: i pettegolezzi non uccidono, basta ignorarli»
La vidi alzarsi e porgermi una mano, che afferrai titubante: «Ci vediamo in giro», salutò scomparendo in pochi secondi fuori dal bagno.
Ero di nuovo sola, ma era stato bello sentire le parole di Luna; in tutta la scuola almeno c'era una persona che avrebbe "accettato" una possibile relazione tra me e Malfoy e la cosa era confortante...
Oh, cavolo!
Come mi era potuto passare per la testa?!
"Una possibile relazione tra me e Malfoy?!"
Mai!
Mi passai distrattamente le mani sulla gonna per cercare di pulirla dalla polvere, raccolsi la mia borsa e presi un profondo respiro.

Mai scommettere col nemico #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora