Estelle non era per nulla convinta che annunciare il fidanzamento fosse una buona idea, nonostante l'opinione di Edmund secondo cui non c'era alcuna ragione di nasconderlo. Secondo lui, l'unica cosa che avrebbe potuto cambiare ciò che lei provava per lui era già accaduta. Dato che entrambi avevano ammesso di essere decisi, lui voleva - no, doveva - dichiararla sua nel modo tradizionale.
"Potremmo almeno aspettare che Graham ritorni" borbottò lei mentre lui la guidava per un gomito nell'accogliente sala da pranzo di Bedford Square. Le pareti erano formate da lucidi pannelli di legno, e i pesanti candelabri d'argento erano stati lustrati fino a brillare. La presa di Edmund al suo braccio si fece più stretta, come se sapesse che, se ne avesse avuto l'occasione, sarebbe scappata.
"Graham avrà i suoi orari. Penso tu sappia che le cose non si faranno più facili col tempo."
"La procrastinazione non è sempre un nemico" replicò lei.
Lui sorrise e spostò una sedia per lei. Era la sedia degli ospiti, che si trovava dall'altro lato del tavolo rispetto al suo posto, esattamente dove si sarebbe seduta sua moglie se ne avesse avuta una. Quando viveva sotto quel tetto, aveva provato un malsano piacere ad avere quella sedia riservata per lei. Ora quel privilegio le faceva vibrare il cuore. Sulla pelle scorrevano brividi di nervosismo.
"Vuoi che ti presti il mio cappotto?" si offrì Edmund, prendendola in giro un pó pesantemente. I suoi occhi accesi la riscaldarono immediatamente. Lui sapeva che prestarle quel capo di vestiario sarebbe stato un ulteriore modo per dichiararla pubblicamente sua.
Sally entrò nella stanza mentre Estelle si accigliava.
"Ciao Estelle" disse. "Oh, il servizio buono. Che si festeggia?"
"Non si festeggia niente" rispose subito Estelle.
Edmund rise tra sé e sé e accese le altre candele bianche.
Ben entrò mentre stava accendendo l'ultima. Il figlio di Edmund si era lavato dopo essere tornato a casa dal lavoro. I suoi capelli biondi striati erano perfettamente pettinati e la sua faccia era rasata di fresco. Estelle era talmente abituata a lui che a volte si dimenticava di quanto fosse bello: così bello da far danni, con quel suo sorriso sbilenco e quel suo sguardo da 'guardami negli occhi che ti frego con le mani'. La luce delle candele faceva risaltare il verde dei suoi occhi, o forse era il leggero rossore dei suoi zigomi a farlo.
Si sedette al suo solito posto senza guardare la sorella.
"Stai bene" disse Estelle.
La sua indole da combinaguai non se l'era portato dietro, quella sera. Dallo sguardo sembrò sorpreso, quando la guardò all'improvviso. Lo abbassò quasi subito sul proprio piatto.
"Devo uscire dopo cena. Un mio amico e io abbiamo un doppio appuntamento."
La forchetta di Sally cadde a terra.
"La prendo io" disse Edmund, abbassandosi per raccoglierla. La ripulì con il suo tovagliolo e gliela restituì. "La signora Mackie ha preparato la fonduta alla gallese."
"Con il servizio buono?" La mascella di Sally si spalancò. "Mi sono dimenticata che oggi è il mio compleanno?"
La fonduta alla gallese era il piatto che a Sally dava maggior conforto. Edmund le sorrise, con un'espressione così calda e comprensiva da far pensare a Estelle che lui sapesse quanto quel momento sarebbe stato duro per la sua giovane figlia. "Non vedo perché non possiamo mangiare toast e crema di formaggio su dei bei piatti. Ben, verseresti il vino?"
"Anche il vino!" esclamò Sally mentre la signora Mackie iniziava a servire. Era rotonda e allegra come la governante di una fiaba, e molto orgogliosa delle sue capacità culinarie.
"Eccoci qui, miei cari" disse riempiendo i piatti. "Ci sono le verdurine sotto la campana. Spero vi piacciono."
Se ne andò troppo in fretta, per i gusti di Estelle. Amabile o no, Edmund non avrebbe discusso gli affari di famiglia davanti alla sua governante. Lui si alzò non appena la porta a battenti che portava in cucina smise di ondeggiare. Nel suo bicchiere brillava un liquido color rubino, quando lo alzò formalmente verso di lei. Gli occhi gli brillavano così intensamente d'amore che avrebbero potuto illuminare tutta la stanza. Il cuore di Estelle le batteva nel petto come un tamburo, con la sua esuberanza che faceva a pugni con l'ansia. Sarebbe diventato reale, una volta che lui l'avesse detto. Sarebbe successo davvero.
