22. EPILOGO.

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La foto sopra prova che ho avuto il permesso per pubblicare questa storia con il consenso del VERO AUTORE.

Harry era coricato sul divano e aveva la testa appoggiata alla grande pancia di Hermione. Lei gli accarezzava la testa, mentre riordinava una volta per tutto le foto del loro matrimonio. Erano passati mesi, ma le piaceva sempre guardarle. Era come leggere una storia, la loro bellissima storia. "Ecco, amore! Ha scalciato di nuovo!" Harry faceva così tutte le sere ormai, lo rendeva felice come una pasqua. Hermione gli sorrise e gli continuò ad accarezzare i capelli. "Ormai sono entrata nel nono mese, si sta agitando parecchio. La notte non mi fa dormire, te ne accorgi pure tu. Mi sa che hai preso da tuo padre, James." Disse mettendo le mani sulla pancia. Si alzò, aiutata da Harry. "Andiamo a letto?" Harry, annuendo, la prese in braccio portandola al piano di sopra. "Questa cosa dovrai farla anche dopo che partorisco, ormai mi hai viziata troppo." Lo baciò sul collo, lui sorrise. "Sicuramente peserai anche di meno." Fece finta di essere affaticato dopo averla messa a letto e la fece ridere. Che bello, quando rideva per lui. Le si mise affianco e la prese tra le braccia. "Harry?" "Dimmi, amore." "Mi fai felice, ogni giorno." Harry strinse gli occhi e si avvicinò più a lei, circondandola la pancia con le sua braccia. "Anche tu.. Non te l'ho mai detto forse, ma sei andata contro a tutto e a tutti per me. Fin dall'inizio." Lei sorrise, baciandogli un braccio. "Sei la mia persona.." Si addormentò, protetta tra le braccia di quell'uomo che anni prima era stato il primo mangiamorte, ma che era stato semplicemente e sempre solo Harry per lei. Hermione restò in casa da sola il giorno dopo, come faceva ormai da un po'. Non poteva più lavorare e si annoiava parecchio. Harry tornava sempre ogni volta che poteva, ma comunque doveva lavorare. Stava pulendo la cucina, quando cominciò a sentire dei crampi. Si appoggiò al bancone, ormai c'era abituata. Sapeva che sarebbero passati dopo poco. Cominciò a respirare profondamente, sapeva bene cosa bisognava fare in quei casi. Però quella volta non finirono, aumentarono sempre di più. Erano vere e proprio doglie, e cominciò a farsi prendere dal panico. "James.. James.." Disse rivolta al suo pancione, e pochi attimi dopo le si ruppero completamente le acque. L'unica cosa che aveva a portata di mano era il cellulare, e chiamò Ginny. Sapeva che era l'unica che aveva imparato ad usarlo bene. "Herm, ciao. Tutto bene?" Fortunatamente rispose subito. "Ginny, presto devi venire. Mi si sono rotte le acque." Strizzò gli occhi, sentendo i dolori aumentare. Ginny buttò subito giù, passarono neanche due minuti e la vide materializzarsi nel salotto insieme a Dean. La presero subito. "Presto, andiamo. Ti portiamo al San Mungo." Harry si trovava nell'ufficio del Ministro con altri suoi colleghi. Essendo stato promosso a un grado superiore, dovevano fare queste riunioni una volta alla settimana per discutere delle novità e di ciò che succedeva. "E' molto importante che.." Qualcuno bussò alla porta mentre il Ministro parlava, e prima che lui rispondesse Draco fece bruscamente irruzione. Si inciampò quasi sul tappeto e tutti lo guardarono stralunati. "Signor Malfoy, questa riunione è riservata a.." Cominciò il Ministro alzandosi. Harry guardò Draco, e subito pensò a Hermione. Si alzò. "Mi scusi signor Ministro, sono desolato. Ma è un'emergenza! Vede, la moglie del signor Potter sta per partorire e minaccia di non farlo se Harry non la raggiunge immediatamente." Harry non aveva aspettato neanche che Draco concludesse, si era già precipitato fuori correndo. Il suo amico gli fu subito dietro dopo poco. Decisero di usare la metropolvere, e gridando "San Mungo" si ritrovarono subito dopo nell'atrio dell'ospedale. Harry non dovette dire neanche niente, perchè Jane lo prese subito e lo accompagnò nella stanza dove c'era Hermione. Li fuori trovò la Ginny, Dean, Alice con Scorpius i signori Granger e i signori Weasley. Non capiva niente, tremava. "Ma lei sta bene? Cosa devo fare?" Chiese a Jane mentre gli metteva le cose per poter entrare in sala operatoria. "Niente, Harry. Devi starle vicina." Lui annuì, sperando di poterne essere in grado. Mentre Jane ancora gli stava allacciando il camice, lui stava già entrando impaziente. Appena Hermione lo vide sorrise, più tranquilla. "Non far impazzire Jane, fai quello che ti dice." Gli disse mentre gli stringeva la mano. La baciò tante volte, vedendola sofferente ma sempre forte. "Ok, signor Potter, lei deve stare qui." Il dottore che avrebbe fatto partorire suo figlio lo fece mettere a fianco a Hermione, quasi dietro di lei in realtà. "Andrà tutto bene, amore mio. Sono qui." Lui in realtà era più agitato di lei. "Ok, Herm. Puoi cominciare a spingere piano piano. C'è una buona dilatazione." Hermione fece quello che il dottore le chiese, respirando forte e stritolando la mano di Harry. Sentiva un dolore che non avrebbe augurato neanche al suo peggior nemico. "Ok, forza adesso più forte! Dai Herm, spingi. Forza!" Hermione cominciò a lamentarsi, per poi urlare. Probabilmente la mano di Harry si sarebbe spezzata a momenti, ma lui cominciò a urlare con lei per trasmetterle forza. Era come se sentisse anche lui il dolore e la fatica, e sudava esattamente come lei. "Sei bravissima, Herm. Ci siamo, ecco la testa. Ancora un ultimo sforzo, dai!!" Adesso anche Jane la spronava. Ci sei amore, ci sei. Continuava a pensare Harry. Poi lo sentì. Il pianto di suo figlio. La musica più bella che avesse mai sentito. Harry smise subito di respirare, e non si rese neanche conto che gli tagliarono il cordone ombelicale. "E' bellissimo, Hermione. Sei stata bravissima." Lei cominciò a piangere, baciandolo la mano di Harry. Poi rise tra le lacrime, così emozionata che non capiva più niente. Lavarono e controllarono il piccolo James, che stava benissimo. Piangeva ancora, però. Jane lo portò ad Hermione, che con un'emozione che mai avrebbe potuto dire a parole prese in braccio suo figlio. "Ciao, amore mio.. James. Sei così bello.." Harry l'avvolse da dietro con le braccia, mettendole sotto a quelle di lei. Per la prima volta, probabilmente nella sua intera vita, Harry pianse. Teneva la guancia sopra quella di Hermione e guardava la meraviglia che aveva appena messo al mondo. "Lui è mio figlio.. James.. Sono il tuo papà.." gli accarezzò dolcemente la manina, la guancia, il piedino. Era perfetto, era magnifico. James smise di piangere, rannicchiando le bracciotte. Hermione appoggiò la fronte sulla guancia di Harry, esausta. Felice come non mai. "Ti amo, ti amo da morire." Le disse lui baciandola. Harry prese in braccio James e lasciò che i medici si dedicassero a Hermione. Cominciò a camminare, arrivando alla finestra. Continuava a guardarlo, non credendo che al mondo potesse esistere una cosa tanto bella. Quando Hermione si fu ricomposta, Harry si sedette sul letto con lei. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, avvicinò la mano a quella di James che subito le strinse il dito. Entrarono poco alla volta le persone fuori. I primi furono i signori Granger, e Harry decise di lasciarli un po' soli. Uscì dalla porta, con il cuore che scoppiava di felicità. "Stanno bene tutti e due, e James è bellissimo. E stanno benissimo tutti e due." Sorrideva come un ebete aveva entrambe le mani sulla testa. Si erano aggiunti anche Ron, Lupin e Tonks. Tutti lo abbracciarono felici congratulandosi, non vedevano l'ora di conoscere il nuovo piccolo Potter. Entrarono pochi alla volta, e Harry rimase appoggiato allo stipite della porta guardando sempre Hermione e suo figlio. La sua famiglia. Si sentì la persona più fortunata del mondo in quel momento, il tuo terribile passato era ormai un lontano e offuscato ricordo. Quando rimasero solo loro tre, si misero insieme nel letto. Harry teneva James mentre Hermione lo abbracciava da dietro. "Ti somiglia molto.." Sussurrò lei, e lui sorrise. Era vero, si vedeva già. "Spero solo che il carattere e l'intelligenza l'abbia presa da me, però." Aggiunse lei dandogli un piccolo morso sull'orecchio. "James Albus Potter.. Suona proprio bene, non trovi?" Le chiese lui, mentre lei prendeva James per fare la sua prima poppata. "Si, amore. Suona proprio bene." James si attaccò subito al capezzolo di Hermione, mettendo la sua piccola manino sul suo seno. In quel momento, guardando quella scena così semplice e meravigliosa, Harry si sentì di avere tutto. Era veramente completo, e lo doveva solo a quella donna che poche ore prima gli aveva donato la vita per la seconda volta. Quattro anni dopo. "Mamma, mamma! Papà mi ha rubato una scarpa.." Un Harry in miniatura con gli occhi nocciola correva per la casa, ridendo come un pazzo e inciampandosi ogni metro. Hermione spuntò dalla cucina, già pronta per andare. Si mise le mani sui fianchi. "James, non correre! Ti farai male.. Dov'è tuo padre? Ora mi sente." Uscì dalla cucina, erano già in ritardo. Harry spuntò da dietro una porta con la piccola scarpetta di James infilata nel naso. Il piccolo cominciò a ridere come un matto. "Io non so dove sia la sua scarpa! Non lo so proprio.. Dovremmo cercarla." Disse rivolto ad Hermione alzando le braccia al cielo. Lei non riuscì a trattenersi e sorrise scuotendo la testa. "Io ho due bambini in casa, non uno!" Gli tolse la scarpa dal naso e si accucciò per metterla a James, che si era seduto per terra ubbidiente. "Tra poco tre, allora." Disse Harry baciandole la pancia ancora perfettamente piatta. Avevano scoperto che era di nuovo incinta solo pochi giorni prima, e dire che erano euforici era dire poco. " E tu? La vuoi una sorellina, teppista?" Harry tirò su di peso James facendolo girare su se stesso, il bambino rise ancora. "Piano, Harry. Puoi fargli male. E poi che ne sai che sarà una femmina." Disse lei, prendendo le ultime cose. "Me lo sento, e sarà bella come te." La baciò in bocca, facendo fare una faccia disgustata a James. "La mamma bacia anche te, amore." Hermione si prese il piccolo in braccio, che ormai cominciava a pesare un po' e cominciò a sbaciucchiarlo ovunque. Harry prese le chiavi di casa e si mise la bacchetta in tasca. "Dai nano, andiamo." Disse a James che adesso era in piedi affianco a lui. Gli prese la mano e uscirono tutti e tre di casa. Appena arrivarono alla Tana, erano già tutti presenti. Era una bella giornata estiva e Molly aveva deciso di fare un tavolo grande fuori, che era già stato apparecchiato alla perfezione. James si staccò da Harry e corse incontro a Draco, che lo sollevò in aria salutandolo felice. "Come sta il nipote più bello dello zio?" Gli disse baciandolo sulle guance. Lo mise giù e lasciò che raggiungesse Scorpius, Teddy e Dominique. "E invece come sta la futura mamma due volte?" Draco baciò Hermione e strinse la mano ad Harry. Ron li salutò felice da lontano, era seduto vicino a Sophia che aveva un pancione enorme e faceva fatica ad alzarsi. "Oh bene, bene. Arthur vieni, ci siamo tutti!!" Molly urlò chiamando il marito, che uscì subito di casa. Tonks e Remus si sedettero a tavola, seguiti da Bill e Fleur. Ginny arrivò subito dopo con la piccola Maggie in braccio, di appena qualche mese: Dean le si sedette a fianco. Scorpius si mise seduto tra Draco e Alice, così come fece James tra Harry e Hermione. Appena Arthur si sedette a capotavola, cominciò a parlare servendo con la magia i calici di tutti i presenti. "Se mi avessero detto che un giorno mi sarei trovato qui con tutti voi, non ci avrei creduto. Anche se manca qualche mio figlio per problemi di lavoro, qui seduti a questo tavolo c'è una famiglia grandissima e unita dal destino. Un destino cominciato male, un destino malvagio e senza perdono che però ci ha fatto trovare tutti. Ci ha tolto tanto, ma ci ha donato ancora di più." Guardò in direzione di tutti i piccoli bambini che lo ascoltavano in silenzio. "Posso dire, sicuramente a nome di tutti, che il passato non conta più. Che conta l'amore che ci unisce oggi, e la diversità che ci contraddistingue ci rende unici. Quindi vorrei brindare alla famiglia Weasley, alla famiglia Potter e alla famiglia Malfoy. Uniti, ora e sempre, sotto lo stesso grande tetto." Arthur alzò il calice, e tutti lo imitarono. La commozione era grande, e soprattutto Molly non riuscì a trattenere le lacrime. Brindarono, e bevvero tutti insieme. Harry e Hermione misero le loro braccia sulla sedia di James insieme, stringendosele a vicenda. "Lo zio Arthur ha detto delle cose molto belle, amore. Le hai sentite?" Gli chiese Hermione. James annuì, bevendo dal suo bicchiere d'acqua e guardando con occhi grandi la sua mamma. Lei gli passò una mano tra i capelli, indomabili esattamente come quelli del padre. "Papà me lo ha spiegato." Disse poi James, dando il bicchiere ad Hermione perchè non arrivava a metterlo sul tavolo. "Ah si? E che cosa ti ha detto?" Chiese lei, intrecciando le sua dita a quelle di Harry. James guardò il padre, come per chiedere il permesso, e lui gli sorrise incoraggiandolo. "Non so bene però cosa vuol dire però.." James si stropicciò gli occhi, quando faceva così stava cercando le parole giuste. "Papà era il Primo Mangiamorte, ma tu mamma lo hai salvato. Perchè per te mamma lui era solo papà." Hermione alzò lo sguardo su Harry, che le sorrise. "Un giorno capirai meglio che cosa significa questa cosa, ora però mangia." Gli disse Harry avvicinandolo al tavolo e mettendogli nel piatto la roba da mangiare. Si appoggiò sullo schienale e guardò la sua Hermione, che gli accarezzò il viso. "Per sempre, non è così?" Gli chiese lei.
"Per sempre, è una promessa."

Ed eccoci qua, giunti alla conclusione. Essendo l'epilogo è un capitolo più corto degli altri, ma spero vi possa piacere ugualmente. Vorrei utilizzare questo spazio per farvi i miei dovuti ringraziamenti.
Mi avete regalato del vostro tempo recensendo, complimentandovi e seguendomi fino a qui. Quindi, di nuovo, GRAZIE!
Ringrazio anche chi mi hanno seguita silenziosamente e chi ha messo questa storia tra le preferite.


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