"Quindi, fammi capire bene.. State insieme o no?!" Erano gli ultimissimi giorni di novembre, e il freddo diventava sempre più intenso. Scendere in quell'aula buia e ghiacciata di Pozioni era diventato quasi insopportabile ormai, ma erano obbligati. Harry e Hermione, dopo quella sera nella Torre di Astronomia, avevano cominciato piano piano ad avvicinarsi sempre di più, mettendo via poco alla volta il disprezzo che avevano sempre mostrato l'uno per l'altra e tirando fuori la curiosità e la voglia di conoscersi. Di sapere di più. Harry parlava poco, Hermione apprezzava e cominciava a capire i suoi silenzi. Si inseguivano, ma mantenevano sempre una certa distanza. Dopo tutto, erano pur sempre un leone e una gazzella. Piton aveva mantenuto la divisione in coppie per ogni esercizio che gli dava da fare, anche durante la lezione stessa. Come se per Harry fosse una punizione, ma si sbagliava di grosso. Hermione si girò esasperata verso Harry, era l'ennesima volta che gli faceva quella domanda. Ma perchè poi era così interessato alle sue uscite con Cormac? "Te l'ho già detto almeno venti volte Harry! No, usciamo e basta.. Ci stiamo conoscendo, diciamo." Mise un ingrediente nel calderone che ribolliva di un liquido verdastro e cominciò a mescolare lentamente. Harry grugnì, e pensò che bastava come risposta. "Se non avessi capito niente di te, direi che sei quasi geloso.." Azzardò Hermione, senza guardarlo e sorridendo in modo impercettibile. "Invece hai capito abbastanza di me, e sai bene che non è così.." Sussurrò in risposta Harry guardandola con un sopracciglio alzato. Si sentiva osservato, così si girò verso colui che sicuramente li stava fissando, come al solito. Ron li guardava, con il viso rosso e la punta delle orecchie fumanti. Non concepiva il fatto che Hermione desse confidenza proprio a quel Potter, che tutto sembrava fuorché una brava persona. Ma la ragazza rispondeva sempre in modo evasivo dicendo frasi del tipo "Siamo solo compagni a Pozioni" o "Non è poi così male preso a piccole dosi" per poi cambiare subito discorso. Ron non sapeva il perchè, ma Hermione non voleva mai parlare del suo "rapporto" con Potter. E questo non gli piaceva, per niente. Avrebbe fatto di tutto per evitare che quel pallone gonfiato gli facesse del male. Harry tornò a guardare nel calderone, che aveva preso un colore violaceo. "Mi fa schifo Pozioni.." Borbottò aiutando Hermione a mescolare più velocemente. "Se seguissi ogni tanto non sarebbe così male.." "Preferisco volare, credo che sia anche più utile.. A cosa mai ci servirà saper preparare questa robaccia?" Continuò Harry. Hermione scosse vistosamente la testa. "Manco morta, io odio volare. Non ho mai capito come fate voi su quelle scope.. Io morire." "Che cosa? Mi stai dicendo che non hai mai volato?!" Harry si rese conto di aver parlato troppo forte, perchè Piton lo fulminò con lo sguardo. "E non lo farò mai!" Disse Hermione usando solo il labiale. Harry non andò oltre, ma era sconcertato. Non poteva pensare che non aveva mai provato l'incredibile senso di libertà e adrenalina che si prova sulla scopa. Uscendo dall'aula, Hermione si avviò alla lezione successiva unendosi ai suoi amici. A Harry venne subito un'idea alla quale non poteva resistere. Si mise dietro di lei mentre camminavano e le sussurrò a un orecchio, provocandole non pochi brividi. "Stasera dopo il coprifuoco devi stare tu di guardia in giro per i corridoi essendo prefetto, giusto?" "Si.. Ma perchè?" Ma Harry si era già allontanato, sfiorandole la mano. Come per