12. LA TANA

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Harry fissava il suo bagaglio, senza sapere bene cosa metterci. Cosa ci si mette di solito nel covo dei propri nemici? Non ci poteva credere che il giorno dopo sarebbe andato nel posto dove metà delle persone dell'Ordine avrebbero festeggiato allegramente. Doveva stare molto più che attento, se no sarebbe stata la fine di tutto. Inevitabilmente pensò ad Hermione, a tutte le bugie che le stava raccontando. Mise tutto il necessario, compreso l'abito da cerimonia che si era comprato a posta per il matrimonio insieme ad Hermione il giorno prima ad Hogsmeade. Ripensò al suo sentirsi inadeguato insieme a lei: non aveva saputo come comportarsi. Non sapeva se prenderle la mano, quando e come parlarle, se doveva abbracciarla. Ma lei aveva capito, come sempre. E lo aveva messo a suo agio immediatamente. Uscì dai sotterranei con il suo bagaglio e si diresse verso l'ufficio del preside. Si sarebbero incontrati li lui, Hermione, Ginny e Ron affinchè il loro bagaglio venisse spedito direttamente alla Tana. La mattina dopo avrebbero preso una Passaporta. Quando arrivò davanti al gargoyle vide che tutti lo stavano aspettando. Hermione gli si avvicinò. "Io non vengo.. Salite voi, io aspetto qui." Le disse Harry. Non voleva assolutamente incontrare gli occhi di Silente. "Non dire sciocchezze! Certo che sali.." Gli prese la mano e cominciarono a salire le scale. Ma che cosa ci faceva in mezzo a tanti Grifondoro così diversi da lui? Entrarono nell'ufficio, e un sorridente preside li accolse. "Venite, venite.." Indugiò parecchio su Harry. "Strano vedere un Serpeverde in mezzo a tre Grifondoro.." Gli aveva letto forse nel pensiero. Harry non rispose, anche perchè non avrebbe saputo neanche cosa dire. "Riponete li i bagagli. Molto bene, vi aspettiamo lunedì mattina. La passaporta partirà dalla Tana alle 8 in punto." Li congedò, sorridendo particolarmente a Harry. Ma che cos'ha da sorridere. "Be, ci vediamo domani mattina allora.." Ron e Ginny salutarono Harry. Hermione gli accarezzò una guancia. "Sei tranquillo?" Gli chiese. "Certo, perchè non dovrei?" Le rispose, bugiardo. "Andrà benissimo.." Lei lo capì. Si alzò in punta di piedi e lo baciò. Lo abbracciò e gli sussurrò nell'orecchio: "Buonanotte, amore.." E se ne andò. Harry rimase imbambolato. Amore? Nessuno mai lo aveva chiamato così, nessuno. Sentì una sensazione di calore impossessarsi di lui, e sorrise. Buonanotte, amore. Pensò. La mattina dopo, marzo li salutò con il sole. Il freddo pungente sembrava essere un lontano ricordo sotto a quei raggi che scaldavano. La professoressa McGranitt li stava accompagnando alla Passaporta, sulle rive del Lago Nero. Hermione e Ginny stavano avanti, parlando e ridendo su discorsi che ne Harry ne Ron riuscivano a comprendere. "Hermione mi ha detto che oggi fai 18 anni.. Be, buon compleanno." Disse il più cordiale possibile Harry al rosso. Ron chiaramente non se l'aspettava, perchè quasi sussultò. "Oh, be grazie! Carino da parte tua.." Gli diede una pacca sulla spalla. Sicuramente non sarebbero mai stati amici, pensò Harry, ma si sarebbero portati rispetto. Una volta arriva alla Passaporta, la McGranitt se ne andò salutandoli con la sua solita altezzosità che la contraddistingueva. "Be, siete pronti?" Disse Ginny guardando l'orologio. Tutti e quattro afferrarono una vecchia lattina di Soda. "3, 2, 1.." Una stretta all'ombelico li soffocò per pochi istanti. Harry fu l'unico che rimase in piedi, era abituato a spostarsi tramite Passaporta. Sperò di non dare troppo nell'occhio. Si avvicinò ad Hermione e la sollevò dolcemente. "Non ti credevo così goffa.." "Oltre al Patronus, dovrai anche insegnarmi questo allora.." Gli disse sorridendo. Davanti a loro si ergeva una strana dimora, completamente diversa da Villa Malfoy. Era alta e storta, così storta che Harry si chiese com'era possibile che stesse così in piedi. Uscì subito una donna corpulenta, con un grembiule in dosso e un viso così dolce da far venire in mente solo una parola: mamma. Si buttò subito su Ron e Ginny, abbracciandoli forte felice di vederli. Allora era così che una madre accoglieva i figli dopo tanto che non li vedeva? Hermione lesse il disagio nello sguardo di Harry e gli prese la mano dolcemente, aiutandolo ad avanzare. La signora Weasley prese Hermione e la strinse a se baciandole le guance. "Diventi sempre più bella, sempre più bella! Come sono felice di averti qui di nuovo.. Sei di famiglia ormai lo sai! E tu.." Diresse il suo bellissimo sorriso sincero verso Harry. "Tu devi essere Harry! Io sono Molly, è un vero piacere.." Harry fece per rispondere e le tese la mano, ma fu subito baciato su entrambe le guance. "Fai come se fossi a casa tua, ok?" "La ringrazio molto Signora Weasley, è molto gentile." Rispose ossequioso Harry. Hermione sorrise e gli accarezzò un braccio. Entrarono in casa e il moro ne rimase affascinato. Tutto, ogni angolo, ogni sedia, ogni tavolo, ogni ripiano sapeva di casa, di protezione. Di famiglia. "Ron, tu andrai nella vecchia stanza di Charlie e dividerete la stanza, Ginny andrai nella stanza di Ron.. Non si discute, signorino! Lei potrà stare sola.. E Harry e Hermione potete stare nella stanza di Ginny, che è la più grande." Quando Molly ebbe finito, Harry alzò le sopracciglia. Lo avrebbero fatto stare da solo con Hermione? "Ma Molly, non c'è bisogno di.." Cominciò Hermione, che come al solito gli aveva letto nel pensiero. "Nessuna discussione! Non ho mica mille anni.. E ora andate a sistemarvi, su su!" Harry aveva capito che con Molly Weasley era decisamente impossibile avere una discussione, avrebbe vinto sempre e solo lei. Entrarono nella stanza di Ginny, piena di poster e di foto con amici. Harry si avvicinò e vide tante foto con Hermione, che ora rideva felice, ora faceva la linguaccia, ora si abbracciavano. Era bellissima, sempre. "Non guardare quella roba, sono foto vecchie!" Hermione le coprì con la mano imbarazzata. Harry sorrise. "Sei bella come sempre.." Sistemarono le loro cose con calma. Harry si sentiva felice, una felicità fastidiosamente meravigliosa. "Adesso conoscerai tutti gli altri fratelli e il padre, vedrai che ti piaceranno!" sentirono un gran vociare di sotto. "E domani mattina al matrimonio arriveranno anche tutti gli altri amici, ci saranno tanti membri dell'Ordine della Fenice.. Immagino tu sappia cosa sia." "Si, ne ho sentito parlare.." Disse Harry, che fortunatamente fu interrotto dall'urlo della Signora Weasley. "SCENDETE RAGAZZI, IL PRANZO!!" Quando scesero la sala da pranzo era decisamente più affollata: cinque teste rosse si girarono verso Harry ed Hermione. Si alzò un fischio, e due ragazzi praticamente identici si fecero avanti. "E' pazzesco! Il mio povero fratello Ron sono anni che spero di farci uscire qualcosa con te Granger, e tu invece cedi al fascino ribelle di un Serpeverde!" Cominciò Fred Weasley prendendo Hermione sotto al braccio, facendo finta di non vedere Harry. "In effetti non è giusto.. Per lo meno, prima potevi cedere alle mie di lusinghe!" George Weasley le baciò la mano facendola sorridere. Harry sentì una contrazione di gelosia allo stomaco, mise una mano in tasca. "Che coglioni.." Scosse la testa Ron, che si guadagnò uno scappellotto da sua madre. "Siete i soliti