Capitolo 4 Tottenham Court Mansions

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"Il caro vecchietto è di nuovo a dieta"sospirò Sally. "Lui e il suo 'stomaco delicato'. Dovrebbe semplicemente smettere di bere, così il suo stomaco andrebbe a posto."
Sally era fianco a fianco con Estelle nella nuovissima cucina del suo nuovissimo appartamento. La stava aiutando a sistemare le cose per il tè sul carrellino di vetro e metallo.
Tottenham Court Mansions, com'erano chiamati quei moderni appartamenti superaccessoriati, non erano a più di cinque minuti di cammino da Bedford Square. Eppure, essere lì a ultimare i preparativi per accogliere i suoi primi ospiti aveva il potere di far formicolare le dita di Estelle dall'agitazione. Anche la mano che era stata colpita dal fulmine, che era curiosamente più forte dell'altra, sembrava sul punto di intorpidirsi.
Estelle aveva un posto davvero suo, ora. Con i suoi tappeti e le sue sedie e, soprattutto, la sua privacy. Amava vivere con i Fitz Clare, forse persino troppo, ma a ventisei anni quello spostamento la faceva finalmente sentire adulta.
"Non capisco perché continui a dire che beve" disse Estelle aprendo con cautela un altro pacchettino di Harrods.
Estelle non sapeva cucinare, così il cibo per i festeggiamenti di quella sera arrivavano dalla cucina della ditta per cui lavorava. "Non ho mai visto il professore bere più di mezzo bicchiere."
"Non l'hai neanche mai visto camminare a fatica la mattina, mentre cerca di prepararmi la colazione prima di andare a scuola."
"Non ti prepara la colazione da quando ha assunto la signora Mackie come vostra governante, per cui se anche beveva magari ha smesso. E non credo neanche che tu e Ben dovreste chiamarlo 'caro vecchietto'. Lo fate sembrare rincoglionito."
"Oh signore" sbuffò Sally mentre sistemava l'ultima tortina sil piatto che aveva preparato. "Non dirmi che hai ancora una cotta per lui."
Estelle arrossì e si concentrò nello spalmare il paté sui toast triangolari. La porta della cucina non era insonorizzata, e lei pregò che la voce di Sally fosse abbastanza bassa da non arrivare dall'altra parte. Graham non era ancora arrivato, ma Ben e il professore stavano educatamente aspettando in salotto. Pensando a come si sarebbe sentita se i due uomini avessero scoperto i suoi sentimenti, l'unico punto fresco di tutta la faccia di Estella era la vecchia cicatrice a forma di ragnatela lasciatale dal fulmine sotto l'occhio destro.
"È solo che è sempre stato gentile con me" disse. "Non mi piace sentirti parlar male di lui."
Sally sbuffò ma non aggiunse altro su quell'argomento. Anche le sue guance erano arrossate, ma solo per via del fornello su cui la teiera era stata messa a bollire. Su di lei quel colore sembrava quello delle rose, e non indicava imbarazzo. Diciassette anni, era cresciuta fino a diventare la bellezza che prometteva di diventare quand'era bambina, anche se assomigliava più a Jean Harlow che a una bambola di porcellana.
Per lo sgomento di Estelle, a lei piaceva emulare l'abitudine di quella bomba platinata di gironzolare con i piccoli seni non costretti dal reggipetto. Checché ne dicesse Sally, non era così piccola da poterselo permettere.
"Questo posto è davvero delizioso" disse Sally in segno di pace. "Sono terribilmente gelosa, anche se sono ancora arrabbiata con te per l'essertene andata di casa."
"Anche tu te ne andrai di casa, un giorno. Quando la smetterai di coltivare quell'orda di seguaci e ti accontenterai di un marito."
"Accontentarsi è la parola giusta." Sally scosse il suo caschetto di capelli biondi. "Se me ne andrò di casa, sarà solo per andare a Hollywood e diventare una stella del cinematografo. Il caro vecchietto ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui." Sorrise per far capire a Estelle che la stava prendendo in giro.
Quando Estelle stava per scuotere la testa, un trambusto proveniente dal corridoio le fece capire che Graham era finalmente arrivato.
"Oh, che bello!" esclamò Sally, dimenticando la sua tanto coltivata aria matura. "Adesso potrai vedere il regalo che ti abbiamo comprato dividendoci le spese."
Corse fuori dalla cucina, lasciando Estelle a occuparsi del carrellino pesantemente carico. Lo spinse fuori dalla porta appena in tempo per vedere Sally abbracciare Graham infilando le braccia sotto i lembi del suo impermeabile bagnato. Estelle si portò entrambe le mani alla bocca. Poggiato sul parquet dell'ingresso c'era un aspirapolvere nuovo fiammante, con un fiocco rosso appeso al tubo flessibile.
"Mi spiace per l'acqua" disse Graham parlando sopra la testa di Sally. "Ho cercato di proteggerlo con l'impermeabile, ma sta piovendo fortissimo."
"È bellissimo" disse Estelle, con gli occhi che le si inumidivano. Non riusciva a credere che le avessero comprato una cosa così costosa. Sopraffatta dall'emozione, si chinò per baciare la guancia di Ben, che era quello seduto più vicino a lei. Lui in particolare aveva messo ogni singolo penny che aveva guadagnato al garage e che stava risparmiando per mettersi a lavorare in proprio.
"Presto, qualcuno sparga delle briciole per terra" scherzò Ben, ritraendosi dalle sue effusioni. Aveva ventidue anni e, soprattutto accanto a Sally, tendeva a proteggere la sua dignità. "Estelle vuole provare il suo regalo."
"Il tè!" gridò Estelle, ricordandoselo per aver sentito parlare di briciole.
"Vado io." Il professore spinse indietro la sedia, sorridendole affettuosamente. Veder ergersi il corpo di lui in tutta la sua altezza fu per lei eccitante come sempre. Estelle scostò lo sguardo, chiedendosi una volta di più come lo si potesse trovare vecchio. A lei sembrava giovane come il giorno in cui l'aveva conosciuto.
"La teiera è ancora in cucina, immagino."
"Sì,ma..."
"Dovreste vedere la sua cucina!" esclamò Sally eccitata.
"Ha un refrigeratore e le mattonelle a scacchi, e un tavolo pieghevole nascosto nel muro che è veramente ingegnoso!"
"Un refrigeratore?" ripeté Graham mentre un'ombra gli attraversava il viso senza che Estelle ne capisse la ragione.
"Compreso nell'appartamento?"
"E il riscaldamento a gas. Gesù, quanto mi piacerebbe non dover più armeggiare con il carbone!"
"Ehi" disse Ben toccandosi col pollice l'ampio petto. Indossava un maglione scozzese senza cravatta, che lo rendeva tra tutti quello vestito meno formalmente. "Sono io che te lo porto in camera, metà delle volte."
"E l'altra metà?" chiese Sally portando i piccoli pugni sui fianchi. Il movimento fece sobbalzare i seni sotto la camicetta di raso, e a quella vista Estelle trasalì. "Devo stare attenta all'aspetto."
"Zitti" dise Graham prima che Ben potesse rispondere.
"Niente discussioni alla festa di Estelle." Le sorrise, con un'espressione così simile a quella del professore che lei si strinse il cuore. Estelle e Graham erano più vicini di età, e lei aveva sempre provato un legame particolare con lui. "La tua nuova casa è deliziosa. Sono felice che tu abbia trovato un bel posto dove vivere."
"Anch'io." Estelle non riuscì a evitare un piccolo sobbalzo alla Sally. "E il mutuo è così ragionevole! Non riesco a credere che la banca non chiedesse di più."
"A proposito..." Lo sguardo di Graham si rivolse alla cucina, dove il professore stava facendo tintinnare le tazze.
Estelle gli mostrò i palmi delle mani per interromperlo.
"Sei gentile a preoccuparti, ma non è necessario. Tra quello che mi pagano da Harrods e quello che mi hanno lasciato i miei genitori, sarò in grado di mettere da parte dei soldi proprio come Ben."
Ricordandosi dei suoi compiti da padrona di casa, raccolse l'impermeabile gocciolante di Graham e lo appese nel suo nuovo armadio a muro. Inaspettatamente, Graham la seguì. Quando lei si voltò dopo aver chiuso la porta, lui la stava guardando con preoccupazione. Erano separati dagli altri dal muro lungo un braccio che delimitava l'ingresso dell'appartamento. Graham era l'unico dei Fitz Clare che non aveva i capelli di una qualche tonalità di biondo, e una leggera ombra di basette gli scuriva la mascella. Alle volte Estelle si dimenticava di quanto fosse alto, di quanto fosse massiccio e mascolino. Con sua sorpresa, la accarezzò dolcemente con le dita sotto la cicatrice sulla guancia. Raramente i Fitz Clare parlavano del suo vecchio incidente; raramente ci facevano caso, per quanto poteva dire lei. L'aveva avuta sin da quando li aveva conosciuti, in fondo.
Lui parlò a voce bassa, in tono confidenzuale. "Se avessi mai bisogno di aiuto, io ho dei soldi da parte."
Graham tendeva sempre a preoccuparsi un pó troppo, ma quell'offerta la commosse. Stava per ringraziarlo, e rassicurarlo, quando un ronzio nell'orecchio destro la avvisò di non farlo. Alle volte quell'orecchio, quello che il fulmine aveva bruciato, si comportava stranamente.
Una donna come te non dovrebbe essere in debito con un mostro, pensò che Graham avesse detto. Ovviamente si trattava solo di un'allucinazione. Estelle si sfregò una tempia e la scacciò.
"Oh, non è carino?" gridò Sally, ignorando il fatto che probabilmente Graham non avrebbe voluto farsi sentire da lei.
"Certe persone sono così generose."
Dato che stava guardando intensamente Ben, Estelle capì esattamente cosa intendeva. Il passatempo preferito di Sally era paragonare suo fratello con il maggiore.
"Vergogna, Sally" la rimproverò Estelle. "Sai bene quant'è generoso Ben."
"Quelli sono prestiti. E glieli restituisco sempre... quasi."
"Tè" annunciò il professore prima che la discussione potesse infuocarsi. "Vedo che hai preparato il tavolo in sala da pranzo. Vogliamo mangiare là?"
La 'sala da pranzo' era più un angolo da pranzo, essendo separata dal salotto solo da una specie di arcata. I muri erano di un blu delicato e le finestre erano quel tipo ricurvo e con vetro a reticolo che i costruttori moderni chiamavano 'prendisole'. Quella sera, tutto ciò che prendevano era la pioggia, ma la vista degli autobus a due piani era ugualmente divertente. L'arredamento era il più lontano possibile da quello triste in stile edoardiano dei suoi genitori, e anche solo per questo Estelle lo adorava. Scoppiò quasi d'orgoglio quando le persone che lei più amava al mondo presero posto attorno al tavolo. A parte i battibecchi, niente le aveva dato più piacere che essere con i Fitz Clare. Si amavano più di qualunque altra famiglia che lei conoscesse. Non aveva alcun dubbio che ognuno di loro, Sally compresa, avrebbe dato la vita per gli altri.
Sempreché Sally e Ben non si strangolassero a vicenda, prima.
"Lascia che Estelle si sieda a capotavola" disse Ben. "È lei la padrona di casa." Sally mise il broncio, ma si fece da parte. Gli altri, come al solito, fecero del loro meglio per ignorarli.
"Alla padrona di casa" disse Graham brindando con il tè.
"Possa questa essere la prima di una lunga serie di serate che trascorre con noi."
"Giusto, giusto" gli fece eco il professore dall'altro lato del tavolo. "Alla salute di tutti noi."
Estelle era così emozionata da non riuscire a parlare. Sorrise a tutti guardandoli attraverso le lacrime, certa di essere la donna più fortunata di tutta Londra.

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