11. CAMBIAMENTI

996 53 3
                                    

   Hermione aveva raccontato tutto a Ginny. Sapeva che se c'era una persona della quale si poteva fidare e che avrebbe capito, era la sua migliore amica. Le raccontò tutta la verità, facendole capire anche il motivo per cui aveva rinunciato a Ron.  “So che cosa stai pensando. Non sappiamo niente di lui, potrebbe essere chiunque.. Ma non posso farci niente, Gin..” Camminavano fianco a fianco sulle rive del Lago Nero, godendosi quella rara giornata di sole di inizio febbraio. “Herm, potrebbe essere un mangiamorte..” Hermione rabbrividì ripensando all'episodio al matrimonio di Remus e Tonks. “Io so che non lo è.. Lo so e basta. Credo che sia solo cresciuto nel posto sbagliato.” Ma Ginny non sembrava d'accordo, era terribilmente preoccupata per l'amica. “Lo sai solo tu..” Continuò Hermione, interpretando il silenzio di Ginny come un'esortazione a parlare. “Sinceramente vogliamo mantenere la cosa riservata, la gente non capirebbe. E poi, nemmeno io so cosa stiamo vivendo.” Non passò molto tempo prima che i loro amici lo scoprissero. Ma la notizia rimase solo li, perchè Harry in quanto a riservatezza era un vero campione. Era decisamente frustrante per Hermione non sapere mai se quel giorno si sarebbero incontrati, se si sarebbero parlati, se avrebbero avuto la possibilità di passare del tempo insieme. Non sapeva neanche lei come definire tutta quella situazione. Sapeva solo che si svegliava al mattino e andava a letto la sera con un unico pensiero: Harry. “Sei cambiata, e neanche te ne rendi conto.. Dovresti starci lontana, non è una brava persona.” Era diventato il tormentone di Ron, Ginny e tutti gli altri. Non capivano, nessuno capiva. Harry era solo diverso, tutto qui.  “Sei assente, amico..” Harry cercava di evitare come meglio poteva Silente, quella rivelazione che gli era stata fatta tre settimane prima l'aveva scosso abbastanza. Ci aveva ragionato sopra per così tanto tempo che ormai si era auto convinto: il preside mentiva. Aveva scoperto che era un mangiamorte, e cercava di imbrogliarlo per evitare che attuasse il suo piano. Harry doveva stare molto attento adesso, ogni mossa falsa l'avrebbe tradito. Si girò verso Draco mentre scendevano al campo di Quidditch, quel giorno avevano la partita contro Grifondoro. Finalmente avrebbero potuto rifarsi delle precedenti sconfitte. “Sono solo concentrato per la partita.. Dobbiamo asfaltarli!” Lo convinse, sorrisero e arrivarono al campo. Una volta in volo, Harry la cercò con gli occhi. Cercò nelle tribune dei Grifondoro, e poco dopo la vide. Bella, come ogni giorno. Sorrise, sicuro che solo lei l'avrebbe visto. La partita cominciò, e il freddo si fece più intenso acquistando velocità sulla scopa. Stavano perdendo di 20 punti, e finalmente Harry vide il boccino sfrecciare poco distante da lui. Si lanciò all'inseguimento cercando di non perderlo di vista, seguito subito dal suo avversario. Erano spalla contro spalla che si buttavano in picchiata: il Grifondoro frenò molto prima di Harry, che a pochi centimetri da terra virò. Tutto il pubblico aveva trattenuto il fiato. Seguì per altri secondi il boccino raso prato, e finalmente riuscì ad acchiapparlo. “Harry Potter ha preso il boccino d'oro! Serpeverde vinceeeeee!!” Si ritrovarono tutti a festeggiare sul prato: avevano ancora una possibilità di vittoria finale. Presero Harry in braccio e lo lanciarono in aria. Inizialmente rise divertito, ma poi dovette implorare di smettere per evitare di vomitare. Appena lo misero giù si voltò verso le tribune dei grifoni, e non la vide più. Stavano già tutti tornando al castello, delusi. Perchè non l'aveva aspettato? Aspettando che tutta la scuola fosse rientrata nel castello, senza farsi vedere si diresse verso la torre dove i Grifondoro avevano la loro Sala Comune. Sentiva attraverso il ritratto un gran vociare di persone, evidentemente erano rimasti li quasi tutti per confortarsi della sconfitta. “Temo tu abbia sbagliato Sala Comune, ragazzo.” Disse la Signora Grassa guardandolo con un sopracciglio alzato. Harry si rese conto di avere ancora la divisa di Quidditch verde e argento. “No, è che..” “E' che sta cercando qualcuno..” Finì la frase per lui Ron, che si stava avvicinando con un cesto di burrobirre in mano. Harry lo guardò, infondo sapeva bene che loro sapevano. Ron gli si avvicinò e, con grande stupore di Harry, gli tese la mano. “Bella