9. MISSIONE FALLITA

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"Agiremo la notte di capodanno, quando le loro difese saranno minori a causa del clima festivo del matrimonio." Voldemort sputò per terra, schifando solo quel nome che traboccava di amore e felicità. Tutti i mangiamorte risero, tranne uno. Harry, seduto alla destra di Voldemort, ripensava al piano che il Signore Oscuro aveva appena spiegato. "Qualcosa non va, Harry?" Il suo padrone parve accorgersi dei suoi pensieri. "No, mio Signore. Stavo solo pensando a quando onore mi state recando." Harry si inchinò, ossequioso. Era il giorno di Natale, ma nessuno in quella stanza probabilmente lo sapeva. Harry aveva scelto, con il consenso di Lord Voldemort, i 10 uomini che sarebbero andati con lui a compiere quella missione: si sarebbero infiltrati a un matrimonio di due personaggi di spicco dell'Ordine della Fenice (un certo Remus Lupin e una certa Ninfadora Tonks) e avrebbero ucciso più presenti possibile. Dovevano dimostrare che erano pronti allo scontro, e che l'ascesa del loro Signore era ormai all'apice. "Se sarà presente Albus Silente.." Sibilò Voldemort rivolto ad Harry "Sarai tu ad ucciderlo." Il ragazzo s'inchinò una seconda volta, accettando quell'incarico. In una parte remota della sua anima, sperò che Silente non fosse presente. La maggior parte dei mangiamorte avevano accolto con poco entusiasmo l'idea di Voldemort di mettere Harry al comando della missione, ma non avevano potuto dissentire. Harry voleva dimostrare chi era e quanto valeva, sapeva per certo che quello era il suo posto che avrebbe fatto qualcosa di grande accanto al suo Signore. Niente più intoppi, niente più stupidaggini. Non l'avrebbe fermato più nessuno. In un altro posto molto, più caldo e più accogliente, Hermione finiva di apparecchiare per la cena. Stare alla Tana gli dava sempre un'immensa felicità, si sentiva bene. Però questa volta mancava qualcosa, quel Natale gli sembrava più vuoto del solito. "Vieni un po' di la con noi, la tavola va benissimo così.." Ron l'aveva abbracciata da dietro. Le prese la mano e l'aveva accompagnata in salotto, dove tutti stavano chiacchierando. La sera prima si erano baciati, ma era stato così privo di sentimento per lei che cercava in ogni modo di non doverlo ripetere. Pensava a Harry, costantemente. Dov'era in quel momento? Con chi stava passando il Natale?Dimentica. Se lo ripeteva ogni due secondi, ma non funzionava mai. "Non ci saranno tantissimi invitati, sai.. con i tempi che corrono! Ma non potevamo non far venire voi.. Guerra o non guerra, non ci saremmo mai sposati senza di voi!" Tonks era raggiante, non ci credeva che finalmente avevano fissato una data per il loro matrimonio. "Non riesco a capire come cavolo avete potuto decidere di sposarvi proprio la sera di capodanno!" Disse Ron sedendosi e mettendosi Hermione sulle gambe. "Insomma.. E' capodanno!" "Grazie Ron, meno male che ci sei tu che ci ricordi sempre tutto.." Lo schernì Lupin, facendo ridere i presenti. "Adesso basta parlare!" Urlò la Signora Weasley che era appena spuntata dalla cucina. "Venite tutti a tavola! La cena di Natale è servita!" Si alzarono tutti di corsa tra le risate per prendere i posti migliori. Si abbuffarono e stettero tutti insieme fino a tarda notte. "Devi volerlo, Harry." Sibilò Voldemort nell'orecchio del ragazzo. Gli stava camminando intorno, guardandolo. Harry aveva la bacchetta testa davanti a se, e la puntava contro un gatto che camminava indisturbato nella sala. "Devi volerlo. Altrimenti non potrai riuscirci." Harry prese un bel respiro dopo aver udito queste