maleducati! Ciao, io sono Bill Weasley." Un uomo alto e corpulento tese la mano educatamente ad Harry, che la strinse. Quello era lo sposo. "Harry Potter." Rispose semplicemente. "Charlie, piacere." Si avvicinò un altro Weasley stringendo la mano di Harry, che gli sorrise cordiale. "E io sono Arthur, il padre di tutti questi scalmanati.." Sorrise dando una pacca sulla spalla a Harry. "E' un piacere signore, la ringrazio per l'ospitalità." Rispose il moro. "Mascella da duro, voce profonda, occhi verdi, fisico alquanto notevole, quel tanto di mistero che piace tanto a voi ragazze.. Niente, non potevamo competere! George." Gli tese la mano facendo l'occhiolino, e Harry rispose con un sorriso. Era in chiaro imbarazzo.Si presentò anche Fred e Hermione arrivò in suo aiuto. "Ok adesso basta voi due, vi siete divertiti abbastanza direi.." Li allontanò e sorrise a Harry, come per tranquillizzarlo. Il pranzo e il resto della giornata andarono avanti tranquilli, stettero nel giardino a parlare e a scherzare tutti insieme. Era strano, pensò Harry, avere una famiglia. Era come avere sempre un punto di riferimento, come sentirsi sempre al sicuro nonostante tutto. Guardò Hermione che rideva a una battuta di Fred, quella risata cristallina lo fece sentire bene. Stava bene, e basta. Si girò verso la casa e vide la signora Weasley da sola che sistemava, decise di alzarsi e raggiungerla. "Posso aiutarla, signora?" "Oh no, Harry caro. Con la bacchetta si fa in un attimo, ma a volte ciò che pensi è sempre meglio realizzarlo da soli.." Gli sorrise, e Harry l'aiutò lo stesso. "Lo vedo come la guardi, sai.. Hermione." Molly continuò ad agitare la bacchetta verso i mobili. Harry sollevò lo sguardo su di lei, aspettando che continuasse. "Quello sguardo che hai solo per lei. E come lei ti guarda.. Oh, cielo, con quale amore ti guarda.." Gli sorrise e gli accarezzò il volto. "Non fartela scappare.." Harry non seppe cosa rispondere, ma sembrò che a Molly non servisse una risposta. "Sappiate che domani mattina la sveglia per gli uomini è alle 6.30!! Niente lamentele, signori.. Dovete montare tutto per la cerimonia! Bill caro, tu ovviamente dovrai andare a prendere i Signori Delacour e Fleur.." "Ma mamma, siamo o non siamo maghi?! Non serve svegliarsi all'alba se.." Provò Ron. "La magia non basta in certi casi! Ora correte a letto, su!" Erano tutti spaparanzati sui divani o per terra, e sembrava che nessuno avesse voglia di schiodarsi da li. Bastò uno sguardo della signora Weasley per farli alzare tutti. Harry stava ancora parlando di Quidditch con Fred, George e Ron fuori dalle stanze quando Hermione spuntò dalla porta. "State dicendo le stesse cose da ore, ma vi rendete almeno conto?!" "Herm, non giudicare discorsi su cui non capisci niente!" La rimproverò Fred. Hermione era già in pigiama, con i capelli sciolti tenuti da una parte, le mani sui fianchi e lo sguardo accigliato. Harry non poteva resistere. "Avremo tempo per finire mentre mettiamo a posto domani mattina direi, buonanotte.." Senza ascoltare i dissensi dei fratelli Weasley per aver ceduto a una ragazza in pigiama, Harry si chiuse la parta alle spalle. "Non lo fare mai più.. Solo io ti posso vedere così, hai capito bene?" Cominciò a baciarla sul collo e a spingerla verso il letto. Lei si aggrappò alle sue spalle chiudendo gli occhi. "Tu dici? Allora potrei presentarmi davanti agli altri soltanto così.." Si tolse la maglietta e Harry notò con estremo piacere che era senza reggiseno. "Mai. Tu sei solo mia." La spinse sul letto e si mise sopra di lei. Si cominciarono a baciare con estrema passione e voglia. Harry non sapeva come, ma con Hermione non riusciva a capirci più niente di niente. Andava letteralmente in tilt. Lei cominciò a spogliarlo, velocemente. "Toccami Harry, ti prego." Harry strinse gli occhi per il brivido forte che gli attraversò il corpo e cominciò a toccarla, ovunque. Piano, poi forte, poi di nuovo piano. I gemiti di lei diventarono quasi incontrollabile, che Harry non riuscì più a trattenersi: entrò in lei deciso, cominciando ad amarla forte. "Non mi lasciare mai.." Lo implorò lei stringendolo e ansimando. Quando finirono Harry rimase a guardarla in silenzio, accarezzando ogni lineamento del suo corpo. Era così bella che gli faceva male guardarla. "A cosa pensi?" Gli chiese lei guardandolo, e appoggiando una mano sulla sua per seguire i suoi movimenti sul suo corpo. "A tante cose." Sussurrò lui. "Dimmene una, solo una.." "Ti amo." Harry lo disse semplicemente, senza pensarci. Gli uscirono quelle due parole a lui sconosciute dalla bocca senza rendersene neanche conto. Cosa l'aveva spinto a dirle? Non lo sapeva. Sapeva solo che erano la cosa più sincera che avesse mai detto. Hermione si era immobilizzata, e una lacrima le scendeva sulla guancia. Harry non aveva smesso di guardarla neanche per un secondo. Le si avvicinò e l'abbracciò stretta, mettendo le coperte sopra i loro corpi ancora nudi e caldi. La cullò, per farla addormentare serenamente. "Ti amo, Harry." Quelle parole che aveva detto lui poco prima, dette da lei avevano un suono ancora più forte. Harry si sentì felice come mai nella sua vita. Era in ritardo, ma a sentire dal trambusto che veniva da fuori non doveva essere l'unico. Si fece una doccia in fretta e furia e con i capelli ancora bagnati si infilò i vestiti, sapeva che la signora Weasley li stava aspettando giù pronta per una bella sfuriata a prima mattina. "mmm.. vieni qui.." Mugugnò Hermione rigirandosi nel letto e cercando Harry con la mano. "Se non vuoi che la signora Weasley mi uccida, è meglio che vado!" Si infilò le scarpe senza allacciarle e prima di uscire di corsa posò un bacio sulle labbra di Hermione. "Vieni giù presto, ok? Ti ho già aspettata per tutta la vita.." E si buttò di corsa sulle scale. Aveva avuto tanto l'ansia di arrivare tardi, che si era completamente dimenticato di fare l'incantesimo di Disillusione sul suo Marchio Nero, ma non se ne accorse. Si scontrò con Ron e, guardandosi, risero per l'aspetto che avevano. La loro risata venne subito bloccata dall'urlo di Molly. "FATE COLAZIONE E POI AL LAVORO!!" Essere un mago era una scusa che con Molly Weasley non funzionava. Voleva a tutti i costi la perfezione ed era convinta che con il lavoro manuale l'avrebbero avuta. "Non ha alcun senso.. Ci fa spostare tutta questa roba e poi la metteremo in ordine con la magia, vedrai." Disse Ron a Harry mentre spostavano due panche decisamente pensanti per portarle sotto al gazebo che gli altri stavano posizionando con la magia. Erano sudati e stanchi, ma in effetti il risultato era notevole. Un paio d'ore dopo scesero a fare colazione belle riposate Hermione e Ginny, che li salutarono schernendoli dalla cucina. Harry le guardò e sorrise scuotendo la testa. "Bene, molto bene!" Molly era raggiante, i ragazzi erano esausti. "Ora andate a prepararvi per la cerimonia, comincerà alle 10 in punto!" Harry dovette andare a prepararsi nella stanza insieme a Ron, perchè le ragazze avevano bisogno di più spazio. Chissà mai perchè, poi. Si fece una doccia lunga e rilassante e si vestì in bagno, senza rendersi minimamente conto del grande tatuaggio che occupava il suo braccio sinistro. Maledetta abitudine. Scesero alle 9.30, pronti. Si presentarono ai signori Delacour che cominciarono a parlare di cose che non sono non interessavano affatto ne a Harry ne a Ron, ma erano di una noia mortale. "Chiedo scusa, la signora Weasley mi chiama. Ci vediamo più tardi." Harry se ne andò lasciando Ron da solo, che gli lanciò un'occhiata mortale che fece ridere il moro. Uscì dalla casa e si diresse verso il gazebo, dove riconobbe la maggior parte delle persone. Remus Lupin, Ninphadora Tonks, Kingsley, il signor Weasley che parlava con loro e altri che erano certamente membri dell'Ordine ma che Harry non conosceva. Si rese conto solo in quel momento che a pochi metri da lui c'erano i suoi nemici più temuti. Harry si rese conto che avevano adottato misure di protezione più forti rispetto al matrimonio di Lupin, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno questa volta. Remus si girò verso di lui e lo fissò, con uno sguardo indecifrabile, ma che decisamente non era amichevole. "Perchè è qui, Arthur? Ti avevo espresso i miei dubbi su quel ragazzo.." Chiese Lupin al signor Weasley, senza farsi sentire. "E' un bravo ragazzo, Remus! Goditi il matrimonio, dai.." "Per un momento ho pensato che te ne fossi andato!" Harry si girò cercando la fonte di quella voce, che avrebbe riconosciuto tra mille ormai. Rimase a bocca aperta: aveva i capelli elegantemente raccolti, il trucco la rendeva se possibile ancora più bella, e quel vestito era da far girare la testa. Hermione si avvicinò, divertita dallo sguardo imbambolato di Harry. "Se non ricordo male, avevi una faccia simile al ballo a Natale.." Lo baciò, e lui sorrise. "Vorrei dirti che sei bellissima non usando queste parole, perchè sarebbe riduttive. Ma non mi viene in mente niente." Le disse a fior di labbra. "Prendiamo posto, signori, per cortesia!" La voce di Molly li interruppe. Si andarono a sedere vicino agli altri Weasley, e quando tutti ebbero preso posto cadde il silenzio. La marcia nuziale partì poco dopo, e una ragazza bellissima apparve vestita di bianco sulla passerella che divideva a metà il gazebo magicamente arredato. Quando la cerimonia iniziò, Hermione prese la mano di Harry. Lui gliela strinse, e non la lasciò più. Fu un giorno di festa senza la minima interruzione. Il cibo era alternato al ballo che era alternato al cibo, tutti bevevano ed erano allegri più che mai. "Sono morto, morto!" Harry prese Hermione e la fece sedere sulle sue gambe sulla sedia. Ormai stava scendendo la sera, e avevano appena finito di festeggiare Ron per il suo compleanno. La torta l'avrebbero mangiata dopo cena. "Cena?! Ma quale cena! Stiamo mangiando da tutto il giorno.. Credo che scoppierò a breve!" Appoggiò la testa sulla spalla di Hermione che rideva divertita. "Ti ci devi abituare!" Gli disse. "Con i Weasley sarà sempre così!" Quando finalmente giunse la sera, gli invitati cominciarono ad andare via piano piano, ringraziando e ridendo anche mentre avevano superato il cancello d'ingresso. Era rimasta poca gente, che adesso chiacchierava tranquillamente. Quando anche gli ultimi ritardatari furono andati via, tutti i Weasley con Harry, Hermione, Lupin, Tonks e Kingsley si buttarono sulle sedie, esausti. "Dopo una giornata così, ho bisogno di una vacanza.." Disse con gli occhi chiusi Tonks. Harry alzò il braccio sinistro per passarlo sulle spalle di Hermione e si rese subito conto di come Lupin s'irrigidì. Che diavolo.. Harry fece in tempo a spingere via Hermione, perchè Remus gli aveva scagliato un incantesimo addosso. Lo prese in pieno petto ma si rialzò subito con la bacchetta alla mano, sentiva il fiato mancargli per la potenza di quello Schiantesimo ma cominciò a rispondere all'attacco. Che cosa l'aveva tradito? Perchè Lupin lo