3. HOGWARTS

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"Il trucco è molto semplice, molto efficace. Ma bisogna stare molto attenti a non dimenticarsi mai di controllare quando smette di funzionare, perchè è possibile. Se l'incantesimo di Disillusione non viene fatto alla perfezione, il Marchio Nero potrebbe intravedersi o venire fuori all'improvviso. Quindi, dovete farlo ogni mattina e controllarlo costantemente." Mentre Lucius Malfoy spiegava il modo più semplice per nascondere il Marchio sul braccio, Harry e Draco provavano e riprovavano finchè il loro incanto non risultava perfetto. Avevano deciso, di comune accordo con il Signore Oscuro, di tenere sempre nascosto il simbolo per evitare qualsiasi tipo di problema. Se qualcuno l'avesse visto, sarebbe stata la fine della loro missione. Harry ci riuscì per primo, ma Draco lo seguì subito dopo. Si addestrarono ogni giorno fino al primo Settembre, così da essere già abituati. Il giorno prima della partenza per Hogwarts, Voldemort convocò Harry da solo. "Sei pronto?" sibilò guardandolo dritto negli occhi. "Sono pronto, mio Signore. Sono nato per questo compito e non vi deluderò." S'inchinò rispettoso. "Molto bene, Harry. Mi metterò in contatto con te ogni volta che sarà necessario" indicò con lo sgaurdo il braccio sinistro di Harry, e questi capì senza bisogno di altro. Voldemort si voltò, e Harry intese di essere stato congedato. Il primo settembre la stazione di King's Cross era la cosa più bizzarra che Harry avesse mai visto: c'erano così tanti maghi con i loro carrelli che non si capiva più se erano ancora nel mondo Babbano oppure no. Si avviarono in fretta al punto in cui si incontravano i binari 9 e 10, vennero salutati con un cenno freddo dai Malfoy e si buttarono a capofitto nel muro che li fece sbucare nel binario 9 e tre quarti, dove l'espresso per Hogwarts sbuffava fumo a più non posso. "11 meno 10.. saliamo dai, almeno troviamo i posti migliori!" Disse Draco tra la folla. Entrarono nel treno, e Harry si rese conto che decine e decine di occhi lo stavano fissando. Dopo tutto, era uno sconosciuto. "Se mi guardano ancora un po' li.." Ma Harry non fece in tempo a finire la frase che qualcosa, o meglio, qualcuno, gli rovinò addosso. "Miseriaccia! Mi dispiace, scusa.. Io non.." Disse una testa rosso intenta a raccogliere le sue cose. "Spostati, idiota. Vai a giocare da qualche altra parte." Lo fulminò Draco. Ronald Weasley appena si rese conto di essere finito addosso a un amico di Malfoy divenne rosso fin sulla punta delle orecchie, non si sa dire se per la rabbia o per la vergogna. Gli occhi saettarono da Harry a Draco, da Draco a Harry. Voleva dire qualcosa, ma tutto ciò che uscì fu un buffo balbettio sconnesso. Harry rise, senza felicità, solo con scherno e pena. "Ho già capito che Hogwarts è un posto di sfigati.. Portami a conoscere qualcuno per cui vale la pena parlare per lo meno." Disse il moro con freddezza. Lo sorpassarono senza negargli una bella spallata, ignorando il suo debole insulto "imbecilli" per pura pietà. Si diressero verso quella che Harry immaginò fosse la carrozza con solo Serpeverde. Draco lo presentò come suo cugino, e furono tutti contenti di conoscerlo. Harry non sapeva perchè, ma a quanto pare a quei ragazzi piacque da subito. Si ricordò qualche nome a fatica. Blaise Zabini, Tiger, Goyle e una bella mora che lo guardava languidamente, Pansy Parkinson. Harry, come Draco, era abituato a non dover fare troppa fatica con le ragazze ogni volta che uscivano insieme per divertirsi dopo le estenuanti ore di allenamento, e a quanto pare a Hogwarts le cose non sarebbero state tanto diverse. Draco sembrò leggergli nel pensiero, perchè