salutarla. "Dai, Herm. Andiamo che facciamo tardi." La trascinò Ron visibilmente innervosito da quella indesiderata apparizione di Potter. Hermione non lo vide più per tutta la mattinata. Si rese conto parecchie volte che lo cercava con lo sguardo. E altrettante volte sentì la delusione quando non lo trovava. Lo intravide durante il pranzo, cercò i suoi occhi per potergli far capire che lei era lì. Che gli andava di salutarlo. Che aveva bisogno di salutarlo. Ma niente, Harry non si voltò nella direzione del tavolo dei Grifondoro neanche una volta. Per tutta la giornata il moro pensò se stava facendo una cosa giusta, se qualcuno l'avrebbe visto, se andava contro i suoi più profondi principi. Decise di mandare tutto al diavolo, lo voleva fare e basta. Quando sentì tutti i suoi compagni dormire profondamente, si tolse le coperte. Era già vestito, pronto per andare a cercarla. Si mise le scarpe e la giacca e uscì di soppiatto dal dormitorio. Una volta arrivato nei corridoi tirò fuori la Mappa del Malandrino e cercò un puntino di nome Hermione Granger. Eccola, trovata. Cacciò nella tasca la Mappa e si diresse al quinto piano. Hermione vagava annoiata per i corridoi della scuola, guardava spesso l'orologio contando i minuti che la separavano dal suo letto caldo. Pattugliare i corridoi era la cosa più noiosa del mondo,e quando era il suo turno la scuola sembrava più silenziosa e calma del solito. Ma forse quella sera no. Si sentì tappare la bocca da dietro e un braccio forte le cinse la vita. "Sono io." Sussurrò la sua voce, ma Hermione aveva già riconosciuto il profumo. Le lasciò la bocca, adesso era sicuro che non avrebbe urlato. "Harry! Ma che diavola ci fai qui, mi hai fatto prendere un.." "Shhh" La interruppe il ragazzo mettendole un dito sulla bocca e penetrandola con i suoi occhi verde smeraldo. Lei tacque all'istante. "Ti fidi di me?" Sussurrò Harry togliendo il dito dalla sua bocca. "Come posso fidarmi di te?" Harry sorrise, Hermione aveva ragione. Ma questo non lo fermò. Le prese la mano e la guidò fino all'ingresso. Lei protestò, ma così debolmente che Harry non le rispose neanche una volta. Uscirono attenti a non farsi vedere dal castello, e la fredda notte li avvolse. Harry si tolse la giacca e la mise ad Hermione, che accettò senza parlare. Il suo profumo la invase completamente e per un attimo chiuse gli occhi lasciandosi inebriare. Camminarono fino al campo di Quidditch, dove Harry aveva lasciato la porta degli spogliatoi di Serpeverde aperti. "Aspetta qui." Le disse entrando. Tornò dopo pochi secondi con la sua fiammante Firebolt in mano. Hermione sgranò gli occhi, incredula. "Spero di aver interpretato male.." Cominciò, quasi ridendo. Harry sorrise divertito e si mise a cavalcioni della scopa. Le tese la mano. "Harry, non scherzare! Assolutamente no.. Ti ho già detto che ho paura di volare, senza contare che stiamo infrangendo un'infinità di regole io sono un Prefetto! Dovrei essere a controllare in corridoi in questo momento e poi.." Hermione cominciò ad agitarsi parlando a raffica, Harry la trovò irresistibilmente adorabile. Si sentiva strano, ma ormai aveva fatto quasi l'abitudine a questa nuova incontrollabile sensazione che albergava in lui da un po'. "Voglio che almeno ci provi, ti giuro che se avrai paura ti porterò subito a terra.. Ma almeno provaci! E se non ti piacerà mi punirai, essendo Prefetto.." Ma non l'aveva ancora convinta. "Mi piacerebbe se.." Cominciò titubante e insicuro. " Se facessi una cosa per la prima volta, con me.." Era così sincero che gli si strinse lo stomaco pronunciando quelle parole. Quella sensazione che giaceva in lui stava aumentando a vista d'occhio. Hermione lo guardò per secondi che sembrarono eterni. Poi, sotto lo sguardo sorpreso di Harry, gli afferò la mano e si avvicinò. Senza aggiungere altro, Harry la fece sedere davanti a se lasciando che tenesse entrambe la gambe di lato, sarebbe stata più comoda. Con un braccio afferrò il manico della scopa e con l'altro cinse la vita di Hermione per tenerla al sicuro. Lei si sentì protetta, e mise la sua mano sul braccio di Harry. "Ti porto a volare.." Sussurrò Harry al suo orecchio, e si diede una piccola spinta con le gambe. Cominciarono a salire piano, e sentì Hermione trattenere il fiato e chiudere gli occhi. Appena presero una discreta quota, cominciò ad avanzare. Sempre lentamente. "Apri gli occhi.." Hermione obbedì, titubante e ancora trattenendo il fiato. Hogwarts era laggiù, con la sua immensità e tutte le luci che la delineavano sembrava ancora più bella. Volarono sopra il Lago Nero, sopra la Foresta Proibita. Videro il Platano Picchiatore dormire tranquillo. Hermione stringeva forte il braccio di Harry, ma guardava rapita quella vista mozzafiato che sembrava essere li solo per lei. Solo per loro. "E' bellissimo.." disse guardando Harry. "Ti piace? Davvero?" Sentì di nuovo quella sensazione galoppargli dentro prepotentemente. Continuarono a volare nei paraggi, arrivando fino a Hogsmeade. Quando Harry cominciò a prendere un po' di velocità Hermione chiuse di nuovo gli occhi. "No no, ti prego! Vai piano!!" Harry rise ma fece quello che lei gli chiese. Non parlarono più, ma continuarono a vagare leggiadri sopra il tutto il resto del mondo. Hermione spostò la sua mano e la mise sopra quella di Harry. La sensazione ormai correva a perdifiato dentro di lui. Tornarono giù dopo un po', e appena misero i piedi sul morbido terreno del campo di Quidditch fu come essere tornati bruscamente alla realtà. Harry riportò la scopa nello spogliatoio, e quando tornò Hermione lo guardava con uno sguardo che il ragazzo non riuscì a decifrare. "Chi sei tu?" Gli chiese, con il cuore che martellava. Harry non rispose, ma continuò a guardarla impassibile. "Voglio sapere chi sei.. Voglio che mi dici chi sei" Ritentò lei, senza muoversi. Harry ancora non rispose. Tolse lo sguardo, come per farle capire che avrebbe dovuto cambiare domanda. Hermione cominciò ad avviarsi verso il castello, camminando a grandi passi e con una discreta velocità. Aveva lo stomaco sottosopra, stava combattendo con decine e decine di sentimenti contrastanti. Harry la seguì, le stava dietro e manteneva il suo passo. Sapeva che lei non lo stava congedando. Lo sapeva e basta. "Se tu sapessi chi sono mi staresti lontana." Disse Harry, tornando improvvisamente freddo. "Io sono tutto ciò da cui tu dovresti scappare." Continuò, guardando la sua schiena e i suoi bei capelli avanzare decisi. Hermione chiuse gli occhi per un attimo, e sentì le lacrime spingere dentro ai suoi occhi. Le ricacciò subito dentro. Superò l'ingresso e il calore della scuola l'avvolse, ma parve non sentirlo. Harry la seguiva, imperterrito. Non l'avrebbe lasciata andare, fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto. Quando Hermione svoltò nel corridoio che l'avrebbe portata alla Sala Comune dei Grifondoro, Harry la bloccò deciso. La mise contro il muro e si mise di fronte a lei, così vicino che i loro respiri si incontravano, Hermione sentì il cuore di lei che batteva forte, tanto quanto il suo. "Tu non mi fai paura.." Sussurò lei guardandolo negli occhi. "Se tu fossi furba, adesso te ne andresti." "Tu non mi fai paura!" Disse Hermione più decisa, sbattendo i pugni sul suo petto muscoloso. Harry non si controllò più. Spense il cervello e lasciò che la sensazione prendesse il sopravvento. Le mise una mano sul collo, premette il suo corpo contro il suo. E la baciò. Hermione rimase con gli occhi spalancati, non credendo che proprio lei aveva ceduto così. Ma non le importava, non voleva pensare in quel momento. Chiuse gli occhi e affondò le mani nei capelli neri e ribelli di Harry, che approfondì il bacio. Le loro lingue cominciarono una lotta infinita, dove non ci sarebbero stati vincitori. Le mani di uno scorrevano sul corpo dell'altra e viceversa, desiderosi di saperne di più. Harry l'aveva accesa come un fuoco, come nessun altro era mai riuscito a fare. Hermione gli stava insegnando come un bacio può scatenare emozioni mai provate prima. Dopo un tempo che sembrò interminabile, si staccarono. Ma rimasero fronte contro fronte, occhi verdi dentro occhi nocciola. Senza dire parole, si urlarono tutto ciò che avevano provato in quel momento. Si urlarono il rancore, la voglia di farlo di nuovo e poi ancora, la consapevolezza dell'errore madornale appena commesso. Erano andati troppo oltre, aveva passato un muro proibito. Quelle meravigliose sensazioni non appartenevano ad Harry, e quella immensa sicurezza che Hermione provava la sentiva con la persona sbagliata. Harry si spostò, appoggiando un pugno chiuso sul muro, proprio di fianco ad Hermione. Lei rimase li, chiudendo gli occhi e non riuscendo più a dominare le lacrime. Aspettando un gesto che non sarebbe mai arrivato, Hermione si staccò dal muro e senza dire parole e senza neanche uno sguardo si diresse verso la sua Sala Comune, con il volto rigato dalle lacrime. Harry, questa volta, non la seguì. Quando la seguì lontana diede un pugno al muro così forte che le nocche cominciarono a sanguinare copiosamente. Nessuno doveva saperlo, nessuno. Neanche per il puro divertimento il Signore Oscuro gli avrebbe concesso di avvicinarsi ad una mezzosangue in quella maniera. I mezzosangue andavano uccisi tutti, e quelli dentro la scuola li avrebbe finiti lui. Aprì gli occhi di scatto, si sentiva frastornato. Si sentiva malissimo. La sensazione adesso camminava sconfitta e a testa bassa, consapevole che non sarebbe più potuta venire fuori come pochi minuti prima. Hermione si buttò nel letto senza farsi sentire dalle compagne del dormitorio, e pianse contro il cuscino tutto il suo risentimento. Che cosa aveva fatto? Non sapeva niente di lui, niente. "Io sono tutto ciò da cui dovresti scappare." Sentì la voce di Harry nella sua testa, e strinse più forte gli occhi. Pensò al peggio, ma poi scosse la testa. Quegli occhi, quel bacio.. Il suo stomaco si riempì di farfalle al solo pensiero. Volare non era niente a confronto di quello che era successo tra lei e Harry poco prima. Non riuscì a chiudere occhio. Non ne avrebbe parlato con nessuno, si era decisa. Non sarebbe più successo, mai più. Dal giorno dopo avrebbe fatto di tutto per non avvicinarsi ulteriormente a Harry Potter. Che stupida, pensò. Si era già avvicinata troppo per poter tornare indietro.
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Il primo Mangiamorte
Random-Lord Voldemort, quella famosa notte di Halloween, prese una scelta differente: prendere Harry con se, crescerlo ed educarlo insieme ai Mangiamorte per poterlo poi usare a suo favore in futuro, per farlo diventare il suo Primo Mangiamorte. Cosa succ...