partita, complimenti.” Il moro rimare a guardarlo incredulo, ma poi gli strinse la mano senza dirgli niente. “Le ho chiesto io di venire con noi, ma ora le dico di uscire..” Harry borbottò un grazie, e Ron con un mezzo e faticoso sorriso entrò nella Sala Comune. Passarono pochissimi minuti quando il ritratto della Signora Grassa si riaprì. Un' Hermione sorridente, bellissima si avvicinò ad Harry. “Ei! Sei stato bravissimo, ho avuto paura però.. Ma sapevo che ce l'avresti fatta..” Si fermò davanti a lui, incapace di smettere di sorridere. Harry le appoggiò la fronte sulla sula, con delicatezza. “Ciao..” le sussurrò semplicemente. Alcuni Grifondoro ritardatari gli passarono a fianco guardandoli increduli, e Harry si staccò. “Il tuo amico Weasley si è comportato in modo strano..” “Sta cercando di comportarsi bene con te, perchè dice che i miei amici sono anche i suoi.. Che c'è di male?” Hermione piegò leggermente la testa, Harry adorava quando lo faceva. “Niente..” Sorrise lui. “Proprio niente.. Ora vai da loro, ci vediamo stasera. Ti aspetto al solito posto..” Le baciò le mani, le guance, la bocca. Si allontanò e si diresse alla sua fredda e buia Sala Comune.  “No, certo che no! I dentisti curano i denti delle persone nel mondo Babbano, non è affatto un mestiere pericoloso..” Erano appena usciti dalla Stanza delle Necessità e Harry, contro una riluttante Hermione, aveva deciso di uscire di nascosto dal castello per passeggiare nella sera. Si erano seduti ai piedi di un grosso albero, li avrebbe nascosti a sufficienza. Hermione era appoggiata ad Harry e lui giocava con i suoi capelli. Le faceva domande, voleva sapere sempre di più di lei. “E quando..” Stava per chiederle un'altra cosa, ma lei lo interruppe. “Adesso basta parlare di me però..” Hermione si girò verso di lui sorridendo. “Dimmi di te..” Harry s'irrigidì. “Io.. Io non ho molto da dire.. Anzi, proprio niente.”  Da una finestra del castello, quattro occhi li guardavano in silenzio. “Albus, non credi che dovresti tenere al sicuro la signorina Granger? So per certo che il Signore Oscuro ha ordinato al giovane Potter di ucciderla.” “Nient'affatto, Severus! Nient'affatto. Hermione è essenziale, è vitale. Sta facendo scoprire a Harry l'amore, un sentimento che non aveva mai provato prima.. Hermione è la chiave di tutto.” Rispose Silente, guardando sempre Harry e Hermione che adesso ridevano. “Dimmi, Severus, hai mai visto ridere Harry in quel modo in tutti questi anni?” Piton scosse lievemente la testa. “Precisamente. Mi hai sempre parlato di questo ragazzo cresciuto dai Malfoy e dal Signore Oscuro, dicendomi che sarebbe stato la causa della presa di Hogwarts e dell'ascesa di Voldemort stesso. Ma, ovviamente, non sapevi niente di ciò che ti ho appena riferito riguardo la profezia.” Silente si diresse alla sua scrivania, e invitò Piton a sedersi di fronte a lui. Continuò. “Remus non vuole fidarsi fino infondo, vuole catturare Harry e rinchiuderlo, così da averlo sotto controllo. Solo tu, Severus, puoi aiutarmi fino infondo.” “Che cosa posso fare?” “Voldemort ha piena fiducia in te, Severus. Trapelagli la falsa notizia che la Tana, la dimora dei Weasley, è il Quartier Generale dell'Ordine. Ordinerà a Harry di andarci, e quale migliore occasione se non tra due settimane? Bill Weasley si sposerà, e tutti i famigliari saranno chiamati a casa per qualche giorno. Così anche Hermione, che vorrà Harry al suo fianco. E Ron lo inviterà. Solo allora Harry sentirà il calore della famiglia, solo allora Harry sentirà la profezia più vera e reale che mai.” “Sei così sicuro di tutto ciò che hai detto che sembra quasi tu sia un Veggente, Albus.” Piton era titubante. “Sono solo molto logico, in realtà.” Sorrise Silente. “E se qualcosa andasse storto? Ci saranno diversi membri dell'Ordine, Harry è uno dei mangiamorte più vicini al Signore Oscuro. Non dimenticare che era al comando della missione al matrimonio di Lupin e Tonks.” Piton vedeva troppe falle nel piano. “Ho molta fiducia in Harry, Severus.” Rispose calmo il preside. “Tu hai molta fiducia nella profezia, Albus.” Piton si alzò e, salutando, si congedò.  Hermione mangiava distrattamente. Harry non si era presentato a pranzo e non sapeva perchè. Quante cose che non sapeva, in effetti. Sbuffò sonoramente. “Ti interesserà sapere..” Le disse Ginny spingendola a mangiare. “Che la vostra storia superipermega segreta ormai si sta diffondendo. Infondo, era decisamente difficile tenere nascosto un simile scoop!” “Innanzitutto..” Cominciò Hermione spostando il piatto lontano. “Non so come tu possa parlare di storia.” Fece le virgolette con le dita. “E poi, pazienza! Lascia che parlino.. Magari così spiegano pure a me!” Le fece la linguaccia e Ginny rise.  “Me la devi spiegare questa cosa della Granger, Harry.. Perchè sinceramente non capisco a che gioco stai giocando.” Erano rimasti in Sala Comune a finire un compito di Incantesimi che avrebbero dovuto consegnare quel pomeriggio e Draco insisteva su Hermione. “Draco, te l'ho già detto! Non è affar tuo. E poi non c'è proprio niente da dire. Sai benissimo che la gente parla a caso.. Non sono proprio il tipo da fidanzarmi, ti pare? Continuo ad avere tutte le donne che mi pare.” Parlando Harry si rese conto di quanto era bugiardo, ma Draco parve soddisfatto della risposta finalmente. “Fai bene a divertirti con lei, ti invidio in realtà!” Sorrise il biondo alzandosi, avevano finito.  “Mi dispiace solo che dobbiamo festeggiare il tuo compleanno durante il matrimonio di Bill, Ron..” Hermione stava scrivendo sulla sua pergamena appoggiata per terra in Sala Comune e parlava con i suoi amici. “Però almeno faremo una festa enorme!” Gli sorrise. “Si è vero.. Tra solo 10 giorni dobbiamo andare, i miei hanno già informato Silente.. Anche per te.” Ron si mise seduto per terra a fianco a lei. “E poi.. Insomma, stavo pensando di chiederlo anche a Potter.. Se ti faceva piacere..” Hermione lo guardò subito, si rese conto della fatica che aveva fatto Ron a dire quella cosa. Gli sorrise, sinceramente grata. “Sei molto carino, ma non ti chiederei mai una cosa del genere..So benissimo che non lo sopporti! E poi, sono sicura che non accetterebbe..” L'ultima frase la disse con un leggere risentimento nella voce. Ma Ron ormai si era deciso, e ci avrebbe provato comunque.  “Ho un messaggio per te, dal Signore Oscuro..” Piton sussurrava, e Harry lo ascoltava nell'ombra dei sotterranei. “Ti ascolto.” Gli rispose guardandolo. “Il giovane Weasley ti inviterà a casa sua per il matrimonio di suo fratello che sarà tra 10 giorni perchè crede che tu e la mezzosangue abbiate una storia. Cosa che, noi sappiamo bene, non è vera..” Piton lo guardò intensamente, e continuò. “Tu accetterai. Casa weasley, o come la chiamano loro: La Tana, è il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice. Entraci, e avrai la facoltà di poterci rientrare sempre. Non sbagliare, questa volta. Lui non ti perdonerà ancora..” Piton si allontanò senza attendere risposta, lasciando Harry li fermo e visibilmente interdetto. Come poteva sapere che Ron Weasley l'avrebbe invitato? Hermione non gli aveva detto niente, anche se erano due giorni praticamente che non passavano del tempo insieme. Con la testa bassa e immerso nei pensieri, si avviò verso l'aula di Incantesimi con la pergamena in mano. Venne bloccato dall'ultima persona che si sarebbe aspettato di trovarsi davanti così in fretta. “Potter.. posso parlarti?” Ron Weasley lo guardava con le braccia incrociate. Harry non poteva crederci. “Certo..” Disse fermandosi davanti a lui. “Vorrei precisare che lo faccio per Hermione, perchè so che a lei fa piacere. Tra dieci giorni mio fratello maggiore si sposa, si farà una grande festa a casa mia. Staremo tre giorni, se a te va fammelo sapere così potrò avvisare Silente..” Harry non rispose, e Ron si congedò con le orecchie rosse per lo sforzo. Piton gli avrebbe dato le dovute spiegazioni, ne era certo.  “Non ci posso credere che Ron te l'abbia chiesto davvero..” Hermione si passò una mano tra la folta capigliatura, con un mezzo sorriso. Harry la cinse con le sue braccia e la sistemò meglio sopra di se. Cominciò a baciarle il seno nudo distrattamente. “Quindi tu lo sapevi?” Le chiese, riportando gli occhi su di lei. “Be, si..” Hermione cominciò ad accarezzargli i capelli. “Mi aveva detto che voleva chiedertelo, ma non credevo che.. E poi so benissimo che tu non verrai.” Tolse lo sguardo. “Tu vuoi che io venga?” Harry girò dolcemente il suo viso per poterla guardare ancora negli occhi. “Si.. Mi piacerebbe.” Sussurrò lei, incapace di mentire. Lui la baciò, stringendola a se. “Allora devi dire a Ron di avvisare Silente che verrò pure io..” il sorriso che lei gli donò gli fece dimenticare ogni cosa, anche il vero motivo per cui sarebbe andato alla Tana dieci giorni dopo.

Il primo MangiamorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora