5. SCOPRIRSI UMANO.

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Il mese di ottobre passò senza troppi intoppi e senza troppe distrazioni, Harry era concentrato sul suo obiettivo. Diede una rapida occhiata al braccio sinistro, dove il Marchio era coperto alla perfezione grazie all'incantesimo di Disillusione. Finì di vestirsi e si diresse da solo alla lezione di Pozioni. Non si era mai presentato agli appuntamenti che gli aveva dato la Granger, neanche una volta. Era riuscita a fare la pozione da sola e aveva firmato sia per lei che per Harry, ma questi andò subito dopo da Piton a dire che non aveva contribuito affatto a quello stupido compito. Il professore fu costretto non solo a levare punti a Serpeverde, ma a metterlo in punizione. Non si ricordava neanche più quale fosse stata la punizione, tanto non gli importava. Non poteva dare a vedere che aveva ceduto alle richieste di Piton di spalleggiare la Granger per il compito. Non poteva fare assolutamente niente con una mezzosangue, proprio niente. Era sicuro che l'Oscuro Signore sarebbe stato fiero di lui, una volta saputo. Si sedette nell'unico posto libero, affianco a Pansy. Quella ragazza era così facile che probabilmente tutti i Serpeverde se l'erano fatta. Harry si ricordò di come, infatti, gli fece quasi schifo portarsela a letto la settima prima. Non rispose al suo saluto, e quando entrò Draco gli fece un cenno con la testa. "Dopo ti devo parlare!" Disse ad Harry con il solo labiale. Questi annuì, e non appena Piton cominciò a blaterale spense completamente il cervello. Hermione Granger stava la davanti, vicina al suo amichetto imbecille Weasley. Probabilmente solo un emerito idiota non si sarebbe accorto di quanto le sbavasse dietro. Però il povero Weasley doveva mettersi in fila, la Granger la volevano in parecchi. Harry si ricordò dei discorsi che fecero alcuni compagni Serpeverde proprio poche sere prima: "Perchè scusate, avete visto la Granger? Ok che è mezzosangue, però sfido chiunque non se la vuole portare a letto!" Harry aveva aguzzato le orecchie non appena aveva sentito quel nome. "In effetti si.." Aveva continuato un altro ragazzo. "Ha quell'aria da brava ragazza e studentessa modello che ti viene voglia proprio di sbatterla al muro!" Aveva scatenato l'ilarità generale e una massa di consensi. Ma che cazzo c'avevano tutti da ridere, aveva pensato Harry, non lo aveva proprio capito. Tornò con la mente a quella noiosissima lezione di Pozioni, e si rese conto che stava fissando Hermione, nonostante fosse di spalle. Tolse subito lo sguardo e si costrinse a seguire le parole di Piton. Che poi dicono che stia uscendo con quel pallone gonfiato di Cormac McLaggen, il tipico che piace a tutte e che sa di piacere a tutte. E che ovviamente si butta sulla più difficile di tutte. Ma forse non era vero che uscivano insieme, erano stupidi pettegolezzi da dormitori. Che poi.. Per Dio Harry!! Si rimproverò nella testa. La vogliamo smettere o si va avanti ancora per molto?! Decise di non pensarci più, stavolta sul serio. Appena finita la lezione fu il primo ad uscire insieme a Draco. "Allora?" Chiese all'amico biondo. "Che mi devi dire?" "Che oggi verrai a fare le selezioni per la squadra di Quidditch! Questo sabato c'è la prima partita della stagione e non abbiamo ancora trovato un degno Cercatore.. Siamo disperati, io soprattutto che sono il Capitano! Abbiamo deciso di fare questo ultimo tentativo di selezioni, ci sarà un po' di gente.. Ma io voglio vedere come te la cavi te! Sei un asso sulla scopa Harry e.." "Frena un momento!" Lo interruppe Harry. Quando Draco attaccava a parlava non la finiva più. In effetti sarebbe stato perfetto per Hermione sotto questo punto di vista. Eccola di nuovo, ma che c'entrava adesso?! "Ho giocato a Quidditch solo a livello amatoriale, per divertimento! E tu lo sai benissimo" Svoltarono in un corridoio per raggiungere la lezione di Trasfigurazione. "Vero" continuò Draco, più deciso che mai "Ma è anche vero che non ho mai visto nessuno volare come te! Sei un pazzo, e so che saresti il migliore Cercatore.." Harry, pur di farlo tacere, accettò. Quello stesso pomeriggio si presento al campo di Quidditch con la sua Firebolt, regalo per la sua maggiore età fatto da Lord Voldemort in persona. Si misero tutti la divisa della squadra. Ci saranno state una ventina di persone, e Harry fulminò con lo sguardo Draco. Era solo una gran perdita di tempo. Si alzarono tutti in volo, Harry lo fece con una semplicità e arroganza che subito piacque ai membri ufficiali della squadra. Lasciarono andare un solo boccino d'oro, e tutti partirono sfrecciando all'inseguimento. Ma Harry no. Rimase fermo immobile, poi cominciò a muoversi piano piano. "Ma che diavolo fa?!" Chiese Blaise, che era Cacciatore. "Shh, dagli tempo.." disse semplicemente Draco. Era inutile partire in massa all'inseguimento, si sarebbero tutti scontrati e nessuno avrebbe più capito niente. Harry vedeva un ammasso di persone tutte insieme, che come pecore vagavano a caso. Poi lo vide. Un minuscolo puntino d'oro che sfrecciava proprio sopra quella massa, quasi a schernirli. Partì, veloce come un fulmine. Dopo un breve inseguimento lo afferrò. Scese a terra con estrema eleganza, prese la scopa per mano e si diresse verso la squadra che era a bocca aperta, tranne Draco che sorrideva. Harry gli passò il boccino, e senza dire niente se ne andò esattamente com'era arrivato. La prima partita cadeva proprio nel giorno di Halloween. Harry odiava quel giorno, ma non si era mai chiesto il perchè. Era solo una delle tante cose che odiava, infondo. "Stasera a quelli del settimo anno è stato permesso di andare ad Hogsmeade, sarà pieno di gente e ci divertiremo.. E smettila di fare quella faccia, tu ci vieni punto!" Disse Draco ad Harry mentre finivano la loro colazione. Avevano già la divisa da Quidditch, la partita sarebbe iniziata poco dopo. Si diressero al campo, e trovarono la squadra di Grifondoro già pronta a decollare. Non appena furono tutti in posizione, Madama Bumb si mise al centro del campo e cominciò a dettare le regole del gioco, intimando i giocatori a mantenere una partita corretta e pulita. Ma Harry aveva perso alcuni pezzi. Hermione si era appena seduta in tribuna con tutte le sue amiche, e cominciarono a salutare in direzione della squadra di Grifondoro. Harry si voltò, e vide davanti a se Weasley salutare di rimando. Strinse le gambe sulla scopa, era decisamente pronto a giocare. La partita cominciò, e Harry si spinse più in alto di tutti: aveva bisogno di una buona visuale del campo. Notò Weasley fra gli anelli, era il portiere. Mentre la partita andava avanti più o meno alla pari, sia lui che il cercatore della squadra avversaria pattugliavano il cielo senza notare la famosa pallina dorata. Serpeverde perdeva per 40 punti, e sentire esultare i Grifondoro gli infondeva un fastidio non indifferente. Draco si buttò a capofitto tra gli anelli e segnò un centro spettacolare da dieci punti, e mentre esultava Weasley gli diede una spallata. Però Draco era distratto, e cadde rovinosamente a terra da una discreta altezza. Harry trattenne il fiato, il suo amico si era fatto male di sicuro perchè si muoveva a fatica. Aveva completamente perso di vista il gioco, ma non gli importava. Si precipitò in picchiata verso Draco e fece una frenata da vero professionista, scendendo saltando dalla scopa. "Amico, tutto bene??" Gli chiese, mentre Madama Bumb accorreva. In quel preciso istante il Cercatore di Grifondoro afferrò il boccino. Serpeverde aveva perso la sua prima partita. "Harry, mannaggia.. dovevi restare su.." Disse Draco, si era rotto un braccio. Si sentiva arrabbiato. E quando Harry si sentiva arrabbiato non andava affatto bene, non era un buon segno. Non sapeva controllare la sua rabbia, non c'era mai uscito. Vide Weasley scendere dalla scopa e dirigersi verso di loro dicendo "Mi dispiace, non volevo.. Sta bene?" Harry si alzò, consapevole purtroppo (o per fortuna) di non avere con se la sua bacchetta. Puntò dritto contro Ron con una rabbia che lo fece indietreggiare solo con lo sguardo. Cominciò a spingerlo indietro solo con la testa "Lo sai che sei morto, vero? Feccia!" Ron non era in grado neanche di rispondere. "Signor Potter! Signor Potter!!" Sentì Madama Bum urlare. Stava per sferrare un pugno, ma si sentì completamente bloccato. Qualcuno l'aveva bloccato. Si girò e vide Piton con la bacchetta puntata verso di lui. "Nel mio ufficio Potter, subito!!" Non potè ribattere perchè una forza non sua lo spingeva verso il castello con affianco il professore di Pozioni. Aveva il fiato corto, quel Weasley l'avrebbe pagata per aver fatto del male a suo fratello. "Ma dico, l'avete visto?? Quello è matto.. Matto, ve lo dico io!" I Grifondoro erano tornati nella loro Sala Comune, e oltre a festeggiare discutevano dell'accaduto. Hermione scosse la testa, incredula. Harry Potter era un violento, l'aveva visto con quello sguardo.. Cattivo, e Dio sa cos'altro. "Devi stargli alla larga, Ron.." Disse debolmente. "Ma come ti puoi alterare a quella maniera per così poco?! Quello è matto, matto.." Ripeté incessante Ron, ancora scosso dall'accaduto. Dopo una bella litigata con Piton, Harry si diresse in infermeria. Entrò senza chiedere il permesso, scatenando la furia di Madama Chips "Qui i suoi modi da ribelle non sono accettati, Potter!" "Voglio solo vedere come sta Draco e me ne vado immediatamente!!" Si avvicinò al suo letto, dove intorno erano raggruppati altri Serpeverde. Fecero passare Harry, dandogli pacche sulle spalle complimentandosi per ciò che aveva fatto. Harry e Draco si diedero un cinque, come per dire che era tutto a posto. "Più calmo però, Harry.. Non dimenticare perchè sei qui.." Gli sussurrò ad un orecchio. Harry annuì. Il biondo aveva perfettamente ragione. Uscendo dall'infermeria si rese conto che aveva ancora la divisa da Quidditch. Fece dietro front per dirigersi al suo dormitorio, ma venne fermato. "Signor Potter.. Il professor Silente vuole vederla, adesso." Appena la McGranitt smise di parlare, Harry s'irrigidì. Senza il minimo preavviso e senza la minima preparazione, stava per incontrare il suo obiettivo principale. Colui che rappresentava l'ostacolo primario all'ascesa del Signore Oscuro. Seguendo la McGranitt, Harry tentò di darsi una calmata. E ci riuscì perfettamente. "Gelato al pistacchio" esclamò decisa la Mcgranitt, e Harry la guardò come se fosse pazza. Invece il Gargoyle si mosse, rivelando una scala a chiocciola che avrebbe portato nello studio del preside. "Lui ti sta aspettando." Disse la professoressa, congedandosi. Prese un bel respiro, e cominciò a salire le scale. Quando arrivò ad una porta, bussò. "Avanti." Rispose una voce calda e cristallina. Harry entrò, e la porta si chiuse alle spalle. Quell'ufficio l'aveva visto fin troppe volte in foto o nei disegni per la preparazione alla missione, ed esserci dentro gli dava una scossa di adrenalina. Silente era seduto alla sua scrivania, e lo osservava sopra gli occhiali a mezzaluna. Proprio come il primo giorno che arrivò. "Prego." Silente indicò una sedia ad Harry, che la occupò senza troppi complimenti. Si sentiva studiato, troppo osservato. Così decise di parlare lui stesso. "Mi hanno detto che mi ha mandato a chiamare." Chiese Harry con freddezza. "E' vero." Rispose semplicemente il preside. "Posso sapere perchè?" "Be, Harry, credo che tu lo sappia.." Harry quasi sussultò. Perchè lo chiamava per nome? Si era appena conosciuti. Decise di tacere e lasciare che continuasse il preside. "A Hogwarts la violenza non è tollerata, confido che tu lo sappia.." Harry decise di annuire, era stupido controbattere. Silente sorrise, tranquillo. "Sai, Harry, a volte noi vediamo il male nello stesso punto in cui il nostro vero Io vede il bene.." Harry, che non aveva capito niente, alzò un sopracciglio. Non sapeva