Sempre particolarmente sveglio, Ben guardò prima suo padre e poi Estelle.
"Oh mamma" disse a voce bassa.
"Ho un annuncio da fare" disse Edmund, con il volto piegato in un sorriso. "Un annuncio che sono felice e orgoglioso di poter condividere con voi. Ho chiesto a Estelle di sposarmi, e lei ha accettato."
Il cuore di Estelle batté due volte nel più totale silenzio.
"Ebbene, non è giusto" disse Sally, ritrovando per prima la parola. "E Graham, invece?"
Ben tossì nel tovagliolo, poi spinse indietro la sedia e si alzò.
"Congratulazioni, signore" disse stringendo la mano al padre. "So che la renderà felice."
"Ma a Graham lei piace" disse Sally. "Non puoi sposarla tu. Lei è.... Tu sei...." Agitò le mani per aria, impotente.
"Noi ci amiamo" le disse Edmund. "È ci amiamo da diverso tempo."
I grandi occhi blu di Sally si riempirono di lacrime. "Verrà a vivere qui?" Prenderà il mio posto?
Edmund sembrò aver sentito la sua silenziosa richiesta bene quanto Estelle. Fece alzare in piedi Sally e la abbracciò. "Tu sarai sempre la mia bambina, niente potrà cambiarlo. E pensa a quanto ti potrà far piacere avere la tua amica sempre intorno."
"Ha già vissuto qui senza doverti sposare. Oh, signore! Dovrò ubbidire ai suoi ordini?"
Edmund rise nei suoi biondissimi riccioli. Nessuno poteva negare che Sally diceva ciò che pensava. "Mi aspetto che Estelle lasci a me il compito di dare ordini, visto che tu sei così scatenata."
"Ma prenderai le sue difese quando sarò cattiva. So che lo farai!"
Edmund la allontanò gentilmente da sé spingendola per le spalle, con un gesto allo stesso tempo solenne e gentile. "Mi sono sempre aspettato che tu trattassi Estelle con rispetto, e l'hai sempre fatto sufficientemente bene. Lei mi rende felice, tesoro, più di quanto io pensassi di meritare. Ti prego, fammi il favore di non farlapentire di aver accettato la mia proposta."
Sally fece una piccola smorfia. "Io voglio che tu sia felice, è solo che..."
Ben si schiarì la gola. Miracolosamente, Sally guardò verso di lui, sembrò imbarazzata e smise di parlare.
"Le facciamo entrambe le congratulazioni, signore" disse Ben. "Sono sicuro che ci abitueremo all'idea in pochissimo tempo. E Sally e io non vi staremo tra i piedi ancora a lungo, dato che ormai siamo grandi."
La reazione di Edmund a questa frase fu una preoccupazione quasi comica. Se i suoi due figli avevano bisogno di essere rassicurati sul fatto di essere benvoluti, lo erano stati.
"Pensavo, magari, che potessimo cercare una casa più grande" disse. "Magari con un pó di terreno in campagna. Spazio per correre e cose del genere."
"In campagna!" gemette Sally, nuovamente sconvolta.
Edmund lanciò uno sguardo supplichevole verso Estelle seduta a tavola.
"La campagna è un ottimo posto per organizzare delle feste" disse Estelle in maniera rassicurante. "I tuoi amici adoreranno venirti a trovare. E poi dubito sarebbe molto lontana da Londra. Edmund dovrà tornare in città per insegnare."
"Esattamente" disse Edmund. "E se proprio odi la campagna, immagino tu possa rimanere in questa casa con Ben. Non mi dispiace tenerla, e mi aspetto che lui sia disposto a badare a te per quel poco che ancora hai bisogno."
Ben e Sally si scambiarono uno sguardo di terrore.
"No!" dissero quasi all'unisono.
Sally finì il concetto per entrambi. "Sono sicura che non sarà necessario. Sono sicura che mi... che ci abitueremo a vivere in campagna." Con aria determinata, passò attorno al tavolo fino a trovarsi accanto a Estelle. Le prese le mani, mentre il suo naso era arrossato dalle lacrime che stava trattenendo. "Penso sia meraviglioso che tu e il professore vi siate trovati l'un l'altra. Voglio che tu sia felice, Estelle, non ha importanza con chi."
Guardando dal basso in alto verso quel viso dalle gote rosa, con le mani strette in quelle piccole e calde di lei, Estelle capì che Sally voleva sinceramente che i suoi auguri divenissero realtà.
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IL PROFUMO DELL'OSCURITÀ
RandomLondra, 1922. La pioggia cade stanca sulla città, ma alla giovane Estelle non importa: oggi ha incontrato l'uomo della sua vita..... Dieci anni dopo, Edmund Fitz Clare, noto professore di Storia e vampiro mutaforma, deve fare i conti con un pericolo...