stava attaccando? Ma poi Harry capì. Quella mattina non aveva coperto il Marchio Nero, che adesso spuntava per metà dalla sua manica poco tirata su della camicia. Arthur e Kingsley si misero subito in mezzo fermando Lupin, che però non aveva alcuna intenzione di lasciare stare Harry. Il ragazzo sentiva gli urli di Hermione e Tonks contro Remus, e cercò nella sua mente una via d'uscita. Ma non riuscì a trovarla da nessuna parte, nessuna idea geniale. Teneva la bacchetta puntata su Lupin, e si rese conto che la sua mano tremava. Ti prego, Herm, vai via. Ti prego. "Scopriti il braccio sinistro, AVANTI!!" Tutti si gelarono e si girarono verso Harry. Cercò gli occhi di Hermione, che lo guardavano disperati. Avrebbe voluto sprofondare in quell'istante, invece non si mosse affatto. "Stupeficium!" Tonks Schiantò Harry, che cadde rovinosamente a terra di nuovo senza respiro. "No!! Basta! Lasciatelo stare, vi prego.. Lasciatelo stare!" Hermione fece per andare da Harry ma Ron la fermò. Kingsley e Arthur andarono a prendere Harry che aveva ripreso conoscenza, lo misero in piedi. Mentre lo tenevano fermo, gli scoprirono il braccio sinistro strappandogli la camicia. Il Marchio Nero spuntava chiaro e grande nel suo avanbraccio. Tutti trattennero rumorosamente il respiro, e Lupin si avvicinò animalesco. "Mangiamorte, bastardo! Lo sapevo.." Gli diede un pugno nello stomaco, facendogli perdere il respiro per la terza volta. Harry voleva guardare Hermione, voleva parlare con lei. Non gli importava di nient'altro in quel momento. Doveva spiegarle. Non riusciva a vederla, aveva tutti addosso. "Hermione.." Provò a dire. Ma un pugno nel naso gli fece morire la voce in gola. "Molly, presto, il Veritaserum! Presto!!" Urlò Kingsley. La signora Weasley tornò pochi istanti dopo con una boccetta piena di pozione trasparente. Harry si vedeva sempre più dentro a un baratro. "Hermione.." sussurrò. Lupin gli infilò in gola tutta la pozione. "Sei Harry Potter? E' questo il tuo vero nome?" Chiese in fretta Remus. "Mi chiamo Harry, il mio vero cognome non lo so." Harry rispose contro la sua volontà. "Sei qui per ordine di Voldemort?" "Si. Sono qui perchè il Signore Oscuro mi ha ordinato di entrare nel Quartier Generale dell'Ordine della Fenice." Sentì Hermione piangere e urlare, e strinse gli occhi. "Fatemi parlare con Hermione.." Uno schiaffo forte. Lupin sapeva che l'effetto del Veritaserum non era lungo, doveva chiederli più che poteva. "C'entri qualcosa con l'attacco dei mangiamorte al mio matrimonio?" "Si, io ero al comando della missione. Io ho ucciso Alastor Moody." Harry chiuse gli occhi, certo che ormai era tutto finito. Sentì l'effetto della pozione abbandonarlo completamente. Gli legarono le mani con la magia e lo fecero alzare tenendolo per le braccia. "Mandate un messaggio urgente a Silente, ditegli di raggiungerci ad Azkaban." Finalmente la vide, tra le braccia di Ron pietrificata e disperata. Si divincolò tanto forte che riuscì a liberarsi per un attimo e si buttò da lei. "Tu lo sai chi sono, tu lo sai Hermione! Era tutto vero, ogni singolo momento.." Provò ad avvicinarsi di più ma lei si allontanò, con il fiato corto e il terrore negli occhi. Quello sguardo Harry non l'avrebbe mai dimenticato. "Ti prego, non dimenticarti di noi.. Ricordami, fino alla fine." Continuò Harry disperato. "Sta lontano da lei, schifoso mangiamorte!!" Gli urlò Ron. Lupin e Kingsley lo Schiantarono insieme, facendolo svenire. Lo sollevarono con la magia e si diressero al cancello, per poter uscire dalla zona protetta e potersi poi Smaterializzare. Destinazione: Azkaban.

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