9. Feeling like a bitch

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«Ok, questo è abbastanza tipico di Malfoy», disse Ginny, sedendosi sul mio letto, accavallando le gambe: «Cosa hai intenzione di fare?»
Smisi di camminare avanti ed indietro, bloccandomi a fissare fuori dalla finestra che dava sulla Foresta Proibita.
«Ho bisogno del tuo aiuto Ginny, voglio essere abbastanza bella da attirare l'attenzione di tutti, voglio...»
«Lo vuoi far ingelosire?»
Mi voltai a fissarla con una piccola smorfia di disappunto in viso.
Era impossibile che una persona come lui, che se ne fregava altamente del prossimo e che ancora era convinto di essermi superiore grazie al suo sangue, fosse gelosa di me.
«Ginny, a lui di me non gliene potrebbe importare di meno, quindi non vedo come potrebbe ingelosirsi, vuole solo che io faccia una pessima figura per poi potermi deridere...»
«E io invece ho tutto il pomeriggio per fare in modo che questo non accada e magari ti do anche qualche consiglio per stasera, temo che dopo la ronda non ti lascerà andare tanto facilmente...» lo sguardo ammiccante di Ginny mi fece arrossire.
«Grazie», dissi, sorridendole e scacciando tutti i pensieri poco casti che mi erano venuti in mente pensando a Malfoy.
«Abbiamo tre ore esatte prima di cena, quindi mettiamocela tutta!», esclamò lei, alzandosi dal suo posto e guardando con occhio critico la mia gonna: «Sai, in effetti un po' Malfoy lo capisco, tutte le ragazze l'hanno accorciata di almeno cinque centimetri, anche quelle del primo anno, tu invece vedo che hai conservato la lunghezza originale...»
Incrociai le braccia al petto, pronta a ribattere, ma lei alzò subito le braccia al cielo, come se avesse voluto arrendersi: «Lo so, ne abbiamo già parlato: tu sei qui per studiare non per rimorchiare. Anche se devo dire che con Malfoy ti stai dando parecchio da fare... e non te lo sei scelto nemmeno troppo brutto...»
Mi ritrovai di nuovo ad arrossire come una bambina beccata mentre rubava i biscotti dalla dispensa e mi resi conto che Ginny aveva ragione.
Era da quando la scommessa era iniziata che non mi sembrava di essere più la stessa, forse Malfoy mi aveva davvero rifilato qualche strana pozione, altrimenti non si sarebbe potuto spiegare il mio comportamento così diverso da due settimane prima.
Intanto Ginny aveva iniziato a mormorare a fior di labbra qualche strano incantesimo di cui io non avevo mai sentito parlare e, con crescente orrore e sgomento, vidi la gonna accorciarsi lentamente, un centimetro alla volta.
«Erano quindici centimetri?», chiese, interrompendo l'incantesimo e guardandomi in faccia.
«No, solo dieci!», esclamai, guardandomi allo specchio.
«Ah... va beh, non cambia comunque molto...»
Mi voltai verso di Ginny, leggermente alterata: «Stai scherzando spero! Io dovrei andare in giro così? Sembro nuda! Faccio prima a non metterla, tanto è uguale!»
«Hermione, concentrati: vuoi far impazzire Malfoy si o no?», mi chiese Ginevra con uno sguardo serio in volto.
«Sì», dissi sospirando, come se stessi ammettendo la mia sconfitta.
«Bene, allora questo è solo l'inizio».
La sua minaccia non mi piacque neanche un po', mentre la vedevo indaffarata a cercare qualcosa nel mio baule.
«Potrei sapere cosa...?», ma le mie parole vennero interrotte dalla sua esclamazione felice: «Eccolo!»
Prima che mi ritrovassi con il mano il reggiseno che mi aveva regalato proprio lei al mio compleanno.
«Stai scherzando?», le chiesi, fissando quell'oggetto con timore e orrore.
Lei scosse con forza le testa: «Malfoy perderà la testa, fidati»
La guardai male, mentre mi toglievo la camicia e sostituivo il mio sobrio reggiseno di cotone bianco con quello nero pieno di pizzi che mi aveva regalato lei.
«Va bene?», chiesi stizzita.
Lei sorrise: «È perfetto, l'ho scelto proprio bene!»
Feci una smorfia di disappunto, ma non dissi nulla, meglio non rischiare di scatenare la sua ira.
«E ora... lezioni di comportamento!»
Finsi di sorridere e mi sedetti accanto a lei sul letto come mi aveva silenziosamente ordinato.
«Accavallate», disse, indicandomi le gambe e io eseguii; il risultato fu la mia coscia interamente scoperta. La vidi sorridere dei miei occhi sbarrati per l'orrore.
«Fidati, se le cose vanno come penso io, non avrete nemmeno tempo di fare la ronda...»
Arrossii alle sue parole, mentre le sue mani prendevano i primi due bottoni della camicetta e me li sbottonavano.
«Meglio. Ora... cosa manca?»
«Un po' di pudore manca...», dissi scocciata, mentre la vedevo alzarsi nuovamente e afferrare dal mio baule delle reggenti color carne e le mutande abbinate al reggiseno che mi aveva appena costretto ad indossare.
«Stai scherzando?!», dissi, alzandomi in piedi: «Io quel coso non lo metto! I collant posso ancora sopportarli, ma il tanga, no!»
La sentii sospirare e mormorare qualcosa del tipo: «Avrei dovuto immaginare che non sarebbe stato tanto facile».
Si avvicinò e mi mise in mano sia l'intimo che le calze: «Pensa alla faccia che farà Malfoy».
Storsi il naso, ma poi capii che non avevo scelta, dovevo smetterla di fare la ragazzina pudica e cominciare a seguire i consigli di Ginny, che l'ultima volta avevano funzionato più che bene.
Volevo che quella stupida scommessa si ritorcesse contro Malfoy, volevo che impazzisse, volevo...
Ma chi volevo prendere in giro? Per lui ero solo un giochino divertente da usare un po' prima di venir buttato via, l'unica cosa che potevo fare era ricambiargli il favore e trattarlo con la freddezza che lui mi aveva riservato per anni.
«Va bene, Ginny», dissi, cambiandomi velocemente e osservandomi allo specchio con occhio critico.
«Bene, mi sento abbastanza una meretrice, direi che...»
«Eh no!», disse Ginny: «Mancano le scarpe!»
La vidi scomparire, andando verso la sua stanza e comparire poco dopo con dei tacchi vertiginosi in mano.
«Sei pazza, io mi uccido con quelle ai piedi!»
«Ti va bene che abbiamo lo stesso numero», disse, ignorando le mie proteste e incitandomi a provarle.
Le indossai con una punta di imbarazzo e con timore mentre mi rendevo conto che erano meno scomode di quanto pensassi, ma che comunque erano troppo alte e mi sentivo troppo goffa.
«Perfetto! Ora manca solo trucco e parrucco! Se non riesci a camminarci bene posso fare un incantesimo in modo che ti sembri di avere delle semplici scarpe da ginnastica ai piedi, per imparare è molto utile...»
Annuii e subito dopo il suo movimento di bacchetta mi sembrò di averci camminato per anni su quelle trappole mortali.
Continuai a guardarmi allo specchio, mentre vedevo Ginny dietro di me con in mano la sua trousse di trucchi cominciare a distribuire sul letto tutti quelli che aveva intenzione di usare.
Sospirai, rendendomi conto che la tortura era appena iniziata.
Lanciai un'occhiata veloce all'orologio appeso alla parete della mia stanza e feci una smorfia.
Mancavano due ore alla fine della mia linda reputazione.

Mai scommettere col nemico #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora