4. Trust me

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«Bel lavoro, Granger.»
La voce di Malfoy mi fece sussultare; pensavo di essere fuggita abbastanza in fretta in modo che nessuno potesse seguirmi, ma dovevo aver calcolato male; lui era riuscito a raggiungermi.
«Vattene, Malfoy.»
Il mio ordine sembrò entrargli in un orecchio e uscirgli dall'altro, dato che non mi ascoltò e si sedette sul banco accanto al mio.
«Come ci si sente, Granger?»
"Ma bravo!", pensai: "Gira pure il coltello nella piaga, ne ho davvero bisogno!"
«Vuoi la verità?»
«Sì.»
«Ci si sente uno schifo, va bene?»
La mia risposta lo fece sorridere appena: «Ti capisco.»
«No, non puoi capirmi. Tu sei abituato a mentire, a tradire e a fregartene del prossimo, ma io non sono così!»
Gli urlai contro come valvola di sfogo, pensando che bastasse e, invece, no.
In tutti quegli anni avevo accumulato uno stress e una tensione sempre più grandi, attimo dopo attimo avevo dovuto controllarmi per non sbagliare, per tentare di compensare il fatto di non essere una vera strega, ma solo una "Sporca Mezzosangue"; avevo studiato duramente ed ero diventata la migliore, eppure sentivo che mancava qualcosa nella mia vita, mi mancava una vera valvola di sfogo, un modo per rilassarmi e...
«Fidati Granger, ti capisco meglio di quanto tu possa immaginare.»
Mi voltai verso di lui con l'intendo di insultarlo e magari di picchiarlo, ma mi bloccai, incantata dai suoi occhi grigio-azzurri e dalla sincerità e trasparenza che vi trapelava.
Non riuscii ad emettere alcun suono, sentendomi per la prima volta in vita mia presa in contropiede.
Cosa potevo dirgli?
Che non gli credevo?
Sarebbe stata una bugia.
«Lui ti ha ferita, ti ha fatto del male volontariamente, tu gli hai semplicemente ricambiato il favore.»
Le sue parole avevano un timbro strano, sembrava che mi stesse ipnotizzando e io non potessi fare nulla per fermarlo, tranne, forse...
«Non del tutto», sussurrai piano.
«In che senso?» mi chiese lui e notai il suo sguardo scendere sulle mie labbra socchiuse: «Dimmi ciò che vuoi e lo avrai.»
La sua promessa sembrava così sincera che per un attimo sorrisi maliziosa: «Qualsiasi cosa?»
«Sì, qualsiasi cosa.»
Gli passai le mani tra i capelli e avvicinai il suo viso al mio: «Avevi ragione, penso davvero che tu baci meglio di chiunque altro.»
Non so perché glielo dissi; l'unica cosa di cui ero certa era che ne avevo bisogno, volevo che lui mi baciasse come aveva già fatto quella mattina o la sera prima, volevo sentire il suo desiderio per me e dimenticarmi in quel modo di Ron e Lavanda.
«Dimmelo, Granger. Dimmi che tu lo vuoi.»
Le sue parole mi fecero sospirare piano e stringere ancora di più la presa tra i suoi capelli chiari.
«Malfoy?»
«Sì?»
«Tu lo vuoi?»
La mia domanda lo colse impreparato e vidi i suoi occhi perdersi nei miei, forse alla ricerca di una risposta.
«Di cosa hai paura Granger?»
La sua domanda mi fece nuovamente arrabbiare, stava cercando di cambiare discorso o, comunque, di spostare i riflettori su di me, di nuovo.
«Rispondimi.»
La sua mano premuta contro la mia schiena mi spinse più vicino a sé, facendo scontrare i nostri corpi, mentre l'altra strinse i miei capelli in una morsa dolorosamente piacevole.
Il suo bacio violento mi tolse il respiro, facendomi ansimare in cerca d'aria.
«Ti basta come risposta?»
Le sue parole vennero però soffocate da un altro bacio e poi un altro ancora, prima che allentasse appena la presa e mi concedesse di riprendere fiato.