gli sorrise ammicante facendogli l'cchiolino. Il viaggio fu lungo, Harry non era un tipo molto loquace e questa cose sembrò affascinare ancora di più i futuri compagni Serpeverde, soprattutto l'area femminile della carrozza. Indossarono la divisa poco prima dell'arrivo, solo Harry aveva semplicemente lo stemma della scuola sopra. Aveva visto tante foto, l'aveva visto rappresentato tante volte, ma niente e nessuno poteva eguagliare la bellezza del castello di Hogwarts dal vivo: Harry ne rimase profondamente affascinato da subito. Furono portati all'ingresso della scuola con delle carrozze guidati da quelli che Harry riconobbe come Thestral. Arrivati in Sala Grande, furono tutti curiosi di sapere chi fosse quella figura alta e decisamente slanciata in mezzo a tutti quei piccoletti delprimo anno. Harry si sentiva osservato, e la cosa non gli piaceva affatto. Non gli era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione. Sentiva soprattutto uno sguardo su di se, uno sguardo che gli pareva gli leggesse l'anima. Si girò intorno, e alla fine lo vide e fu scosso da un tremito: Albus Silente lo fissava oltre i suoi occhiali a mezzaluna con un'intensità che il ragazzo fu costretto a levare lo sguardo. La professoressa McGranitt si alzò brandendo una grossa pergamena arrotolata, e appena arrivata vicino allo sgabello con un grosso cappello sopra, parlò "Buonasera a tutti. Come sicuramente avrete notato, abbiamo un nuovo studente che si è unito a noi quest'anno e che frequenterà il settimo anno. Bene, direi da cominciare proprio da lui. Harry Potter." Harry avanzò, impassibile. Fece un gesto di cortesia alla professoressa e si sedette sullo sgabello. Aveva di fronte l'intera Sala Grande che lo fissava, in religioso silenzio. La McGranitt gli posò subito il Cappello Parlante sulla testa, che non esitò a cominciare lo Smistamento. "Oh, molto bene! Uno studente nuovo già maggiorenne.. E già perfettamente preparato direi, sicuramente sei stato istruito in casa da maghi esperti.. Cervello da vendere, coraggio, forza di volontà.. Sei difficile mio caro ragazzo.. La tua mente fredda trasuda quasi indifferenza, voglia di esprimersi e di arrivare.. Non ti fermeresti davanti a niente, eh? Ma non esserne così sicuro, non sempre la mente vince. Ricordalo, ragazzo.. Serpeverde!" Harry trasalì. Per un attimo aveva pensato di essere mandato nella Casa sbagliato, ma solo per un attimo. Sorrise tranquillizzandosi, mentre un boato di festa partì dal tavolo di Serpeverde che lo invocavano a gran nome. Si alzò e si diresse a grandi passi al suo nuovo tavolo, con i suoi nuovi compagni. La sua divisa si dipinse all'istante dei toni verdi e argento che dintinguevano la sua Casa. "Dovete ammetterlo però.. E' proprio bello!" sghignazzò Calì Patil alle sue compagne Grifondoro. "E' viscido, come tutti i suoi compagni e il suo amichetto.." concluse Hermione dando uno sguardo veloce al tavolo delle serpi. Le sue compagne la ignorarono e continuarono a spettegolare sul nuovo arrivato e Hermiona sapeva che sarebbe stato l'argomento di tutta la cena. Strano, nessuna aveva nominato gli occhi verdi. Aveva gli occhi verdi, quel ragazzo. Nessuna se n'era accorta? Venne distratta dai suoi pensieri da Ron. "Meno male che tu sei diversa.." Le disse sorridendo. "Grazie eh!" Si offese Ginny. "Ma tu sei mia sorella, è ovvio che sei diversa!" Sorrisero tutti e tre, e per quella sera nessuno di loro parlò più di Harry Potter. Infondo, non era un argomento così importante. I primi giorni servirono a Harry per ambintarsi. Si perse più volte, ma grazie alla Mappa del Malandrino ritrovò sempre la strada senza troppi problemi. I sotterranei dove alloggiavano i