Capitolo 8 Harrods

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Graham rimase nascosto nell'ombra di Hans Crescent, di fronte alla porta di servizio di Harrods. Estelle era in ritardo, uscendo dal lavoro, e la cosa lo preoccupava, anche se sapeva che il suo capo, uno dei responsabili di reparto del negozio, poteva averle chiesto di fare gli straordinari.
Trovò conforto nel fatto che non stesse piovendo, faceva solo freddo e c'era un pò di nebbia. Estrasse il suo orologio da taschino dalla giacca e controllò l'ora. Otto in punto. Gli ultimi clienti erano stati accompagnati fuori un'ora prima. I colleghi di Estelle, per la maggior parte, erano scomparsi nella stazione della metropolitana di Knightsbridge. Quando Graham alzò lo sguardo sulla grandiosa facciata color terracotta del negozio, le luci dei piani alti dove c'erano gli uffici erano spente. Lei avrebbe dovuto essere fuori ormai.
Si sforzò di non correre lungo la strada piena di nebbia. La prima regola degli appostamenti era di non attirare l'attenzione. La seconda era di tenere aperti occhi e orecchie. Graham lo stava facendo, quando udì dei passi frettolosi percorrere la stradina nella sua direzione.
I passi appartenevano a due uomini grandi e grossi. Anche se indossavano le famose uniformi verdi dei portieri di Harrods, non sembravano proprio svegli abbastanza da esserlo. I loro cappotti non svolazzavano come avrebbero dovuto, innanzitutto. E poi i loro volti erano, per gli standard di Harrods, inaccettabilmente mal rasati.
Per evitare di essere visto, Graham si nascose ancora di più nella'ombra. Gli uomini si guardavano dietro le spalle come per controllare di non essere visti. Quando non videro nessuno risero di una risata bassa e gutturale. Il cuore di Graham prese a battere più velocemente a quel suono sinistro. Dopo un'ultima occhiata dietro le spalle, la coppia scomparve nell'entrata di servizio.
Idioti, pensò Graham entrando in azione immediatamente. Non avrebbe lasciato entrare quei brutti senza seguirli.

Il lato positivo dell'essere trattenuta in ufficio a sbrigare la corrispondenza 'terribilmente importante' per il suo capo, era che Estelle poteva uscire da sola. Non prendeva mai l'ascensore quando'era da sola, preeferendo una tranquilla passeggiata lungo i piani del negozio, gustandosi la straordinaria varietà di offerte di ogni reparto.
Sally sarebbe scoppiata a ridere se avesse saputo dei sospiri di quella sua amica così sensibile di fronte alle nuove porcellane appena arrivate da Parigi.
Il reparto di abbigliamento femminile era il preferito di Estelle, e le piaceva lasciarlo per ultimo. Non era stato modernizzato, e le decorazioni originali dell'intonaco in stile rococò roteavano sul soffitto e lungo i muri, come se Maria Antonietta in persona potesse andare lì a fare compere. L'apertura nel centro del pavimento era ugualmente squisita. Alcune sere Estelle guardava su, nell'apertura dei piani superiori, e si lasciava mozzare il fiato.
Quella sera era fortunata. L'esercito di addetti alle pulizie di Harrods aveva già finito quel reparto. Le poche luci rimaste accese davano l'impressione di essere sott'acqua, facendo muovere le ombre in continuazione r dando un senso di mistero a tutto l'ambiente. Estelle sorrise alla bellissima tonaca da ballo scollata sulla schiena che uno dei manichini senza testa indossava. Sally avrebbe adorato quel luccicante abito si seta rosa con orlo diagonale. Anche lei lo adorava........ perlomeno fino a che un freddo formicolio non le percorse la schiena.
''C'è qualcuno?" chiese girando istintivamente in circolo.
"Sono io, miss Berenger" disse una voce che lei non riconobbe.
Una figura emerse dall'ombra, un uomo alto e robusto. La vista di quella familiare uniforme la rassicurò solo per un istante, la mano le corse subito al collo per nascondere le pulsazioni rapide.
"Non credo di conoscerla" disse con decisione.
"Non c'è problema." La figura le sorrise, mostrando dei denti macchiati di tè. Avanzava verso di lei mentre lei arretrava. "Io conosco lei molto bene."
Fu così sorpreso quando il suo grosso braccia scattò in avanti che non si preoccupò di proteggersi il viso. Il pugno la colpì in un occhio senza incontrare difese e sembrandole pesante come un prosciutto.
Mi ha colpita, pensò, stordita da quella grande scorrettezza. Un uomo mi ha colpita!
Fu quello l'unico pensiero che il suo cervello riuscì a elaborare prima di cadere a terra.
Priva di conoscenza, non si accorse che l'uomo che l'aveva colpita la stava trascinando verso il parapetto dell'apertura nel pavimento. Come non si accorse degli insulti che le rivolgeva per il peso del suo corpo svenuto mentre cercava di alzarla a sufficienza per farla cadere giù.
Se avesse visto l'eroica entrata di Graham, probabilmente le sarebbe piaciuta. Il socio del primo uomo che lo colpiva da dietro, invece, probabilmente le sarebbe piaciuto di meno. Avrebbe potuto avvisare Graham che il reparto ferramenta era a quello stesso piano. L'attizzatoio con cui l'uomo lo colpì in testa lo mise facilmente fuori combattimento. Graham cadde dietro uno scaffale di biancheria intima femminile come una quercia.
Risolto il problema, il primo assalitore disse al socio di andare ad aiutarlo. "Questa donna pesa un quintale" brontolò. "Alle donne non dovrebbe essere permesso di diventare così alte."
Invece di aiutarlo, il secondo uomo sbirciò oltre il parapetto decorato. "Sei sicuro che la caduta la ucciderà? È un piano solo. Magari possiamo romperle il collo."
"Odio rompere colli" gli rispose l'altro alzando leggermente le spalle. "Fa un suono terribile. Prendiamo la per le caviglie, così cade a testa in giù."

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