cosa rispondere. "Bene, Harry. Puoi andare. Ma sono sicuro che ci rivedremo presto.." Consluse Silente, con uno sguardo che gli entrò dentro l'anima. Harry si alzò, felice di potersene andare così presto. Biascicò un saluto e uscì. Dovettero portarla fuori praticamente a forza, perchè Hermione quella sera non aveva alcuna voglia di uscire. Quelle uscite che poi finivano per diventare un covo di ubriachi urlanti non la attiravano mai. Ma le sue compagne di stanza si erano così impuntate che dovette cedere. Maledisse i genitori di Ginny per non averla partorita un anno prima, così almeno ci sarebbero andate insieme. C'era parecchio freddo a Hogsmeade quella sera, sembrava che l'inverno avesse parecchia fretta di arrivare. Con suo disappunto, vide che anche la maggior parte dei Serpeverde avevano deciso di venire. E figurati se si perdono un' occasione tale di mettersi un po' in mostra! Harry era li, con un bicchiere di Whisky Incendiario nella mano e quell'aria di disinteresse e superiorità che, ormai l'aveva capito, lo contraddistingueva. Si diresse quasi di corsa vero Ron, che era da tutt'altra parte di dove stavano i Serpeverde. "Herm, allora sei venuta!" Le sorrise felice. "Aspetta però, stavamo andando a prendere da bere.. Aspetta qui, te ne porto anche a te." Si allontanò con Neville Paciock e Seamus Finnigan, e la lasciò da sola. Aspettando, si appoggiò a un muro li affianco. Cominciò a sfregarsi le mani per riscaldarle. "Vedo che anche tu ti diverti da morire.." Harry l'aveva vista li da sola, e non aveva potuto resistere. Voleva solo parlarle un po', sentirla arrabbiata e vedere quello sguardo accigliato. Non sapeva perchè, ma ne aveva voglia e basta. Fu subito accontentato, ma solo dello sguardo accigliato. Perchè Hermione non aprì bocca per rispondere ma diresse di nuovo lo sguardo verso il bar dove Ron e i suoi amici erano appena entrati. "Accidenti.. Draco sbaglia chiamarti principessa delle mezzosangue,sarebbe meglio regina di ghiaccio..Che ne dici?" Harry parlò di nuovo a vuoto,perchè Hermione lo ignorò completamente. Si sentì frustrato. In quel momento si riavvicinarono i suoi amici, ed Harry trovò la faccia mezza impaurita di Ron molto divertente. Rise di gusto. "Non aver paura, cucciolo.. Vieni qui!" Lo prese sottobraccio e lo accompagnò da Hermione, che ora si era alzata e lo guardava furente. Almeno aveva ottenuto la sua attenzione. "Mi stavo giusto godendo la simpatia della vostra amichetta.." Continuò Harry "O dovrei dire forse fidanzatina?" Guardò da Ron a Hermione, per poi tornare su Ron. "Naaaa! E' troppo per un sempliciotto come te.." Harry cominciò a spettinargli i capelli, finendo poi per spingerlo non troppo forte. Lo aveva umiliato. Incrociò le braccia soddisfatto e guardò con sfida Hermione, che sostenne lo sguardo. "Lui è tutto ciò che tu non potrai mai essere. Lo sai, non mi sorprende che sei sempre solo. Chi potrebbe mai volere accanto uno come te?" Hermione disse la frase con un tale disprezzo e una tale freddezza, che Harry si immobilizzò. Per la prima volta nella sua vita, non seppe cosa rispondere. Per la prima volta nella sua vita, si sentì ferito dalle parole di qualcuno. Mentre i Grifondoro si allontanavano, lui rimase li. Semplicemente li, godendosi il sapore del famoso rimanerci a schifo. Be, aveva un sapore di merda. Si mise le mani nelle tasche e cominciò a camminare lentamente verso il castello, con la testa bassa e mille pensieri che gli ronzavano in testa. A metà strada, successe qualcosa. Il Marchio nel suo braccio sinistro cominciò a bruciare, a pulsare. L'incantesimo di Disillusione scomparve all'istante, e Harry guardò il tatuaggio muoversi e farsi più scuro. Capì che Lui lo stava chiamando. Tornò ad Hogsmeade, senza farsi vedere da nessuno si infilò in una stradina buia e deserta e, dando un ultima controllata intorno a se, si Smaterializzò. Destinazione: Villa Malfoy.

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