Serpeverde erano perfetti, gli sembrava ancora di essere a casa Malfoy e questo era un bene. Harry dava poca confidenza, non aveva alcun bisogno di farsi degli amici e, sinceramente, nemmeno gli importava di farsene. "Lui è così.." Rispondeva Draco quando qualcuno gli chiedeva se Potter avesse qualcosa. Le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure gli sembravano così banali che la maggior parte delle volte si annoiava. Certe cose lui le aveva imparate quando ancora quei ridicoli studenti piangevano perchè gli mancava mamma. Ogni lezione la condividevano con altre Case: in Pozioni erano insieme ai Grifondoro. Harry capì che c'era un profondo odio tra le due Case, e lui lo capiva appieno. "Bene.." cominciò il professor Piton, che Harry da sempre chiamava semplicemente Severus. "Visto la vostra scarsa attitudine verso l'arte delle Pozioni, vi farò svolgere un compito che dovrete presentarmi fra massimo una settimana. Dovrete preparare un Distillato di Morte Vivente perfetto." Si levarono dall'aula mugolii di dissenso, quella pozione era decisamente difficile. "Silenzio!" Abbaiò Piton. "Non è tutto: sarete divisi in coppie. Non importa se verrete mischiati di Case.. Si hai sentito bene Goyle, ho detto mischiati con i Grifondoro! Dovrete, in coppia, preparare questo Distillato e consegnarmelo tra una settimana." Decise che i nomi dovevano essere estratti a sorte. Proprio al povero Goyle andò male: finì in coppia con Ron Weasley. Harry e Draco risero rumorosamente, quei due insieme non avrebbero combinato un bel niente e sarebbero finiti a pugni sicuro. Draco ebbe la solita fortuna, fu messo in coppia con Pansy. "Così dopo che me la sbatto io posso dirti che è valida.." Diede un pugno complice sulla spalla ad Harry, che sorrise scuotendo la testa. "Harry Potter sarà in coppia con Hermione Granger!" Per un attimo credette di non aver capito bene, sicuramente Piton lo stava prendendo in giro. Ma quando vide Draco tenersi la pancia per le risate, capì che era proprio vero. Si girò verso Hermione, che lo guardò disgustata quasi quanto era disgustato lui. "Non è possibile" disse Draco uscendo dall'aula ancora ridendo "Sei in coppia con la principessa delle mezzosangue!" E rise ancora di più. "Ok, ora ti picchio." sibilò Harry. Alzò il pugno ma venne interrotto da una voce da insopportabile So-Tutto-Io. "Ascolta, io non sono mai andata male in Pozioni. Non sarai di certo tu a rovinarmi la media e a non permettermi di prendere il massimo nei MAGO.. Quindi, ti aspetto domani in biblioteca subito dopo pranzo, così facciamo il punto della situazione." Hermione, mentre parlava, aveva una mano sul fianco e nell'altra reggeva libri che avevano l'aria di pesare più di lei. Harry fischiò guardandola dalla testa ai piedi, Draco sorrise. "Subito così? Almeno prima conosciamoci no.." La schernì, e lei arrossì dalla rabbia. "Se non vieni, posso benissimo farlo da sola e poi sarai tu a vedertela con Piton!" Aveva lo sguardo arrabbiato e lo fronteggiava, adesso aveva i pugni serrati lungo i fianchi. Lo guardava dritto negli occhi. Una scossa. Di nuovo. Harry esitò, ma solo per un secondo. Si avvicinò più a lei e le sussurrò "Che paura.." e si allontanò con Draco senza aggiungere altro. Lasciando un Hermione ancora furente che girò sui tacchi e si diresse verso la sua prossima lezione. Aveva già capito, quel Potter non si sarebbe mai presentato in biblioteca ma non le importava. Poteva benissimo farcela da sola, come sempre. Ma il giorno dopo decise che sarebbe andata lo stesso in biblioteca all'ora che aveva stabilito lei stessa. Il perchè, non se lo seppe spiegare neanche lei.

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