19. LA PROPOSTA.

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"Ok, allora facciamo che la prossima volta andiamo fuori a cena." Harry si stava tirando su i jeans mentre parlava con Kate, ancora nuda nel letto. Erano a casa di lei. "Ma non c'entra niente." Kate rise coprendosi il volto con una mano. "Se ti chiedo di restare a dormire, non significa mica che stiamo insieme. Non capisco di cosa ti preoccupi tanto." Era già la terza volta che affrontavano quel discorso, e Harry cominciava a spazientirsi. "Non c'entra niente quello! E' solo che non mi va, te l'ho già detto tante volte." Si rimise la maglietta. Era agosto inoltrato, e qualche giornata di caldo reale si faceva sentire anche a Londra. Kate decise di rinunciarci, di nuovo. Per altro sapeva benissimo che Harry frequentava anche altre donne, ma lei si sentiva quasi speciale: era l'unica con cui lui tornava. Harry le fece l'occhiolino per salutarla, e se ne andò. Aveva voglia di camminare, così evitò di smaterializzarsi subito. La notte era fonda, e sulle strade di quel borgo londinese non si vedeva un'anima. Mise le mani in tasca e camminò, lasciandosi alle spalle tutti i pensieri che lo avevano tartassato per tutti quei giorni. Quando si cominciarono a vedere le primissime luci dell'alba, Harry si smaterializzò. "Non so, è strano.. So che è capitato che vedesse altre donne, anche se lui fa finta di niente.. Mi sta facendo diventare pazza credimi." Hermione entrò nella stanza proprio mentre Kate stava parlando di Harry con Jane, e vide nel suo volto una certa tristezza. Quello sguardo le era tremendamente familiare. "E' tutto a posto, Kate?" Le chiese, preparandosi un caffè."In realtà non molto, sai con Harry.." Disse Kate, e Hermione sorrise senza farsi vedere. "Ah, ho capito.." Lo disse come per concludere il discorso, ma Kate invece non ne voleva sapere. "Herm, ti prego, aiutami. Cosa devo fare? Non riesco a capirlo.." "Ehm, io.. Veramente dovrei.." Non avrebbe mai dato consigli su Harry a una sua amica, era una cosa contro natura per quanto le riguardava. "Devi solo lasciargli tempo, e i suoi spazi.. Sarà sempre lui a venire da te. Quando sarà pronto ad aprirsi completamente, lo capirai e basta." Prese il suo caffè e lasciò la stanza, non voleva stare li un minuto di più. Quella sera, quando Hermione tornò a casa sua, rimasta a bocca aperta. C'era il pavimento pieno di petali di rosa con un pezzo di pergamena affianco che diceva: SEGUICI. Non capiva, ma appoggiando la porta li per terra ubbidì. Arrivò fino alla sua stanza da letto, dove sopra il letto c'era un abito bellissimo da sera e una collana che la lasciò senza fiato. Vide una busta con su scritto il suo nome, e l'aprì. Preparati, ti aspetterò sotto casa. Non provare a chiamarmi e a chiedermi niente, è una sorpresa. Con amore, Ron. Hermione provò nel subconscio un moto di delusione a leggere quel nome, ma appoggiò la lettera e andò subito a farsi la doccia e a prepararsi. Una volta vestita, truccata e con i capelli perfettamente in ordine, scese le scale. Si sentiva quasi pronta per andare al ballo della scuola, ma con la persona sbagliata. Uscì dal portone e vide Ron, vestito di tutto punto e impeccabile, fuori da una macchina nuova fiammante. Lei lo guardò sorridendo e si avvicinò. "Ma che hai.." Cominciò Hermione, ma lui la zittì baciandola. "Sei bella da morire." Le disse, dolcemente. "Ora sali però, senza provare a farmi domande!" La guardò accigliato e salirono insieme. Ron cominciò a guidare, aveva preso la patente Babbana due anni prima perchè sapeva quanto a Hermione piacesse. Faceva sempre tutto per lei. Arrivarono davanti a un ristorante così bello e intimo, che Hermione lo guardò estasiata mentre scendevano dalla macchina. "Ma è bellissimo.." Un uomo vestito elegantissimo li venne a prendere e li scortò dentro. Si trovarono immersi in una grande sala, con solo un tavolo per due al centro. Era tutto così bello e magico, che Hermione ancora era senza fiato. Li portarono a sedersi, e lei si rese conto che sopra le loro teste, in alto, fluttuavano magicamente tutte le loro foto insieme. "Oggi sono tre anni che stiamo insieme, e volevo festeggiare come si deve. Come non abbiamo mai fatto." Ron, seduto davanti a lei, le prese la mano guardandola innamorato più che mai. Hermione crollò dal pero. Se l'era completamente dimenticato, ma finse molto bene. Gli sorrise e si passò la sua mano sul volto. Aveva organizzato tutto quello per lei, Ron era davvero unico e insostituibile. Un violino incantato cominciò a suonare lievemente poco distante, mentre le portate cominciavano ad arrivare. "Ho fatti preparare tutto ciò che più ti piace." Le disse Ron, cominciando a mangiare. "Sei fantastico, amore. Grazie davvero, mi hai fatta felice." Prima del dolce, Ron le chiese di ballare. Non l'aveva mai fatto, odiava ballare e non era capace. Hermione apprezzò non poco il suo gesto, sapeva quanto gli stava costando. Gli prese la mano e si alzò. Si cominciarono a muovere lentamente, e lei posò la testa sul petto di lui. Chiuse gli occhi, e l'immagine di Harry gli si piantò in testa. Li riaprì immediatamente, restando concentrata sulla situazione. Quando tornarono a sedersi, c'era un piccolo vassoio sul loro tavolo. Hermione fece per aprirlo, ma Ron con le sue parole la fermò. "Hermione, se dovessi dirti quando mi sono innamorato di te probabilmente neanche me lo ricorderei. Ma sono sicuro che è dal primissimo giorno in cui ti ho vista. Mi sono innamorato della tua immancabile intelligenza, delle tue sicurezze, dei tuoi sbagli, del tuo unico sorriso, della cura che hai nelle persone, della tua bontà, della tua bellezza, dolcezza e semplicità." Ron fece una pausa, e Hermione non disse niente. Ancora non capiva dove volesse arrivare. "Oggi sono tre anni che stiamo insieme, sembra tantissimo ma in realtà è una punta di spillo in confronto a quanto tempo vorrei passare insieme a te." Aprì il coperchio del piccolo vassoio, e una piccolo astuccio blu vellutato apparve sotto gli occhi di Hermione. Spalancò gli occhi, e finalmente capì tutto. Oddio ti prego, no. Non dirmelo. Non farlo. Io non sono pronta, non chiedermelo. Ti prego. I pensieri di Hermione vagavano veloci, ma non evitarono la richiesta di Ron. Aprì il piccolo astuccio, da dove uscì un bellissimo anello con diamante. "Hermione, vuoi sposarmi?" Le cadde completamente il mondo addosso. Si sentì quasi mancare, era sbiancata. La terra sotto ai suoi piedi non c'era più, e la bellissima sala che Ron aveva preso per lei e solo per lei cominciò a girare da sola. Lacrime calde cominciarono a scederle sul viso, inesorabilmente. Ron sembrò allarmarsi, così decise di parlare. "Ron, io.." Prese un bel respiro, ma le parole le uscirono da sole. "Devi darmi tempo, per pensarci. Te lo chiedo con il cuore in mano." Si rese conto che mandò in frantumi tutta la serata, tutta la preparazione che lui aveva dovuto fare, tutto l'amore sincero che le aveva appena dichiarato. Si alzò, lasciando Ron ancora più sbigottito. "Ti prego, scusami. Ti chiamo appena posso." Si voltò, e senza guardarsi più indietro uscì da quel magnifico e maledetto ristorante e si mise a correre. I tacchi non l'aiutavano affatto, e la piccola borsa che aveva in mano le dava solo fastidio. Cominciò a piangere forte, non sapeva neanche dove stava andando. Decise di chiudere gli occhi e smaterializzarsi, nell'unico posto dove voleva andare in quel momento. Godric's Hollow stava quasi dormendo a quell'ora, ma le poche persone che la videro passare in quello stato si voltarono a fissarla. Arrivò davanti a casa di Harry respirando a fatica, e gonfia di lacrime. Bussò, senza minimamente pensarci. Ma che cosa stava facendo? Non le importava, lei voleva stare li in quel momento. Con lui. Harry aprì la porta e rimase a bocca aperta a vederla così. "Hermione.." La prese subito tra le braccia portandola dentro, chiuse la porta. E a lei sembrò subito di poter di nuovo respirare. "Shh.. Shh.." Le sussurrò lui nell'orecchio, accarezzandole la schiena e tenendola stretta. Lei si era appesa con entrambe le mani alla sua maglietta, e piangeva forte contro il suo petto. Quei segni di trucco che stava lasciando probabilmente non sarebbero andati più via. Harry le mise un braccio dietro la schiena e uno dietro alle gambe e la sollevò con facilità, e con estrema dolcezza. Era così fragile che poteva rompersi. Lei gli strinse il collo, e piano piano cominciò a calmarsi. Andò dal divano e si mise seduto, tenendo lei in braccio. Non l'avrebbe lasciata per nessuna ragione al mondo. Non sapeva il motivo per cui piangeva in quel modo, ma se avesse scoperto chi l'aveva ridotta così l'avrebbe ucciso all'istante. Hermione aveva la testa appoggiata sulla sua spalla, i loro profumi si mischiarono, creando l'odore più buono del mondo. "Scusami.." Sussurrò lei, smettendo definitivamente di singhiozzare. Harry le baciò la testa, continuando a coccolarla dolcemente. Non le avrebbe chiesto niente, sapeva che se voleva avrebbe parlato lei. Restarono così per un po', poi Harry decise di rompere il silenzio. "Vado a prepararti un the.." Hermione gli teneva ancora la maglietta e lo lasciò andare mal volentieri, mettendosi seduta sul divano. "Però torna subito.." Lo implorò. Come promesso, Harry tornò dopo cinque minuti con una tazza fumante di the, e gliela porse. La teneva stretta nelle mani, e soffiava per farlo un po' raffreddare. Harry la guardò con tanta tenerezza che quasi sentì male al cuore. Non le disse niente, ma le rimase affianco mettendole un braccio sulle spalle aspettando che si calmasse del tutto. "Con un bel the si risolve tutto, vero?" Disse Hermione sorridendo appena e appoggiando la tazza sul tavolino di fronte al divano. Harry annuì sorridendo. "Mi dispiace di essere piombata qui così, magari aveva anche da fare." Provò una fitta di gelosia nel pensare che magari doveva vedersi con Kate. "Non avevo assolutamente niente da fare. E anche se ce l'avessi avuto, me ne sarei fregato." Le disse semplicemente. Hermione si tolse i tacchi e cominciò a massaggiarsi i piedi. Harry si accorse che era vestita decisamente elegante e che per mettersi i capelli così raccolti ci aveva impiegato sicuramente del tempo. Ora ciuffi ribelli le ricadevano sul viso, rendendola ancora più bella pensò lui. "Vieni, sono sicuro che vuoi sistemarti e cambiarti." La riprese in braccio, dirigendosi al piano di sopra. Non voleva assolutamente che si affaticasse e sentiva la necessità di proteggerla, tenendola sempre stretta a se. Hermione non oppose resistenza, ma anzi gliene fu immensamente grata. Le diede dei sui pantaloncini e una sua maglietta e la lasciò in bagno. Tornò di sotto e si mise sul divano ad aspettarla. Non passò troppo tempo quando Hermione scese, vestita con la roba di Harry, completamente struccata e con i capelli lunghi e sciolti lungo le spalle e la schiena. Bellissima. "Io ti preferisco così.." Le disse Harry facendola sedere affianco a se. Lei sorrise, tirando su le gambe e rannicchiandosi li vicino a lui. Harry l'accolse tra le sue braccia e immerse il suo viso nei suoi capelli. Chiuse gli occhi, non riuscendo più a connettere il cervello per il profumo che emanavano. "Puoi dormire qui stanotte, se ti va." Le disse piano. Lei mise una mano sopra quella di lui e annuì. "Si, voglio restare qui." Hermione chiuse gli occhi e si rilassò. Era come se tutte le parti di lei, in quel momento, fossero al loro posto. Stettero così per un bel po', senza il bisogno di dirsi niente. Lei si fece coccolare e proteggere, lui la tenne stretta pronto a uccidere chiunque osasse portargliela via. "Ti porto a letto." Le disse a un certo punto. Lei annuì, e stavolta si alzò da sola. Andarono entrambi verso la stanza di Harry, e quando lei entrò lui indugiò sulla porta. "Hai tutto quello che ti serve qui, le lenzuola le ho appena cambiate. Il bagno hai visto dov'è, e per qualsiasi così io sarò giù, dormo sul divano." Appena Harry finì la frase, Hermione lo guardò piegando la testa. Sorrise e si avvicinò a lui, gli prese la mano e lo portò dentro la stanza chiudendo la porta. "Non fare lo stupido.." Gli disse scuotendo la testa. Harry non replicò, sapeva che con lei avrebbe sempre perso. Si misero a letto, e lui si mise a una certa distanza. Non voleva rischiare che lei pensasse male, voleva che sapesse quanto la rispettava. "Allora, buonanotte.." Le disse, nel buio della stanza. "Buonanotte.." Rispose lei. Il silenzio regnava, e nessuno dei due osava muoversi. Harry aveva gli occhi aperti, e provava a sentire il respiro di Hermione. Voleva sentire quando diventava profondo e regolare, così voleva dire che si era addormentata. "Harry.." Disse improvvisamente lei, con la voce quasi rotta. "Piccola, dimmi." Le rispose girando la testa verso di lei. "Abbracciami." Harry non se lo fece ripetere due volte e la prese tra le braccia. Ora si sentiva decisamente meglio. Cominciò ad accarezzarla dolcemente, dandole piccoli baci sulla testa, sulla fronte, sulle guance. La tenne così, come se potesse essere l'ultima volta in cui l'avrebbe abbracciata a quella maniera. Si addormentarono insieme, intrecciando le loro mani e i loro i cuori. Harry si svegliò di colpo. Erano sette anni che non dormiva così bene, e ora si sentiva quasi rimbambito dal sonno. La luce entrava prepotentemente dagli spiragli della finestra, segno che era già mattino inoltrato. Si girò e non vide nessuno. Mise la mano sul cuscino. "Hermione.." Sussurrò. Si alzò e uscì dalla stanza, sentì dei rumori provenire dalla cucina e sorrise tranquillo. Era ancora li, non era stato un sogno. Si buttò sotto la doccia velocemente, aveva voglia di vederla. Scese le scale ed entrò in cucina. La vide con il vestito della sera prima, i capelli raccolti disordinatamente e i piedi scalzi. Lo sentì e lo guardò. Gli sorrise, ma senza la minima allegria. Solo tristezza. Harry si avvicinò con calma. "Va tutto bene?" Le chiese. "Si, ti ho preparato la colazione." Gli indicò il tavolo con tutto il cibo che aveva preparato. "Io devo andare via." Senza aspettare una sua risposta, gli passò accanto e si diresse verso la porta prendendo in mano la borsetta. "Come sarebbe?" Harry la seguì, più confuso che mai. "Ti presenti qui, disperata. Non ti chiedo niente, e tu adesso te ne vai? Che cosa dovrei pensare io?" "Niente, Harry. Non devi pensare niente. Probabilmente ho sbagliato a venire qui, ma ti ringrazio dell'ospitalità." Si voltò e fece per aprire la porta, ma Harry mise le braccia ai lati di lei e bloccò la porta. Erano così vicini, che Harry si appoggiò alla schiena di lei. "Adesso sei tu a fare la stupida." Le disse. Hermione chiuse gli occhi. Avrebbe voluto dirgli mille cose, ma non le usciva niente. Trovando tutta la forza che aveva, si voltò e si appropriò dei suoi occhi verdi. Avevano i volti così vicini che si sentivano i respiri a vicenda. Entrambi i loro cuori cominciarono a martellare. Cominciarono ad avvicinarsi ancora e ancora, millimetro per millimetro, senza mai distogliere lo sguardo. "Sono qui, adesso. Resta con me." Disse Harry, prima di annullare completamente la distanza tra di loro. Esplose tutto. Si baciarono con tenerezza, con passione, con tutto l'amore che bruciava dentro ad entrambi. Hermione gli mise una mano sul collo, e poi nei capelli. In quei capelli che tanto amava. Harry la strinse tra le braccia, assaporando appieno quel bacio che stava aspettando da sette anni. Quando si staccarono, Hermione stava lacrimando di nuovo. Sempre in silenzio, come tutto ciò che succedeva tra di loro. Gli accarezzò il viso e lui a quel tocco chiuse gli occhi. "Non posso." Sussurrò lei. Staccò la mano e, senza che Harry potesse dire o fare niente, si smaterializzò. Hermione aveva preso la decisione giusta, ne era consapevole e più che certa. L'aveva fatto soprattutto per se stessa, perchè solo così avrebbe potuto avere una vita normale e serena. Ogni giorno di più se ne rendeva conto, e non aveva alcuna intenzione di tornare nei suoi passi. Quello che era stato era stato, e lo avrebbe conservato con lei per sempre. Harry guardava quel pezzo di carta con tale delusione che se avesse potuto l'avrebbe incenerito con lo sguardo. Non si era più fatta vedere da cinque giorni, l'aveva cercata, era andato sotto casa sua, in ospedale. Niente. Non si era mai fatta trovare o aveva finto di non esserci. Sarebbe diventato pazzo dalla confusione, ma quella mattina era arrivata quella busta. Tutto si sarebbe aspettato, meno che quello. Ronald Bilius Weasley e Hermione Jean Granger sono lieti di annunciare il loro matrimonio, che si terrà il 15 settembre presso... Harry smise di rileggere quell'invito, lo accartocciò buttandolo via. Ron aveva chiesto a Hermione di sposarlo, e lei era scappata presentandosi a casa di Harry. Non gli ci era voluto molto per capire com'era andata la serata. Forse era venuta per capire. E aveva capito che era sinceramente innamorata di Ron. Harry smise di pensare, gli faceva troppo male. Uscì di casa e si diresse subito al Ministero, anche se quello era il suo giorno libero. Chiese di poter parlare con il Ministro, che lo accolse dopo pochi minuti. "Harry, come posso aiutarla?" Gli chiese facendolo accomodare nel suo ufficio. "Signore, mi dispiace disturbarla ma era urgente. Sono qui perchè voglio chiedere il trasferimento nel Ministero in America, con effetto immediato." "Ho deciso di invitare anche Harry Potter al matrimonio, gli ho mandato l'invito proprio stamattina." Disse Ron sedendosi sul divano accanto ad Hermione, che leggeva. Sollevò lo sguardo dal libro. Pensò a come Harry aveva reagito, pensò al loro ultimo bacio, pensò a tutte le volte che lui in quei giorni l'aveva disperatamente cercata e lei non si era mai fatta trovare. "Hai fatto bene." Gli sorrise, e tornò al suo libro. Ron si alzò di nuovo dirigendosi verso il bagno. "Però non credo verrà.." Continuò lui alzando la voce così che lei lo sentisse. "Come fai a dirlo?" Hermione non alzò lo sguardo. "Perchè oggi ha chiesto il trasferimento in America, e il Ministro gliel'ha accettato." Ron entrò nel bagno sbadigliando e chiuse la porta. Hermione si sentì sprofondare. Chiuse gli occhi, cercando di rimanere lucida e non piangere. Lo perdeva un'altra volta. Ma infondo lei se lo aspettava, e forse lo sperava. Almeno non si sarebbero rivisti più e sarebbe stato tutto più semplice. In quel momento lei aveva un solo obiettivo: essere di nuovo felice. E lo avrebbe raggiunto comportandosi così, accanto all'uomo che l'aveva amata per tutta la vita e che non le avrebbe mai fatto del male e lontana dall'uomo con cui aveva condiviso pochissimo e con il quale aveva solo sofferto. Si, il ragionamento era perfetto e giusto. Ma allora perchè aveva una voragine nel petto?

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