Neville stava leggendo una rivista di Erbologia, annuendo ogni tanto alle varie pagine, sorseggiando il succo di zucca ed evitando qualsiasi tipo di contatto umano.
Mi ritrovai a fissarlo, incantandomi, mentre cercavo di ricordare quand'era stata l'ultima volta che avevo scambiato con lui qualche parola.
Quella mattina ogni singolo individuo seduto per fare colazione sembrava più addormentato del solito ed io avevo bisogno di chiacchierare con qualcuno; fare giusto due chiacchiere e nient'altro.
Considerai l'opzione di interrompere la chiacchierata tra Ginny ed Harry che, appiccicati l'uno all'altra riuscivano miracolosamente a non baciarsi, e si sussurravano quelle che sembravano promesse d'amore eterno a due centimetri di distanza. Scartai l'opzione e mi voltai verso la figura un po' gobba sul tavolo di Colin Canon che, con occhi fiammeggianti stava uccidendo Mclaggen che chiacchierava tranquillamente con Calì. Pensai di distrarlo dalle sue pene d'amore, ma poi ricordai i suoi assalti degli ultimi quattro giorni, nel vano tentativo di intervistarmi sulla mia relazione con Malfoy e decisi di evitare di dargli l'occasione di tormentarmi nuovamente. Presi in considerazione di litigare un po' con Lavanda Brown che stava blaterando con Calì e Mclaggen su dei compiti che non le erano venuti. Scartai anche quell'opzione e guardai verso Dean Thomas e Seamus Finnigan che stavano leggendo e commentando allegramente la Gazzetta del Profeta, ma non avevo voglia di intavolare con loro una noiosa conversazione sul Quidditch (perché era logico che stessero parlando di quello), così tornai a guardare Neville e mi resi conto che era la mia unica scelta possibile.
«Cosa leggi d'interessante?»
Non mostrai di aver notato il salto che aveva fatto al suono delle mie parole e gli sorrisi in modo incoraggiante.
«Oh, emh... è un trattato sui possibili benefici dell'utilizzo del pus di Bobotubero in alcuni medicinali»
Non riuscii a trattenere una smorfia: «Non sapevo ci fosse il pus di Bobotubero nei medicinali»
Neville sorrise, forse contento di conoscere qualcosa che io invece ignoravo: «Infatti non viene spesso utilizzato, ma solo in alcuni casi. Di solito si preferisce utilizzare qualcosa di meno... disgustoso»
Io annuii: «Non si finisce mai di imparare», dissi: «Io pensavo che venisse comunemente utilizzata la linfa di Pugnacio nei medicinali»
«Beh, anche. Diciamo che sono utilizzate entrambe».
Annuimmo entrambi, persi nei nostri pensieri, prima che io tornassi a finire la mia colazione e lui la sua.
Stavo per alzarmi e dirigermi alla prima aula della mattina, ma il rumore di vetri infranti mi fece alzare lo sguardo all'istante.
Vidi Luna che si affaccendava a raccogliere quelli che sembravano i cocci di un bicchiere, mentre alcuni Serpeverde, dopo averglielo evidentemente fatto cadere, se la ridevano e la prendevano in giro.
Raggiunsi subito la mia amica, riuscendo in due istanti ad attraversare l'intera Sala Grande, facendo un veloce incantesimo e riassemblando così ogni singola scheggia di vetro.
«Oh, grazie mille Hermione, ma non ce n'era bisogno», disse la mia amica, sorridendo e appoggiando il bicchiere sul tavolo dei Corvonero.
«Figurati, Luna», dissi, sorridendole calorosamente: «Vuoi che ti tenga un po' di compagnia?»
La mia proposta la fece annuire con forza: «Se hai voglia, sì. Siediti.»
Mi fece gesto di occupare il posto accanto a sé e la accontentai, salutando Padma Patil, Micheal Corner e Marcus Belby (uno dei ragazzi che facevano parte del Lumaclub), prima di assottigliare lo sguardo alla vista di Marietta Edgecombe che chiacchierava con una ragazzina più giovane.
«Come va?», chiesi a Luna, cercando di ignorare il fastidio che la Edgecombe mi ispirava da quando, l'anno prima, aveva tradito l' ES, riferendo alla Umbridge dove ci incontrassimo per fare pratica di incantesimi.
«Oh, tutto bene, grazie. Oggi abbiamo lezione insieme, vero?»
Annuii: «Rune Antiche, alla prima ora».
Lei sorrise, sorseggiando del tè color rosa pallido: «Adoro quella materia».
«Sì, piace molto anche a me».
«Come va con Malfoy?»
Strinsi forte, sotto il tavolo, le mani a pugno, sforzandomi di non lasciar trapelare sul mio volto la preoccupazione e il dolore che pensare a lui mi provocava.
Erano cinque giorni che non si faceva vivo, cinque giorni in cui io avevo aspettato che tornasse, cinque giorni che non avevo fatto altro che pensare a lui, cinque giorni orribili in cui non ero riuscita a chiudere occhio per nemmeno un istante, cinque giorni di puro inferno.
«Tutto nella norma», riuscii a dire: «Anche se è da un po' che non lo vedo, è dovuto tornare a casa per motivi familiari».
Le parole sembravano così false alle mie orecchie che non mi illusi avesse creduto alla mia bugia, per questo ero certa che stesse fingendo di credermi, anche se non ne capivo il motivo.
«Nulla di grave spero», disse, aggiungendo al tè un po' di zucchero di canna.
«Spero di no», dissi, accennando un sorriso tirato e debole che non avrebbe convinto nemmeno un idiota.
Alzai lo sguardo al soffitto incantato e alle grige nuvole che oscuravano il sole, rendendomi conto che il tempo sembrava essere in qualche modo in armonia con i miei sentimenti e pensieri amari.
«Andiamo a lezione insieme?», mi chiese, finendo in pochi sorsi la sua bevanda ed alzandosi in quel suo modo aggraziato e quasi incorporeo che sarebbe stato adatto ad un fantasma e non ad una ragazza in carne ed ossa.
«Certo», la seguii, portandomi la borsa con dentro compiti e libri a tracolla.
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Mai scommettere col nemico #1 (Dramione)
Fanfiction[STORIA COMPLETA] [Primo libro della serie "Mai scommettere col nemico"] Hermione Jean Granger non aveva mai scommesso nulla in vita sua. Cosa accadrebbe se fosse costretta a scommettere se stessa? E se si ritrovasse nelle mani di Draco Malfoy p...