parole, chiuse gli occhi e poi subito li riaprì. Aveva capito. Doveva volerlo davvero. "Avada Kedavra!" Un lampo di luce verde uscì dalla bacchetta di Harry, e un attimo dopo il gatto giaceva a terra, morto. "Bene." Concluse soddisfatto Voldemort, che lasciò la stanza. Era notte fonda, ormai il Natale era finito. E proprio in quel giorno Harry aveva imparato il segreto per uccidere. Sarebbe stato uguale con davanti degli esseri umani? Sicuramente si. Hermione si preparò controvoglia il 31 dicembre, non perchè non ci tenesse al matrimonio di Remus e Tonks, ma perchè l'ultima volta che aveva perso tempo a farsi bella era finita decisamente male. O meglio, era finita schifosamente e irrimediabilmente bene. Avevano allestito tutto in una collina li vicino, e tutto intorno erano stati incantesimi di protezione molto potenti. Ci sarebbero stati auror tutto intorno a controllare in ogni istante. Hermione si chiese se tutta quella procedura non fosse anche troppo. Infondo, chi poteva irrompere a un matrimonio la sera di capodanno? "Sei pronta? Siamo tutti giù.." Chiese Ginny spuntando dalla porta della loro stanza. "Prontissima!" Rispose Hermione avviandosi insieme all'amica all'ingresso. Si Smaterializzarono nel punto preciso in cui gli incantesimi di protezione erano presenti. Quella bolla di plastica che li proteggeva offriva anche una temperatura decisamente calda. Si misero sotto al grande gazebo che restava sospeso per magia, presero tutti posto. E dopo poco, la cerimonia cominciò. "Si può sapere come diavolo hai intenzione di abbattere tutti quegli incantesimi di protezione?!" Chiese Greyback ad Harry, mentre si preparavano alla partenza con le scope. "Semplice. Dolohov è un nostro infiltrato. Solo Draco sapeva del piano, perchè solo di lui mi fido." Rispose Harry con sufficienza. "Infiltrato? Che vuoi dire?" Chiese curioso Tiger, padre del suo compagno Serpeverde. "Che in questo momento si è trasformato con la Pozione Polisucco in uno degli auror che sta pattugliando il gazebo." Harry tirò su il cappuccio della sua veste da mangiamorte e si mise la maschera. "Allora, siamo pronti. Andiamo." La sua voce risultò meccanica dietro la maschera. Tutti gli altri lo imitarono, Draco si mise al suo fianco. "Sapete la disposizione, sapete come comportarvi. Non si resta indietro per nessuno, ognuno vale per se stesso. Uccidete più membri dell'Ordine possibile." Harry, dopo aver dato gli ultimi ordini, si alzò in volo seguito da tutti gli altri dieci mangiamorte. Erano pochi, e al matrimonio avrebbero sicuramente incontrato parecchi auror. Ma a Voldemort non importava di chi moriva dei suoi, gli importava fare paura per adesso. Arrivarono in una collina non distante dal posto in cui si stava celebrando il matrimonio. Sentivano la musica, il che voleva dire che la cerimonia era finita e si erano aperti i festeggiamenti. Quando tutti furono in posizione, Harry premette la sua bacchetta contro il suo Marchio, per dare un segnale a Dolohov. "Avanti" sussurrò Harry, e tutti partirono. Erano tutti coperti da un Incantesimo di Disillusione, che però sarebbe durato poco. Dolohov colpì un auror con la Maledizione Imperius, che subito fece sparire tutti gli incantesimi di protezione. Harry sapeva che avevano solo pochi secondi prima che la protezione venisse ristabilita. "Ma che diavolo stai.." Cominciò un auror parlando con il collega stregato. "Avada Kedavra!" Dolohov aveva cominciato, e Harry diede l'ordine di attaccare. Tutti i mangiamorte uscirono allo scoperto, non più invisibili, e si buttarono tra la gente. L'effetto sorpresa aveva funzionato alla grande. Raggiunse subito gli altri e cominciò a combattere con chiunque gli venisse a tiro. La battaglia impazzava, i suoi stavano decisamente avendo la meglio riuscendo anche ad uccidere a più non posso. La maggior parte dei presenti comincio a smaterializzarsi, ed Harry capì che i rimasti dovevano essere quelli dell'Ordine. Stava duellando con due auror, quando la vide. Gli si fermò il cuore. Hermione che cercava disperatamente di avere la meglio contro un mangiamorte aiutata dalla sua amica Ginny. La sua distrazione permise a uno dei due auror di Schiantarlo: Harry finì sbattuto lontano. Si rialzò immediatamente, con la paura nel cuore. Torno in mezzo alla battaglia e pronunciando un incantesimo non verbale disarmò il mangiamorte contro cui stava combattendo Hermione, che lo Schiantò. Un altro mangiamorte la Schiantò. Fu uno Stupeficium così potente che sbatte contro una trave e cadde a terra. Il mangiamorte le punto la bacchetta contro. "Avada.." Harry lo schiantò, sperando che nessuno l'avesse visto. La battaglia era così cruenta che nessuno lo vide avvicinarsi ad Hermione, che guardò terrorizzata quell'uomo con la maschera che si chinava su di lei, sicura che l'avrebbe uccisa. Harry le mise una mano sul braccio e si Smaterializzò con lei. Finirono in una collina non lontano e cominciò a pronunciare non verbalmente incantesimi di difesa intorno a lei. Hermione era frastornata, non capiva cosa stava succedendo. Aveva la bacchetta in mano, ma tremava. "Che cosa stai facendo?? Cosa vuoi farmi? Ti prego, lasciami andare.." Era bloccata, come in una campana di vetro che l'avrebbe protetta. "Non ti muovere di qui." Disse Harry, e si Smaterializzò. Hermione s'irrigidì. No. Non poteva essere. Quella voce, anche se metallizzata a causa della maschera, l'avrebbe riconosciuta ovunque. Le mancava il respiro, le veniva da vomitare. Non poteva essere, no. Non lui. Quando Harry riapparve si rese conto che avevano notato la sua assenza, ma ci avrebbe pensato dopo. Vide il corpo senza vita del falso auror che piano piano riprendeva le sembianze di Dolohov, e vide Tiger morto poco più in la. Malocchio Moody stava attaccando Draco, quando lo disarmò intervenne Harry. Si misero a duellare, finchè Harry non urlò con tutta la volontà che sentiva di avere: "Avada Kedavra!" Con un lampo di luce verde, mise fine alla vita di un uomo. Per la prima volta. Pensò subito ad Hermione, e si sentì morire anche lui. "Nooooo bastardo!!" Ron si scagliò su Harry, che però lo Schiantò mandandolo contro il muro, svenuto. Vide Ginny cercare di risvegliare l'ormai morto Sirius Black. Avevano ucciso altri presenti, ma dell'Ordine soltanto loro due. Harry vide arrivare i rinforzi, così decise di andarsene. "Via!" Urlò ai suoi, e si smaterializzò. Nello stesso istante in cui lo fece, la barriera protettiva di Hermione svanì. Si Smaterializzò subito nel punto in cui era appena finita la battaglia, e ciò che vide la fece gelare. Erano tutti feriti, chi più chi meno, e Moody e Sirius erano morti. Erano andati via in 11, tornarono in 9. La missione era stata organizzata bene, ma alla fine era servita ben a poco. Appena entrarono a Villa Malfoy si tolsero tutti la maschera e il cappuccio e si avventarono su Harry. "Dove cazzo eri finito!! Noi morivamo e tu dove cazzo sei andato!!" Urlava Goyle che voleva prenderlo alla gola. "Parla, ragazzino! Dove sei andato??" Abbaiò Greyback. Harry tirò fuori la bacchetta, e tutti lo imitarono puntandogliela contro. "Fatevi avanti, forza! Chi vuole sfidarmi??" Gridò Harry più acceso che mai. "Silenziò!" Voldemort era appena entrato nella stanza, e tutti tacquero all'istante. "E' questo che fate? Litigate tra di voi come vecchie coppie di sposi? Incompetenti." Avevano tutti lo sguardo basso, Harry il respiro corto. "Che è successo?" Chiese Voldemort al ragazzo. "Greyback ha ucciso Sirius Black e io ho ucciso Alastor Moody, mio Signore." Rispose Harry. "E.." Attese Voldemort. "Altri morti, Signore, ma nessuno dell'Ordine." Harry si rese conto solo in quel momento che la sua prima missione è stata un fiasco. "Io ti do dieci dei migliori uomini, Harry, e tu riesci a uccidere solo due uomini dell'Ordine? Ne erano presenti come minimo più di quindici, tra cui gli sposi stessi." "Potter è scappato, mio Signore" Intervenne Greyback, furente. "è scomparso per diversi minuti e nessuno sa dov'è andato." Harry si chiese come mai lo aveva chiamato per cognome, per quel cognome falso che portava. Voldemort aveva informato anche loro del cognome che gli aveva affidato? "L'ho visto prendere la mezzosangue Granger e Smaterializzarsi, al suo ritorno era solo." le parole di Yaxley lo gelarono. Era convinto che nessuno l'avesse visto. Voldemort spostò lo sguardo su Harry, che vide una rabbia incontrollabile crescere in quegli occhi rossi. Probabilmente, sarebbe morto. "Harry.. è vero ciò che dicono?" Sapeva di avere davanti il più abile lettore di menti che il mondo avesse mai visto, ma ci provò lo stesso. "Mio Signore, la mezzosangue aveva chiamato i rinforzi e ho creduto che portarla via potesse rallentarne l'arrivo." Debole come difesa, ma comunque poteva reggere. Voldemort lo fissò, Harry cercò di chiudere la mente più che poteva. Sapeva che il suo padrone stava cercando di entrarci. "Prendi in giro il tuo Signore, Harry? Te la fai con i mezzosangue? Crucio!" Harry sentì i mangiamorte sghignazzare. Se l'aspettava, quindi riuscì a restare in ginocchio e a non urlare dal dolore. Andò avanti per molto. "No, mio Signore." Rispose con voce flebile. "Ti sei innamorato di una con il sangue sporco, Harry? Crucio!" Altro dolore lancinante. "No, mio Signore." Ripetè Harry, perdendo sangue dal naso. "Mi disgusti, Harry. Mi fai pentire di averti affidato Hogwarts. Ti ho accolto, ti ho dato la possibilità di essere cresciuto tra i più grandi, ti ho addestrato io stesso. Come puoi recarmi disonore a tal punto? Crucio!" Harry chiuse gli occhi, e si lasciò sfuggire un lamento. "Non dimentico la causa, mio Signore. La mezzosangue non conta niente." Cercò di non svenire dal dolore. "Certo che non conta niente. Dovrai ucciderla tu, al più presto." Nessuna Maledizione Cruciatus avrebbe fatto male come quelle parole. "Si, mio Signore." Rispose in un sussurro rauco. "Portatelo nelle segrete, in questi giorni insegneremo al ragazzo cose che evidentemente non ha ancora imparato." I mangiamorte presenti andarono a prendere Harry, che era diventato visibilmente debole, e lo portarono nelle celle. Nei giorni che seguirono, Harry fu torturato più volte e gli fu impedito di uscire fino al momento in cui sarebbe dovuto tornare ad Hogwarts. Fecero i funerali in completa segretezza, cremando i corpi e spargendo le ceneri al vento. Avevano pianto tutti così tanto che non avevano più lacrime a disposizione. Erano tutti tornati nelle proprie case, non era sicuro stare tutti insieme. Hermione stava lavando i piatti, alla Babbana, così aveva la possibilità di stare un po' sola. Quella voce la tormentava. Era davvero Harry? Allora avevano ragione i suoi amici, era un mangiamorte. E se fosse stato lui ad uccidere Sirius? O Malocchio? No, non era possibile. Non l'Harry con cui aveva fatto l'amore qualche sera prima. Quell'Harry non sarebbe mai stato capace di