«No.»
I suoi occhi si fissarono nei miei: «Granger, pensi che se non ti volessi perderei tempo con te? Credi che se non mi piacesse continuerei a baciarti? Vuoi tutta la verità? Quando ti bacio mi sembra di essere un altro e dimentico tutto il resto...»
Tornò a baciarmi con un'intensità maggiore, entrambe le sue mani si strinsero intorno ai miei fianchi,
facendomi scivolare di schiena sul banco dove ero stata seduta fino a pochi istanti prima.
«Davvero?» mormorai, mentre le sue labbra si spostavano sul mio collo.
I suoi occhi tornarono ad incontrare i miei e pensai che probabilmente non sarei riuscita a resistere e a fermarlo, prima che...
«Ron-Ron, vieni qua!»
L'esclamazione giunse dal corridoio fuori dalla stanza e l'istante dopo la porta si aprì, facendo entrare le figure incollate di Lavanda Brown e Ronald.
Malfoy, mi fece scendere all'istante dal banco e mi allontanò abbastanza dal suo corpo, in modo che il nostro essere insieme potesse sembrare una normale litigata, eppure il suo comportamento mi fece sentire una fastidiosa sensazione all'altezza del petto e mi resi conto che volevo che Ron sapesse, volevo che fosse geloso, volevo...
«Che schifo, Lenticchia, tu e la Brown potreste andare ad accoppiarvi anche da qualche altra parte! Mi dispiace, Gran... Mezzosangue, ma mi è passata la voglia di litigare. Penso che andrò a vomitare.»
Le parole di Malfoy mi fecero sorridere, lo vidi fare qualche passo verso la porta e lo seguii, quando la voce di Lavanda mi bloccò, ghiacciandomi sul posto: «Certo, Malfoy, posso capirti, condividere l'aria con una come Hermione dev'essere disgustoso, oltre al fatto che è una Mezzosangue, è anche brutta.»
Mi voltai verso quell'oca con il chiaro intento di ucciderla con un Avada Kedavra, quando sentii la mano di Malfoy appoggiarsi sul mio braccio e bloccarmi.
«Sai Brown? Sono io che non capisco il qui presente Lenticchia: come fai a stare con una ragazza del genere? Non ti viene la nausea a sentire il suo alito da iena?»
Vedere il volto sconvolto della Brown mi fece sentire come una regina, stavo per voltarmi verso Malfoy per intimargli di andare, quando sentii la ragazza esclamare: «Da quand'è che difendi la Granger, Malfoy?»
Lanciai uno sguardo al biondo che significava: "Lascia perdere" e feci per andamene quando la sua risposta mi fece sussultare e arrossire allo stesso tempo.
«Da quando me la porto a letto.»
«Cosa?!» esclamammo nello stesso istante Ron, Lavanda ed io.
«Oh, dovreste vedere le vostre facce! Beh, devo dire che ne è valsa la pena di dire una bugia anche se... Granger vieni con me, devo proporti cose sconce...»
Lo fissai sconvolta, mentre cercavo in tutti i modi di nascondere il fastidio per il comportamento impassibile di Ron davanti agli insulti di Lavanda diretti a me: non mi aveva difesa.
«Tu sei matto, Malfoy» dissi mentre uscivo dall'aula, seguita a ruota da lui.
«È un: "Certo, Malfoy farò qualsiasi cosa tu voglia", Granger?»
«No, è un...» mi voltai verso di lui sorridendo maliziosa: «...esponimi prima cos'hai da propormi e poi vediamo.»
La porta si chiuse dietro di me e all'istante Malfoy mi passò un braccio intorno al fianco, sorridendo a trentadue denti.
«Granger, dimmi la verità, accetteresti davvero di ascoltare delle proposte sconce da me, o l'hai detto solo per far ingelosire il povero Lenticchia?»
«Mi dispiace Malfoy, ma devo andare a lezione.»
Sorrisi della sua smorfia infastidita, mentre me ne andavo, lasciandolo senza una risposta.

Mai scommettere col nemico #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora