Capitolo 7 Bedford Square

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"Sto dicendo che anche tu potresti andare all'università. Non sei ancora troppo vecchio, e so che al professore non dispiacerebbe pagare."

Ben avrebbe dovuto sapere che Sally non avrebbe fatto cadere la discussione solo perché erano rimasti a casa. Lo seguì su per le scale, così concentrata nell'esporre il suo punto di vista da inciampare quasi nei suoi piedi. Lui si sforzò di ignorare il modo in cui la pelle gli bruciava quando lei gli era accanto. Non sapeva perché, ma da quando Estelle se n'era andata si sentiva talmente indiavolato da avere erezioni costanti e potenti, come non ne aveva più avute da quando aveva appena scoperto a cosa servissero il suo tronco e le sue palle. Per anni aveva avuto un'attrazione assolutamente involontaria ma molto coinvolgente verso Sally, ma la sua recente sensibilità nei suoi confronti - che non diminuiva neanche quando lei si comportava da stronza - lo esasperava. Era come se la partenza di Estelle fosse stata un catalizzatore, come se qualcuno avesse vaporizzato nell'aria di casa loro un invisibile afrodisiaco. Ben non avrebbe voluto reagire in quel modo. Sally non aveva bisogno di avere altri punti di vantaggio nei suoi confronti. 

Si fermò davanti alla porta della propria camera e si voltò per dire la sua. "La mia decisione di andare a scuola o meno non ha niente a che fare con chi paga, o con quanto sarei vecchio."

Sally reagì mettendosi le mani sui fianchi, cosa che e fece sobbalzare i seni sotto il golf rosa pallido che indossava con tanta forza da far diventare spaventosamente duro l'uccello di Ben. Il pizzo bianco che le ornava il colletto mentiva totalmente riguardo alla sua vera natura. Le tette di Sally erano un'arma che usava senza vergogna contro gli uomini con poca volontà.

"Hai paura di non essere abbastanza intelligente...." disse.

"Sally, sei l'unica di tutta la famiglia che pensa che io non sia intelligente. No." Le prese la piccola testa tra le mani mettendole un pollice sulle labbra per farla stare zitta. I grandi occhi celesti di lei si spalancarono. "Adoro lavorare in officina. Adoro smontare le automobili e ripararle. Ogni mattina sono felice di alzarmi dal letto."

"Potresti essere felice anche a scuola."

"Tu saresti felice se io fossi lì. Io sarei arrabbiato e perderei del tempo. Diamine, tu stessa ci vorresti andare solo perché pensi che le feste siano divertenti."

"Questo non è ......"

"Basta, tesoro. Non ho intenzione di continuare questa discussione." Si infilò nella porta della sua stanza prima che lei glielo potesse impedire e se la chiuse fermamente alle spalle. La sentì sbuffare, e poi silenzio. Si liberò della sua giacca sportiva con un senso di liberazione. Non ricordava di aver mai avuto l'ultima parola con lei, prima. fu una bella sensazione: soddisfacente.... almeno fino a che un'incredibile vampata di calore gli esplose nelle parti basse.

Gemette e si afferrò l'erezione, che improvvisamente aveva preso a fargli male. Gesù, doveva esserci qualcosa che non andava, in lui. Non aveva mai provato tanto desiderio prima. Non gli aveva mai fatto tanto male. Prese subito a massaggiarsi, poi si abbassò la lampo. Doveva sfogarsi, doveva sentire la sua mano sulla pelle nuda. Frugò freneticamente nella parte bassa della camicia e poi nelle mutande. L'uccello gli pulsava con il ritmo del tamburo di una bandiera militare. Si afferrò il manico e pregò di riuscire a pompare quella dannata cosa abbastanza in fretta.


Sally rimase ferma fuori dalla porta di Ben, con un centinaio di risposte taglienti sulla punta della lingua. Non pensava che lui fosse stupido, voleva semplicemente il meglio per lui. Glielo devo dire, pensò battendo con impazienza il piede. Perché tutti la accusavano di essere troppo dura con lui? La rabbia montò dentro di lei, seguita da qualcosa di più profondo e cattivo, qualcosa cui non si preoccupò di dare un nome. Qualunque cosa fosse, la rendeva sconsiderata. Ben non poteva sbatterle la porta in faccia. E non aveva importanza il fatto che l'avesse davvero sbattuta. Lei non aveva finito di parlargli. Afferrò la maniglia e aprì la porta senza chiedersi se fosse un gesto educato.

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