uccidere. Non poteva essere lui. Il giorno che tornarono a Hogwarts occuparono uno scompartimento vuoto, così avrebbero potuto parlare liberamente. Hermione guardava fuori dal finestrino, Ron le prese la mano. Lei si liberò dopo poco delicatamente, non le andava di essere toccata in quel momento. Ron pensò che fosse scossa per la morta dei loro due amici, e andava bene così. Harry e Draco non presero il treno, arrivarono a Hogwarts tramite Passaporta. Erano arrivati molto prima rispetto a tutti gli altri studenti, e quando entrarono Gaza li perquisì. "Per la barba di Merlino, ragazzo, che hai fatto alla faccia?" Harry alzò lo sguardo, era così conciato male che da un occhio quasi non vedeva. Non rispose, si sarebbe aspettato certe domande. Ma prima o poi le ferite andavano via e la gente smetteva di chiedere, c'era abituato ormai. Si tirò su il cappuccio della felpa che aveva sotto la divisa per nascondersi ed entrarono. Dopo non molto la Sala Grande si riempì. Silente fece il suo discorso per la seconda volta quell'anno, e Harry provava così tanto odio che se avesse potuto l'avrebbe ucciso li all'istante. Perchè si teneva il cappuccio? Perchè teneva sempre lo sguardo basso? Hermione cercava di guardare Harry senza farsi notare, ma non riusciva a vederlo bene. Quando tutti si diressero verso le rispettive Sale Comuni, Hermione con una scusa andò verso l'entrata dei sotterranei dove si trovava l'ingresso dei Serpeverde. Sapeva che sarebbe arrivato da solo, e così fu. Appena lo vide, gli prese un braccio e lo trascinò in un corridoio più riparato. "Per una volta sono io che ti sorprendo, eh!" Provò a sdrammatizzare lei. Ma senza successo, visto che lui non alzava lo sguardo e rimaneva nell'ombra. "Non ti voglio dare fastidio, volevo solo sapere come stai.." "Vorrei sapere che t'importa.. Devo andare, con permesso." Fece per andarsene ma lei lo trattenne. Ad Harry voltandosi cadde il cappuccio. Hermione si mise le mani sulla bocca guardandolo. "Oddio.. Harry.. Ma che ti hanno fatto.. Chi è stato?" Fece per accarezzarlo ma lui spostò il volto. "Harry.. che cos'è successo? Che cosa significa?" Sentì le lacrime di nuovo scendere sul viso. Credeva di averle finite. "Non sono cose che ti riguardano.. Vai via, devi andare via.." Ti prego, Hermione, stammi lontano. Pensò Harry. "Non me ne vado finchè non mi hai detto che cosa ti è successo!" S'impuntò lei. Harry sapeva che l'unico modo per farla stare lontana e per farla stare al sicuro era ferirla. Doveva assolutamente ferirla. "Credi di avere diritti su di me per una scopata? Si esatto, Granger.. Una scopata! Ho scommesso con i miei compagni che ti avrei scopata, e ovviamente ci sono riuscito alla grande. Niente male devo dire, per essere una timida verginella. Eri insaziabile.. Quante volte l'abbiamo fatte, 3? 4?" Hermione credette di sentirsi male, e si appoggiò al muro. Harry voleva uccidersi all'istante. Perchè ancora non se ne va? Perchè.. Ti prego Hermione, vai. "Harry.. io non ci credo.." Disse in un sussurro Hermione. Harry rise forte, probabilmente per non piangere. "Ma dai! Davvero credevi che tra me e te poteva nascere qualcosa? Davvero credevi che uno come me poteva farsela con una sporca mezzosangue?" Disse le ultime parole con tutto il disprezzo che riuscì a tirare fuori. Hermione era sconvolta e non dominava più le lacrime. Gli diede uno schiaffo, dove ci mise tutto il rancore e l'odio che in quel momento provava per lui. Andò via a testa alta, anche se tremava. Harry la guardò andare via, e si sentì sprofondare. Ti prego, perdonami.

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