Lo raggiunsi all'ingresso dei sotterranei ed afferrai il suo mantello, per bloccarlo: «Draco?»
Non disse nulla, semplicemente si voltò verso di me e mi strinse in un'abbraccio stritolatore.
Rimanemmo così a lungo, tanto che io mi dimenticai per lunghi minuti il motivo per cui l'avevo seguito, prima di scostarmi appena da lui e di accarezzargli la guancia colpita dalla Parkinson.
Vidi un lampo di... qualcosa passare negli occhi di Malfoy e l'istante dopo alcuni centimetri dividevano i nostri corpi.
Non ne capii il motivo e aggrottai le sopracciglia: «Stai bene?»
Lo vidi lanciarmi uno sguardo scocciato: «Ovviamente».
Il suo tono di voce aspro mi preoccupò e mi chiesi se ce l'avesse con me: «Sei...?»
Mi prese i polsi tra le mani, spingendomi con poca delicatezza contro il muro vicino a noi, fino a far cozzare la mia schiena contro la pietra fredda.
Non gliel'avrei mai fatto capire, ma mi aveva fatto male.
Strinsi le labbra, pronta a sentire il motivo della sua maleducazione.
«Permetti a Weasley di toccarti ancora una volta e lui si ritroverà senza mani!», il suo tono rabbioso mi fece male, eppure le sue parole assunsero dentro di me un significato più profondo che mi fece sperare.
Era per caso geloso? Di me?
«Non mi piace dover dividere ciò che è mio, Granger. E scommessa o no: tu sei mia»
«E tu, Draco? Sei mio?»
Vidi un lampo di genuino stupore sul suo viso e la presa sui miei polsi si allentò leggermente: «Se è ciò che vuoi, Granger».
Maledetto! Aveva rigirato le parole come voleva lui per portarmi ad un passo falso. Voleva che gli dicessi che tenevo a lui? Beh, se lo poteva scordare!
«E tu, Malfoy? Cosa vuoi?»
Mi complimentai con me stessa e sollevai appena il mento, come per sbattergli in faccia il mio sorrisino sfrontato.
«Come mai sei tornata a Malfoy, Granger? Fino a due istanti fa ero Draco».
Trattenni un ringhio e strinsi ancora di più le labbra.
«Beh, anche io ieri sera sono stata Hermione e non Granger».
Vidi i suoi occhi sbarrarsi appena, prima di stringersi di nuovo.
«È un tentativo per spingermi a chiamati per nome più spesso, Mezzosangue?»
«E il tuo lo era?», digrignai i denti per fargli capire che non avevo apprezzato l'insulto con cui mi aveva apostrofato.
«No, dato che mi chiami Draco senza bisogno di incitamenti».
Mi morsi forte il labbro inferiore, stanca di quel teatrino, ma decisa a non farmi mettere i piedi in testa da quello stupido furetto.
«Che cosa voleva la Parkinson?»
Altro stupore sul suo viso, ma ancora una volta lo nascose dietro ad un ghigno: «Sei gelosa, Granger?»
«Non essere ridicolo, Malfoy. L'unica cosa che invidio alla Parkinson è lo schiaffo che ti ha tirato!»
«Manesca come al solito» sibilò, ad un centimetro dalle mie labbra.
«Stronzo come al solito».
«Vuoi litigare, Granger?», chiese con un ghigno tipicamente Malfoy.
«Pensavo lo stessimo già facendo».
L'istante dopo Malfoy rideva, facendomi sentire ancora più furiosa e desiderai fortemente tirargli uno schiaffo, anzi no, un pugno... no, ancora meglio: un bello Schiantesimo allo stomaco.
«Ti stai divertendo, Malfoy?»
«Eccome, Granger».
«Bene, allora me ne vado!» dissi con un tono talmente freddo che sperai di congelarlo.
«No».
Stavo per inveire contro di lui, mandando il mio autocontrollo a farsi un giro, quando sentii le sue labbra sulle mie e la loro pressione farsi sempre più forte, mentre con irruenza chiedeva il permesso di approfondire il bacio.
Avrei voluto mordergli la lingua ed allontanarlo, ma sentire il suo corpo strusciare in modo molto, anzi troppo, lascivo e malizioso contro il mio mi fece perdere lucidità.
Mi resi conto, dalla protuberanza che sentivo contro di me, che era eccitato.
«Pervertito», dissi tra un bacio e l'altro, facendolo ridacchiare.
«Litigare con te è sempre molto stimolante».
Mi resi conto di avere le mani libere e non persi tempo, tirandogli una manata a pugno chiuso sul braccio.
Non si lamentò come suo solito e mi fece un sorrisino malizioso: «Sai Granger, ho appena vinto venti galeoni e una bottiglia di Firewiskey del 1990, che ne dici di dividere la vincita?»
«Mi stai di nuovo proponendo di ubriacarci?», sussurrai, segretamente attratta dall'idea.
Sorrise malizioso: «Sì»
Sorrisi anche io: «Accetto, ma...»
«Sì, Granger, non ti toccherò, ho capito».
Gli accarezzai la guancia con le dita e poi il ricordo del reale motivo per cui l'avevo seguito mi invase la mente, come una macchia d'inchiostro su un foglio bianco.
«Malfoy?»
Quando i suoi occhi si fissarono nei miei, capii di avere tutta la sua attenzione.
«Hai usato un incantesimo contraccettivo ieri sera, vero?»
Lui aggrottò le sopracciglia: «Adesso che mi ci fai pensare non mi ricordo...»
Inorridii all'istante: «Che cosa?!»
«Calma, Granger», sussurrò accarezzandomi il viso: «C'è la Pozione del Giorno Dopo che è abbastanza facile da preparare e se vuoi ne faccio un po' per sicurezza, va bene?»
Io annuii, insicura della mia voce.
«Andiamo?»
Afferrai la sua mano e mi feci guidare verso la sua camera.
Anche se temevo di essere incinta in quel momento la sua vicinanza mi diede coraggio e mi sentii protetta come non mai prima.
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Mai scommettere col nemico #1 (Dramione)
Fanfiction[STORIA COMPLETA] [Primo libro della serie "Mai scommettere col nemico"] Hermione Jean Granger non aveva mai scommesso nulla in vita sua. Cosa accadrebbe se fosse costretta a scommettere se stessa? E se si ritrovasse nelle mani di Draco Malfoy p...